Recensioni per
La morte si sconta vivendo
di aduial

Questa storia ha ottenuto 3 recensioni.
Positive : 3
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
18/05/15, ore 18:18

[Recensione premio per la terza classificata al contest "Viva la mamma!"]

Sono stata attirata dal bel titolo e ho letto d'un fiato l'intero racconto.
Scritto molto bene, privo di errori di grammatica, ma ce n'è qualcuno di battitura.
La trama è equilibrata e il finale è davvero ottimo, ma, se devo essere sincera, ho trovato la narrazione troppo veloce e un po' superficiale la caratterizzazione di Alice.
Non so se fosse tua intenzione scrivere qualcosa di molto veloce, privo di descrizioni, ma se così non fosse, è un peccato che non ti sia soffermata sui dettagli perché la storia si prestava.
A parte le mie critiche, comunque, resta molto gradevole! ^^

Recensore Master
28/12/14, ore 22:27

Undicesima classificata (a pari merito) al contest “Peppa in reverse”: La morte si sconta vivendo, aduial95
 
Grammatica e sintassi: 7,8/10.
“Non vedeva dove stava andando a causa del velo opaco ce le era sceso sugli occhi...”
C’è un errore di battitura: hai dimenticato una lettera. (-0,2)
“Era l’unico giorno in cui nobili e contadini sedevano l’no accanto all’altro.”
Di nuovo una lettera dimenticata. (-0,2)
“Quante volte aveva guardato con invidia i vestiti ricamati delle figlie delle dame, sperando di poterne indossare uno uguale! Quante volte aveva confrontato le scarpine di raso con i propri zoccoli duri e incrostati di fango, vergognandosene profondamente! Troppe per saperlo dire con certezza.”
Ti riporto questo passaggio perché hai usato male la punteggiatura. Ripeti l’espressione “Quante volte...!” per due frasi, e poi alla terza ti rispondi: “Troppe per...”. Quindi, poiché le prime due frasi sono delle interrogative – anche se retoriche – dovresti usare in entrambi i casi il punto di domanda anziché quello esclamativo. (-0,2)
“... ogni differenza,ogni problema veniva dimenticato...”
Pensavo fosse un mio problema di formattazione, visto che mi capita altre volte, ma ho controllato anche sulla storia pubblicata e ho visto che non hai lasciato lo spazio dopo questa virgola. (-0,1)
Lui sapeva sempre quando qualcuno aveva bisogno di lui...”
C’è una ripetizione. (-0,3)
“Ombra l’aveva presa in custodia, per poi addestrarla e in breve tempo la sua fama aveva superato quella del maestro.”
Qui c’è un problemino di incisi: ne apri uno dopo “custodia”, perché vai a specificare cosa fa, ma poi non la chiudi (dopo “addestrarla”). (-0,1)
“Si aggrappò al ferro, percependo il freddo del metallo morderle le dita e cercò...”
Lo stesso problema dell’appunto sopra: apri la virgola dopo “ferro”, ma non la chiudi (dopo “dita”). (-0,1)
“... introdursi a palazzo si notte per tagliare la gola al Re...”
Un piccolo errore di battitura. (-0,2)
“Allora la travolse il disgusto per se stessa [...] la minima traccia di sulla terra.”
Trovo che questa sia una ripetizione, sebbene non mi vengano in mente alternative per dire la stessa cosa. Penso che potresti solo cambiare l’ordine della frase. (-0,3)
“Chi era lei? Solo un ombra che...”
Hai dimenticato un apostrofo. (-0,2)
“... sollevò lo sguardo sul cielo rosato, cosparso di venature rosate.”
Un’altra ripetizione. (-0,3)
 
