Recensione premio relativa al contest “A Swift Contest”
Una storia ambientata a Natale e avente come protagonista il Baron Sanguinario? Yes, please.
Partiamo subito con uno dei miei aspetti preferiti, ovvero l’atmosfera invernale che si percepisce in maniera veramente marcata per tutto il racconto. Adoro il Natale – e, più in generale, l’intera stagione – per cui mi ha fatto piacere ritrovarmi in questo tipo di contesto; per giunta ci troviamo a Hogwarts e, sebbene i personaggi interessati non siano degli ingenui e suscettibili undicenni, la magia si è percepita ugualmente, e quell’aria eerie a metà tra l’inquietante e il misterioso ha reso il tutto ancora più intrigante.
Può sembrare una considerazione strana, data la vena malinconica dello scritto e le riflessioni del Barone che di certo emanano più freddo che calore, ma la sensazione che ho avuto leggendo è stata quella di camminare per un corridoio vuoto mentre tutt’intorno si sentono le scie di musiche presenti in altre stanze. E, almeno per quanto mi riguarda, è stato non solo suggestivo ma anche toccante per certi versi. L’idea del Barone che vaga solitario la notte di Natale mi ha fatto quasi tenerezza, così come la scena finale quando si unisce al tavolo dei Serpeverde semi-vuoto; so che ha compiuto atti terribili ma qui quasi ce se ne dimentica, e vederlo osservare l’amata perduta riempie di malinconia e tristezza. O magari sono io che come al solito amo i peggiori assassini come cuccioli di foca, non è da escludere.
Nel momento in cui poi i due incrociano gli sguardi si possono percepire tutte le emozioni che si sprigionano da entrambi, un misto tra rimpianto e desiderio, in un connubio straziante.
Da questo punto di vista, ritorna senza dubbio lo stile elevato che ho amato nell’altra storia che ho letto su questi personaggi e la stessa sensazione di essere sotto una cupola di vetro lontano dal resto del mondo. Riesci proprio a separare una porzione di spazio e renderla a sé, come se il resto non esistesse; è qualcosa di molto interessante da leggere!
Dei complimenti a parte vanno inoltre all’interpretazione del titolo e, quindi, della canzone: ammetto che è una delle mie canzoni natalizie più odiate, semplicemente perché è stata usata talmente tante volte in talmente tanti contesti che ormai mi esce dalle orecchie. Qui, tuttavia, gli hai attribuito una connotazione particolare, non è una frase buttata lì o super smielata, ma il culmine di un’intera vita di rimpianti e dolore. Il risultato che ne deriva è angosciante e consono per il protagonista della storia.
Spero scriverai altre fic di questo tipo perché doni tutto un altro significato al periodo natalizio, che – scopro proprio in questo momento – mi appassiona tanto quanto il fluff e il romanticismo gratuito.
Non vedo dunque l’ora di scoprire quale sarà la prossima idea che svilupperai!
A prestissimo,
Federica ♛ |