Recensioni per
Hamlet Vittoriano
di Dew_Drop

Questa storia ha ottenuto 4 recensioni.
Positive : 4
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
18/02/15, ore 12:19

[Recensione premio Darkness contest]

Ciao!
Ti avevo detto che mi ci sarebbe voluto un po', eppure eccomi qua! L'ho iniziata e finita in una mattina XD Questa storia, in verità, me la stava consigliando Yuko da mesi... ma io, da persona pigra quale sono, non mi ero mai avvicinata. Oggi ho rimediato.
Sappi però che non sono un gran che come recensore, ma farò del mio meglio XP Preparati ad un commento un po' campato per aria e delirante >__<

Confesso di aver pensato di tutto durante la lettura: che il colpevole fosse Cecil (quando è andato dalla donna che vendeva mobili ho pensato che, in quanto amante del teatro, si fosse in qualche modo mascherato... tipo barba finta XD), che fosse addirittura Barrymore! Il prete no, lui non era tra i miei sospetti XD
Poi la svolta, appena Wilfred nomina Peter, lo ricordo mentre va in contro all'ispettore, mi torna in mente il modo in cui ha guardato il prete quando si è recato alla stazione di polizia per parlare con Barrymore, dicendo che aveva informazioni sul caso dell'americano.
I gialli mi piacciono, soprattutto quelli medievali, ma non indovino mai i colpevoli XD
Alla fine del prologo avevo immaginato il massacro del prete... credo che fosse questa la tua intenzione, visto il modo in cui l'hai concluso XD
Ho apprezzato molto i finali di ogni capitolo, hai sospeso nei momenti "perfetti", quelli che servono a creare la suspense necessaria che invoglia il lettore a domandarsi "e poi? che succede adesso? Lo devo sapere!"
Credo di aver avuto una certa fortuna ad essermi avvicinata a questa storia una volta terminata, avendo la risposta pronta, bastava solo "girare pagine".
Ammetto che i tre personaggi principali mi sono piaciuti tutti, anche se Barrymore è stato poco...diciamo dinamico xD ha detto bene a Wilfred, i veri Holmes e Watson erano loro due, lui si è limitato a ragionare sulle informazioni che gli hanno fornito.
Veramente un gran bel giallo! Noto che le trame intricate e i colpi di scena ti riescono veramente bene ^^ Non hai lasciato vuoti narrativi, hai sempre scritto tutto, seppur tra le righe. Non come certi giallisti che alla fine se ne escono con ragionamenti improbabili su fatti che il lettore ignorava.
Complimenti, non sembra il tuo primo giallo! Non so quando passerò dalle altre due, ma spero di non farti attendere troppo ^^ scrivi veramente bene, quindi è un piacere leggere le tue storie.
Alla prossima! ^_^/

P.S. ti segno solo un piccolo errore di battitura, ce se non esso è nel primo capitolo, nulla di che, sia chiaro ^_^
partorito da un mondo vicino ad capitalismo. Forse volevi scrivere al capitalismo ^^
Un'altra cosa che mi è un po' stonata è che l'assassino "taglia", crea la griglia, sul corpo del morto dopo aver finito quelle per la stanza. Scrivi che il sangue si riversa nelle linee, ma in quel momento il sangue si doveva già essere rappreso, non poteva fluire dal corpo dato che non c'era più pressione. XP La smetto con la mia pignoleria >__<
(Recensione modificata il 18/02/2015 - 01:34 pm)

Nuovo recensore
23/01/15, ore 23:58
Cap. 1:

Sinceramente, non capisco perché questa storia non abbia più recensioni.
Dall'introduzione avvincente e da questo primo prologo mi sento già molto presa dalle vicende, e la curiosità di andare avanti frena quasi l'obbligo di lasciare una recensione a questo capitolo.
Obbligo, ovviamente, ben voluto: sia chiaro.
Detto questo, non si può dire molto altro, corro a leggere il secondo capitolo.

Recensore Master
06/12/14, ore 16:45
Cap. 1:

Primo classificato ex aequo: Hamlet Vittoriano di Dew_Drop
 
Grammatica: 10/10
 
La tua, penso, sia la storia più lunga che mi sia arrivata in questo contest e ci ho messo un po’ a leggerla. Trenta pagine di racconto e non ho trovato errori rilevanti. La punteggiatura è usata in maniera appropriata, non ci sono errori di battitura, forse solo uno, l’ho segnato sul documento.
Non ci sono nemmeno troppe ripetizioni, l’unica che ho segnato, che poi non è proprio una ripetizione, ma il consiglio di riformulare una frase per renderla un pochino più scorrevole nel leggerla.
Mi sono accorta, anche questo non è un errore, che usi moltissime volte il verbo “parere” al posto di risultare/sembrare. Anche questo non è un errore, ma in alcune frasi ci starebbero molto meglio altri sinonimi. Probabilmente è una cosa tutta mia, la vedo più una parola da linguaggio parlato, piuttosto che da scritto; ma come ho detto, probabilmente è un problema tutto mio. Comunque ho segnato alcune frasi dove sarebbe stato meglio un sinonimo, più che altro perché facilita la lettura e la rende più comprensibile.
Come ho detto non ci sono errori da doverti segnalare, ne ho cercati, ma nulla xd.
 
