Recensioni per
Dragă Mamă
di graciousghost

Questa storia ha ottenuto 10 recensioni.
Positive : 10
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
13/07/19, ore 19:17
Cap. 1:

Ciao e piacere di ritrovarti! Ma quanto è bella questa storia? A volte, bazzicando nella sezione storica si trovano veri e propri gioielli. Le storie di vita vissuta, in particolare quelle del tempo di guerra, attirano sempre la mia attenzione. L'idea poi di costruire una piccola Spoon River con le storie di tutti i caduti della Risiera mi sembra fenomenale. Spero che riuscirai a trovare tempo e modo x porvi mano. A presto e complimenti ancora per questa piccola storia di un uomo comune che un giorno salutò la madre, la sorella e da ultimo il padre. E solo al padre non disse che sarebbe tornato... Tutto il suo destino è già descritto in queste poche righe. Un piccolo capolavoro che tocca e commuove. A presto!

Recensore Master
01/03/16, ore 09:35
Cap. 1:

Ciao.
Ho visto questa storia ieri, ma ho voluto passare oggi, per leggerla e commentarla come si deve.
Allora, le vicende della Risiera le ho studiate all'ultimo anno di liceo, e mi hanno così colpito che non le dimenticherò mai; né voglio farlo, per intenderci, perché è giusto che anche questo episodio marginale, troppo marginale, venga conosciuto da tutti: lo dobbiamo a tutte le persone che hanno dato le loro vite qui, a quelle esistenze sacrificate per un'idea di follia e così crudele che, a mio parere, non si può non solo accettare, ma neanche comprendere del tutto.
Sinceri complimenti per come hai trattato la figura di Zorko-Anton: il ragazzo volenteroso e legatissimo alla famiglia, quella famiglia che sa che non rivedrà più - e sembra che anche essa, in particolare il padre, sappia già quello che accadrà; fortissima la dignità nel dolore della separazione, poche righe che ti danno una sensazione di amarezza e di malinconia strazianti -, e il combattente senza paura, l'incarnazione dello spirito di libertà e di giustizia, che pur morendo sotto i colpi dell'odio, continua a vivere nelle parole, negli sguardi, nella ferrea speranza e volontà di portare cambiamento e far recuperare all'umanità la sua dignità violata.
Il tutto è stato trattato con una delicatezza veramente notevole, senza tirate patetiche, ma con la giusta dose di cruda realtà da una parte, e di dolce, intima quotidianità dall'altra.
Non c'è bisogno di chissà quali e quante parole per arrivare al cuore di una persona: e tu sei stata molto brava a raggiungere il mio.
Complimenti ancora.

Alla prossima,
Manto :)

Recensore Veterano
14/02/16, ore 02:52
Cap. 1:

Eccomi di nuovo qua, a stalkerarti il profilo. :)

Riprendo da questo racconto storico - perché la Storia, come ben sai, è la mia passione, e senz'altro uno dei periodi più controversi, e al contempo densi della nostra Storia è proprio quello relativo al secondo conflitto mondiale, con tutto il suo strascico legato alle pulizie etniche, e alle lotte partigiane.
Molto è stato scritto su questo tema, e il rischio di ripetersi o peggio - di risultare fuori luogo, "indorando la pillola" o lasciandosi prendere la mano dal luogo comune è molto alto - ma col tuo pezzo tu voli ben alta sopra questi terreni melmosi, sfiorando la poesia.
E' una poesia amara e straziante - perché parla di orgoglio e di forza, e di un'anima che è stata strappata ai suoi affetti dall'insensatezza e dall'odio - ma al contempo c'è una dolcezza infinita nel modo in cui tu hai puntato lo sguardo su Zorko, strappandolo alle cronache della Storia, dove è solo un freddo nome su una lettera che dice tutto e niente - per dargli carne e sangue, e far respirare di vita quelle poche righe che sono tutto ciò che di lui rimane nel mondo.
Conosco a grandi linee la vicenda della Risiera di San Sabba, ma so quali ferite hanno patito l'Istria e le terre contigue quando il conflitto le ha insanguinate - e questo dolore è rappresentato dalla vicenda umana di Zorko, che tu descrivi con poche pennellate vivide e illuminate da uno sguardo colmo di umanità e pietà - la pietas vera, quella che riscalda senza finti pietismi, quella che abbraccia e che culla, come la Madre ritratta in una Pietà di Michelangelo.
Ho amato i dettagli che ci dai sulla famiglia di Zorko - il nome della sorella, che sono certa hai scelto con tutta la cura possibile, l'abbraccio tenero alla madre, e quello solo immaginato con il padre - perché gli uomini tra loro non si abbracciano, anche se sono pronti a morire.
E poi quel suo identificarsi con il nome da partigiano, quasi a voler trovare la forza per affrontare la morte in quell'appellativo, per poi tornare di nuovo Zorko nella lingua dell'amore - quella riservata alla famiglia nel momento del congedo.
Lo stile è quello che amo: è asciutto e lineare, ma denso di carica evocativa, e colmo di intensità. Dici molto con poche parole e credimi, non è un dono che hanno in molti.
Mi hai fatto stringere il cuore con questo racconto, non lo dico per dire. L'ho fatto leggere anche a mia madre, che si è commossa. Ha una grande forza la tua scrittura, te lo dico sinceramente.
Non so che altro dire, sono un po' emozionata, ecco.
Grazie, davvero.

