Ieri sera ho visto che avevi postato e ho pure provato a leggere, ma stavo morendo di mal di testa e ho preferito tenermela per oggi.
Ho una certa difficoltà a capire da dove iniziare. L'argomento è decisamente delicato per me, mi mette una depressione addosso già quando si tratta di grandi come Galadriel - che cavoli, per lei tornare a Valinor è tornare a casa! non posso immaginare nemmeno una frazione di quello che prova lei - ed Elrond - che tesoro caro torna dai genitori e dalla moglie, alleluia, per quanto si lasci indietro i figli e lì depression assurda - quindi figuriamoci se ci metti pure Thranduil di mezzo, vuoi uccidermi proprio!
Ma vado con ordine, o almeno, ci provo.
Comincio con le note tecniche mi sa, perché sono strettamente legate a quelle legate alla storia. Il narratore che sembra onnisciente (altro narratore di cui non vado pazza, sarà per l'abuso a cui viene sottoposto, giustificandolo poi come "eh ma lo faceva il Manzoni" - ma non vado a impelagarmi in questo discorso), ma si rivela essere... La memoria, come dice il titolo, ma degli alberi: la trovo una scelta di narratore bellissima, più poetica e dolce di quanto si direbbe e che mi ha fatto sentire una tristezza e una malinconia incredibili, e non a me come lettrice, ma a me che mi immedesimo negli alberi.
Davvero ottimo lavoro, coinvolgente e, ripeto, poetico. Ma sulla poesia delle frasi che hai scritto mi soffermerò nel parlare di ogni bosco, perché WOW questa lettura è stata una meraviglia per il mio spirito per nulla poetico, che però si è lasciato coinvolgere dalle parole con cui hai raccontato le memorie degli alberi. Finora mi è capitato solo con un'altra scrittrice perciò... Chapeau!
Lothlorien. Lothlorien e la sua pace incantanta, e il tributo ai giardini di Lorien al di là del mare. Ma soprattutto, quel che mi ha fatta impazzire di gioia è l'accenno agli attacchi che ha subito il regno di Galadriel durante la Guerra dell'Anello! Non solo amo questi avvenimenti e mi incuriosiscono da morire (perché non li hai descritti, Tolkien, perché!), ma come li hai resi sono commoventi come speravo e come fino a oggi ho potuto solo immaginare, in maniera vaga.
Quale migliore introduzione di questa: Ebbe inizio un giorno di marzo, quando le creature di Melkor infangarono l’oro dei sentieri avvelenando la terra con il sangue e con l’odio.
L'immagine è così potente, rende a meraviglia lo strazio del vedere invaso un rifiugio sicuro, anche se in realtà gli Orchi - se non ricordo male - non entrarono mai a Lothlorien, un attacco diretto non fa che minare quel senso di sicurezza che dava la sospensione del tempo in cui era avvolto il bosco e le morti dei soldati per difendere quel che resta di quella pace sono terribili, soprattutto a pensare che magari molti di quei morti non avevano mai combattuto nell'Ultima Alleanza e avevano sempre vissuto nella Lothlorien protetta dall'anello di Galadriel.
E vogliamo parlare dei signori di Lothlorien? E di questa frase meravigliosa: Nenya è un frammento di stella che abbellisce il suo dito ma che non può più curare la terra, ancora verde agli occhi di Celeborn ma vuota a quelli di lei. - il contrasto che c'è tra le due visioni del bosco, riflesso di quelle che saranno le scelte dei due! Ho riletto questa frase varie volte, perché credo che non ci sarebbe modo migliore di mostrare cosa porta Galadriel a considerare il suo "lavoro" nella Terra di Mezzo concluso e cosa spinge Celeborn a restare. Stupendo, semplicemente stupendo!
Elrond è un personaggio per cui non sento un legame immediato come con Galadriel o Thranduil, ma devo ricordarmi la sua storia per connettermi con lui e il pezzo su Imladris ci riesce tra gli accenni ai suoi genitori, a Celebrian e anche ai suoi figli, non posso che lasciarmi sommergere dalla voglia di abbracciarlo.
Ma ho amato anche il riferimento alla nascita di Imladris, alla sua origine durante la Seconda Era, quando era nata per far svenare gli eserciti diretti a combattere Sauron e alla fine è diventata un rifugio per tutti i superstiti delle ere passate.
Ovviamente, ho amato questa frase: Gli occhi placidi tradiscono il desiderio di ricongiungersi a lei e agli affetti lontani, sopportabile un tempo ma ora fiamma che ottenebra i sensi. – perché mi ricorda chi è Elrond, cosa c’è nel suo passato e nel suo futuro e lo fa con poche parole, nessuna di queste è un nome delle persone a cui lui pensa, ma mi fa pensare a ognuna di loro.
