Come promesso, ecco la valutazione del reverse contest ^^
Grammatica&Stile: 6/10
A parte il solo uso di punto e virgola (dove sono i due punti, il punto e virgola e tutto il resto della punteggiatura?) e alcune frasi che ho davvero faticato a leggere, nonostante tutto la sufficienza c’è.
Di seguito ti segno alcuni errori e le mie impressioni. Non tutte le frasi le ho corrette: alcune le ho lasciate perdere perché non avevo proprio idea di come impostarle.
Intreccio: 6/10
La storia è semplice e lineare, anche se in alcuni punti che riprendevi poi -ad esempio sulle torri gioiello- mi sono persa.
Il perché il mondo è ridotto in questo modo è chiaro, al contrario non capisco perché solo Sevin e Kirda cercano quel giardinetto. Sono gli unici a cui importa davvero di quel mondo? Cosa può fare quel piccolo pezzo di terra ancora verde? Lenire il loro dolore, dare conforto? O piuttosto amareggiarli perché è tutto ciò che rimane in quel mondo ormai votato alla tecnologia? Il finale non è così chiaro come sembra e seppur sia giusto che lasci un senso di amarezza, dall’altro non soddisfa il lettore del tutto.
- L’uomo si era immerso nei bassifondi/ La notte rendeva i bassifondi (ripetizione fin troppo vicina, cercherei un sinonimo)
- Nella città vecchia era sempre così. (invece di una pausa lunga, avrei usato i due punti, visto che descrive la città. )
- Il fetore della spazzatura e dell’aria insalubre, (virgola superflua a parer mio) rendeva quel luogo
- Come poteva vivere ciò che aveva visto? (non è errata, non è un errore, ma subito ammetto di non averne afferrato il senso xD)
- Si guardava intorno con circospezione. Si era mascherato, aveva cercato di somigliare alle persone che vivevano nelle topaie che chiamavano casa. (tutti questi punti sono delle continue pause lunghe che dopo un po’ disturbano la lettura. Va bene non fare periodi troppo lunghi, ma avrei impostato la frase per renderla più fluida.)
- promettendo loro una sola possibilità di salire dall’ascensore (non è forse sull’ascensore? Dall’ascensore l’avrei usato per uscire.) e farsi una vita
- . Erano state costruite dopo la guerra che aveva devastato il mondo e pian piano erano cresciute, come dei piccoli frassini, erano diventate gigantesche e dopo tanti anni dominavano la superficie e i sogni di chi non poteva permettersi di viverci. (periodo lunghissimo e con una punteggiatura che mi fa inciampare un bel po’. Avrei scritto “Erano state costruite dopo la guerra che avevano devastato il mondo: pian piano erano cresciute, come dei piccoli frassini, fino a diventare gigantesche. Dopo tanti anni dominavano la superficie e i sogni di chi non poteva permettersi di viverci.”)
- Ma ciò che la terrorizzata(terrorizzava)
- era essere catturata per essere (avrei usato “venir”) venduta
- Quella promessa che avevano fatto, però, non l’avevano mai mantenuta (questa frase non l’ho proprio capita. Chi ha fatto una promessa e cosa aveva promesso? I ricchi alle altre persone, quelle che vivono nei bassifondi, di proteggerli? O cosa?)
- se qualcosa poteva ledere (da una parte sono contenta perché ho imparato un nuovo termine xD ma dall’altra mi scoccia dover prendere un dizionario quando si potevano benissimo usare termini più semplici come danneggiare o rovinare o ferire. Non toglieva nulla alla frase usare termini come questi.) la loro persona
- Kirda era spaventata, come tutti gli abitanti di Gurakar, abbassava la testa al passaggio dei Vigilantes e loro si approfittavano di questo stato d’animo, tanto da irretire molte giovani donne e promettergli cose che non erano in loro potere. ( avrei scritto “Come tutti gli abitanti di Gurakar, Kirda era spaventata, perciò abbassava sempre la testa al passaggio dei Vigilantes, permettendo loro di approfittarsi del suo stato d’animo e di irretire giovani donne con promesse al di sopra delle loro possibilità.” In realtà la frase che ho scritto non ha ancora il giusto senso, perché quella delle donne è slegata dalla vicenda di Kirda… se lei è figlia di una di queste donne, avresti dovuto fare un paragrafo a parte sulla situazione delle donne con i Vigilantes, invece di amalgamare tutto. )
- non le era rimasto nulle (nulla)
- che non cercarsi un pericolo (semplicemente, potevi scrivere suicidarsi.)
- Respirava quasi a fatica quando ripensava al passato, ma erano i pochi momenti (i pochi momenti di cosa?)
- . Ma quel respiro diventava sempre più pressante ogni giorno (spazio in più ) che passava e il corpo pesante e spossato (a) ogni colpo di tosse che faceva.
- Non sapeva se fosse malata o cosa, ma quel poco che le restava da vivere voleva passarlo a quel modo. A cercare ciò che restava del suo mondo.(prima vuole uccidersi e poi a vedere quella parte di mondo? Non dovrebbe provare sollievo, allora? Sta per morire.)
- per imprimere nella sua mente (per imprimersi nella mente) la sua immagine, prima
- Aveva solo girato l’angolo e (che) sentì un sibilo
- Sentì una stretta allo stomaco e ciò che successe fu talmente improvviso che, andando avanti nel tempo, non riuscì nemmeno a ricordare. (se stai raccontando la storia di ciò che sta accadendo in quel momento. Trovo inutile aggiungere pezzi di ciò che succederà dopo e che magari non verrà nemmeno raccontato, con un tempo verbale che stona.