Lessico, stile, espressività: 10/10
 
Hai uno stile meraviglioso, mi è piaciuto moltissimo il modo in cui hai impostato la storia, alternando alla perfezione descrizioni e parlato. Si alternano alla perfezione senza che però prendano il sopravvento l’uno sull’altro. Sei riuscita a dosare tutto nella maniera giusta, anche per quanto riguarda alcuni paragoni, alcune di quelle descrizioni che si potrebbero definire poetiche, le hai usato, ma senza esagerare e soprattutto senza comporre frasi che a fine lettura, poi sarebbero risultate incomprensibili. Insomma lei ha usate, ma in maniera appropriata.
 
Una piccola nota, ma forse è perché sono io che ho la testa fra le nuvole. La prima parte del primo capitolo è ambientata cinque giorni prima dell’epilogo e di tutto il resto della storia, lì hai segnato che era cinque giorni prima, però non hai segnalato o trovato il modo di dire che nella seconda parte erano tornati allo stesso periodo dell’epilogo. Andando avanti con la storia si comprende che si torna allo stesso periodo temporale dell’epilogo e la storia procede per tutto il tempo su quel piano, ma lì per lì lascia un tantino spiazzato il lettore.
 
Ripeto, il tuo stile mi piace è semplice, elegante e facilmente leggibile. Hai una buona proprietà del linguaggio e un lessico appropriato usato alla perfezione nel racconto e soprattutto usando una terminologia adeguata al periodo storico in cui hai ambientato la storia.
Anche a livello storico, non ti sei addentrata in spiegazioni troppo complesse su Londra, il paese, la politica di quel tempo, accennando qualcosa, descrivendo molto bene il comportamento dei personaggi principali della storia e facendoli muovere in maniera impeccabile nel contesto storico, ma senza immergerti in spiegazioni lunghe che ti avrebbero portato o fuori tema o ad allungare il racconto a dismisura: insomma sei riuscita a dare i giusti imput affinché il lettore (io almeno ci sono riuscita) immaginasse atmosfere e luoghi.
Mi sono piaciute in particolar modo le descrizioni della scena del delitto, lì non ti sei risparmiata, ma al tempo stesso non è affatto risultata pesante, tutt’altro decisamente molto coinvolgente e comprensibile su quanto avvenuto.
 
Altra cosa che ho apprezzato molto nella storia è il periodo storico, quella sensazione di leggere uno dei racconti di Conan Doyle o i libri con protagonista Hercule Poirot. La stessa Londra fumosa, questa ambientazione Vittoriana, nel tuo caso il nuovo secolo che si avvicina.
Tutto così vivo, espressivo, vero.
Mi hai fatto immergere con la tua storia in un pizzico di passato, facendomi precipitare in una Londra di altri tempo, veramente molto, molto brava.
 
 
Sviluppo della trama: 10/10
 
Una trama ben articolata da perfetto giallo alla Agatha Christie, con personaggi particolare e interessanti, ma di questi parleremo dopo, ora torniamo alla trama.
Come ho detto è ben articolata, interessante, con la giusta dose di mistero. C’è un delitto, un commissario e personaggi che gli ruotano attorno. Personaggi e trama che all’inizio sembrano andare avanti su due binari paralleli, ma poi all’improvviso ecco là che vanno ad incontrarsi.
Come ho accennato sopra, per un attimo ho avuto dei problemi a livello temporale credendo che avessi spostato tutto il primo capitolo al passato, ma rileggendolo mi sono resa conto non fosse così, ed ecco lì che la trama è tornata lineare.
Ho passato tutta la lettura a domandarmi quando sarebbe comparso questo misterioso assassino, questo Marcel di cui Cecil parlava.
L’ho immaginato in tutti i modi, chiedendomi come sarebbe entrato all’interno del teatro e in quel caso cosa avrebbe fatto, si sarebbe ucciso, oppure avrebbe tentato di fare del male a qualcuno, in questo caso a Cecil o al sacerdote.
Ed ecco lì, che nuovamente mi hai veramente stupita e lasciata senza parole, tutto avrei potuto immaginare tranne che Marcel, l’assassino in un qualche modo fosse entrato a far parte della polizia; e soprattutto che fosse quel poliziotto silenzioso e timido che è apparso a inizio storia e che ha accompagnato padre Wilfred a parlare con il commissario. Per tutto il tempo della storia credo di non aver pensato per nulla a lui, considerandolo un personaggio di contorno, persino a fine storia, quando sono a teatro e il prete nota una persona conosciuta non ho pensato minimamente che potesse essere quel giovane poliziotto. Mi era venuto in mente più un suo fedele, qualcuno che frequentasse la chiesa, ma non di certo il giove poliziotto incontrato una sola volta. Anche se forse lo avrei dovuto immaginare, essendo il prete di una chiesa tanto piccola dovrebbe ricordare il nome dei suoi fedeli.
Un finale veramente a sorpresa, anche se ammetto che mi è dispiaciuto molto per la morte del ragazzo, che non siano riusciti a salvarlo, dopotutto la sua follia è proprio dovuta ad un trauma infantile. Un trauma che lo ha tenuto legato al passato per tutta la vita. Lo ha tenuto rinchiuso all’interno di quell’armadio dal quale è riuscito ad uscire solo con la morte.
 
