Leggendo questa one shot, mi sento in ritardo almeno quanto tu ti sarai sentita in ritardo nella colpa che (non) avevi e ti sentivi addosso per non aver incalanato tutto il tuo amore nei confronti di una persona che, forse, con te aveva provato a farlo. Ma, in fondo, sai, in fondo questo non lo saprai mai. Nel tuo modo di prenderlo tra le braccia, forse, c'era più amore di quanto non ci fosse in una sua telefonata ubriaca.
Perché farti del male, e vederti crollare tra macerie di colpe, di certo non è amare. Amare è urlare, sì, è chiamare. Ma amare tante volte, è silenzio, intrappolato in lacrime di cristallo, che non passano mai veramente, che se ne stanno lì per quelli che sono secoli, in un tempo dilatato fino a sempre.
Tutto questo è successo tanto tempo fa, e forse ora si sarà dissolto nel nulla, come una bolla di sapone che lascia nient'altro che un'ombra di schiuma su un indice screpolato dal freddo, eppure mi sono sentita di commentare, mai per giudicare, sì per farti sentire al sicuro ancora un po', perché no, non potevi mai fare di più, e sì, sei meravigliosa, perché fai, perché corri, nonostante tutto. Per i tuoi sentimenti. Per la tua coscienza. Perché ce l'hai, ti chiedi, scrivi e analizzi. Questo non è forse abbastanza? Tutto.
Mi ti immagino bella, seduta fuori da un bar genovese, su un tavolino di ferro battuto insieme alle tue amiche, con il sole che ti brilla nei capelli. Questa immagine si rafforza solo - la bellezza si rafforza solo - con la tristezza che metti dentro ciò che crei. Quegli occhi che mi immagino, è come fossero capaci di ridere delle cose che sentono dalle amiche e allo stesso tempo di scrutare tutto ciò che hanno intorno, e leggere tra le righe delle varie anime che sfiorano.
Tu l'hai fatto, tu l'hai letto.
Magari non era un giorno assolato, sicuramente non era fuori da un bar. Sei stata capace di vedere il blu dei suoi occhi e i buchi nelle sue braccia al buio, di fronte a una chiesa deserta. Tu l'hai voluto fare, sei stata in grado di farlo, anche se faceva un male cane. E il resto, davanti a certe cose, non conta più.
Non so come stiano le cose ora, ma tu sarai sempre così.
Non importa se un giorno te ne andrai via con la tua macchina per andare chissàdove, per tornare chissàquando.
Sei così. Con la tue assurde e uniche capacità.
Non sempre gli altri.
Tu, vai capita.
Il resto, non conta. (Recensione modificata il 19/10/2015 - 05:30 pm) |