Wow, molto toccanti queste parole, possono davvero essere quelle che pensava Shogo negli istanti precedenti alla sua morte :)

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Adoro il concetto che hai espresso in questa flash (o drabble?). Ho sempre sostenuto che Kougami e Makishima fossero spiriti affini, e mi piace che nella tua storia si confondano, diventando un'entità unica che si distingue solo a tratti. Nel finale la liberazione di Makishima mi è parso avesse una duplice interpretazione. Quella canonica, dal Sibyl, che è stato il cruccio della sua esistenza, e quella dallo stesso Kougami, che considera un po' come un'altra parte di se stesso. Una parte non del tutto corrotta, sicuramente più assennata di lui.
Avrebbero potuto essere amici, se solo Makishima non fosse stato un fottuto psicopatico (letteralmente).
Niente da dire su com'è scritta. Anzi, che è scritta molto bene devo dirtelo per forza, perché è proprio questo che mi ha colpita. Soprattutto l'apertura l'ho trovata bella e d'impatto, complimenti.

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Ciao,
Shōgo Makishima è uno dei miei personaggi preferiti in assoluto e mi è dispiaciuto molto che non l'abbiano approfondito un po' di più nell'anime.
La scena della sua morte è superba, ma in generale mi attrae molto la sua psicologia: è un essere marchiato dalla solitudine, dalla diversità rispetto agli altri.
La tua drabble mi ha fatto venire voglia di scriverci su qualcosa, magari a più capitoli e che descriva meglio i concetti che hai esposto tu. Mi piace molto il tuo stile di scrittura, è molto adatto a Shōgo secondo me.
Le tue parole avrebbero potuto benissimo uscire dalla sua bocca nell'anime originale, il che non è cosa da tutti. Magari è un paragone un po' forzato, ma mi ricorda molto Dorian Gray soprattutto per questa frase:
«Un colpo solo, uno basta ad annientare le mie dannazioni.»
Allora niente, complimenti per la drabble molto carina e alla prossima,
spero che tu mi scriva ancora qualcosa su questo fandom messo un po' da parte!

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