Caratterizzazione dei personaggi: 10/10
 
I personaggi di questa storia sono molteplici e importanti ai fini della trama tutti quanti. Credo che non ci sia un solo protagonista, tutt’altro, ma lo siano un po’ tutti, soprattutto perché sono tutti utili per mandare avanti le indagini e scoprire chi abbia ucciso l’americano e soprattutto il perché di quell’efferato omicidio.
 
Jonathan Barrymore mi ha spiazzato, all’inizio ho pensato fosse un investigatore privato, dopo mi hai sorpresa molto facendomi scoprire appartenesse alle forze di polizia di Scotland Yard. Dal momento in cui è apparso mi ha fatto pensare molto ad un poliziotto di un telefilm che ogni tanto vedo e di cui non ricordo affatto il nome, la serie tv è ambientata in Canada a cavallo fra fine ottocento e inizio novecento, e non appena ho letto di lui, soprattutto all’interno della stazione di polizia mi è venuto in mente quel personaggio, sia caratteriale che fisico.
Mi piace come personaggio, anche se bisogna ammettere che non è fatto uno dei più amabili, talmente distaccato e pieno di sé, che mi ha sorpreso scoprire avesse una moglie.
Mi ha fatto pensare ad un incrocio fra un poliziotto e un nobile spocchioso.
Al tempo stesso però è dotato anche di acume e intelligenza, anche se probabilmente se non fosse apparso padre Wilfred con delle informazioni non avrebbe mai risolto il caso.
Ha un carattere spigoloso, facilmente comprensibile, e posso capire che non risulti simpatico alle persone che lo incontrano per la prima volta, credo che il pensiero non cambi nemmeno andando avanti e conoscendolo.
Insomma questo poliziotto è un personaggio difficile da sopportare e digerire, e proprio per questo motivo è caratterizzato alla perfezione, tanto da farmelo piacere.
 
Cecil Goldwine mi ha fatto pensare a un bambino spaurito, tremante nel bel mezzo della tempesta. Un bambino che non è in grado di badare a se stesso, troppo spaventato dagli avvenimenti e dal mondo attorno a sé, questo almeno nelle prime battute in cui è comparso. Andando avanti questo pensiero è rimasto, ma si sono aggiunti la sua timidezza e forse anche tanta dolcezza. Cecil è proprio come ci si aspetta possa essere un artista, dolce e sognatore. Talmente dolce che ad un certo punto non ha più voluto scrivere la trama suggeritagli da Marcel.
Anche questo è un personaggio complesso, timido, in alcuni frangenti sembra quasi insicuro, forse troppo per cercare di sfondare nel mondo dell’arte, eppure ha una sensibilità e un’intelligenza che traspare chiaramente da quello che scrivi. Ogni volta che appare sembra di averlo davanti, timido e insicuro, ma al tempo stesso con lo sguardo intelligente e una mente vivida pronta a lavorare.
Ammetto che a inizio storia mi ha lasciato molto sorpresa, quella paura, lo stato in cui si è precipitato da padre Wilfred per confessarsi, e soprattutto il pensiero di essere stato posseduto dal Diavolo perché quello che aveva scritto si era avverato e un uomo era morto.
Anche lui ha molteplici sfaccettatura, timido e silenzioso quando è calmo, ma pronto a farsi prendere dal panico nel momento in cui si sente in colpa, quando accade qualcosa di strano a travolgere la sua vita.
In alcuni frangenti, più di un uomo di quasi trent’anni, come affermi che ha, mi fa pensare ad un ragazzo spaurito che non sa nulla del mondo.
 
