Recensioni per
Digimon tutta la vita
di dino_s

Questa storia ha ottenuto 5 recensioni.
Positive : 3
Neutre o critiche: 2 (guarda)


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Nuovo recensore
05/07/15, ore 06:48

Storia molto bella e interessante, un po´ lunga, ma ne vale la pena 😀😄😌☺😁😃😉😌😀☺☺😀😁😄😌😉😃😀😌😃😃😄😁☺Vortei chiedere un tuo parere sulla mia prima storia, leggila

Nuovo recensore
03/06/15, ore 21:11

Ciaoooooo! Sono qui per recensire la tua storia o almeno cerchero' di farlo.

Allora prima di tutto il tuo stile di scrittura mi piace un sacco: hai un "bagaglio di vocaboli"" davvero articolato! I tre puntini li trovo caratteristici, quasi un symbol per la tua fic! L'unica pecca sono i dialoghi, che secondo me dovresti metterli uno sotto l'altro per facilitare la comprensione di questa meravigliosa storia.


Passando alla trama penso che sia davvero originale... considero interessante vedere un cambiamento, o meglio, una vera e propria maturazione di questi grandi personaggi: anche io penso che la perdita dei loro digimon ha causato uno stravolgimento nelle loro vite. Del primo capitolo cio' che mi ha colpito di più è come hai descritto con maestria Henry: davvero,gia' è il mio personaggio preferito in tamers, ma tu hai davvero catturato la mia attenzione per il modo in cui ce lo presenti. Ah! Quasi me ne stavo per scordare: premetto che ho amato tutta la parte incentrata sui Wong ma la scena tra Suzie e il padre mi ha fatto ridere di gusto!


In conclusione penso che la tua storia non abbia nulla di male e sono un po' sorpresa di come molti l'abbiano criticata pesantemente...Ci vuole una mente un po' aperta alle novità eh.


Spero di non averti annoiato o turbato in qualche modo,quindi ti saluto!

建良留姬
ciao ciaooooo

(Recensione modificata il 03/06/2015 - 09:13 pm)
(Recensione modificata il 03/06/2015 - 09:16 pm)

Recensore Veterano
23/02/15, ore 22:47

Salve!
Tengo presente che dopo quello che ho letto, sia della storia che delle risposte alle due recensioni, credo che lascerò perdere questa storia, dal momento che nessuno mi ha chiesto di leggerla e recensirla.
La storia non mi piace: ci sono 49 pagine di Word che avrebbero potuto essere benissimo meno della metà.
Il fatto che le scene filler sono di più rispetto a quelle che fanno avanzare la trama mi è risultato fastidioso, tanto che non so nemmeno come ho fatto ad avere la forza di finire di leggere e recensire senza che i miei occhi si sciogliessero (puoi anche dire che sono troppo confidenziale, ma per una che ha -3 in miopia e si mette a leggere il tuo papiro l'effetto è questo).
Sulla grammatica non ho nulla da dire, a parte il fatto che, forse, quei puntini di sospensione sono utili quanto un televisore nel bel mezzo del deserto del Sahara. Li metti ovunque, anche al posto della punteggiatura che avresti dovuto usare, rendendo la lettura più pesante: io non capisco il senso di questa tua scelta, ma sono sicura al 100% che sia sbagliata.
L'HTML è uno dei peggiori che mi siano capitati davanti, salvo quelli di gente che non lo usa per niente: perché usare il tasto TAB per iniziare un paragrafo con dei puntini di sospensione? Senza contare che queste fantomatiche 49 pagine sono pure in "calibri 11" e mi hai scombussolato tutta la pagina di efp, ma anche a questo credo che tu abbia una scusa.
Per quanto riguarda i personaggi, sono tutti OOC, chi meno e chi più. Non è umanamente possibile che i domatori e i digimon si siano ridotti così per colpa della loro lontananza: la gente normale volta pagina, continua la sua vita normalmente, nonostante gli manchi quel periodo. Non credo che Takato aumenterebbe di peso solo perché ha perso Guilmon, ad esempio: l'ultimo episodio di Tamers parla chiaro sulla reazione dei domatori alla perdita dei loro digimon e a cosa pensano dell'avventura che hanno appena vissuto, non devo stare neanche a spiegarti tutto. (l'ultima scena, quella del monologo di Takato che hai citato alla lettera, ti smentisce su tutti i fronti).
Ma parliamo di Beelzemon: dillo che lo hai lobotomizzato quando era ancora Impmon (poveretto), perché quello è un personaggio che ha CAMBIATO personalità, e tieni presente che è il mio personaggio preferito nell'anime, quindi immagina come mi sto sentendo ora.
Non provare a dirmi che hai prestato attenzione ai cambiamenti dei personaggi e ad ogni minima sfaccettatura, perché scuse del genere non attaccano quando mi stravolgi tutti i personaggi, rendendoli irriconoscibili.
Delle due figlie di Renamon e del marito non sto a dire nulla perché non dovrebbero esistere: lei stessa dice che i digimon sono assessuati. Vorrei inoltre ricordarti che il D-Reaper si inceppava perché i Digimon non comprendono il concetto di "genitore".
La storia non fa altro che ricordare, in maniera fastidiosa, di quanto il mondo faccia schifo senza i digimon, facendolo anche nelle scene filler.
Le descrizioni sono poche o nulle, mascherate dai puntini di sospensione, come se potessero giustificarlo.