E poi passiamo a Eryn Lasgalen e il suo sovrano – ormai ex. Ho amato questo pezzo dalla prima all’ultima parola, ritrae la foresta alla perfezione e mi ha decisamente commossa. Sarà che ho un legame emotivo più forte con Thranduil e la sua storia, ma rileggo quello che hai scritto e sento un groppo in gola, perché l’idea di Thranduil che salpa per Valinor mi mette una tristezza infinita, ma tu hai spiegato tutti i motivi per cui lui partirebbe nel canon. Non posso che darti ragione, non potrei fare altrimenti!
Amo il rapporto tra Thranduil e la foresta che dipingi, amo anche qui l’accenno alla battaglia combattuta durante la Guerra dell’Anello, quella battaglia sotto gli alberi di cui ho sempre voluto leggere e di cui non so se scriverò mai. Amo anche il ritratto della foresta quando non era sommersa dall’oscurità, il riferimento ai canti e alle risate, e come questa foresta sia veloce nel dimenticare il male che l’ha abitata… proprio come la Terra di Mezzo dopo la Guerra dell’Anello, in cui la memoria degli Uomini ha dimenticato i secoli di oscurità. Il paragone tra la Eryn Lasgalen e la Terra di Mezzo è azzeccatissimo :°)
E quando si parla della lontananza dal mare e questa frase stupenda: Eppure, a volte, non serve che il mare si annunci e non sempre il canto nasce con la danza delle foglie. Spesso, per il popolo delle stelle, esso germoglia nel cuore ed è un canto che non ha voce né rimedio. – sarà che mi è rimasta quell’impressione che avevo da ragazzina che il viaggio verso Ovest fosse una sorta di allegoria della morte degli Elfi che salpavano verso Valinor, ma mi mette una tristezza immane pensare a Thranduil (e a Legolas, nei miei primi tempi da fan di Tolkien) lasci la Terra di Mezzo per il Reame Beato. Ma, come ti ho detto prima, tu mi hai ricordato tutte le motivazioni che ha.
Amo questo pezzo alla follia, lo citerei per intero, ma mi limiterò a commentarti delle frasi che trovo più potenti delle altre.
Una è di certo questa: Esita talvolta, quasi fosse indeciso tra il restare ancora e il partire. Eryn Lasgalen non vorrebbe lasciarlo andare, ma il re del Reame Boscoso si è fermato più a lungo di quello che avrebbe voluto, e ora la musica si è gonfiata nel suo cuore come le bianche vele che lo attendono per condurlo nella patria di cui la sua stirpe non ha mai veduto lo splendore. Non vi è più nulla che lo trattenga, nessun popolo da proteggere e nessuna terra da risanare. – non è una frase, è quasi un intero paragrafo, ma è così Thranduil! È Thranduil in parole e… okay, lo ammetto, sto piangendo. Ti ho detto che questo è un argomento delicato per me e tu lo hai reso meglio di come avessi mai potuto immaginare. Il modo in cui racchiudi la storia di Arda, degli Eldar e di Thranduil in queste frasi è stupendo, lascia trasparire le tue conoscenze quasi senza che il lettore se ne renda conto. E poi, questa descrizione è THRANDUIL. Non smetterò mai di dirlo!
E un’altra è questa: Dirà addio alle sue aule, alle colonne strappate alla roccia e alle sale in cui ha gioito e sofferto, e saluterà coloro che non vedranno mai Valinor e il cui ricordo scomparirà dal mondo degli uomini rendendoli trasparenti come spiriti. – altro boccone amaro di sempre, l’idea che gli Elfi rimasti svaniscano e si trasformino spiriti, in ricordi, in racconti di fate, è così deprimente! Ma capisco l’intenzione che aveva Tolkien, ciò non toglie che la cosa mi rattristi da morire. L’idea che questo amore per la Terra di Mezzo che spinge gli Avari e alcuni Eldar “misti” come i Silvani a restare, li porti anche a “distruggersi”, a perdere consistenza, cosa che non accadrebbe a Valinor.
La pianterò di dire che è triste e la pianto di incollarti frasi, ma fidati quando ti dico che il pezzo che hai dedicato a Eryn Lasgalen è il mio preferito e mi ha distrutta del tutto.
Sono certa di non aver detto tutto e le note tecniche te le ho messe all’inizio, perciò direi che posso inspirare a fondo, riprendermi e ringraziarti per questo bellissimo racconto. Grazie, grazie, grazie!
A risentirci,
Kan
P.S.: ti devo ancora delle risposte, non le ho dimenticate, sono solo indietro su tutto! Spero mi perdonerai!
P.P.S.: ho scritto un mostro, omg! Mi dispiace, ma spero che possa farti piacere e, soprattutto, che ti faccia capire quanto ho apprezzato :°) |