Recensioni per
Soledad
di Keiko

Questa storia ha ottenuto 3 recensioni.
Positive : 3
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
10/10/14, ore 16:05
Cap. 1:

E' la prima volta che leggo una tua storia e devo dire che sei stata una bellissima scoperta. Primo, per il tuo stile. Pittorico, vivo, fatto di tinte forti su una tela, di pennellate decise, ma senza fronzoli di troppo. Essenziale e diretto. Secondo, per la scelta del tema. Terzo, per la scelta del protagonista. Shura è nel mio olimpo di preferiti da sempre, perché prima di essere un saint di Atena è un uomo vero, nella sua contraddizione, nel suo tormento, nel suo senso di colpa che non gli darà mai pace nemmeno dopo la morte. La maledetta notte in cui tutto ha avuto inizio Excalibur non ha ucciso solo Aiolos, l'Eroe, l'amico. Ha ucciso anche e soprattuto Shura, nell'anima. Lo ha reso un fantasma, schivo e solitario. Soledad, appunto. Lei è un ossimoro vivente (un nome che è l'opposto della sua natura), e balza fuori dalla tua one-shot con la potenza sensoriale di una sinestesia. E' luce, colori, odori, vita. L'esatto contraltare ai silenzi e alla misura di Marin. E' un rifugio caldo e temporaneo, ma non una cura. Non c'è redenzione, per Shura, né via d'uscita dal fuoco che lo tormenta e gli divora l'anima. In questo sta la cifra della sua tragedia umana che tu, cara Keiko, hai reso meravigliosamente. Grazie per avere dato voce e corpo a questo personaggio complesso e straordinario.
A presto,
S.

Recensore Master
09/10/14, ore 00:37
Cap. 1:

Io ti ho già detto cosa ne penso di questa storia sul tuo spazio personale, ma lo ripeterò anche qui perché è cosa buona e giusta. 

"Soledad" è uno spaccato incredibilmente efficace della vita, della sconfitta e dell'amore. 
Apprezzo moltissimo questi uomini a tutto tondo, questi personaggi che amano una sola donna, ma scelgono anche il calore di un'altra, questi uomini che si contraddicono, che lottano, che soffrono e che muoiono - nel corpo e nell'anima. 
Mi piace che in "Soledad" ci sia il profumo della terra smossa, quell'odore che ti resta nelle narici e ti ricorda qualcosa di ancestrale, di vecchio, una radice che nulla può gelare. 
E mi piace anche Soledad stessa, perchè è calda, vibrante, accogliente come la terra - una donna che ama l'amore e distingue bene dove sia la differenza. 
Bellissima one-shot, come al solito. ♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥

*sparge biscotti a forma di gatto ripieni di cioccolato* 

Recensore Master
08/10/14, ore 22:34
Cap. 1:

Innanzitutto, grazie.
Di cuore, pancia e anima.
Grazie per questa bellissima storia. Che profuma di terra smossa, che si insinua tra le dita e sotto le unghie, lasciando un solco nero che non va via, a ricordarti chi sei e cosa diventerai. Che sa di sole, del caldo e furioso sole di Castiglia (y Leon), che sembra voglia portarsi il mondo appresso, in una fiammata gloriosa. Che sa di rimorso, di rimpianto, di scelte ineluttabili (o ritenute tali), di dovere, di serietà, di orgoglio, di dubbio, di confusione. Di vita, che si ritrova tra le cosce di un'altra - che è tua come è del bracciante che dorme due brandine più in là - perché la vita è così: tu fai piani e progetti e lei te li manda a monte con la manata rabbiosa del bambino o la zampata uggiosa del gatto infastidito. Perché sì. Perché ti ricorda che sei vivo, anche se tu cerchi di rifugiarti in un limbo. Perché il limbo è quiete ovattata. Perché nel limbo si sta bene. Perché il limbo è certezza. Una coperta di Linus che la vita ti tira via da sotto le chiappe quasi ridendo. Come Soledad, la tua che è una donna così diversa dalla mia, una bambina innamorata dell'idea platonica dell'amore. Soledad che fa a cazzotti con il suo nome, Soledad che appartiene a se stassa e all'amore. E forse, nemmeno a lui. Soledad che serve - che funziona - come palliativo, per Shura. Per non pensare. Ai suoi dubbi. A Marin, che ha lasciato in una cappella solitaria in cima ad un promontorio all'ombra di un tramonto furioso. Perché se Shura è in fuga - da se stesso - sa che non potrà scappare in eterno, non se sa che qualcuno lo attende. E questa, forse, è una consolazione potente quasi quanto una maledizione.
Perciò ti dico grazie. Di cuore, di pancia e di anima. Grazie per questa storia, per questo spaccato vivo, che come un colpo di coltello scava un solco e resta lì. A maturare. Come un'oliva sotto i caldi raggi del sole di Castiglia (y Leon).