Ora parlerò di ciò che non mi piace quando ti approcci ai recensori: sono sicura che tu sia una persona validissima, ma così non si fa.
Hai detto che la tua fic è un lavoro di un anno e tre mesi: non l'hai riletta prima di pubblicarla? Cioè, seriamente l'hai pubblicata così com'è senza neanche avere un dubbio? Cioè, io ho una che aggiorno ogni quattro mesi e a cui faccio stesure multiple per rendere la fic il meno pesante possibile, poi arrivi tu e pubblichi di tutto punto.
Tutti si sono fatti un mazzo così, tu compreso, ma tutti devono accettare le critiche: tu non sei il migliore di tutti ed il fatto che tu ti metta a criticare come si pone chi ti critica o critica la tua storia la dice lunga.
Non esiste che tu dica "non la modifico perché è già finita" o che magari poi trovi la scusa paragonando la fic ad un libro, perché non lo è. Due ore per modificare un capitolo dovresti averle, quindi la scusa non regge. Per l'HTML è ancora peggio, dal momento che servono al massimo tre o quattro click per modificarlo.
Se devo essere sincera mi dà fastidio questo atteggiamento, sembra che tu non voglia migliorare per niente, non oso immaginare come si sono sentiti gli altri quando hanno capito che tutte le loro parole spese per aiutarti sono state inutili.
Mi dispiace, ma devo lasciarti una bandierina rossa, non credo che la tua fic meriti né una positiva né una neutra.
Angie 96

Recensore Veterano
22/02/15, ore 18:24

Innanzitutto vorrei chiederti scusa se ti sono sembrata offensiva nel messaggio personale che ti ho inviato su Facebook. Ti assicuro che avevo optato per un messaggio personale privato proprio per evitare ciò.
Come potrai notare se darai un’occhiata al mio profilo so bene cosa significhi portare avanti una storia importante, il lavoro, gli sforzi per arrivare alla fine, ma negli anni ho capito che la cosa più importante è il confronto con gli altri scrittori. Non solo dal punto di vista grammaticale ma anche per quanto riguarda la trama in sé posso assicurarti che sono migliorata di più in un anno di confronti che in tre di scrittura solitaria.
Purtroppo, avendo tu già concluso la fanfiction questo confronto non ci potrà essere, ma magari in futuro per un’altra fanfiction potrai decidere di usufruire di questo “sostegno” da parte di qualcuno.
Il “mio” pare sui puntini di sospensione è stato così categorico, come tu mi hai fatto notare perché semplicemente non è un mio parere ma una regola chiara che ho trovato scritta su diversi manuali di scrittura creativa. Se fosse stato un mio parere l’avrei specificato, perché non mi permetterei mai di spacciare per regola assoluta qualcosa di cui non sono perfettamente sicura e che non ho verificato ripetutamente; se devo avanzare un’ipotesi dico cose tipo “sì, ma penso funzionerebbe meglio così” oppure “sì, ma ho sentito che funziona in quest’altro modo” o ancora “guarda che ho letto che si fa così, tu cosa ne pensi?”. Chiarisco sempre, quando non è qualcosa di cui sono sicura o quando si tratta di una mia idea.
Mi dispiace solo che tu abbia pensato che volessi obbligarti a seguire una mia opinione come se fosse una realtà assoluta. In verità posso affermare che si tratta di una regola ben precisa (che non ho inventato io) che tu sei comunque liberissimo di ignorare.
Vorrei però ricordarti, sperando di non apparire saccente o seccante perché non è certo questa la mia intenzione, che le regole esistono per un motivo e, soprattutto quando sono dettate da chi ha più esperienza di noi (e mi riferisco ovviamente a coloro che scrivono i manuali di scrittura creativa e ad autori ben più in alto di noi) sarebbe bene seguirle perché di certo sono studiate e mirate.
In tutto questo ribadisco che non voglio assolutamente essere offensiva, ti prego di non fraintendere le mie intenzioni.

