Recensioni per
La figlia del guerriero
di MaxT

Questa storia ha ottenuto 11 recensioni.
Positive : 11
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
30/06/21, ore 08:55

Ciao carissimo,
che i dolciastri e politicamente correttissimi cartoni animati della Disney possano trasmettere così bene i valori del Bushido è una cosa che mi riempie di meraviglia. Ma forse, anzi sicuramente, sei tu che hai conferito questo valore alla vicenda.
Mi piace molto la Società che hai descritto, mi ricorda Sparta. È un mondo in cui l'onore, la disciplina e il coraggio sono valori veri, a cui dedicare la vita e la morte. Orube è una bambina di dieci anni, ma ha già assorbito a fondo questi principi: non è una mocciosa frignona, ma una guerriera in miniatura, che ha capito e assimilato a fondo il significato di tutti i valori che il padre e gli istruttori della scuola le hanno trasmesso nei tre anni della sua istruzione.
Il tono della narrazione è lento, solenne. Induce anche il lettore alla compostezza e alla dignità. Fa capire come in quel mondo non ci sia posto per viltà e autocommiserazione.
Ho adorato il momento in cui la madre di Orube le spiega il significato dell'onore: è quello che ogni madre dovrebbe spiegare a un figlio (o a una figlia).
Come sempre un racconto bellissimo, che colpisce e lascia il segno.

Recensore Master
22/06/21, ore 11:44

Ciao^^
Rieccomi dalle tue parti.
Non conosco il fumetto in questione, quindi ho letto la storia come se si trattasse di un racconto originale.
Ho trovato molto interessante il contesto che hai ricreato, che come hai specificato nelle note si ispira a determinati periodi storici con numerosi riferimenti a culture del passato.
Quel che mostri è il passaggio dall'infanzia alla maturità. Hai ben descritto la crescita della protagonista, che quando era ancora bambina ha dovuto affrontare la separazione dalla famiglia per seguire le regole imposte dal suo popolo. Appartenendo a una stirpe di guerrieri la giovane è destinata a seguire la strada del padre e dei fratelli.
Fondamentale è il rapporto con il padre, per il quale prova sincero e profondo affetto. Non vuole deludere il genitore, ed è per renderlo orgoglioso e rispettare la sua promessa che ha accettato il suo destino.
La morte del padre, avvenuta con onore in battaglia, è un evento significativo, che di certo segnerà per sempre la vita della protagonista.
Il dolore di Orube è alleviato dalla consapevolezza di aver reso orgoglioso il padre, anche se il suo percorso è soltanto iniziato. In ogni caso la giovane guerriera è determinata a mantenere la parola data, rispettando la sua promessa.
Complimenti, è sempre un piacere leggere i tuoi racconti.
Alla prossima! :)

Recensore Veterano
31/01/21, ore 15:48

Ciao Max


Storia davvero molto bella, sicuramente ben scritta e piacevole da leggere.

Orube è un bel personaggio, è una ragazza dura che ha soffocato i suoi sentimenti per diventare come il padre la voleva. In realtà questo lo immagino, perché non ho letto il fumetto, mentre la tua storia si ferma prima della sessione di addestramento approfondito.
Mi mette un po' di tristezza pensarla così e mi auguro che sappia dare alla sua vita un valore non solo bastato sull'onore ma anche sui sentimenti che temo, come guerriera, dovrà sempre sopprimere.

La cosa che mi è parsa più strana sin da subito è che il momento in cui Orube lascia la sua casa appaia tanto improvviso. Doveva sapere che a sette anni avrebbe lasciato la sua casa, quindi dovevano esserci stati dei momenti angosciosi precedenti la partenza. Pensare che l'unico ricordo di quei momenti che rimanga nella sua mente siano le ultime parole dette dal padre mi pare un po' strano.

Altra cosa è la battaglia in notturna. Credo vi fosse almeno una falce di luna, altrimenti non penso che la battaglia sarebbe stata possibile.
E poi la scena della morte di Hoclotos... Perché i suoi compagni hanno liberato il campo senza curarsi di quel che facevano gli altri? Capisco l'onore, ma sapevano che quelli erano malvagi. Perciò i guerrieri mi sono sembrati un po' troppo ingenui in quell'occasione.

