Recensioni per
The tale of Jack the Ripper
di Mariam Kasinaga

Questa storia ha ottenuto 2 recensioni.
Positive : 2
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
24/08/16, ore 11:38

Premio Contest "Character Death Contest (Slash)"

Innanzitutto mi scuso ancora per l'immenso ritardo con cui consegno questa recensione.
Per quanto riguarda la storia, adoro tutto quello che è ambientato nel passato e adoro le storie di serial killers, quindi questa storia mi ha praticamente chiamata a sè! Ho amato da subito il modo in cui hai descritto la Londra vitoriana (che io amo alla follia).
Il dialogo tra i due protagonisti mi è sembrato davvero realistico, tanto che mentre leggevo mi sembrava di vedere tutta la scena come in un film.
il finale non era del tutto inaspettato, ma hai decisamete scelto il modo giusto per chiudere un racconto del genere. Non possiamo dire con certezza ch il killer sia il protagonista, perchè in fondo condividono solo il nome, ma l'ultima frase pronunciata dalla ragazza ci fa pensare comunque il peggio.
Mi è piaciuta davvero molto, complimenti!

Recensore Master
06/12/14, ore 16:40

Terza classificata: The tale of Jack the Ripper di Marian Kasinaga
 
Grammatica: 10/10
 
A livello grammaticale la storia è perfetta, fai un buon uso della punteggiatura e non ci sono errori rilevanti. Ho trovato solo un piccolo errore di battitura, ma nulla che potesse abbassare la valutazione di questo punto.
Ho riletto la storia alcune volte, è molto breve, giusto per essere sicura che non mi fosse sfuggito nulla, ma è scritta molto bene a livello grammaticale.
 
Errore di battitura: Accedendosi Accendendosi
 
Lessico, stile, espressività: 10/10
 
Hai veramente un bellissimo stile, alterni alla perfezione dialoghi e descrizioni dell’ambientazioni e le parti introspettive dei personaggi.
Hai usato un lessico appropriato riuscendo a far catapultare il lettore nella Londra vittoriana, nel quartiere di Whitechapel, questo luogo un po’ degradato, fumoso e grigio.
Mi piace il modo un cui descrivi la ragazza, Lizzy, i suoi gesti, il modo in cui gioca con i suoi capelli rossi e al tempo stesso parla di quanto accaduto alla sua amica Lucy.
Molto bello e affrontato bene il modo in cui hai descritto il rapporto con questo suo cliente, con l’assassino. Parla di lui con lui, facendo supposizioni e dimostrando un grande acume e una grande intelligenza.
Con poche parole, in poche pagine mi hai catapultato in un altro tempo, fra quelle che si possono considerare pagine di storia e cronaca nera, parlando di uno dei serial killer più conosciuti e sui cui hanno scritto e parlato in tantissimi, ognuno con una sua opinione differente; al tempo stesso hai creato una tua storia, un momento parallelo distaccato da ogni cosa, si parla dell’assassino, e tutto questo in modo molto espressivo, soprattutto quando accenni a quello che commette, non lo descrivi, non entri nei dettagli, eppure si comprende benissimo, sono bastate le parole, gli atteggiamenti di Lizzy, il modo in cui quasi si sente male ricordando quanto ha visto.
In pochissime pagine sei riuscita ha creare una storia molto gradevole, molto espressiva e con uno stile invidiabile.
Anche il lessico è appropriato, rimanendo su uno stile lineare e semplice i personaggi si sono ritrovati a conversare ma anche il loro parlare, il linguaggio non era inappropriato, tutt’altro. Sembrava di avere davanti una donna e un uomo di quel periodo storico, con gli stessi gesti e un lessico appropriato.
 