Mi dispiace che ti abbiano infastidito alcune mie affermazioni, la mia reazione alla prima apertura della fic è stata: “finalmente qualcuno che non conosco posta nella sezione di Tamers, dobbiamo assolutamente diventare amici” e poi ho visto tutto e avevo un esame il giorno dopo, essendo settimane che studiavo non ho avuto la forza, dopo aver visto la lunghezza del capitolo.
Non è questione di fluidità, ma neanche di ritmo della storia. Sono costretta ad evidenziare ciò che avevo letto precedentemente per non perdere il rigo. Sarà che è colpa del pc o che stare davanti allo schermo è faticoso, bisognerebbe sapere che effetto ha fatto agli altri per comprendere se è un problema mio, probabilmente.

Come tu mi hai chiesto ignorerò l’impostazione, i puntini di sospensione tra i dialoghi.
Posso almeno chiederti la ragione di metterli anche a inizio paragrafo e di andare all’altro rigo a metà di una frase detta da un personaggio? È una curiosità, in realtà, perché mi hai detto in privato che li usi per separare i dialoghi ma in quel caso non ci sono dialoghi da separare quindi vorrei capirne la funzione. Devo ammettere che ci ho impiegato quasi mezzo capitolo a capire che parlava la stessa persona del rigo precedente, perché stupidamente non sempre notavo le virgolette dei dialoghi che venivano chiuse.

Chiesto questo passiamo oltre.

Spiegami, per favore, il senso di questa frase: “quegli operai un po’ svogliati ma non rinunciatari”. La domanda che mi preme è: rinunciatari di cosa? Cosa ha a che fare con il contesto? A cosa serve questa informazione che in realtà non mi sembra neanche un’informazione?
Quando all’inizio parli dei Digignomi e di tutto il resto in realtà non mi dici nulla, non mi descrivi l’ambiente, non riesco ad immaginare dove si svolge la scena. All’inizio avevo immaginato un cantiere in periferia, ma poi mi è venuto il dubbio che si trattasse del nascondiglio di Guilmon, ma era solo un dubbio lontano. Sarò io che non ho capito, ma questo non è un bene, lo scrittore deve rendere vivida l’immagine per il lettore, lo scrittore ce l’ha in mente ed il lettore no, lo scrittore deve descrivere la scena in modo che il lettore possa sentirsi parte di essa. Far vedere al lettore il mondo e la vicenda immaginata dallo scrittore è il ruolo di un libro. Questo non credo sia un mio parere, per quanto appoggi ciò che afferma ogni manuale.