Tolte queste due opinabili impressioni, è sicuramente un buon racconto. Inoltre mi hai fatto annusare il mondo di W.i.t.c.h., e questo mi ha reso particolarmente curioso.

Alla prossima occasione! Ciao!

Recensore Veterano
10/11/13, ore 11:08

Ciao Max,
ho letto con molto interesse anche questa tua storia.
Ho trovato le descrizioni della città, dei personaggi e dei loro usi veramente chiare e ben fatte.
Mentre leggevo il racconto ho trovato diverse analogie col popolo guerriero degli spartani per quanto riguarda l'addestramento militare (quando ho letto le note d'autore ho avuto la conferma di aver pensato bene) e mi è piaciuto molto.
I personaggi che mi hanno colpito di più sono sicuramente i più giovani, cioè Orube e i suoi fratelli.
Ho trovato bellissimo il modo in cui sei stato capace di rendere il cambiamento dei più grandi, il cui animo è ormai temprato dagli allenamenti militari, e la spontaneità dei più piccoli.
Ho apprezzato anche l'idea di far ricordare alla protagonista alcuni avvenimenti del passato perché così hai reso palese la sua "metamorfosi" da Orube alla Guerriera sognata dal padre.
Davvero un bel racconto sotto ogni punto di vista.

Baci, Psyche

Recensore Junior
26/07/13, ore 12:22

Dovevo leggerla da qualche giorno e oggi finalmente mi sono presa quei 10 minuti per farlo. Devo dire che ne è valsa la pena. Mi piace molto la caratterizzazione della nostra Orube a 10 anni. Fiera, controllata come se ne avesse 20. Trovo molto credibile l'aver incontrato Luba in una situazione del genere, anche se io avevo sempre immaginato che lei fosse già sua insegnante dal primo anno.
Un'altra cosa che trovo fantastica è la professionalità che ci metti in ogni storia. In pochi infatti mettono spiegazioni riguardanti il fumetto, i personaggi utilizzati e inventati e la concatenazione logica degli avvenimenti. Davvero bravo!

Recensore Master
08/03/13, ore 14:33

Devo dire che questo racconto - potente e al contempo delicato - mi ha lasciato dentro una profonda malinconia, anche se per un motivo magari non immediatamente comprensibile.
Ma andiamo con ordine: bella la descrizione iniziale (avevo colto i riferimenti a Sparta e al Giappone feudale: il bianco come colore del lutto, le pagode, il kimono, le spade da samurai, etc...) e soprattutto indovinata l'idea di raccontare l'"estraneità" anche architettonica e naturale del mondo descritto rispetto a quello di chi legge, non solo a causa dei due soli (altro simbolo nipponico, però qui raddoppiato) ma soprattutto per quei giardini cinti da mura, quasi più simili a caserme che non a luoghi di piacere e svago. Ecco, questa immagine più di altre rende l'idea di una società non solo ordinata, ma anche piuttosto chiusa, divisa in caste e gerachie alle quali è difficile sottrarsi, retta da regole ferree che trascendono la volontà del singolo.
Ecco, io ci ho letto questo e da ciò deriva la malinconia: non per la morte prematura - sì ma eroica e in qualche modo "accettata" socialmente e moralmente - del padre della protagonista, quanto per l'infanzia rubata a lei e per il destino che, inevitabilmente, segnerà la vita di tutti i suoi fratelli. Perchè io non ci trovo nulla non solo di eroico, ma nemmeno di accettabile, nello strappare un figlio di sette anni all'affetto della sua famiglia per costringerlo a una vita che lo indurirà, rendendolo incapace di manifestare i propri sentimenti anche di fronte a un grande dolore o a una grande gioia. Senza dargli nessuna possibilità di scegliere la propria vita autonomamente.
E l'idea di generare un figlio ogni tre anni per dare braccia e cuori nobili alla patria? Ecco, questo mi fa venire i brividi... perchè mi fa percepire un mondo rigidamente inquadrato, che sacrifica la libertà del singolo al bene superiore dello Stato e, in quanto tale, finisce per essere autoritario e illiberale, pur se mascherato dietro un'apparenza di protezione dei deboli e dei poveri.
Lei interiorizza la massima più importante del codice d'onore: non si può mentire a se stessi. Ma la applica in concreto alla sua vita? Evidentemente no, perchè altrimenti comprenderebbe di non aver mai potuto esserne davvero padrona, di aver abbracciato - per amore filiale e desiderio di compiacere la famiglia - un destino che non ha scelto. E capirebbe di non essere, invece, mai stata altro che insincera con se stessa, anche se non per colpa sua.
Immagino e spero che col passar del tempo questo aspetto le si chiarirà: in fondo, anche la sventurata monaca di Monza, cresciuta a bamboline vestite da suora, alla fine "rispose".
E' evidente che sarei stata una pessima madre per la protagonista e una pessima moglie per il guerriero... :)
Mi spiace se forse non ho colto lo spirito che volevi imprimere al tuo racconto; è che probabilmente ho un'anima più sovversiva di quanto si potrebbe pensare.
Sono, però, molto contenta di averlo letto: è raro imbattersi in storie che ti scatenano dentro una tale tempesta emotiva e ti fanno riflettere su cose così importanti.
Un abbraccio, alla prossima.

