Recensioni per
With or Without You
di mikimac

Questa storia ha ottenuto 8 recensioni.
Positive : 8
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
10/11/20, ore 09:09
Cap. 3:

Ultimo capitolo, molto denso e coinvolgente perché si passa attraverso vari stati d’animo, anche contrastanti tra loro. Mi riferisco a ciò che si trasforma man mano nell’animo (se ne ha uno) di James, a proposito dei suoi rapporti con John. Quest’ultimo, infatti, entra prepotentemente nella sua sfera emotiva e sentimentale, decisamente anomala, portandovi il desiderio di qualcosa di diverso e di “pulito” rispetto a dei parametri affettivi, quelli di James, deviati e devastanti.
Cominci con una scena che esprime, all’inizio, la speranza di un futuro ricco di certezze e di una vita finalmente condivisa, con il risveglio di Sh, certo che, ora, niente più potrà interferire nel suo sentimento per John. Ma già un dilagante senso di vuoto lo accoglie nell’uscire dalla stanza da letto. Poi è la lettura del biglietto, che John ha lasciato, che lo fa precipitare improvvisamente in una realtà livida, in cui non esiste più speranza (“...Non può esserci un domani per noi...). Un momento, questo, piuttosto duro anche per chi legge. È stato come se tutta la magia inespressa del 221b fosse sfumata in un soffocante senso di dolorosa sorpresa e di solitudine.
La scelta di John è veramente forte nella sua drammaticità ed esprime, meglio di qualsiasi atto o discorso, ciò che è davvero Sh per lui. Qualcosa di così grande da essere pronto a rinunciare addirittura alla propria vita ed ai propri desideri.
La scena, in cui il consulting si reca alla villa di James perché ha capito che il suo John è lì, è stata da te costruita in un susseguirsi veloce di immagini, parole, emozioni che sentiamo irrompere come un fiume in piena. Fiume che, però, per quanto riguarda Watson, deve rimanere sotterraneo se veramente vuole salvare la vita a Sh. E ci riesce magnificamente (“...non vacillarono...”). Lo ritrai freddo, controllato, cinico in quel bacio a James che, per Sh, provoca sicuramente una ferita molto dolorosa.
E qui fai comparire delle “crepe” nell’inossidabile crudeltà del “terzo Holmes”. Sì, perché, come fai notare, vedere Watson composto e chiuso in un “dignitoso dolore”, non lo lascia indifferente. Proprio ciò che sta nascendo dentro di lui per quel soldato, così forte e così umano, lo sconvolge. E si arriva all’epilogo, sorprendente, un vero colpo di scena, in cui John si trova erede di una villa lussuosa ma, soprattutto, viene liberato, da quello che sembrava un incubo senza fine, grazie alla sua capacità di comprendere l’animo delle persone e alla forza del suo sentimento per Sh che annienta chi ne è spettatore e che vorrebbe rompere quella realtà. Così ho letto anche questa tua storia e stavo pensando, per esempio, che, quando l’hai scritta, l’idea del “terzo Holmes” circolava già nel fandom ed anche nelle Stagioni BBC. Ma che, alla fine, si rivelasse della “caratura” di Eurus è stata una scoperta davvero sconvolgente: il tuo James è credibile come fratello degli altri due, visto il livello d’intelligenza che, in lui, ha seguito un percorso decisamente deviato ma, di fronte alla monumentale follia della sorella, diventa quasi umano.
Per quanto riguarda la Johnlock, secondo me, ne hai centrato il significato, cogliendone la vera essenza. Infatti non è una strada comoda ed illuminata quella che percorrono i nostri due per esprimere ciò che provano l’uno verso l’altro, ma un percorso tortuoso ed in salita, con luci e molte ombre. Queste ultime causate dalle paure, dall’incomprensione dovuta all’entità di ciò che è sempre stato evidente a tutti fuorché a loro, dalle ingerenze del mondo esterno. C’è voluto Reichenbach per causare un terremoto in qualcosa che, quasi sicuramente, non avrebbe mai trovato uno sbocco. Si, perché l’ultima immagine della S4 mi fa pensare ad un futuro in cui si possa veramente cacciare quell’odioso “elefante nella stanza”...E tu hai usato James per dare una scossa sconvolgente alla routine del 221b.
Brava, davvero.