Il discorso tra i due ragazzi che parlano male di Takato all’inizio, per l’assenza di descrizioni mi sembra un’intercettazione telefonica, non riesco a vedere le occhiate di scherno, i due che gesticolano, non sono neanche certa che siano due o di più.
Mi sfugge, comunque, l’utilità della discussione tra loro. Raccontare significa filtrare le informazioni (fonte: ogni manuale di scrittura creativa che ho letto ed una ragazza che ha frequentato un vero corso di scrittura creativa e, seppur qualche anno più piccola di me, una vera fonte di conoscenza al riguardo) e questo discorso mi dà informazioni che personalmente avrei preferito ricevere in altro modo, magari senza tutta questa cattiveria gratuita (a parer mio) nei confronti di Takato (a meno che non sia utile alla storia o il bullismo nei suoi confronti non sia in conflitto principale di essa, secondo ciò che dicono i manuali).
È una cosa che ho imparato a mie spese nel tempo.
Altrimenti è come se all’interno di un telefilm poliziesco si inserissero le scene di un telefilm con i dinosauri che il figlio del protagonista (che comunque non è uno dei personaggi principali) sta guardando mentre il padre dorme dopo essere tornato dal lavoro. Una scena che non dà nessuna informazione utile per risolvere la trama del poliziesco, non trovi? Ora, ovviamente sto cercando di farti comprendere con parole mie cosa intendo, ma non sono certa di essere riuscita a spiegarmi. Non sono mai molto brava a spiegarmi, tipo il fraintendimento in mp. Di nuovo mi dispiace, a proposito.

Quando dici che “Tokyo splendeva e schizzava” cosa intendi esattamente? Di certo non una Tokyo che si muove, splende di luce e schizza la gente a caso, ovviamente. Non è neanche una domanda ironica, ma è quello che io immagino leggendo le tue parole.
Usi immagini e parole che sono talmente impalpabili da non riuscire ad esporre al meglio ciò che volevi dire. O almeno io non riesco a comprenderlo

Molto spesso, soprattutto quando appaiono personaggi secondari, divaghi facilmente in discorsi che qualcuno potrebbe preferire saltare.
I toni lamentosi con cui la maggior parte dei personaggi parlano è ben lontano dai toni per cui Digimon mi appassionava tanto e dai tipi di storie di cui mi piace leggere. Ora, questa è certamente una questione di gusti, ma voglio leggere di una storia che mi faccia vivere un'avventura e i toni drammatici mi stanno bene, purché non mi esasperino (senza offesa, parere personale).
Tutti parlano e riparlano delle stesse cose (e con difficoltà tengo il segno del rigo evidenziando ciò che ho già letto in precedenza, ma continuo a perdermi ed a dover rileggere più volte) senza in realtà riuscire a venirne fuori, ribadiscono in continuazione cose che il lettore probabilmente ha già capito ed il messaggio che riesco a cogliere personalmente è solo “senza i Digimon la vita fa schifo”. E dopo che l’ho capito i discorsi che lo ribadiscono e dovrebbero sottolinearlo in realtà mi infastidiscono un po’, tanto che purtroppo tendo a dovermi sforzare per leggerli senza saltare qualche rigo.

Ogni discorso, comunque, manca di descrizioni, di ambientazioni. Non sono vividi, non riesco a immaginare le persone quando parlano. Hai scritto molto, è vero, non nego l’impegno che ci sia voluto per stendere questo primo capitolo ed il tempo che ci hai impiegato per scrivere ciò, ma ciò che personalmente riesco a visualizzare nella mia mente è ben poco e la storia non riesce a catturarmi e spingermi a leggere ancora. Mi dispiace, soprattutto considerando che dopo anni qualcuno ha finalmente postato qualcosa nella mia sezione preferita, ma non è una visione superficiale di una storia, quella che cerco. Voglio qualcosa che mi catturi e la tua storia non lo fa, forse perché i temi trattati non coincidono con i miei interessi, probabilmente ricerchiamo cose differenti in un racconto. Spero veramente che riesca ad attirare l’attenzione di qualcun altro, perché mi dispiacerebbe che tutto questo lavoro venisse sprecato.
La punteggiatura pecca in alcuni punti, e non parlo dei puntini di sospensione ma delle virgole. C’è un dialogo, da qualche parte, in cui è praticamente assente se non alla fine.
In tutto ciò neanche lo stile di scrittura, il modo in cui racconti le cose, mi piace troppo. Questo è certamente un parere personale (anche se si spinge sempre gli scrittori – come ho letto informandomi in giro – che raccontare una storia non è come scrivere un poema e bisogna imbastire lo stile in modo da essere immediati), ma non lo trovo abbastanza chiaro da permettermi di immaginare la situazione. Spero tu non me ne voglia per questo.

