È un po' che osservo questa storia e ancora non ho trovato il tempo di recensirla. Lo farò adesso.
Per cominciare, non sono affatto una fan della narrazione in prima persona. Solitamente prediligo quella in terza per il semplice fatto che in questo modo posso analizzare/scoprire i pensieri di tutti i personaggi e non soltanto del protagonista. Non mi entusiasma neanche il pairing, se proprio devo essere sincera. Non è che non mi piaccia, semplicemente nella mia visione dei personaggi questi due li vedo più come amici. Ma qui siamo in contesto AU, e dunque ci sta che qualche paletto crolli senza farsi sentire.
Tutta questa premessa mi è servita per farti capire meglio quanto la tua storia abbia saputo colpirmi nonostante non sia il mio ideale di fanfiction. Intanto, credo che per trattare decentemente un testo in prima persona ci voglia un certo stile, che è proprio quello che hai adottato tu. Il monologo di Jean è ricco di frasi brevi e incisive, di andate a capo che sottolineano determinate parole e stati d'animo, dando un certo tono alla sua voce - che, tra parentesi, sento benissimo -. I dialoghi mi sono sembrati molto naturali, in riga con le scene presentate e non messi lì a caso tanto per dire che i due si piacciono. In particolare ho amato lo scambio di battute finale, dove Jean e Marco discutono della loro età. È comprensibilissima la curiosità di Kirschtein nel voler conoscere il motivo per cui l'altro abbia perso un anno, tanto quanto è credibile il suo successivo sentirsi un idiota per avergli fatto tirare fuori quelle maledette parole “ho avuto un incidente”. Ancora mi domando cosa gli sia successo, ma il fatto che tu non abbia voluto specificarlo mi fa sentire proprio come Jean, il narratore della storia. In quel momento lui vorrebbe sapere il più possibile del ragazzo, ma si rende conto che non può, che ci vorrà del tempo prima che lui si apra e possa diventare quello che è adesso. Il suo compagno, la persona per cui ha perso la testa.
Trovo che, contrariamente a quando annunciato nell'introduzione, la tua storia sia davvero ricca di particolari. Perché in un tipo di narrazione simile non sono gli spazi ad avere bisogno di essere descritti, ma le sensazioni dei personaggi. E nel tuo testo, anche solo attraverso poche righe, ho capito tantissime cose di Jean. Di chi è, del suo modo di pensare e di come Marco ha cambiato la sua vita. Dedicare attenzione a un altro tipo di particolari sarebbe stato eccessivo e non adatto a quello che volevi dire. Per cui, ottima scelta!
Strato. |