Recensore Master
06/11/20, ore 10:57
Cap. 2:

Purtroppo qui rientriamo in pieno nel clima cupo che avevi già evocato in “Pure...”, secondo me reso ancor più soffocante dal fatto che John abbia scelto di essere consenziente. Questa sua scelta getta un’ombra ancora più cupa, tanto più che la soluzione alternativa che James ha minacciato di attuare in caso di rifiuto è davvero concreta. Ci si chiede che cosa avremmo fatto noi al posto suo e le risposte s’incanalano tutte in una situazione senza scampo, anche perché il ricorso, per esempio, al buon Greg e, quindi, a Scotland Yard, non avrebbe, molto probabilmente, garantito la tempestività necessaria per battere sul tempo la vendetta di James su Sh.
Una trappola, una morsa che stringe sempre di più: ecco, questa sensazione l’hai saputa trasmettere in modo credibile. A tal proposito molto intensa quella scena in cui John sotto la doccia, stremato soprattutto psicologicamente, cerca di lavare via con l’acqua la sua disperazione. Bello.
Il titolo che hai scelto per questo capitolo è più che mai significativo: anche chi legge ha l’impressione di entrare con John in un vero e proprio incubo, in un labirinto che non sembra avere via d’uscita perché l’ossessione è una trappola terribile per la mente. James ne è l’agghiacciante espressione, da te ritratto con puntuale precisione, nella sua follia. Follia che, comunque, ha una sua ragione travolgente ed è la scoperta della caratura umana di Watson che ha fatto breccia anche nel cuore spento di Sh. Quindi ci fai capre come, accanto ad una intenzionalità criminale ci sia in James anche una componente che si fa strada poco a poco e, poi, in maniera sempre più irresistibile e cioè la gelosia nei confronti di John e l’ossessione di averlo tutti per sè.
L’atmosfera si va appesantendo con ciò che John sta subendo per amore di Sh e per la criminale determinazione del “terzo Holmes”, ma c’è un momento bellissimo in cui tutta la tensione si stempera nella dolcezza e nella rassicurante consapevolezza di un qualcosa, che lega i due del 221B, che trascende ogni tentativo di definizione e che travolge qualsiasi categorizzazione: amicizia? Semplice solidarietà maschile? Affinità elettiva? Amore? Io direi tutto questo insieme ed anche di più. John e Sh hanno un legame dalle mille sfaccettature, luci ed ombre, che costruiscono una realtà spirituale e sentimentale più unica che rara. Il momento in questione, che mi sono riletta più volte, tanto l’hai caratterizzato con credibilità, è quello in cui Sh è in ospedale e John vi è arrivato ancora sconvolto per ciò che gli sta imponendo James: bellissimo quello “sfiorare...dalle dita lunghe ed affusolate...” con cui Holmes accompagna il sussurrare la sua “buonanotte” a John. Davvero, chi si è intenerito non è stato solo quest’ultimo...
Ed è davvero aspro e sconvolgente il contrasto tra istanti come questo di cui ho appena parlato e il rapportarsi di James con John: non si può provare che rabbia, disgusto, pena per la vittima che, comunque, mostra una forza d’animo veramente singolare (“...in modo da non ripetere l’errore...”). Terribile.
Però chi legge, ed anche John, sicuramente, percepisce un netto cambiamento nel modo di comportamento del “terzo Holmes”. Infatti, in lui, si fa strada un’ossessione per il medico che non è più puramente ispirata al sadismo e ad altre perversioni ma, addirittura, animata da un qualche sentimento. L’animo deviato di James, infatti, fa massacrare i delinquenti cui lui stesso ha ordinato di violentare John. È un passaggio narrativo importante che, penso, porti a sviluppi inattesi e che tu hai gestito introducendo una mossa sorprendente, appunto.
Ma è il finale di questo capitolo che lascia senza fiato proprio perché hai fatto esprimere a quei due quello che è sempre stato evidente e cioè il loro grande, unico amore. Bello, bello, bello. Si rimane colpito dalla sensibilità con cui hai, finalmente, lasciato libero ciò che li unisce. Penso che sia una delle più riuscite immagini di Johnlock che abbia mai letto.
Complimenti.

