Recensioni per
Il coraggio di avere paura
di fri rapace

Questa storia ha ottenuto 8 recensioni.
Positive : 8
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
21/07/15, ore 21:50

Ciao cara!
Sono sempre qui, stasera ti tormento xD
Avevo già letto questa storia quando anche io speravo di poter partecipare al contest di Rosmary, poi per impegni vari non ho potuto ma ho seguito comunque tutto lo sviluppo e le storie, e devo dire che mi dispiace che tu non fossi più in alto nel bando!
Non solo trovo che tu abbia descritto alla perfezione ciò che richiedeva il bando, ma hai mostrato al meglio questa dualità che dilania Tonks: il desiderio di proteggere se stessa e le persone che ama, e la profonda vergogna di scoprirsi impaurita, fino ad arrivare a supplicare Remus di non andare in missione, di restare in casa. E' proprio come descrivi tu: non era incoscienza giovanile, semplicemente Tonks non si era mai resa davvero conto del valore di ciò che rischiava costantemente di perdere.
Mi è piaciuta anche la riflessione sul fatto che non possa capire fino in fondo cosa provino i genitori, lei comprende il suo limite ma non riesce comunque a superarlo, è un concetto molto bello.
Ho poi adorato la reazione di Remus, che in quel momento, vedendola così fragile e impaurita, decide di non forzarla ad andare e di non farla preoccupare inutilmente andando lui stesso. Si capisce che è solo un momento di passaggio, un crollo, perché poi Tonks riacquisterà il suo coraggio e tornerà a lottare per gli ideali in cui crede... perdendo la vita. Questa storia è terribile proprio perché noi lettori sappiamo com'è andata a finire, sappiamo che sarebbe stato molto meglio se da quella casa non fossero usciti mai.
Davvero tanti complimenti!
A presto!

Un bacio,
Mary
(Recensione modificata il 21/07/2015 - 09:51 pm)

Recensore Master
21/11/14, ore 12:21

Undicesima classificata “Il coraggio di avere paura”

Grammatica: 9.6/10
La grammatica è buonissima, ho solo due sviste da farti notare:
“ma non riusciva a calarsi realmente nei loro panni”: -0.20; il tempo verbale di “riusciva” è in questo caso errato, poiché, in concordanza con i periodi precedenti, avrebbe dovuto essere un trapassato prossimo anziché un imperfetto, dato che in questo punto della narrazione descrivi un avvenimento che la protagonista ha già vissuto, che fa riferimento a una sua sensazione passata (si accorda con i vari “aveva spiegato”, “aveva osservato” e così via). Quindi, “era riuscita” anziché “riusciva”.
“ma non immaginava che il dolore di Andromeda”: -0.20; stesso discorso di “riusciva”. Tonks nel presente della storia comprende il dolore dei genitori, mentre non riusciva a immaginarlo nel passato del racconto, quando non era ancora madre. Di conseguenza, anche “immaginava” va al trapassato prossimo, accordandosi anch’esso con i vari “aveva spiegato/osservato” del racconto.

Stile e Lessico: 6/10
Il motivo per cui il punteggio non è superiore a 6/10 è legato allo stile adottato.
Hai scelto di narrare in terza persona e al passato, in modo tale da poter essere un narratore esterno che conosce i suoi personaggi e ciò che hanno vissuto, potendo così raccontare i fatti al lettore con questa sorta di onniscienza.
Ciò che ho trovato debole dal punto di vista stilistico è la gestione del rapporto tra il “presente della storia” e il “passato della storia”.
Siccome tutto è raccontato al passato, preciso che con “presente della storia” intendo le espressioni al tempo imperfetto e al passato remoto, che esprimono ciò che Tonks vive “nel presente” del racconto, esprimono la sua condizione “attuale”. Con “passato della storia” mi riferisco invece alle espressioni al trapassato prossimo, che alludono a momenti di vita che, rispetto al “presente della storia”, la protagonista ha già vissuto, episodi che lei ricorda e che analizza alla luce del suo “presente” e di ciò che in questo presente ha appreso.