Stile e lessico: 8/10.
Il lessico è molto buono, si vede che padroneggi la tua lingua in modo corretto. Non butti lì parole fuori contesto senza essere in grado poi di mantenere lo stesso livello per tutta la storia, e mi piace, perché è davvero fastidioso quando il troppo stroppia (cioè sempre).
Più o meno sempre a tal proposito, ho notato una grande abbondanza di particolari. Mi sono imbattuta recentemente in una mezza polemica per via dello stile descrittivo, e sono d’accordo nel dire che la cura per i dettagli sia fondamentale, ma solo per le cose importanti. Mi è capitato, in alcune tue frasi, di leggere proprio un surplus di aggettivi. Non che tu perda pagine e pagine a descrivere i capelli di una dama o il vestito di un’altra, però alcune frasi risultano troppo lunghe perché, appunto, ogni cosa ha almeno uno o due aggettivi a descriverla. Ti faccio un esempio qui di seguito, che riporto dalla prima pagina:
“Alla luce tremolante delle fiaccole, lei riuscì a scorgere un viso che forse un tempo era stato bello, ma che, in quel momento, era segnato dall’età e dal vizio, nonché orribilmente sfigurato da una cicatrice che lo attraversava completamente.”
Certo, mi sono immaginata tutto perfettamente, ma tra avverbi e altri dettagli la frase non finisce più. Questo si nota anche perché, contrapposte a queste frasi lunghe, ve ne sono altre proprio brevi. Prima di questo pezzo che ti ho segnalato, c’è questo paio di frasi:
“Si fermarono di fronte a una cella uguale a tutte le altre. Un uomo si alzò dallo sgabello su cui era seduto, avvicinandosi alle due guardie. Poi fissò lo sguardo sulla donna.”
Noti la discrepanza? In particolare, la prima e l’ultima di queste frasi sono proprio brevi. Se poi ci piazzi di seguito l’altro periodo che ti ho incollato sopra, la lettura può essere un po’ contorta. Magari anche poco scorrevole.
A parte questo, però, con qualche aggettivo o avverbio in meno il testo sarebbe molto scorrevole. E, anche con queste piccole pecche, si legge bene e si arriva in fretta alla fine, perché sai mantenere l’attenzione sul racconto.
 
Originalità e comunicatività: 7,5/10.
Ho appena finito di valutare un’altra storia e, prima di quella, avevo già incontrato il tema degli intrighi in una corte più o meno medievale tra le altre che mi sono state consegnate. Quindi l’originalità è relativa, e forse non è nemmeno colpa tua (e delle altre, chiaramente) se vi siete trovate tutte a scrivere su cose molto simili. Però devo valutare quello che ho ricevuto, quindi il punteggio te lo devo decurtare lo stesso.
A differenza di altre storie che ho letto, c’è da dire che il finale è stato diverso – grazie anche al pacchetto che avevi, probabilmente – perché hai avuto il “coraggio” di far pagare la protagonista per le proprie colpe. Anche la conversazione che ha con il suo mentore ha contribuito a rendere tutto molto realistico, perché nella realtà non si può sempre farla franca. Questo passaggio, come poi ti ripeterò anche più avanti, è stato davvero gradito e interessante. Qui ho anche sentito un picco di emozioni. Per tutta la storia non mi sono sentita particolarmente coinvolta, perché quando si raccontano grandi vicende in poco spazio (sebbene, comunque, tu sia stata molto brava a dire tutto il necessario senza lasciare lacune) poi c’è il rischio di penalizzare l’introspezione, però la scena con Ombra mi ha toccata molto, così come anche l’incisione sulla lapide e la citazione da Sono una creatura. Sono però combattuta per questa frase: sei sicura che sia adatta? Io la intendo come se morire fosse un sollievo, come se le disgrazie della vita fossero un prezzo da pagare per poter arrivare a questo epilogo liberatorio. Indubbiamente è d’effetto, ma non sono sicura che sia adatto per ciò che accade nella tua storia – proprio perché la protagonista ne avrebbe fatto volentieri a meno di essere giustiziata –, anche se comunque questo si riallaccia a ciò che ti dirò dopo di Alice, ovvero che “forza” se stessa a essere così.
 
Rispetto del pacchetto: 7/10.
1) 4/6.
È molto difficile dire se la protagonista sia manipolatrice o più che altro traditrice. Certo, manipola le persone influenti per raggiungere i suoi scopi, ed è per questo che ti ho dato un punteggio abbastanza buono. Però questo si nota solo in una parte della storia – in una parte di flashback, anzi – e penso di poter dire che la donna in questione non sia proprio manipolatrice di natura, ma che si comporti in modo tale per... una gratificazione personale? Non saprei come spiegarlo in altro modo. Però credo che, se avesse potuto evitare di comportarsi così, lo avrebbe fatto. Ed è questa la differenza tra essere e scegliere di comportarsi in un determinato modo. Diciamo che i suoi pensieri la tradiscono. Ed è un peccato, perché avresti potuto raggiungere il punteggio pieno grazie al tipo di vicenda in cui ti sei imbarcata.
2) 1/2.
Avresti potuto collegare in qualche modo i burattini alla caratteristica della donna. Invece hai scelto di evocare, che effettivamente è parte del precedente che porta Alice a essere com’è. Ti avrei dato un punteggio più basso se non ci fosse stata questa piccola ancora, ma ti sei salvata molto bene. Non hai approfondito molto, né tanto meno hai usato il prompt come perno della storia, ma nella vicenda – e nella mente di Alice, soprattutto – ha una certa rilevanza e quindi l’uso che ne hai fatto è meno marginale di quanto possa sembrare a una prima lettura.
3) 2/2.
Un finale meno felice di questo non avresti potuto trovarlo, te ne va tutto il merito. Forse sarebbe stato più facile riuscire a farla fuggire – anche perché uccidere un proprio personaggio non è mai divertente, a meno che non si parli di George Martin. Credo però che il vero unhappy ending non sia stato il finale in sé, quanto Ombra che pronuncia quella incriminante sentenza nei confronti della sua adepta. Fallire in quel modo, vedere le proprie speranze svanire nel nulla... sì, diciamo che il tuo finale è stato drammatico sotto tutti i punti di vista e il punteggio è così pieno che trabocca (però non posso darti più di due punti mi dispiace).
 