Recensore Master
02/11/20, ore 09:20

Bene. Eccomi qui, per il seguito della riuscitissima “Pure questo...”. Dunque, nelle Note introduttive a questa long che scopro quasi sei anni dopo la pubblicazione, vedo che tu sei cimentata in una sfida, con te stessa, soprattutto, nell’esprimere l’essenza della Johnlock. Io sono, da subito e da allora, da quando è cominciato tutto, che sono stata folgorata dal rapporto, denso di significati, tra i due del 221b.
Infatti, ho colto , tra i vari contenuti di questa unica ed inarrivabile Serie tv, ispirata, tra l’altro, ad una produzione letteraria inimitabile, Doyle, un filo conduttore di evidente orientamento, almeno questo è il mio pensiero, verso “un qualcosa in più” riguardante ciò che lega Sh e John. Sicuramente più di un’amicizia tra coinquilini o tra persone che possono avere gli stessi interessi. Fin dalla prima bellissima puntata, ho colto accenni, sguardi, gesti che trascendono i normali canoni di una schietta amicizia. Ripeto, io ho sempre visto un sentimento più profondo, più coinvolgente. So che molti non sono dello stesso parere, ovviamente ognuno è libero d’interpretare ciò che gli viene proposto come crede, io no. Io ho sempre visto “di più” tra quei due. E questa tua scelta di impegnarti in una Johnlock, mi attira molto, tanto più che hai scritto questa storia in un periodo vicino all’uscita degli episodi dei Mofftiss.
Arrivo qui, a questo capitolo.
Apri con una scena piacevole che ci riporta la quotidianità un po’ strampalata ma accogliente del 221b che sembra rassicurarci su tutto ciò che accadrà: loro due sono di nuovo sotto lo stesso tetto, in una routine consueta, caratterizzata dalla pazienza di John e dalla genialità vulcanica di Sh, perfettamente complementari ma, ad una prima impressione, non sono diventati una coppia, continuano a convivere, evidentemente, con una montagna di “non detto” e di “non fatto”.
L’apertura “rassicurante” si va via dissolvendo quando John entra nella stanza di Sh e vi trova l’agghiacciante documentazione raccolta dal consulting con un metodo lucido e spietato. Impressionante, per la loro carica di spietata lucidità, appare soprattutto tutto ciò che riguarda le torture subite, “archiviate” anche nei loro riscontri medici. Impressionante “memoria” di orrori che assume un’energia negativa ancor più destabilizzante perché John percepisce netta la chiara volontà di vendetta di Sh nei confronti del fratello. E questo lo inorridisce ancor di più, travalicando i confini delle sofferenze fisiche e morali subite anche perché, il sentimento che prova per Sh lo rende più sensibile di fronte all’eventualità, più che eventualità, davvero, che il suo “coinquilino”, evidentemente in cerca di James, dia la precedenza alla cieca furia di una vendetta bestiale che lo metterebbe sullo stesso piano della follia del fratello. Ma, non per giustificare Sh, sappiamo che lui, ora, è travolto dai sentimenti e, nel chiedere aiuto alla sua formidabile razionalità, riceve, come “risposta” possibile al male ricevuto da John, la progettazione di un piano che, scientificamente, restituisca a James tutto l’orrore subito dall’uomo che ama.
E questo travolge Watson e la sua umanità più emotiva, più portata alla protezione di chi è diventato troppo importante per lui per essere visto trasformato in un folle criminale.
Andando avanti nella lettura, ho trovato davvero convincente e di spessore lo scambio che hai ideato tra John e Mycroft, al club. Due ritratti ben riusciti di due uomini così diversi tra loro ma accomunati su un terreno comune, la salvezza, anche psicologica, di Sh. Due affetti diversi ma coincidenti, che tu esprimi molto, molto efficacemente in quell’ultima, apparentemente frettolosa, battuta di Holmes (“...ma non so come fermarlo...”). Inoltre, sicuramente IC, tutto questo, non c’è dubbio. Un Mister Inghilterra ritratto in modo che convince e richiama le caratteristiche proprie di quello che risponde al canone.
La comparsa di James, poi, ha riportato con sè tutta l’angoscia che lo ha accompagnato nella tua long precedente: un personaggio, pur nella sua negatività, da te colto in maniera credibile ed efficace. Solo che adesso sorge spontanea una domanda: “Cosa vuole?!”.
E lo capiamo, purtroppo, dalle sue parole che suonano agghiaccianti (“...Cosa vuoi?....Te...”) e così ci fai capire che un orrendo gioco ricomincia perché la posta in gioco è troppo alta per John, cioè la vita di Sh.
Il capitolo si chiude lasciandoci basiti e angosciati anche perché sai ricostruire in modo convincente anche atmosfere tese e livide di violenza senza bisogno di particolari che possano disturbare. Brava.