Sviluppo della trama: 9/10
 
Quando mi è arrivata la storia è ho letto il titolo, lo ammetto, sono rimasta un pochino perplessa. Insomma Jack the Ripper è un personaggio esistito veramente, un serial killer fra i più noti, e mi sono chiesta potesse essere legata a lui una storia originale? E anche se fosse legata a lui che parlava di questa figura o il titolo fosse solo un accenno, un qualcosa che riportava al serial killer dell’epoca ma la trama era rivolta ad altro, insomma solo con il titolo mi hai molto incuriosita. E devo dirlo mi hai lasciato stupita, usando un personaggio veramente esistito hai creato una storia parallela, o meglio non la parte in cui uccide, ma quella dove lo ha già fatto, quindi smette di essere il mostro e torna ad essere una persona normale, con un cuore e dei sentimenti.
La storia avviene tutta in brevi attimi, forse una notte, molto più semplicemente durante un viaggio in carrozza, eppure scorre bene, affronta tutti i vari punti che la rendono completa: dalla descrizione dei personaggi, la loro introspezione, al luogo dove si trovano e quanto accade.
Le uccisioni di Jack, la paura di Lizzy, e poi questo strano rapporto che si è andato creando fra il conte e la giovane prostituta, lui che sembra esserne innamorato, mentre per lei sono solo affari.
L’hai sviluppata bene, rendendola semplice e scorrevole e al tempo stesso descrivendo in maniera competente l’ambientazione ed anche quanto commette l’assassino.
Il raccontare quanto avvenuto per sentito dire, per aver visto le foto sui giornali, o perché si è stati interrogati dalla polizia è un’idea molto intelligente, anche originale, ma ti ha un penalizzato sullo sviluppo della follia, ma di questo ne parleremo più avanti.
Mi è piaciuto il modo in cui la storia è andata avanti, sembrava scorrere su due binari differenti, con personaggio differenti che sembravano non sfiorarsi mai, anche se uno dei personaggi è lo stesso, ecco il carattere ambivalente del Conte è un punto a tuo favore.
Il raccontare di quanto avviene, la paura di Lizzy, visto anche il mestiere che fa, e il modo strano in cui il Conte la rassicura, sapendo benissimo che la vita della ragazze è nelle sue mani, al contrario di quanto dice lui, che è lei ad avere il suo cuore.
Sei stata molto abile ad usare anche l’immagine che serviva da fonte d’ispirazione, l’hai descritta benissimo e io non posso che esserne felice, non era obbligatoria come cosa, serviva solo da ispirazione, però mi è piaciuto ritrovarla all’interno della storia.
Bravissima anche nel modo in cui hai inserito la frase, mi piace quando le fate pronunciare ad uno dei personaggi, soprattutto se è legata bene al contesto del discorso e in questo caso lo è; il modo in cui l’uomo risponde, buttandola là, come se fosse una cosa normale. L’ho immaginato distaccato, mentre si sistema il nodo della cravatta, la giovane impaurita che si domanda come un uomo possa commettere tali crimini e il motivo, e lui con tutta la flemma possibile, invece di inoltrarsi in un discorso, pericoloso, che lo avrebbe fatto scoprire agli occhi della sua compagna, fa un’affermazione distaccata, si potrebbe anche interpretare maliziosa vista la situazione e il lavoro di lei.
Hai delineato una buona trama, originale e interessante e non posso farti che tutti i miei complimenti.
 
Caratterizzazione dei personaggi: 9/10
 
Eccomi arrivata alla caratterizzazione dei personaggi, come ho scritto ad alcune concorrenti una buona storia è dovuta anche al modo in cui si caratterizzano i protagonisti e i personaggi che gli sono attorno. A tutti, o almeno a quelli principali bisogna dare un passato, delle sfumature caratteriali, delle gestualità che li rendono particolari e unici agli occhi del lettore, se si riesce a lavorare almeno su uno di questi punti non risultano affatto piatti e banali.
Bene, devo dire che tu ci sei riuscita egregiamente, mi piace il modo in cui hai lavorato sui protagonisti di questa storia, ribadisco, credo che il tuo essere stata molto brava è proprio il fatto che sei riuscita a rendere complessa una storia molto breve.
Ma torniamo ai personaggi, hai lavorato molto bene su di loro, nella loro gestualità, l’introspezione e proprio il carattere.
 