Questa questione dei Digimon che hanno figli non mi convince appieno, è anche contraria ad una affermazione di Renamon in una delle ultime puntate, quando la madre di Rika dice che sembra una signorina e lei ribatte che i Digimon non hanno sesso. La ricordo chiaramente perché ho rivisto le ultime 3 puntate alcuni giorni fa, ma comunque è una scelta di trama e la rispetto.

Personalmente non riesco a distinguere le voci dei diversi personaggi. Ho letto che ogni personaggio dovrebbe distinguersi dagli altri per un modo particolare di parlare, anche se in realtà non ci ho mai dato troppa importanza. Ma il modo in cui tutti, dai Digimon agli umani, dagli adulti ai bambini, hanno lo stesso modo di parlare non mi è stato molto d’aiuto nel distinguerli gli uni dagli altri. Parere mio, ovviamente.

In virtù di questa ed altre questioni non me la sento di dare un parere preciso sulla trama, perché dopo due giorni non riesco più a seguirla. Mi dispiace infinitamente di ciò.
Ti chiedo scusa se ti ho fatto perdere tempo con questa recensione e questi pareri che probabilmente non gradirai appieno.

So per esperienza personale che troppe modifiche ad una storia finita e così lunga sono impossibili, quindi non ti chiedo di correggere queste cose e sono certa che avrei trovato anche nei futuri capitoli gli stessi punti da ribadire, quindi eviterò di farlo poiché sarebbe un lavoro inutile. Spero solo che tu possa fare tesoro di questi appunti in futuro e ti chiedo di rispettare anche l’impegno e la passione messo da noi che recensiamo, perché tu hai certamente lavorato molto sulla tua storia (ciò che mi infastidisce, e credo che chiunque altro confermerà. è è il fatto che tu abbia più volte ribadito l’impegno e la passione messa per scriverla – ho letto la risposta all’altra recensione –, come se noi che abbiamo portato avanti storie a volte per più tempo di te non fossimo a conoscenza di quanto impegno ci voglia e quanto sia dura scoprire quando la storia che tanto si amava in realtà ha delle pecche, che possano essere trascurabili o no. Io, quando ti ho esposto i miei dubbi sul modo in cui hai inserito il codice html, ho prima controllato se fosse la tua prima fanfiction e visto che era così ho pensato di poterti aiutare in qualcosa che pensavo potessi non aver capito. Ma evidentemente non è così. E tu, comunque e senza offesa, non hai avuto la stessa premura nei nostri confronti, di informarti per capire se avessimo esperienza alle spalle e se sapessimo cosa significa scrivere una fanfiction ed esporla al giudizio dei lettori. Forse ho frainteso il tuo disinteresse al riguardo o l'ho solo immaginato, ma cominque me ne rammarico), ma anche noi abbiamo speso una fetta del nostro tempo per leggere e di certo, se talvolta possiamo sembrare ironici, è perché a volte troviamo che l’ironia sia più adatta che una critica secca, perché pensiamo che sia meglio aiutare e dare consigli che stroncare.
EFP serve a questo, ti chiedo scusa se posso sembrare saccente, ti giuro che non è una mia intenzione, ma si posta qui per migliorarsi, altrimenti è inutile, a parer mio.
Comunque, laddove i pareri non sono richiesti, e forse neanche bene accetti, mi limito semplicemente a non darne altri.
Spero solo che tu abbia apprezzato le due intere giornate che mi ci sono volute per leggere e recensire il tuo primo capitolo, in un fandom in cui le recensioni sono ormai come l’acqua nel deserto e in un momento in cui forse avrei fatto meglio a scrivere per aggiornare una storia che ho in corso da più o meno tre anni.
E scusami ancora se sembro offensiva, davvero non è quello che voglio.
Spero solo tu possa apprezzare il tempo che ho dedicato a leggere e recensire questo capitolo così come io ho cercato di apprezzare il tempo che tu vi hai dedicato nello scriverlo.