Gradimento personale: 3/5.
Non vado pazza per questo genere di storie, lo ammetto. Forse, tutto deriva dal fatto che in duemila parole o poco meno sia impossibile dare il giusto spazio a ogni momento importante ai fini della trama. Per cui non mi sono goduta la storyline. Ad altri ho detto che, se avessero ampliato di un migliaio di parole la storia, il risultato sarebbe stato migliore, ma a te non posso dirlo, perché non c’è un vero e proprio troncamento di alcuni eventi importanti, né sono stati spiegati in modo sbrigativo (tranne forse il passaggio in cui Alice si conquista la fiducia della corte). Sono comunque del parere che certe vicende vadano raccontate in almeno una decina di capitoli, per cui è questo il motivo che mi ha impedito di apprezzare appieno una storia che ha sicuramente un bel potenziale, per quanto poco originale nella linea base.
 
Bonus Peppa: 0/5.
 
Totale: 33,3/50

Recensore Master
08/11/14, ore 00:58

Premio speciale poetico nel contest Momenti&Emozioni di DonnieTZ.

Valutazione:
Attinenza al tema del contest

La tua storia racconta di una ragazza che passa dall’essere un’umile popolana orfana di madre al trasformarsi in un’abile killer su commissione (conosciuta come la leggendaria Rosa Nera), educata da un maestro che risponde al nome di Ombra. Siamo in realtà nel momento in cui viene catturata per tradimento e rinchiusa in attesa dell’esecuzione.
Si rincorrono quini i suoi ricordi, espressi attraverso flashback, mentre lei attende la morte realizzando che non c’è più alcuna speranza, perfino quando il suo maestro arriva e le da un ultimo saluto.
La storia rispetta quindi le direttive del contest in quanto ad introspezione e approfondimento dei pensieri/sentimenti della protagonista. È leggermente al limite per quanto riguarda, invece, l’essere la descrizione di un singolo momento dato che dalla cattura all’esecuzione passa almeno una nottata. In ogni caso la abbastanza attinente e non ti tolgo che un punto per questa leggera “infrazione”.
 
Modalità di utilizzo dei prompt scelti (fantasia, originalità, attinenza...)
I prompt che hai utilizzati sono ben inseriti all’interno della storia e sfruttati in modo adeguato.
L’ambizione è un po’ la chiave che innesca il racconto. Se non avesse ambito a troppo, Rosa Nera sarebbe riuscita a concludere il suo lavoro – uno dei più importanti – divenendo a tutti gli effetti leggendaria. Non è riuscita ad accontentarsi, inebriata dal potere che l’ascendente sui regnanti le concedeva e questa è stata la sua rovina. Il committente finisce per denunciarla dal momento che non ha portato a termine il suo lavoro e lei… beh, non fa una bella fine.
L’astuzia è una dote indiscutibilmente connessa al personaggio che hai costruito. Se ne deve servire, infatti, per attuare il suo piano (quello di uccidere il re), riuscendo a guadagnarsi la fiducia della regina prima e della sua futura vittima poi. 
La falsità è la recità che la nostra Rosa Nera deve mettere in atto per portare a termine il suo piano. Si finge infatti una dama di compagnia della regina, si finge umile, si finge sincera pur di entrare nelle sue grazie e poter così avvicinare il re.
Le parole sono l’arma che la protagonista utilizza per avvicinarsi alla regina, sia che siano adulazioni sia che servano per isolarla dalle altre dame. Io avrei spinto maggiormente su questo promt anche in altri ambiti, come per l’ultimo desiderio Rosa Nera che lascerà delle parole di avvertimento a chiunque passi dal suo luogo di speoltura o l’ultimo saluto di Ombra alla sua pupilla, le sue ultime parole. Se avessi sottolineato anche questi aspetti come connessi al prompt ne avrei apprezzato ancora di più l’originalità e la fantasia.
Infine le rivelazioni. Prima fra tutte quella fatta dal committente che la denuncia, poi tutta una serie di rivelazioni che si dispiegano a Rosa Nera: la morte della speranza, la consapevolezza del destino segnato e quella più terribile, di non aver mai davvero vissuto.
Mi spiace che tu non abbia inserito il carisma... nel senso che io l’ho colto e sarebbe bastato esplicitarlo un minimo. Grazie a cosa se non al suo carisma riesce ad entrare nell’orbita dei regnanti? Inoltre all’inizio la descrivi come una bella donna/ragazza, quindi con qualche parolina in più avresti portato a casa anche questo prompt!
 