La tua storia inizia con una sorta di tuffo nel passato, poiché Tonks ricorda di quando ha dovuto comunicare ai genitori di essersi unita all’Ordine della Fenice; da lì parte un’introspezione della protagonista che culmina nella scena finale – che è il “presente” da lei vissuto – dove il lettore apprende a quali scelte Tonks è stata condotta da questo fare i conti con se stessa e quale situazione sta vivendo nel presente.
Il problema è che i vari passaggi tra passato e presente non sono chiarissimi, non c’è una netta distinzione tra ciò che appartiene al ricordo e ciò che la protagonista vive “ora”, poiché è tutto eccessivamente amalgamato e quest’amalgama genera confusione.
Il passaggio più confuso da questo punto di vista è quello centrale, il momento dove Tonks allude al proprio rapporto con Remus, poiché lì sembrerebbe essere arrivati al “presente”, ma ciò che viene dopo chiarisce al lettore che anche la considerazione su Remus appartiene al “passato”. A collaborare a questa confusione sono anche i due tempi verbali riportati in grammatica.
Ti riporto un esempio dal testo così da spiegarti al meglio ciò che ho inteso dire:

    • Tonks sapeva che i suoi genitori l'amavano, ma non riusciva a calarsi realmente nei loro panni. Remus si offriva regolarmente per le missioni più rischiose pur di non ammettere cosa provava per lei, ma non immaginava che il dolore di Andromeda e Ted potesse essere persino peggiore di quello patito da lei per i rischi che correva l'uomo che amava. // Solo da poco Tonks aveva avuto un assaggio di ciò che dovevano aver provato quella sera, nell'asettica stanza del San Mungo.”: in questa espressione è riassunto un po’ tutto ciò che ho detto sino ad ora. L’uso dell’imperfetto per “non riusciva a calarsi” dà l’idea di essere arrivati al presente che vede Tonks fare i conti con se stessa, rafforzato da “non immaginava”. Subito dopo, però, questa sensazione viene contraddetta da “solo da poco Tonks aveva avuto”, poiché il tornare al trapassato prossimo e lo specificare “solo da poco” lascia intendere che ancora non ci troviamo nel presente della storia: Tonks sta ancora ricordando, il non riuscire a calarsi nei panni dei propri genitori non appartiene al presente vissuto da Tonks, è uno stadio che lei ha ormai superato; ma dalle prime espressioni questo non si evince, sembra anzi che lei non sia ancora in grado di capire il dolore di Andromeda e Ted.


    •  
Legandomi a questo discorso arrivo alla parte finale della storia che ritrae Remus e Tonks nella propria abitazione; questo momento, che è il vero e proprio presente del racconto, sembra essere slegato, da un punto di vista stilistico, dal blocco precedente: arriva catapultando il lettore in una situazione esterna ai pensieri e ai ricordi della protagonista e arriva “improvvisamente”, senza che vi fosse stata un’introduzione o un passaggio che giustificasse il cambio di scena. Il problema è che non è presentato visivamente come “slegato”, non c’è nessun simbolo o spazio che lasci intendere al lettore che appartiene a un altro momento del racconto.
In generale, dunque, trovo l’impostazione stilistica del racconto un po’ confusionaria; ho avuto il sentore che l’idea alla base fosse una sorta di viaggio nel mondo interiore di Tonks, un viaggio che doveva necessariamente comporsi di vari momenti di vita, dai più antichi ai più recenti; allo stesso tempo, ho però avuto il sentore che questo viaggio non fosse scandito al meglio e che le varie fasi di vita si confondessero l’un l’altra, dando un’idea poco chiara degli stadi vissuti e del rapporto, come detto, tra passato e presente.
In questo punto, ad esempio:
    • Tonks si accarezzò meccanicamente il ventre ancora piatto”: si ha nuovamente la sensazione di essere arrivati al presente del racconto, ma non è chiaro se il ventre Tonks lo accarezzi quando è seduta al tavolo con Remus – se sia dunque un’unica scena – o se appartenga ancora a un altro momento di vita.
Terminato questo discorso sul passato/presente, ti riporto un’espressione che, seppure grammaticalmente corretta, presenta a mio avviso una piccola incertezza:
    • Non era solo paura per i pericoli a cui rischiava di esporre il suo bambino, che sarebbe stato più che comprensibile, mai in lei era stata così viva la consapevolezza di poter perdere la propria vita.”: l’espressione che inizia con “mai in lei” è completamente indipendente dalla precedente e viceversa. Manca una congiunzione o un qualsiasi elemento che crei coesione tra le due espressioni, poiché così scritte sembrano mancare di legame logico. Tu hai inserito la virgola dopo “più che comprensibile”, ma la pausa percepita alla lettura è forte, è quella di un punto, proprio perché il periodo che segue è del tutto autonomo. Non te l’ho segnalato in grammatica perché, come detto, è una scelta stilistica la tua e non una svista grammaticale.
Dopo questo lunghissimo discorso, che spero abbia quantomeno il pregio d’essere chiaro!, posso soffermarmi sui pregi del tuo stile, che hanno fatto sì che il punteggio non fosse inferiore al 6/10.
Al di là delle incertezze riscontrate, è uno stile che si presenta pulito dal punto di vista grammaticale, che risulta scorrevole alla lettura nonostante i passaggi esposti. Inoltre, ed è un elemento che sempre riscontro nei tuoi testi, l’equilibrio esistente tra discorso indiretto e diretto è davvero lodevole; non una sbavatura da questo punto di vista, i dialoghi si inseriscono perfettamente nel discorso indiretto, non lo spezzano e non lo condizionano negativamente, semmai arricchiscono la scena descritta.
In ultimo, la punteggiatura è utilizzata nel modo corretto e pause, capoversi e periodi sono bene equilibrati tra loro, nel complesso. Il tuo stile è davvero buono e piacevole, in questo particolare caso ho solo trovato che presentasse alcuni punti generanti confusione – confusione che credo legata al dover strizzare un’introspezione tanto articolata in poche parole; l’esigenza di dire tutto e dire tanto ti ha forse costretta a sacrificare lo scandire in maniera più chiara i vari momenti di vita.