Perdonami per il disturbo
Kojima Ayano
(Recensione modificata il 23/02/2015 - 10:10 am)

Recensore Master
22/02/15, ore 00:22

Cindermon è davvero una tipetta scoppiettante~
Ehilà! Qui KonanKohai e benvenuto nella sezione. Siamo in pochi, perciò vedere nuovi volti fa sempre piacere. Mi spiace non aver recensito subito ma per un testo così lungo dovevo prendermi il tempo per segnare ogni possibile dettaglio. Dopotutto, siamo su EFP per migliorare, quindi bando alle ciance e andiamo con ordine!
Prima di tutto, premetto che di solito tendo ad essere molto ironica nelle recensioni, così da poter far notare eventuali errori senza pesare troppo. Ma essendo la prima recensione che ti faccio, cercherò di essere il più seria e mirata possibile.
Prima analizzerei il testo in sé, poi farei considerazioni sulla trama.
Allora, prima di tutto, il numero di pagine in un capitolo. Condensare ben 31.000 parole e passa in un solo capitolo denota un pochetto di non curanza verso chi deve leggere. Certo, non nego che forse non tutti possono essere d’accordo con me. Ma dividere in due il capitolo non dovrebbe rubarti troppo tempo, basta inserire il codice solo nella prima metà delle pagine e le prossime tenersele per il capitolo successivo.
Questo accorgimento renderebbe più facile per i lettori leggere la tua storia. Il computer, dopotutto, stanca molto gli occhi e chi ha problemi di vista rinuncerebbe subito a leggere. Personalmente, quando ho aperto la prima volta il capitolo ho pensato “mio Signore, quanto ci metterò a leggerlo?”. La prospettiva di impiegare ore della mia vita a leggere qualcosa di interessante non mi dispiace in sé, anzi, la trovo assai interessante!
Ma leggere qualcosa di bello, ma non ben impaginato  “mi scoccia”. Mi spiace di aver usato un termine così terra-terra, ma trovo che esprima bene il mio stato d’animo verso questa storia. Ho chiesto pareri ad altri miei “compari” che hanno manifestato il mio stesso scoraggiamento.
Comunque, la prima cosa che salta all’occhio è il modo in cui vengono trattati i dialoghi tra i personaggi, credo, secondari. Sempre che non siano comparse, ecco. Mi è già capitato di vedere scrittori che adottano la scelta di non andare a capo, finendo per non separare nettamente i dialoghi tra un personaggio e un altro. Ma è la prima volta che mi capita di vedere l’uso dei puntini di sospensione per, almeno, accennare questa separazione.
È una scelta bizzarra, visto che non si vede in giro. Forse molti non potranno fare a meno di chiedersi «Cosa? Perché?». E sì, io sono tra questi. Ognuno si comporta come vuole, certo, ma l’uso di questi puntini spezza la magia della scrittura.
Se c’è una cosa su cui sono stata sempre certa, è che la scrittura veicola una particolare magia. C’è un patto non detto tra lettore e scrittore. Il lettore si impegna a lasciarsi guidare dalle parole dello scrittore, fingendo per tutto il tempo della lettura che queste cose stiano accadendo veramente. D’altro canto, l’unico dovere dello scrittore è di non spezzare quella magia. E per farlo, sarebbe necessario evitare troppe bizzarrie.
Tra l’altro, questi puntini non mi dicono nulla. Credo che siano stati usati per dare l’idea di un botta e risposta tra i due ragazzini, ma personalmente farei diversamente. Questo discorso riguarda il ritmo della storia, vorrei approfondire meglio questo punto, ma impiegherei troppe parole. Per sintetizzare, quando voglio dare l’idea di un ritmo frenetico preferisco usare frasi brevi, incisive con descrizioni molto vivide. Quando invece voglio dare una sensazione di rilassamento, mi perdo nelle descrizioni. Cerco di rimanere coerente con il personaggio che ho adottato come punto di vista per raccontare gli avvenimenti.
Ma questo non è il solo dettaglio che potrebbe buttare il lettore “fuori dalla magia” della scrittura. È il caso anche di costruzioni come […] e le sue mani si sfregavano con l’intenso stento di quando vi è una possente consapevolezza da fronteggiare […] Ammetto la mia ignoranza, mi sono dovuta far spiegare questa frase.
