Recensioni per
Steel Wings
di Merkelig

Questa storia ha ottenuto 2 recensioni.
Positive : 2
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
28/01/15, ore 18:41

Valutazione ricevuta al contest "La sfida dei Dieci" - 3a Classificata

Grammatica: 4,5/5
Lessico: 4/5
Stile: 4/5
Presentazione: 4,4/5
Nomi e titoli: 5/5
Personaggi: 5/5
Originalità: 18/20
Uso del Pacchetto Difficile: 13,5/15
- Rielaborazione creativa e uso corretto del pacchetto: 8,5/10
- Punti sottratti per uso non corretto: -0/9
- Punti bonus pacchetto: +5/5
Gradimento Personale: 19/20

Punteggio finale: 77,4/80

A noi, finalmente :D
Sono rimasta molto colpita dalla tua storia che, al pari di quella delle altre due podiste, è stata in grado di sorprendermi più di quanto avessi potuto credere. Te ne parlerò fra poco, comunque ;)
Vorrei iniziare, come per gli altri, dalla parte più tecnica del testo, quella della correttezza grammaticale e sintattica: come avrai visto la maggior parte dei tuoi errori si concentra principalmente sulle due categorie nelle quali ricade la distrazione, ossia le ripetizioni e gli errori di battitura, a cui si aggiunge un elemento che ti riporto qui, ma che non è contato come errore, ossia il fatto che la d si aggiunge alla vocale isolata (es. E congiunzione) solo quando la parola successiva inizia con la stessa lettera. Non è un errore grave, tuttavia, ma una forma arcaica, e nel testo proposto sarebbe persino giustificata :D
Tornando a noi, le due categorie precedentemente dette sono moderatamente popolate, anche se la seconda presenta praticamente un solo tipo di errore ripetuto molto spesso, ossia la mancanza di spazio fra i puntini e la parola che li segue: è molto frequente, e se non fosse che è altrettanto frequente la versione corretta di questa forma, te l’avrei segnalato nello stile. Le ripetizioni sono invece un caso particolare: nella tua storia sono infatti presenti molte parole identiche a distanza ravvicinata, ma molto spesso esse sono funzionali allo stile, e oltre a non intralciare la lettura fungono da rafforzamento del concetto espresso – in poche parole, sono volutamente inserite. Quelle che ti ho segnato sono le ripetizioni che ho percepito come errori essendo poste laddove non rafforzavano né negavano alcun concetto. Non è un errore grave, dopotutto, e infatti ha inciso solo leggermente sul punteggio e ancora meno sullo stile, che non ne viene poi troppo intaccato, conservando quell’aura di mistica, elettrica calma dall’inizio alla fine della storia. Lo stile, appunto: l’ho trovato piacevolmente fluido e armonioso, nonostante io non sia un’amante delle storie al presente – eppure non ho potuto fare a meno di notare come il tempo e la persona che hai scelto siano perfettamente amalgamati con la storia, come contribuiscano a donare quel velo di sovrannaturale mistero che la permea e instilla una curiosità profonda e una voglia di sapere, di capire, di arrivare alla fine.
Mi ha sorpreso il modo in cui hai deciso di presentare la storia: attimi di vita intervallati da piccoli pezzi di passato, informazioni che presenti lentamente senza “tirartela troppo” (passami il termine, ti prego), ossia senza enfatizzare il mistero con battute volte a creare la suspense o intermezzi inutili. Ogni notizia arriva precisamente quando deve farlo, scivolando fuori dal narratore stabilito con una naturalezza che ho amato. Allo stesso modo ciò che viene taciuto lo è con una motivazione plausibile, che ha l’effetto di spingere il lettore avanti, invogliandolo a sapere senza caricarlo di una tensione non necessaria. A questo molto hanno fatto gioco i bambini: mi piace il modo in cui hai usato Serafina e Giona per presentare il mondo attuale e far svegliare quella bontà latente in Aladiah, cancellata assieme alle sue ali.
Resto ancora un secondo sulla parte più materiale della tua storia, e la concludo parlandoti della presentazione. Mi è piaciuto il carattere usato per scriverla: come dice il suo nome, rimanda molto all’idea di un vecchio libro, un tomo riemerso da un qualche passato migliore, forse più pacifico, forse solo più calmo, sicuramente simile a quello che ha preceduto l’epoca degli angeli dalle ali d’acciaio. Il carattere mi è sembrato in qualche modo legato alla storia, e questo l’ho apprezzato. I capitoli sono ordinati, e la frammentazione dei paragrafi in periodi di lunghezza non troppo eccessiva è bella a vedersi e invitante, con la sua aria leggera. Avrei voluto vedere un’immagine o una nota di colore, però, magari nel titolo o con un piccolo banner. Inoltre, come in altri casi ti è stato tolto uno 0,1 per il testo non giustificato, che è una mia piccola fissazione e qualcosa che amo trovare in una storia.
Per quanto riguarda l’originalità, parte della penalità è dovuta al fatto che il perché della ribellione è qualcosa che già altre volte ho visto, in special modo nei film: la vendetta verso l’uomo, l’epurazione della creatura divenuta indegna dell’amore di Dio.
Bene, direi che con questo la parte peggiore è andata, e finalmente posso concentrarmi su ciò della tua storia che mi ha fatto battere il cuore.
