Eccomi per la recensione di partecipazione!
Ho voluto scegliere questa storia perché sono legato al genere poetico.
Diciamo che vista la brevitas della storia, sono stato colpito maggiormente perché è sempre molto difficile comunicare quando si hanno poche parole a disposizione, ma come ci insegna anche Ungaretti, questo aspetto non p molto influente per quanto concerne il significato intrinseco della storia.
Quindi adesso procederò con la recensione vera e propria.
La si può leggere forse in quindici secondi, e la cosa che più sbalordisce è che sembra avere una sua causa.
Questo apparente flusso di emozioni, o piccolo monologo interiore in versi, sembra essere scaturito da una delusione, o forse il/la protagonista si sente come se avesse perso il turno... il turno di ricevere l'amore che gli spetta.
Allora quasi urlando pretende qualcuno da amare, e che l'ami, ovunque.
Quel "chiunque" mi ha particolarmente colpito e non so se in senso positivo o negativo: sembra sminuire quasi il significato dell'"amore", ma da un altro verso sembra quasi ammettere che l'amore non può essere diverso.
"Amore resta amore", dopotutto.
Non mi resta che complimentarmi anche per lo stile, fluido (semplificato anche dalla lunghezza esigua) e per la musicalità, sempre ben apprezzata in un componimento poetico.
-Prior |