Fuori classifica al contest “Peppa in reverse”: Senilità, Mariam_Kasinaga
Ti ho dovuta squalificare – e mi dispiace davvero tanto – perché nel bando ho specificato che non accettavo flashfic e la tua storia conta 417 parole, compreso il titolo. La perdita non è grandissima, visto che ho deciso di darti ugualmente la valutazione completa, però purtroppo non farai parte della classifica. E, per consolazione, ho pensato di darti un bannerino (che trovi nel topic del contest, insieme alle valutazioni).
Grammatica e sintassi:
“Nella ryokan, come se si trovasse in un bolla...”
Hai dimenticato una lettera.
“... il chiacchiericcio delle persone si disperdevano...”
Il soggetto è “chiacchiericcio”, quindi singolare, mentre tu hai coniugato il verbo al plurale.
“Guardò il carretto drgli Intoccabili...”
Di nuovo un piccolo errore di battitura.
Stile e lessico:
“... al suono secco delle ciotole che la vecchia proprietaria stava impilando con cura.”
Secondo me in questa frase hai voluto “strafare”. Mi spiego: il suono è secco, le ciotole vengono impilate con cura. Sono una fan dei dettagli, ma in questo caso ce ne sono troppi. Se ci pensi, un suono secco non dà l’impressione di qualcosa impilato con cura, quanto piuttosto il contrario.
“Durante i suoi ottanta anni aveva visto il proprio Paese...”
Trovo poco elegante non elidere la vocale in questa espressione, visto che si potrebbe fare benissimo (anzi, è consigliabile). Se rileggi la frase, noti anche tu che distinguere le due parole appesantisce molto l’inizio.
A parte queste due piccole precisazioni, trovo che lo stile e il lessico siano abbastanza uniformi e adatti al concetto che vuoi raccontare. Sono sì molto semplici, ma anche abbastanza incisivi; in particolare mi è piaciuta la parte in cui elenchi cosa fa la donna nella sua giornata tipo e quella frase subito dopo: “Non avrebbe augurato la buonanotte a suo nipote.” L’ho trovata davvero d’effetto.
È apprezzabile anche la mole di riferimenti in lingua giapponese, perché si vede che sei appassionata e/o ti sei documentata, ma per una storia così breve forse non ne valeva la pena. Diciamo che ci avresti guadagnato sotto vari aspetti, se avessi allungato il racconto di un altro paio di pagine.
Originalità e comunicatività:
Non saprei cosa dire riguardo all’originalità, perché della vicenda non si sa abbastanza. Hai ambientato tutto in un luogo diverso dalla solita Londra o New York del caso, però è anche vero che nell’ultimo periodo va molto di moda il Giappone, quindi la “location” è nuova solo relativamente. Senza dubbio, non hai puntato sull’originalità, ma hai fatto leva su altri aspetti della storia. Se la cura per i dettagli avesse avuto un parametro a parte, avresti fatto faville.
Riguardo alla comunicatività, invece, sono stata folgorata da un pensiero interessante: non racconti molte emozioni, in questo stralcio quasi prettamente descrittivo, e non ho potuto evitare di pensare che questa specie di apatia sia collegata in modo più o meno diretto alle emozioni della donna, che si vede passare davanti ciò che rimane della sua vita senza scomporsi, perché le hanno portato via ciò che aveva di più caro. Se il tuo intento era questo, ti comunico che ci sei riuscita benissimo; se invece è qualcosa che non volevi fare, sappi che l’hai fatto comunque. Alla fine, capita spesso che le storie si scrivano da sole.
Rispetto del pacchetto:
1) Sarò ripetitiva, ma la brevità del racconto non permette di sviscerare a fondo la personalità della donna. Questo suo tratto si evince solamente nell’ultima parte del racconto, perché ciò che c’è prima è più un’inquadratura della situazione. Indubbiamente lei desidera vendetta per suo nipote, ma i dettagli sono troppo pochi e, se avessi dovuto darti una valutazione numerica, probabilmente non sarebbe stata un punteggio pieno.
2) La prima immagine che si ha di questa storia è proprio il cicaleccio delle persone proveniente dalle finestre aperte, per cui lo hai indubbiamente inserito. Il concetto delle voci che provengono dalla ryokan si ripete anche più avanti e, sebbene non sia centrale per la storia, il concetto ha una certa importanza. È come se richiamasse la vita al di fuori della bolla monotona in cui vive la donna, per cui mi piace.
3) Mi piace molto come hai inteso questa limitazione. Quando ho creato il pacchetto, ho pensato più che altro a una storia di genere storico – ed effettivamente lo è, vista la nota all’inizio che specifica il secolo – ma mi ha sorpreso anche il fatto che la donna stessa si senta poco moderna, indipendentemente dall’epoca in cui si trova. È come se il concetto fosse stato estrapolato dal contesto storico e cucito addosso alla donna. Mi viene in mente il valore assoluto della matematica, e credo che si possa assimilare al modo in cui hai inteso il divieto. Brava.
Gradimento personale:
Te l’ho ripetuto fino allo sfinimento, ma con queste quattrocento parole ti sei data la zappa sui piedi da sola; non mi riferisco solo all’esclusione dalla classifica, ma anche e soprattutto al taglio che hai dato alla vicenda e alla trama. Sono abbastanza ignorante per quanto riguarda il Giappone e la sua storia (non ho mai avuto tempo di approfondire, sebbene molte cose mi abbiano sempre affascinata), ma vedo che tu ti destreggi bene in questo contesto storico e culturale e avresti potuto dare spessore sia alla donna che al nipote.
È stato bello addentrarmi in questo scorcio di vita della tua protagonista, ma se avessi potuto appassionarmi alla sua vicenda e a ciò che le è successo sarebbe stato molto meglio. Se posso permettermi, non abbandonare questo racconto, perché penso che saresti in grado di far apprezzare il contesto anche a chi, come me, non si è mai informato nei dettagli. |