Lizzy come personaggio mi piace. Mi piace il modo un cui l’hai caratterizzata attraverso le sue paura per quanto sta accadendo, terrorizzata che possa essere lei la prossima vittima dello squartatore; e caratterizzata al tempo stesso attraverso gli occhi del conte. Lui non la vede indifesa, tutt’altro, per lui è una donna bella, intelligente, piena di acume. È anche una donna calcolatrice che lo vede solo come una fonte di guadagno e di sopravvivenza, tanto da farla ridere quando le propone di darle un figlio, che sarà lui a occuparsi di lei. Ma per Lizzy stare con lui sono solo affari, quei sentimenti, quel legame svanirà non appena troverà qualcun altro a mantenerla, a darle quanto le serve per sopravvivere, qualcuno che le piace di più.
Da come la descrivi non mi sembra la tipica prostituta di Whitechapel, tutt’altro. Oltre ad essere molto bella, ha un’eleganza tutta sua, dei movimenti che la fanno apparire una bambina impaurita in alcuni per poi passare ad una nobildonna svampita.
Veramente un personaggio ben caratterizzato, ammetto che mi sarebbe piaciuto sapere più cose su di lei, cosa pensa del suo amante, dell’uomo ben vestito che incontra tutte le settimane, visto anche l’intelligenza che lo stesso Conte afferma lei abbia. Mi chiedo se abbia intuito qualcosa su di lui o se lo considera veramente uno dei tanti nobiluomini che vanno con le prostitute del quartiere. Un cliente come un altro.
 
Il Conte “lo chiamerò così”, visto che per tutta la storia lo hai identificato con quel titolo, mi ha fatto pensare ad un personaggio ambivalente. Un personaggio con due caratteri, un lato chiaro e uno oscuro.
Del suo lato oscuro ne parla Lizzy, attraverso gli avvenimenti e il sentito dire, attraverso quanto dicono i giornali e quello che ha fatto, ma in questo racconto non si nota Jack, ma si intravede il Conte; l’uomo che si è invaghito di una prostituta, una di quelle che uccide. Un uomo che per tenerla legata a sé farebbe di tutto, compreso chiederle di dargli un figlio.
Un uomo che sa perfettamente che Lizzy non lo ama, ma lo usa solamente, eppure verso di lei non scatta quella scintilla che lo porta a uccidere.
Mi è piaciuto molto questa ambivalenza del personaggio, è buono e cattivo allo stesso tempo, almeno all’apparenza. Molto complesso e al tempo stesso rimane misterioso, e ancora non si comprende il motivo che lo spinge a uccidere le prostitute.
 
Sviluppo della follia: 8/10
 
Lo sviluppo della follia era uno dei punti che richiedevo all’interno della storia, avendo usato un personaggio realmente esistito, pensavo che ti saresti addentrata nella sua psicologia provando a descrivere cosa provava mentre uccideva quelle donne. Una parte introspettiva per ipotizzare il motivo per il quale lo facesse. In libri, film e telefilm hanno pensato un po’ di tutto, quindi leggendo la tua storia un pochino di amaro in bocca mi è rimasto, hai messo da parte la sua follia per descrivere il suo Io normale, o meglio quello che mostra al mondo.
Ovviamente un pizzico di follia che contraddistingue Jack si avverte sempre, ma al tempo stesso rimane ai margini, non è il perno principale della tua storia.
Che Jack the Ripper fosse pazzo, uno psicopatico penso sia abbastanza lampante, sorvolando su chi si nascondesse dietro questo appellativo, leggendo una storia che parla, anche se in maniera particolare di lui, mi ha fatto pensare che si sviluppasse proprio su questa sua mania, su questo insano desiderio.
Ne parli, ma a parer mio avresti dovuto approfondirla di più; la storia non ne perde a livello di trama, ma come ho detto il contest era incentrato proprio su quella scintilla folle che porta a uccidere.

***
Hai scritto una storia veramente particolare, una piccola perla, veramente. Mi hai stupito con questa decisione e sono rimasta attaccata allo schermo a leggere fino alla fine.
Un ottimo lavoro e una storia che mi ha soddisfatto tantissimo, sei veramente molto, molto brava, tutti i miei complimenti.

Totale: 46/50