Recensore Master
25/11/12, ore 11:01

Mi piace questa storia.é vero, nel fumetto,Basiliade vine visto come un luogo simile ad un villaggio dove l'onore ,le armi e una educazione rigida la fanno da padrona e viene del tutto messo da parte il valore dell'umanità o della fragilità dei sentimenti.
Tu lo hai reso bene.Mi sono accorta delle maiuscole nei dialoghi e si "sente" che Orube parla con persone di rilievo nel suo mondo.
MI ha lasciata un po' perplessa la premessa che hai scritto. Non vorrei entrare nei fatti tuoi ma ,purtroppo, i criticoni sono sempre in agguato.Devi scrivere per il puro piacere e non per gli altri .

Recensore Junior
28/08/09, ore 21:08

Devo dire che, delle tue one-shot su Witch, finora questa è quella che preferisco.
La cosa che più mi è piaciuta è la sensazione che sia una storia a livelli. Orube decenne ricorda il padre e momenti della sua infanzia, ma la sensazione che ne ho ricavato io, del tutto soggettiva e, magari, del tutto errata, è che anche lei sia in realtà un ricordo di un’Orube adulta, forse già sulla terra, che non compare. Forse è una sensazione suggerita dall’atmosfera ovattata del racconto, e da una sua certa qualità rarefatta e onirica.

Poi c’è il fatto che si ambienta su un mondo non terrestre e questo si sente ^__^
A volte, Meridian mi sembra troppo ‘terrestre’, una specie di terra medioevale. Basiliade è un mondo decisamente più alieno e questo per me è sempre un elemento di interesse ^__^

Ottimo il registro tenuto, in particolare riguardo alle emozioni dei personaggi, trattenute, composte come ci si deve aspettare da un popolo di austeri guerrieri sicuramente poco avvezzi a mostrare esplicitamente i propri stati d’animo, come dimostra il comportamento di Hoclotos nei confronti della figlia, nonostante questi sentimenti siano ben presenti.
Sarà forse che io non ho molta simpatia per le emozioni dichiarate, ma questo modo di suggerirle, con piccoli gesti, poche parole, francamente mi colpisce molto più di urla, strepiti e declamazioni.

Recensore Veterano
27/05/09, ore 22:47

Bellissima storia, dal ritmo solenne e marziale, ma che mantiene quel cuore di tenerezza dato dai ricordi di Orube bambina, e dalle sue promesse e speranze di giovane guerriera. Molto notevoli le descrizioni dei personaggi e l'inserimento di tutta una serie di piccoli particolari che la protagonista nota, che danno sia spessore alla storia che realismo all'ambiente dove si muove Orube. In definitiva un'ottima lettura, e un'interpretazione del passato della guerriera davvero affascinante.

Recensore Master
27/12/08, ore 13:21

Recensione pubblicata su www.criticoni.net. Storia partecipante alla IV Disfida, il voto che apporta alla sua media-squadra è 7.50.