Passando al lessico, posso solo complimentarmi con te! È vario, adatto e sempre coerente al registro linguistico scelto. In particolare, relativamente al discorso diretto, ho ritrovato la tua abilità nel diversificare il lessico in base al personaggio, elemento che ti agevola anche nella caratterizzazione dei vari protagonisti del racconto.
Le ripetizioni, in ultimo, sono pressoché assenti, fatta eccezione per due piccoli dettagli:
    • pur di non ammettere cosa provava per lei, ma non immaginava che il dolore di Andromeda e Ted potesse essere persino peggiore di quello patito da lei per i rischi che correva l'uomo che amava” e “credeva che essere giovane la rendesse immortale, solo, banalmente, non aveva mai considerato il valore di ciò che rischiava di perdere, ma solo quello che poteva offrire”: in queste due espressioni c’è la ripetizione a poca distanza rispettivamente di “lei” e di “solo”. Essendo una flashfic è consigliabile evitare anche queste piccole ripetizioni all’interno delle stesse frasi, che rischiano di rendere in quei punti meno fluido il testo.
Con questo ho davvero concluso! La sintesi dei pro e dei contro esposti mi ha portata dunque al 6/10 in questo parametro. Ribadisco che il tuo stile è buonissimo, ho avuto semplicemente la sensazione che abbia risentito delle poche parole a disposizione, sarai tu a dirmi se la mia è stata un’impressione corretta o meno!

Aderenza al tema: 5/10
Inizio col dirti che mi è dispiaciuto molto assegnarti 5/10 in questo parametro, perché la tua idea, indipendentemente dal contest, mi è piaciuta, ma purtroppo non è totalmente in linea con quanto richiedeva il concorso.
Tema centrale del tuo racconto è il motivo per cui Tonks non ha combattuto per un certo periodo di tempo, ciò che l’ha condotta a temere la morte al punto tale da costringersi in casa. È un tema molto interessante, reale e trattato anche bene. Purtroppo, come accennato inizialmente, è forse il contrario di quanto richiedeva il bando e non ho potuto non tenerne conto.
Il motivo per cui il punteggio non è inferiore al 5/10 è legato a due fattori: in primo luogo, la prima parte della storia, che è dedicata a una giovanissima Tonks che trova in se stessa la forza e la motivazione per arruolarsi negli Auror ed entrare a far parte dell’Ordine della Fenice; in secondo luogo, i sottintesi riferimenti a quello che sarà l’epilogo della vita di Tonks, che morirà da “soldato” sul campo di battaglia.
Questi due elementi fusi insieme rispondono al tema centrale del contest, poiché ci presentano un soldato, una guerriera, una donna giovane che sceglie di rischiare tutto per ideali in cui crede fermamente, che nella prima parte della sua esistenza neanche riflette sulla possibilità di morire, concentrandosi piuttosto sulle vite altrui portate in salvo.
La seconda parte della storia, che è quella conclusiva e che dà senso all’intera impostazione della flash, affronta invece un altro tema, un tema così importante e intenso da “soffocare” i fattori di cui ho appena parlato, relegandoli in un angolino: Tonks e il suo scoprirsi madre, Tonks e il suo rapporto con la paura di morire, un connubio di circostanze che la portano a scegliere di mettersi da parte, di non essere un soldato, almeno per un certo periodo di tempo; il problema è che la tua flash ruota attorno a questo momento, tutta l’introspezione della protagonista è fatta in relazione a questa sua scoperta, a questo suo particolare momento.
Come detto, questo aspetto è stato trattato molto bene e ho trovato interessantissimo il tema in sé, ma è un qualcosa di diverso, seppur non completamente distante, da quanto richiesto in questo contest.
La sintesi dei pro e contro esposti mi ha convinta ad assegnarti 5/10 in questa voce; spero d’essere riuscita a motivarti al meglio il perché del punteggio.