- Sevin prese (avrei preferito “L’uomo” piuttosto che ripetere il nome.)O scrivevi il racconto come un ricordo, o questa la parte la integri in un pezzo successivo quando Sevin ci ripensa.)
- Era una delle poche tecnologie che quelli di superficie non erano riusciti a scoprire. (Chi?)
- In quel momento non ci fu più nulla da dire perché tutto fu buio. (quel più nulla da dire mi sembra fuori luogo. Avrei preferito “In quel momento cadde il silenzio, sprofondando nel buio più completo.”, per esempio.)
- beffardo e le lascio (lasciò) andare il braccio
- che faceva a ritroso la seguì; (spazio in più) più
- Era alto, molto alto! (lo trovo fuori luogo, avrei preferito una virgola. Un conto è se fosse stato un suo pensiero, magari evidenziato in qualche modo –tipo corsivo- ma per come è impostato il narratore della storia, quel punto esclamativo stona.)
- porse la mano libera (spazio in più)verso
- non capiva perché interiormente sentisse il dovere di far in modo che lei si fidasse di lui. (Sì che doveva saperlo. Solo lei conosceva il luogo della cosa che gli serviva, quindi deve avvalersi della sua collaborazione. Trovo la frase un po’ contradditoria.xD)
- lo aveva guardato negli occhi e (non è errato, credo, ma con quella e di congiunzione la frase continua e il secondo quegli occhi mi risulta come una ripetizione fastidiosa. Piuttosto lo avrei eliminato e messo due punti, per esempio “lo aveva guardato negli occhi: erano quelli di una persona…”) quegli occhi erano di una persona
Sensatezza dei personaggi: 4/10
I personaggi di Sevin e Kirda ci sono ma allo stesso tempo mi sembrano vuoti e poco accurati, non approfonditi a fondo. Sevin è un ex Vigilante con un solo obiettivo in testa, ma non è specificato quando abbia lasciato quel gruppo, se è così accondiscendente da permettere a uno di loro da lasciare la squadra per poter compiere azioni per conto proprio. Così come Kirda, che trovo un po’ contradditoria: prima cerca motivi e occasioni per compiere quel passo che è suicidarsi e porre fine a quella esistenza che è diventata solo una agonia tremenda per poi recuperare verve e cercare quel piccolo posto.
Non so se questo appunto andrebbe nell’intreccio o simile, ma per sicurezza, dato che riguarda i personaggi, lo metto qui. Io stessa uso due POV di personaggi diversi per raccontare, è bello e comodo, ma allo stesso tempo difficile ricordarsi che descrivi da un solo punto di vista di un personaggio. Per esempio, la parte in cui Kirda osserva acquattata il gruppo di uomini (Fos e compagnia) come fa a sapere riguardo la mano di Fos e l’olfatto di Hriz le loro caratterestiche, come le hanno ottenute, etc? è una cosa risaputa del quartiere? Lei li conosce? Perché non mi pareva. Poi posso anche sbagliarmi, ma questa cosa mi ha fatto un po’ storcere il naso.
Abilità nello svolgimento del tema “scomodo”: 15/20
La fantascienza c’è, la storia pure e anche un pizzico di azione per dare movimento a una storia che altrimenti sarebbe stata solo una semplice ricerca, ovvero il cyberpunk.
Ho apprezzato le parti cibernetiche negli arti dei personaggi, però penso che tu abbia soprattutto puntato sull’ambientazione piuttosto che sulla vicenda, che risulta comunque un po’ povera.
Avresti potuto enfatizzare la sovversione non limitandoti ad un solo individuo come Sevin -che tra l’altro non è nemmeno ricercato da quello che ho capito-, a mostrare più tecnologia in modo da rendere quel piccolo pezzo di terra finale una VERA visione, una anomalia perfino al lettore che per tutta la storia si era abituato a quel metallo freddo e cibernetico.
Coinvolgimento del lettore: 1/10
Premettendo che:
-Non sono una fan della fantascienza, Asimov a parte (è l’unico che io legga) e
- Ho letto Cuore celato e Fiori di ciliegio, che ho amato e che mi sono piaciuti moltissimo (poi non ho potuto continuarli, ma giuro che soprattutto Fiori di ciliegio aveva un’atmosfera, un ritmo, una bellezza che mi rimarrà per sempre in testa e che spero di riprendere un giorno)
io questa storia l’ho letta con una certa aspettativa. Non è il suo genere, pensavo, però scrive molto bene, molto molto bene da quel che ricordo.
E ho sbagliato. Non dovevo tener conto di ciò che avevo già letto, non dovevo farmi aspettative. Ho letto ora nelle note che hai affrontato un trasloco, so cosa vuol dire e so che non dove essere stato semplice, ma giuro che ci ho messo un’ora e mezza per leggere questa storia. Ho fatto davvero fatica ad arrivare alla fine e a non abbandonarla. E mi è dispiaciuto.
Perché so che tu potevi fare un lavoro decisamente migliore di questo, sia di grammatica che di struttura della storia stessa. Non mi ha preso per niente, non ci ho capito niente nonostante gli sforzi e ti do 1 solo perché 0 mi sembra crudele.
p.s. mi chiedevo se i nomi dei personaggi e del mondo stesso avessero un qualche significato dietro. Sono curiosa xD
Tot: 32/60 |