Caro amico del "Gioco delle Perle di Vetro" (credevi non l'avessi capito, vero ?), trovo eccitante ed incredibilmente interessante la Tua disquisizione filosofica sul tanto temuto e bramato al contempo "foglio bianco", davanti al quale, noi tutti che ci sentiamo un pò scrittori e portatori della nostra verità universale, prima o poi siamo venuti a "cozzare".
Hai stramaledettamente ragione quando asserisci che malgrado tutta la possibile conoscenza sia dello scibile umano che del proprio lessico spesso si infrangono, come una palla di neve buttata contro ad un vetro, nell'impietoso silenzio dell'autore davanti al monitor ed alla sua tastiera o, per gli amanti del vintage, della macchina da scrivere, ma, altresì, ne è il momento più bello, quello dove la creatività e il proprio talento letterario, su qualunque branca sia portato, nascono come un bambino che viene alla luce proprio davanti a quel monitor e le dita poi, correndo magiche sulla tastiera come suonatrici di una melodia crescente su un pianoforte, partoriscono quella creatura che è il nostro tanto amato e agognato "scritto".
Io sento in Te questo amore per la scrittura, per la lingua espressa sia in accezioni filosofiche che per metafore, e non ritendo affatto che Tu, come asserisci nel capitolo 1, possa "parlar di niente" , ma sicuramente ci puoi donare qualcosa di concreto ed allo stesso tempo eccitante per la mente.
Continua così, io sarò senz'altro tra coloro che Ti seguiranno, sia alla Tua che alla nostra "presa di coscienza".
A Presto.
Un'amica innamorata del bel leggere.