Caratterizzazione e IC personaggi: 10/10
Protagonista indiscussa della tua storia è certamente Tonks, ma un piccolo ruolo è dato anche ai suoi genitori e a Remus.
Partendo dai personaggi secondari, trovo che li abbia trattati tutti benissimo, mettendo in luce quelle che sono, forse, le debolezze più grandi di Andromeda, Ted e Remus, vale a dire l’amore che nutrono nei confronti delle persone care.
Nel caso dei signori Tonks, hai saputo caratterizzare in pochissime battute sia l’uno che l’altra, lasciando emergere l’aspetto genitoriale e, al tempo stesso, la differenza caratteriale tra i due: Andromeda ha un piglio più deciso, seppur preoccupata, difatti, affronta la figlia senza peli sulla lingua, ma con l’amarezza e la schiettezza di chi è abituata ad affrontare viso a viso le situazioni spinose, senza addolcirle affatto; Ted appare più mesto, più propenso ad esternare dubbi e preoccupazioni, sperando che questi, da soli, bastino a persuadere il proprio interlocutore – Tonks in questo caso – che le scelte già prese vadano riconsiderate. L’aspetto genitoriale, in ultimo, è tutto riassunto in quella battuta conclusiva di Andromeda, quell’amarissimo “ma è anche la nostra e tu non lo capisci!”.
Passando a Remus, la sua breve comparsa è perfettamente in linea con la scelta da lui presa nella prima parte del settimo volume della Rowling, quando a seguito dello scontro con Harry torna da Tonks e, presumibilmente, “sceglie” lei e tutto ciò che comporta l’avere una famiglia. Allora eccolo che, forse per la prima volta in vita sua, rinuncia a correre in aiuto di un alleato, a schierarsi in prima linea; d’altronde, il coraggio di combattere a Remus non è mai mancato, gli è sempre mancato un altro tipo di coraggio. Nella sua rinuncia ci sono la comprensione, la condivisione e l’amore nutriti per Ninfadora, c’è la “tragedia” di una giovanissima famiglia che si vede negato il tempo stesso dell’esistenza.
Arrivando a Tonks, anche questa volta ho trovato la caratterizzazione eccezionale e il personaggio del tutto IC. Hai trattato la Tonks ragazzina, matura abbastanza per rischiare la propria vita, ma al contempo immatura per poter comprendere i tormenti di un genitore. L’hai poi trattata nella fase “di passaggio”, quando inizia a capire che c’è dell’altro oltre se stessi e i propri istinti, che scegliere di rischiare tutto può essere addirittura una scelta egoistica in certi frangenti – dopotutto, forse lei stessa avrà giudicato Remus “egoista” quando partiva per delle missioni rinunciando a lei. In ultimo, l’hai trattata quando è ormai una donna, una donna adulta, una madre, una compagna; ed eccola crollare in questo frangente, crollare perché d’improvviso le appare chiaro che non è più disposta a dar via tutto, finanche la vita. È una donna che si rende conto, magari per la prima volta, di poter morire da un giorno all’altro e questo morire la terrorizza, perché significherebbe rinunciare a tanto, a troppo, al suo bambino in primis.
Nel complesso, quindi, ho trovato curate e IC le caratterizzazioni di tutti i personaggi coinvolti e molto ben fatta l’analisi introspettiva della protagonista, poiché non è solo coerente al personaggio di Ninfadora Tonks, ma è anche credibile e realistica.
10/10 più che meritato, complimenti!

Totale: 30.6/40

Nuovo recensore
13/11/14, ore 12:05

Tonks è una dei miei personaggi preferiti. Non ci posso fare nulla, ha sangue Black, la amo anche solo per questo. E, in genere, sono molto critica riguardo Ninfadora, proprio perché ci tengo particolarmente a lei.
Questa storia mi ha stupita. Mi ha stupita perché c'è una contrapposizione netta, da una parte la Tonks pronta a mettersi in gioco, dall'altra quella che ha paura.

Ho sempre visto Remus quello meno deciso della coppia, ma qui dai voce ad una Ninfadora- almeno per me- inedita. E al tempo stesso perfetta, perché è perfettamente coerente che si sia comportata in questa maniera. Coerente e comprensibile. Una sorpresa, davvero. Complimenti!

