Recensioni per
Boom
di emmevic

Questa storia ha ottenuto 3 recensioni.
Positive : 3
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
17/12/14, ore 11:14
Cap. 1:

Prima Classificata _emmevi con Boom | 53,5/55
 

Grammatica: 9,7/10

Praticamente perfetto, non fosse stato per due minuscole imperfezioni che ti segno qui sotto:
[- 0,2] -“Da quando la sirena aveva dato il suo primo vagito”: piuttosto che dato avrei usato “lanciato”, trovo che concordi molto meglio sia con la parola vagito, che per concordanza con l’oggetto che “compie” l’azione. La sirena suona, “dato” presuppone un’azione fisica.
[- 0,1] – “Lo scantinato rimbombava dei suoi lamenti”: manca il de.
 
Stile 9,9/10

Ho adorato lo stile che hai usato: le frasi non erano troppo lunghe, anzi, piuttosto brevi, e questo ti portava quasi a correre, un po’ come facevano i personaggi. I punti alla fine di ogni piccola frase sembravano delle sentenze, davano la sensazione che tutto traballasse, che non ci fosse una fine, quando invece dovrebbero fare tutto il contrario.
Mi è piaciuto in particolar modo l’uso della parola “vagito” associata alla sirena: il vagito preannuncia una vita, la sirena invece la morte, creando un contrasto particolare e stridente, che colpisce nel segno.
Unica pecca (per me ovviamente) è:

  • Muoviti, fai in fretta, celere”: quel celere secondo me stona un pochino: la bambina che parla, Vittoria, ha undici anni, e sebbene prima parlassero meglio di ora, non ce la vedo proprio una bimba a dire “celere” .
 
Trama: 5/5
 
Hai costruito uno sprazzo di quel periodo con poco spazio e poche parole, ma comunque riuscendo a dare un pugno nello stomaco al lettore (e a me), perché viene da pensare: “quelli potevano essere i miei nonni” e in alcuni casi lo erano.
Complimenti, davvero.
 
Originalità: 9/10
 
Non è originalissima: le storie di guerra nel fandom abbondano, ma, allo stesso tempo, è originale il luogo in cui è ambientata (Milano) e il fatto che a parlare non sia un’adulta, ma una bambina: una bimba piccola e spaurita che non dorme la notte e che ha paura, ma corre dentro lo scantinato e aspetta, perché non può fare altro.
Bravissima, ancora una volta.
 
IC: 4,9/5
 
Allora, in realtà l’IC non è mai facile da valutare, specie negli OC, ma i tuoi riescono a essere fedeli a se stessi in quel poco spazio che concedi loro e l’unica cosa che mi sento d’appuntare è che (per me) parlano un po’ troppo da adulti… Forse è la situazione a renderli tali, ma… Sono troppo adulti, per avere sei e undici anni.
 
Uso del/Attinenza al Periodo Storico: 10/10
 
E’ perfettamente come ci si aspetta che sia una Shot che tratta dei bombardamenti di Milano, piena di ansia e paura, sempre di fretta, sperando di arrivare in tempo prima che la bomba cada, sperando di salvarsi, fosse solo per poche ore.
Hai reso perfettamente l’atmosfera, brava!
 
Giudizio Personale: 5/5
 
L’ho amata, letteralmente.
Sì, c’erano un paio di sviste, ma la tua OS è esattamente ciò che si vuole leggere quando si cerca una fic simile: si cercano ansia, paura, sconforto, disperazione, e tu li hai usati tutti, senza rendere affatto banale uno dei momenti più bui della storia d’Italia e del mondo.
Complimenti, davvero complimenti.
 
TOT: 53,5/55


Complimenti ancora, e grazie per aver partecipato :D

Recensore Master
01/12/14, ore 22:34
Cap. 1:

Buonasera, bellezza! ♥
Se questo è "il parto di metà pomeriggio", cara emmevic, io non riesco proprio a immaginare cosa tu possa produrre disponendo di tempo illimitato, perché hai scritto una storia tanto splendida quanto toccante.
Prima di tutto, mi complimento con te per il tuo accurato lavoro di documentazione: amando molto le ambientazioni storiche - senza nascondere che la Seconda Guerra Mondiale è uno dei miei oggetti di studio prediletti -, non ho potuto far altro che apprezzare di tutto cuore l'impegno che hai messo sia nel leggere le informazioni delle fonti, sia nel ricreare, nel "tagliare e cucire" lo scenario perfetto per la vicenda da te narrata. Non hai lasciato nulla al caso: la mente l'ha fatta da padrona.
Salvo poi cedere il passo anche al cuore, perché, diamine, io ho ancora i brividi per ciò che hai scritto! *-*
La narrazione è stata perfetta: punteggiatura impeccabile, lettura scorrevolissima, con la giusta dose di pause e riprese, di tuffi al cuore e di riflessioni implicite sull'atrocità e l'ingiustizia della guerra.
Mi è piaciuta tantissimo la scelta di narrare il tutto concentrandosi su Vittoria, questa bambina di soli undici anni costretta a svegliarsi nel cuore della notte e andare a nascondersi con la madre, la sorella e i vicini in un gelido rifugio; lo trovo di forte impatto, incredibilmente realistico e... malinconico, perché mi ricorda tanto i racconti dei nonni. Ecco, presentare tutto quasi dal punto di vista di questi bambini rende ancora più evidente quanto i conflitti siano abominevoli nel tranciare sogni e vite.
Il finale, poi, è perfetto: lascia tutto sospeso - tragicamente sospeso -, a metà tra la speranza della salvezza e il lutto per le ennesime vittime. Quale sarà stato il destino di Vittoria, Flavia, loro madre, Angelo e Maria? Non saperlo, forse, è la vera salvezza; il cliffhanger, in fondo, è l'unico modo per augurarsi che abbiano scampato il peggio.
Prima di concludere, ci tenevo anche a sottolineare due particolari che mi hanno colpita molto: primo, la scelta del nome "Vittoria" per la bambina; sarà un caso che, alla fine, lei voglia svegliarsi? Che sia la personificazione dell'innocente speranza di chi viveva quei tempi duri e non chiedeva altro che un'esistenza normale? (Mm, leggere milioni di esempi di figure retoriche fa male ahah). Secondo, trovo che il titolo, così semplice ed efficace, si leghi benissimo ai protagonisti della vicenda. Con quali altre parole, in fondo, potrebbe descrivere la guerra, un bambino? E poi, anche un adulto, per quanto possa scrivere e parlare, è mai riuscito a riprodurre la devastazione di una bomba con termini più ricercati di un semplice e fragoroso boom? Non credo.
I miei sinceri complimenti per questa bellissima pagina di realtà, cara!
Un bacione, ♥

Ophelia

Nuovo recensore
01/12/14, ore 20:47
Cap. 1:

Non è facile scrivere una storia ambientata in un'epoca che non ci appartiene. Ovviamente, non conoscendo i fatti, non avendoli vissuti, è difficile capire cosa possa essere successo e, soprattutto, come si sentissero la persone a quell'epoca. Per di più hai scritto una storia introspettiva XD
Devo dire, per la conoscenza che ho, che è stata scritta davvero bene :)
In generale hai un buon stile di scrittura, mi è piaciuto e anche la storia era niente male :3
Complimenti :D