Padre Wilfred penso sia il mio personaggio preferito, è obiettivo, calmo. Non si lascia prendere dal panico, non troppo almeno quando Cecil gli appare davanti affermando di aver ucciso un uomo, e soprattutto rimane calmo quando lo stesso ragazzo afferma che sia stato il Diavolo. In altre circostanze, un altro sacerdote lo avrebbe come minimo fatto esorcizzare. Al contrario Wilfred è stato riflessivo, e alla fine dopo aver calmato l’altro ha preso anche la decisione giusta.
Mi è sembrato molto strano come sacerdote, forse proprio per il suo essere diverso mi è piaciuto sin da subito, alcuni suoi pensieri poi mi hanno fatto veramente sorridere, la sua ironia è fantastica. Questa frase: Oh, a quanto pare abbiamo sì un fanatico, e non sono io, pensò Wilfred. E anche il pensiero sul suo amico immaginario a dargli conforto sono spettacolari.
Padre Wilfred fa da collegamento fra Cecil e Barrymore, e non solo mettendoli in contatto e andando alla polizia al posto del primo, ma anche a livello caratteriale. Ha un carattere più forte rispetto a Cecil per tenere testa al poliziotto, ma allo stesso tempo è gentile e cordiale in modo da non spaventarlo.
Veramente un bel personaggio, con la giusta dose di buon senso e ironia.
 
Marcel Redmayne/Paul Moore è un vero mistero per tutta la storia. È ben descritto, si comprende man mano che il racconto procede che è ancora molto legato e sconvolto dal passato, da quando ha visto quando era solo un bambino.
Piano si comprende che la sua mente sia rimasta bloccata a quel trauma infantile, e non solo perché ha visto uccidere suo padre da suo zio, ma proprio perché con lo zio aveva un buon legame.
Dalle poche volte che compare sembra un ragazzo timido, silenzioso. Eppure per salire su quel palco oltre alla follia a guidarlo deve avere una buona dose di coraggio e spavalderia.
Anche se raccontato attraverso la storia, gli articoli di giornale e gli avvenimenti passati, anche questo è un personaggio a tutto tondo, veramente ben strutturato.
 
Sviluppo della follia: 10/10
 
La follia. In alcune storie che mi sono arrivate per il contest questo elemento è dilagante, si sviluppa durante tutta la storia come un fiume in piena, si riversa sul lettore e sui personaggi della storia come fosse l’acqua che allaga una città. E poi, ecco che all’improvviso mi arriva la tua storia, come ho scritto sopra, qualcosa di decisamente classico, quello che potrei considerare un giallo puro. C’è un delitto, un uomo ucciso nella maniera più semplice possibile, gli hanno sparato. Ma quello che lascia interdetti tutti, polizia e lettore sono quelle righe. Incisioni in terra, sui muri e perfino sul cadavere.
La follia del tuo personaggio raggiunge il lettore goccia a goccia, un passo dopo l’altro. Non si rivela sin da subito, o meglio all’inizio si pensa che sia dovuta a un pazzo sadico, solo dopo su comprende che quello stesso delitto è stato commesso per esorcizzare il passato. Per esorcizzare un trauma infantile.
Ma subito dopo è subentrato il senso di colpa ed ecco che Paul non riesce più a vivere, e così conclude la sua vita, quella storia proprio come suo zio vent’anni prima ha concluso la sua.
 
***
 
La tua storia è letteralmente stupenda, ho adorato il modo in cui l’hai impostata, l’ambientazione e i personaggi. Ho trovato decisamente appropriato il modo in cui hai inserito la citazione da te scelta, una delle maniera più originale che abbia letto. Non era affatto forzata come cosa. E anche se ho steso una valutazione decisamente lunga, mi hai veramente lasciato senza parole, per una buona mezz’ora avrei potuto scrivere solamente Fantastica, stupenda, meravigliosa.
Veramente molto brava, una storia stupenda.
 
 
Totale: 50/50
 
 
 

Nuovo recensore
06/12/14, ore 00:41
Cap. 1:

L'adoro nel modo più assoluto.
Dipenderà dal fatto che è qualche settimana che ho una fissazione per i romanzi gialli, ma trovo la tua storia estremamente accattivante, soprattutto perchè credo che sei riuscita a inquadrare bene il personaggio di Winston in poche parole (anche se i capitoli non sono molti spero riuscirai a svilupparlo ).
Complimenti poi per il paragone dell'unghia sulla schiena: inizialmente non mi convinceva troppo, ma quel passaggio mi ha dato i brividi ( nel senso buono ).

P.S.
Provo a fare un azzardo per "easter egg " : St Jerome (ho fatto le mie ricerche, esiste davvero la chiesa a Dawley) l'hai preso dal quadro di Caravaggio di San Girolamo con il teschio per rimanere in tema Noir? Probabilmente no, ma valeva la pena provare ;)