Nym

Recensore Master
30/10/14, ore 14:44

Che dire, ero proprio curiosa di leggere le altre storie partecipanti al concorso. 
Non ho mai visto Tonks in questa veste: era sempre Remus, per me, ad occupare i panni dell'uomo impaurito dalla sua stessa natura, oppresso dalle responsabilità, e non ho mai pensato che probabilmente anche sua moglie doveva vivere le stesse controversie interiori.
Aspettare un bambino e decidere di amarsi nonostante una guerra non sono cose da tutti.
E non è facile neppure decidere di abbandonare i propri ideali e le ambizioni di gioventù in nome di una famiglia che ancora non c'è. 
Ho trovato meraviglioso il modo in cui hai espresso il concetto dell'invincibilità che ci si cuce addosso quando si è giovani, in queste righe: "credeva che essere giovane la rendesse immortale, solo, banalmente, non aveva mai considerato il valore di ciò che rischiava di perdere". 
Davvero, sono parole così esatte che, leggendo, ho sentito una breve stretta allo stomaco.

Mi è piaciuto molto anche come hai delineato il rapporto di Tonks con i suoi genitori: Andromeda, che già si era ribellata anni prima alla elitaria e terribile famiglia Black, sembra capire subito la decisione della figlia, pur non condividendola; Ted, invece, fatica ad accettarla, e pone Ninfadora a confronto con quell'amore viscerale che i genitori provano nei confronti dei figli.
Un amore che Tonks sta solamente iniziando a sentire, un amore che sta crescendo nel suo "ventre ancora piatto", e lo stesso amore che - tradotto in responsabilità - la condurrà a decidere di non combattere: per una volta, per paura, per giustizia.

Tantissimi complimenti!

Claire.


 

Recensore Master
29/10/14, ore 15:10

Incisiva e d'effetto questa flash. Hai spiegato benissimo perchè Dora prima fosse tanto determinata a combattere per quello in cui credeva, pur sapendo di rischiare la vita, mentre poi, al cospetto di un'altra vita così preziosa per lei, tentasse di tirarsi indietro.
Ma dato che sono tendenzialmente tonta, non ho capito se alla fine Remus va a dare man forte ai compagni o sta a casa con Dora dopo aver lanciato l'incantesimo di protezione...
Abbi pazienza, sono una vecchia carampana :(
A presto ^_^

Recensore Master
26/10/14, ore 16:07

C'è molto di vero in questa fic. Parlando da figlia, spesso sono arrabbiata con i miei genitori, soprattutto quando penso alle scelte sbagliate che ho fatto, loro diventano una sorta di capro espiatorio. Difficile mettersi nei loro panni, ma a volte penso a me, se dovessi avere un figlio, a come sia il mestiere più difficile del mondo.
In questa fic Tonks lo capisce, e ha paura, e ci vuole coraggio ad avere anche paura, ma molto più ad ammetterlo.
Mi piace il pezzo in cui Tonks e Remus si confidano la loro rispettiva paura, anche se, come al solito, è lei la più matura, perché lo ammette per prima.
Che poi in realtà Remus partecipa comunque alle interviste di Radio Potter, correndo un minimo rischio, ma mi piace molto il fatto che lui e Tonks abbiamo trascorso molto tempo insieme e che lui abbia avuto come priorità quella di proteggere sua moglie e sè stesso.
Una fic insolita, come hai detto tu, e meno male, direi ;)
Mi ha dato un senso di ansia, pensando comunque al terrore provocato dalla guerra, e a come questa ci porti a fare delle scelte, a come possa cambiare tutto in un attimo.
Brava e, tra parentesi, devo ammetterlo, dolcissima dedica :)

Nuovo recensore
26/10/14, ore 15:25

Saaaalve *v* Questa ff, pur essendo breve, mi ha colpito veramente tanto: il tema non è uno dei più trattati, non penso di aver mai letto simili storie che parlano di come un personaggio abbia fatto le sue scelte.Non è solo questo che mi ha colpito, mi ha co anche come hai descritto la reazione dei due genitori, la voglia di combattere di Tonks, le carinerie #? di Remus.. Questa fic è fantastica, complimentoni! *vvv*
-Cass

Recensore Veterano
26/10/14, ore 15:19

Mi piace e il modo in cui hai scritto fa risaltare enormemente che anche Tonks nonostante la façade di ragazza forte e altruista abbia un sentimento d amore e paura verso i tuoi cari.
Scritto bene! Mi piace!!