Grammatica
Non ho trovato un singolo errore, neanche uno. L’ho letta un paio di volte di cui la seconda con attenzione maggiore e quindi sono quasi certa non mi siano sfuggiti ma, semplicemente, non esistano. Quindi complimenti!
 
Lessico e stile
Hai uno stile equilibrato e scorrevole. Il lessico è coerente con i fatti narrati, anche se non “storico” quanto forse si richiederebbe ad una storia ambientata in altri tempi. Questo non ti toglie assolutamente punti perché è davvero una sottigliezza da poco. Se trovi un punticino tolto, in realtà, è per l’uso eccessivo degli incisi. Te lo dice una “scrittrice” che ne abusa davvero, perché mi piacciono e li inserirei ovunque (li uso perfino quando parlo). Mi rendo conto, però, che una storia, soprattutto se breve, non può contenerne troppi, perché a farne le spese è la fluidità del racconto (vedi quanti incisi ho usato? Per dirti di usare meno incisi? Sono un caos irrecuperabile). È una scelta che adoro dal punto di vista personale, ma è oggettivamente un po’ “pensante” ed è giusto che lo riporti.
 
Gradimento personale
La tua storia mi è piaciuta ma mi lascia alcune perplessità. Partiamo da queste perché tendo sempre a sottolineare prima gli aspetti “negativi”. Prima di tutto non ho ben capitò l’utilità (se di utilità si può parlare in un racconto) delle marionette. Certo, sottolineano quanto la protagonista invidiasse le ricche ragazzine che, come lei, guardavano gli spettacoli, ma credo abbia un peso eccessivo rispetto ad altre parti magari più importanti e messe meno in evidenza. Mi rendo conto che forse volevi collegare questo ricordo al modo in cui lei “tira i fili” dei regnanti successivamente, ma allora mi sarebbe piaciuto un piccolo approfondimento in tal senso, rispetto allo spazio che hai dedicato alla questione più avanti. Inoltre la sua povertà emerge già in altri punti in cui, con piccoli accorgimenti, sei riuscita a darne testimonianza.
Mi  convince poco, poi,  l’idea che il committente l’abbia denunciata. Non avrebbe rischiato molto anche lui facendolo? Allora forse intendevi che l’ha fatto in modo anonimo o in qualche altra maniera, ma in questo caso due paroline in più mi avrebbero fatta contenta. So che è una piccolezza, ma mi ha lasciato dubbiosa e quindi la riporto.
Passiamo, invece, a ciò che ho apprezzato particolarmente. Mi è molto piaciuto il modo in cui la protagonista non riesce a portare a termine il suo compito perché inebriata dal potere che si ritrova per le mani. C’è un bel collegamento fra le condizioni di povertà da cui arriva (che la rendono frustrata e invidiosa delle persone benestanti) e la sensazione di invincibilità che sei riuscita a comunicare quando riesce a far “ballare” i potenti come marionette.
Sono inoltre una grande fan delle donne risolute, decise e, perché no, assassine. Ne scrivo anche io perché è una delle tematiche che mi piace leggere e quindi capirai perché ho apprezzato la tua storia da questo punto di vista.
Infine ho gradito che non ci sia nessun aspetto “romantico”. Questo per il semplice fatto che io non sono in grado di scrivere qualcosa che non racchiuda del romanticismo ed inizio a vivere questa cosa come un limite. Appresso quindi molto chi invece riesce a scrivere una bella storia senza per forza rifarsi a quest’aspetto.
 
Titoli, nomi, luoghi, atmosfera (fantasia, originalità...)
Apprezzabilissimo il titolo che si riferisce alla (altrettando bellissima) poesia di UngharettiSono una creatura. Ho notato che la storia è praticamente tutta incentrata sui versi: il pianto della protagonista, il modo in cui lei ha vissuto la sua vita, la pietra cui il viandante alla fine si riposa. Tutti elementi ripresi dai versi ermetici della poesia. Davvero, questo è uno degli aspetti che arricchisce molto il tuo testo, facendone un racconto ben studiato, ben pensato e non banale.