Recensore Junior
01/07/15, ore 20:03
Cap. 3:

Questa é decisamente una delle migliori Johnlock che io abbia mai letto. Colpi di scena e tutto il resto si alternano alla perfezione. Mi hai inchiodato al divano dal primo all'ultimo capitolo della serie. Spero di rileggerti presto Ciao :)

Recensore Master
27/02/15, ore 14:16
Cap. 3:

Ciao, mi sono letta tutta la storia in una volta e mi è piaciuta molto, soprattutto il finale. Mi è impossibile odiare James perchè infondo amava John anche se in modo contorto e dopotutto chi nella famiglia Holmes è "normale" :) 

Recensore Veterano
25/02/15, ore 22:55
Cap. 3:

Non sapevo davvero che tipo di conclusione aspettarmi, ma ho decisamente apprezzato il lieto fine. Non so se un cattivone come James Holmes possa convincersi a redimersi nel momento in cui si trova faccia a faccia con l'amore; e in verità non so se uno come James Holmes potrebbe mai innamorarsi, ma considerato che i sentimenti umani sono quanto di più imprevedibile ci sia al mondo, perché non pensare che sì, tutto questo è possibile?
Tutti e tre i capitoli sono risultati molto scorrevoli, non sono mancati i colpi di scena e nemmeno il finale a sorpresa.
Questa storia mi è decisamente piaciuta!

Recensore Veterano
25/02/15, ore 21:56

E' stato proprio il titolo ad attirare la mia attenzione. Concordo con te su quanto questa sia splendida!
Passando alla storia, non conoscendo (ancora) il contenuto di "Pure questo è amore", per un attimo ho creduto che questo James Holmes altri non fosse che James Moriarty. E mi è preso un colpo. Poi ho scoperto la tua verità e mi è preso un colpo lo stesso.
Letta tutta d'un fiato. Per nulla pesante nella narrazione, scorrevole, appropriata nei dialoghi tra i personaggi conosciuti, lascia sempre quel pizzico di curiosità che spinge ad andare avanti.
E avanti andrò!
Complimenti ancora.

Recensore Master
12/02/15, ore 22:40

Ciao,la storia sembra proprio interessante :) ma poco tranquilla, per questo non credo che riuscirò a leggere ogni capitolo con l'attesa del successivo, la aggiungerò ai miei seguiti ma probabilmente aspetterò che sia finita per leggerla tutta e apprezzarla meglio