Akemichan
Non so quanto sia ripreso dalla realtà della storia e quanto sia invece stato creato dalla mente dell’autore perché non leggo il fumetto, quindi darò un giudizio che non tenga conto di ciò. Non mi è dispiaciuta, soprattutto nella costante ripetizione della frase del padre, che fa capire quanto stretto fosse l’affetto che la protagonista prova per lui; molto realistico anche la diversità della visione della protagonista dopo il ritorno a livello di affetti. Tuttavia, in certi punti, non riesce ad essere eccessivamente incisiva.

Frozen
Ho letto i fumetti ogni mese fino a due anni fa circa, e ricordo bene la comparsa di Orube nella storia. Non è mai stato un personaggio molto interessante per me, ad essere sinceri, ed in questa storia speravo di scoprire una Orube più “spessa”, non so. La storia è carina, sì, il “mobbido” di Orube e in generale la maniera in cui è stata rappresentata sono molto IC, il personaggio di Luba e il rapporto tra allieva e maestra è importante nel fumetto ed anche qui è stato ben sottolineato. Nel complesso è sicuramente una storia scritta bene, sicuramente IC, sicuramente i prompt sono stati azzeccati, ma penso manchi quel “non so che” che mi trasmetta qualcosa e faccia andare il mio voto oltre un giudizio esclusivamente oggettivo.

Melanto
E con "WITCH" si va, per me, nel buio più totale! XD
Ancora più buio di "Heroes" che pure avevo, ma per fortuna c'è sempre Santa Wiki da spulciare all'occorrenza.
Di questo fandom veramente mi limito alla sola conoscenza dei cinque nomi delle protagoniste e BASTA! XD Trovare quindi un nome che non fosse tra questi mi ha gettato nel panico più profondo e mi sono risolta che l'unico modo per apprezzare questa storia, fosse leggerla come un fantasy. E così ho fatto, almeno alla prima lettura.
Prima di avventurarmi nella seconda mi sono armata di Wikipedia e mi sono fatta le mie belle ricerchine per dare ad Orube un volto, una storia, un'identità.
Partendo da questo presupposto, le due letture hanno avuto un rapporto discordante: se, durante la prima, Orube io l'avevo immaginata una ragazza ligia al dovere, ma che mantiene comunque una sua forte sensibilità (anche se cerca di nasconderla), dopo essermi informata di più, alla seconda lettura, mi è sembrata più... 'socievole' di come viene descritta nelle ricerche che ho fatto.
Va beh, ma prescindendo da queste mie elucubrazioni, che non avranno affatto valore sulla mia valutazione in quanto non conosco WITCH, ho trovato la storia davvero molto piacevole.
Una bella caratterizzazione, uno stile molto fluido (per quanto ci siano delle ripetizioni proprio all'inizio) e delle belle descrizioni. Il prompt individuale "Duro/Morbido" è stato ben sviluppato, per quanto io abbia avuto l'impressione che ci si fosse soffermati di più sull'aspetto 'duro'. Un po' meno mi è piaciuto il modo di riadattare la frase-prompt, per quanto ne abbia apprezzato la costante ripetizione, quasi come se Orube la usasse come formula rituale per farsi forza. Una storia decisamente buona.

Recensore Junior
09/12/08, ore 22:56

Ciao ho letto la tua storia, devo dire che mi piace molto! Il personaggio di Orube è incredibilmente interessante da come l'hai interpretato. Ho amato molto i ricordi affettuosi della piccola protagonista verso il fratello maggiore, il termine "Mobbido" mi ha fatto sorridere ricordando com'è il personaggio nel fumetto Witch. Ho aprezzato molto il confronto con il padre e la frase che condizionerà la vità della protagonista. Ho potuto decisamente apprezzare un soggetto come Luba, che non mi è mai piaciuto nel fumetto, in quanto qui mostrava una purezza legata all'onore e alle regole dell'addestramento inoltre mi è piaciuto che hai accennato al legame tra l'allieva e la maestra, che in Witch è particolarmente importante. Complimenti ^_^