E questo è un male.
Per me è stato l’equivalente di un calcio negli stinchi. So di non essere una persona intelligente, furba o sveglia, ma questa bizzarra scelta di parole mi ha ricordato che stavo leggendo e non vivendo la vicenda. Mi sono dovuta fermare, rileggere la frase, presentarla a cinque persone diverse e nessuna di loro ha saputo spiegarmi il significato.
Si vede che tutti non siamo persone prettamente sveglie.
Il problema è questo brusco risveglio è accaduto più di una volta.
Anche nel caso in cui hai citato la canzone con cui hai immaginato la scena tra Henry e Suzie, perché inserire questa nota nel mezzo della lettura? Di solito, pare essere una convenzione, si mette un asterisco sulla parola finale della frase in questione. Ciò rimanda alle note dell’autore dove si avvisa “questa scena rende meglio ascoltando tandeitali”. Non è la canzone a dover dare l’atmosfera, sono le parole. Non è un film, è una storia!
Altro problema: il ragazzino irritante che urla che il digimon che ha scelto Takato era uno stupido. Senza contare gli altri personaggi che urlano. Perché l’improvviso uso di maiuscolo? Questa scelta è utilizzata nei fumetti, non nei testi. Il maiuscolo è usato al massimo nel caso in cui si riporti qualcosa che è scritto, per l’appunto, in maiuscolo in un articolo, un’insegna, un qualsiasi cosa che il personaggio potrebbe leggere.
Sfortunatamente, questo non era un mio pensiero. I manuali di scrittura sono abbastanza concordi in proposito.
Tra l’altro, andando avanti, ho notato un uso massiccio di punti di sospensione anche nel testo in sé. Non varrà molto, ma nei miei anni di esperienza su EFP, ho notato che è meglio descrivere quel silenzio, quelle cose non dette che vogliamo lasciar trasparire. È una cosa abbastanza complicata, ma il senso di lentezza si ha dal dettaglio marginale che descriviamo. I punti di sospensione, invece, suonano come un rifugio. Una sorta di protezione che sfruttiamo per non esporci nelle descrizioni.
Veniamo alle riflessioni di Takato.
Lo sviluppo di una sua eventuale depressione è una scelta interessante, magari anche coerente con il personaggio. Ma hai messo in bocca a un ragazzo termini un po’ rarefatti. Non so ben spiegarmi, ma non posso fare a meno di avere la sensazione che stia “imboccando” a Takato queste parole. Aggirandomi, molto meno che più, sull’età di quel povero ragazzo posso dire che quando qualcosa mi distrugge non penso […] Tutte queste preoccupazioni… sono dentro di me. Mi logorano giorno dopo giorno! […]
Penso a cose precise, penso a quel professore con cui non riesco ad andare d’accordo. Penso che è orribile che io non riesca a trovare, non so, lavoro. Penso agli appuntamenti che non combinano, al fatto che ho litigato con la mia migliore amica per una stupidaggine.
Diversi scambi tra personaggi mi sono risultati pesanti da leggere, è stato difficile per me non lasciar perdere. Dialoghi, dialoghi e poche azioni. Ho l’impressione di ripetermi, nel ribadire che avrei desiderato delle descrizioni più dettagliate.
Detto questo passiamo alla trama, che in sé, non mi dispiace nemmeno. Tralasciando la lettura molto pesante, e la poca densità di avvenimenti significativi nel primo capitolo, i nuovi personaggi sembrano molto frizzanti. La caratterizzazione – è naturale, essendo solo il primo capitolo – risulta un poco piatta.
D’altra parte Beelzemon è davvero OOC. Per i ragazzi questi nuovi caratteri potevano essere comprensibili, probabilmente, visto gli eventi che hanno vissuto. Ma nel caso di Beelzemon sembra che l’abbiano sostituito con il suo gemello buono. Se puoi, direi che dovresti inserire l’avviso OOC. Infatti, i personaggi comunque, visti gli avvenimenti vissuti, non sono fedeli agli originali ^-^
Rimando alla prossima recensione pareri più approfonditi.
Nel complesso è un discreto lavoro, può migliorare!
See ya!
-Konan