Recensioni per
The untold story
di FallenAngelsGoToHell

Questa storia ha ottenuto 2 recensioni.
Positive : 2
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
15/01/15, ore 17:51

Eeeee.... faccio schifo.
Hai messo questa fanfiction da nove giorni e io arrivo solo adesso?
Solo. Adesso.
SOLO ADESSO?!
OMG.
Macciau FALLEN ♥ (ehi, il tuo nick è troppo grande).
Cosa dire? Un capolavoro *.*
Dio mio, sono una povera ginnasiale e mi tocca di studiare come si scrivono le fiabe (finalmente ho concluso). E le odio. Tutte uguali, col:
"C'era una volta"
"Cammina cammina"
e "Vissero felici e contenti".
Cacchio quanto mi possono stare sulle palle le favole? Tanto.
Finalmente una che dovrebbe essere insierita in quelche libro di testo (pft, altro che quel mezzo idiota di pinocchio)!
Naturalmente, è una cosa da te. Non poteva essere altrimenti, sempre bagnata dal tuo stampo malinconico e veritiero che mi lascia di stucco.
Ultimamente ho abbandonato la roba (quanto sono fine, oggi?) introspettiva, ritenendomi troppo.
Troppo occupata, troppo stupida, troppo poco per dare onori a chi scrive come comanda.
Infatti avevo pensato di aggiungere la storia alle preferite e svignarmela, tuttavia lo trovavo squallido, dovevo dirti ciò che pensavo, no?
Bene, mettiti comoda.
 
"Lo volevano aiutare, migliorare, trasformare, lo volevano rendere adatto alla società, altrimenti ne sarebbe rimasto fuori, escluso e solo."

Ecco la frase migliore. Come ogni favola che si comanda, anche questa deve pur avere una morale? Beh, più che la morale qui, all'occhio, salta subito la grande metafora :)
In ciò che scrivi si parla sempre di temi diversi, ma che si amalgamano per bene: non accettazione, diversità, sofferenza, felicità che è solo un periodo di pausa dalle tristezze della vita (chi mi ricordi, boh... XD), ambiguità... il tutto con una nota di disprezzo.
Non so perché, ma leggendo ciò che tu scrivi ci vedo del disprezzo. Sarà che mi sbaglio, forse no (ma posso anche passare avanti, eh).
Quindi, questo ragazzo, di cui non c'è debito sapere il nome, ha delle gambe di legno, -diversità- e sta male perché non riesce ad essere come gli altri -sofferenza- si trasferisce in una nuova cittadina, dove lo trattano bene (per un certo periodo) -felicità- ma che alla fine vogliono tutti cambiare il suo aspetto, perché non rispetta i canoni dei normali -periodo di pausa dalle tristezze della vita- alla fine gli mettono delle protesi, ma quello non è lui -tristezza-. 
E alla fine muore, muore come ogni diavolo di essere viviente, che non lascia traccia di sé, perché identico a tutte quelle macchie di cui il pianeta Terra potrebbe ben fare a meno. Se avesse lasciato il suo impiccio, sarebbe finita meglio. Magari lo avrebbero ricordato, lui, con i suoi difetti.
Così un po'come tutti noi: ci ostiniamo a cambiare per omologarci e fino a quando non diventiamo completamente grigi, non ne siamo contenti. Arriviamo alla fine della nostra vita che siamo tristi e insoddisfatti. In bocca abbiamo ancora il sapore amaro del "e se mi fossi lasciato così, com'ero veramente?" Ma quando uno se ne accorge è troppo tardi.
La morte esteriore del ragazzo potrebbe rappresentare anche un po'la nostra, di morte interiore.
E'stato bellissimo leggere questa OS, sei grande e io ti adoro (?)
Baci


 

Recensore Junior
07/01/15, ore 23:56

queste sono le storie introspettive che preferisco: nessuna riflessione da "tagliatemi le vene sono solo e soffro" oppure "mi ha lasciato, che senso ha vivere adesso?!". grazie, davvero XD
scherzi a parte, mi č piaciuta molto questa storia, non so cosa intendessi tu, ma io ci ho visto molto. il ragazzo-albero, in comunione e sinergia con la natura viene soppresso dalla societą antropizzata e urbana, societą moderna che distrugge e plasma la natura a suo piacimento. oppure la stessa societį di massa che fa adeguare colui che č diverso a dei canoni anonimi, nei quali tutti si riconoscono in tutti, ma nessuno in sč stesso. complimenti :)