Parto con l’uso del pacchetto: nonostante ti siano stati sottratti dei punti, dovuti principalmente al fatto che Aladiah è un angelo caduto in un senso un po’ forzato del termine – te ne parlerò fra poco – e che la sua descrizione, a mio parere, rispecchia molto poco quella dell’immagine che ti era stata proposta, sia come messaggio – il tuo angelo non si dispera veramente e, anzi, affronta le rivelazioni con una forza ammirevole – che come fisicità. Inoltre il prompt è stato usato in maniera piuttosto debole. Non sono moltissimi punti, tuttavia, e passano in secondo piano rispetto all’uso veramente fantastico che hai fatto delle citazioni – che sono lo scoglio che avevo pensato per questo pacchetto – e, soprattutto, dell’immagine paesaggistica. Credimi, ho amato il modo in cui hai descritto il sogno di Aladiah, la fedeltà con cui hai riportato il panorama del pacchetto, la maniera delicata e netta con cui l’hai definito. Non hai avuto bisogno di tante parole, quelle che hai usato sono state inserite in maniera magistrale, tanto da darmi l’impressione di aver visto che io quel panorama perso nel tempo e nella memoria.
Hai la capacità di creare delle immagini bellissime con pochi, semplici tratti, un’abilità che ti invidio e che mi ha fatto apprezzare davvero tanto questa storia. La stessa descrizione del palazzo angelico, così frammentato e confusionario, così caotico e irreale, rafforza l’immagine che ne volevi dare, rendendo al contempo reale qualcosa che non potrebbe mai esistere. La storia ha un’aura sovrannaturale meravigliosa, e io l’ho amata molto. Devo davvero farti tanti complimenti!
Resto in tema, perché ho amato anche il fatto che tu abbia presentato dei dettagli all’apparenza insignificanti, come la lente incrinata nell’occhiale di nonna Rachele: trovo queste sottigliezze conferiscano ad una storia una forte impronta di realtà, di verosimiglianza. Perché, in un mondo fittizio e piatto, non ci sarebbe stato bisogno dell’occhiale rotto – che invece, con la sua presenza, rafforza l’idea di una vecchina troppo indaffarata a badare agli altri per curarsi di sé, o di un villaggio in cui è più importante curarsi della difesa che della vista, o usare le materie prime come il vetro per qualcosa di più utile.
Resto sulla vecchia Rachele, perché l’ho amata profondamente da quando ho letto questa frase “finché Rachele non aveva detto alle donne di lasciare in pace quella povera ragazza e di tornare a farsi gli affari di qualcun altro, che diamine”. Mi è piaciuto il suo nome, il ruolo che ha assunto nella città, la bontà insita nella sua persona e la sfacciata ironia con cui rimbeccava chi la criticava. È l’archetipo della nonnina perfetta, come si fa a non adorarla? Spero che non abbia fatto una fine orrenda per mano degli angeli, anche se temo che un’anziana difficilmente sia riuscita a fuggire… ma io continuo a contare che ce l’abbia fatta, e ne sia uscita indenne – i ragazzi l’avrebbero riconosciuta tra la folla di cadaveri, no? :S
Ecco, Giona e Serafina: è il loro turno. Belli i nomi – il richiamo biblico e angelico, seppur non eccessivamente originale, è strettamente connesso con il senso profondo della storia, quindi perfettamente in linea -; bello il ruolo ruolo nella storia; fantastico che tu non ti sia fatta prendere la mano e li abbia descritti come i bambini che sono, con tutta la loro naturale, perfetta innocenza. Fratello e sorella accettano la vita con l’adattamento che solo un bambino riesce veramente ad avere, e conservano quella curiosità che li spinge ad avvicinarsi al nemico ferito, a rivolgergli parola, a confrontarsi con tutta la semplicità che possiedono. Senza menzogne, senza quasi paura. Mi sono piaciuti tanto proprio in virtù di questa loro innocenza: spesso si tende a descrivere i bambini come una sorta di adulti bassi e un po’ tardi, e questo lo detesto.
Gli angeli tutti, e Aladiah in particolare, sono una categoria che esula nettamente dall’immaginario: creature senza amore o pietà, spietati esecutori della volontà di una forza superiore che non si curano di mettere in discussione. Aladiah è un po’ la pecora nera del gruppo: non riesce a sopire la sua vera natura, arrivando a sfidare gli ordini e l’equilibrio personale pur di arrivare alla verità… una verità che non è in grado di accettare veramente. E che rifiuta, incapace di tornare a vivere e ad agire come l’angelo che dovrebbe essere. È una creatura al tempo stesso immersa nel flusso della vita e immensamente lontana: l’universo gli scorre addosso come acqua, il tempo e i legami non sono in grado di confortarlo o rassicurarlo. Egli sfida ogni legge, ogni ordine del suo piccolo mondo solo per fuggire, poi, nella solitudine e della chiesa abbandonata e in un nuovo sogno, il sogno di tornare ad essere vivo, di colmare quel vuoto che ha dentro.
Una nuova ricerca per poter tornare ad essere completo, ora e per sempre. Credimi, amo immensamente Aladiah: è complesso in una maniera meravigliosa, criptico e immensamente solo. È esattamente il personaggio di cui amo leggere, e ti ringrazio per avermelo voluto presentare.

Recensore Junior
03/01/15, ore 07:00

Nom ho parole.... Questa storia è bellissima! Hai uno stile meraviglioso, che anche ti invidio un po', a essere sincera! Il finale mi piace! veramente, sei stata bravissima! Complimenti!