Recensore Veterano
02/10/15, ore 16:32
Cap. 1:

Ciao! Ti lascio questa recensione come premio per il tuo 1° posto nel contest "Slice of life contest!", in cui sono stata giudicia sostitutiva.
Ho scelto di leggere questo racconto perché è storico, che è un genere che a me piace molto.
Vedo che ti sei documentata molto per poter scrivere questa storia e il risultato è certamente ottimo!
Mi è piaciuta la differenza tra Zorko e Anton, perché è corretta e bisognerebbe ricordarsene sempre.
Mi è piaciuto il suo addio al padre, a cui non ha mentito.
Sapeva a cosa andava incontro, eppure ha scelto di lottare per la sua patria, per un ideale in cui credeva con tutto se stesso.
E' stato dolce l'addio alla sorella e molto triste quello alla madre.
La lettera riassume tutto e sono felice che tu sia partita da quella per scrivere tutto.
Brava!
- Rose

Recensore Master
17/03/15, ore 00:24
Cap. 1:

Recensione premio #2

Avevo avuto il privilegio di leggere questa storia ancor prima della sua pubblicazione su EFP - leggere, non betare, perché direi che il mio apporto è stato più che minimo -, ma stasera, durante la rilettura, i brividi sono tornati.
Sarà per la terribile verità di fondo, per le parole semplici e dense di ogni più profondo, affettuoso significato della lettera di Anton, per le atrocità della guerra e della dittatura, sarà per il tuo stile sempre così limato ed efficace - non sbagli mai un colpo -, ma io mi trovo in seria difficoltà nel recensire.
Non siamo in nessun fandom, siamo nella sezione dedicata alle Originali, ma questa flash è qualcosa di più di una storia originale: è verità, è sangue, è vita ed è speranza - anche se ispirata a una morte. La vicenda di Anton/Zorko merita di essere ricordata e tu sei stata impeccabile nel renderle luce ricostruendo i probabilissimi ultimi pensieri di questo ragazzo ucciso per un nobile ideale. E, con le tue parole, hai ampliato il senso di quelle tracciate da Anton e ti sei calata nei suoi panni - pur usando una voce narrante in terza persona. Non è cosa da poco e, soprattutto, non è cosa facile.
Aver visitato quel luogo, anni fa, mi ha toccata nel profondo e sono davvero felice che lo stesso sia successo a te - d'altronde, come si può rimanere indifferenti, di fronte a certe testimonianze?
Ti ringrazio per aver scritto questa storia e ti ringrazierò ancor di più se deciderai di affiancarle altre ricostruzioni simili: in tempi come i nostri, in cui è facile dire che la guerra è lontana, che certe cose non succederanno più, le verità storiche vengono dimenticate e, con esse, la terribile facilità con cui l'odio già serpeggia fra le persone. Basta un nulla, purtroppo, perché il fuoco divampi.
Ecco, ti ringrazio per aver deciso di prestare la tua voce alla Storia e per avermi fatto ricordare perché, in fondo in fondo, nonostante tutte le contraddizioni, il marcio e i cattivi governi - come avrebbe detto Machiavelli -, io sia profondamente fiera di appartenere a questo popolo.
E con la recensione più patriottica che abbia mai scritto, ti saluto e mi complimento nuovamente con te ^^
Un bacione, ❤

Ophelia
(Recensione modificata il 17/03/2015 - 12:27 am)

Recensore Veterano
12/03/15, ore 19:31
Cap. 1:

Io giuro che volevo recensirti prima, anche perché voglio farlo sempre e non pubblichi mai qualcosa che io possa leggere con cognizione di causa, però finalmente eccomi qua.
Che dire, non potrei scrivere molto senza essere di parte. Apprezzo e stimo tanto il fatto che tu abbia voluto addentrarti tra le originali, soprattutto con un genere delicato come questo, che - non avevo il minimo dubbio - padroneggi alla grande. Hai una grande capacità di introspezione, Ele, anche in poche parole riesci a comunicare qualcosa, la completezza e la grandezza di una storia, di una vita, che in questo caso hai toccato solo una volta, solo per poco. Quest'introspezione è molto forte e ti rende ancora più brava rispetto ai tuoi lavori soliti - sai che ogni tanto ti spio anche se pubblichi in fandom che non bazzico, io ti vedo, roba che neanche il Big Brother - perché in questo caso non si parla di un personaggio di cui hai letto a lungo fino a coglierne le sfumature: è di una persona reale che parli, è di una vita vera che parli, e sono emozioni sincere quelle che inneschi in chi ti legge.
Come sempre, ottimo lavoro, amica mia.
Un abbraccio. :)

Recensore Veterano
09/03/15, ore 19:56
Cap. 1:

Mia cara Ayumu, 
ho letto questa fanfic qualche giorno fa, ma ho aspettato d'avere un momento libero per recensirla, perché merita d'essere commentata con cuore e attenzione. 
Mi dichiaro subito, sono tremendamente di parte nell'esprimere un giudizio, perché è proprio il genere di storia che mi piace. Sono una persona triste e nostalgica, che ama la storia - per me ricordo è compagno di conoscenza -, soprattutto questa storia, la nostra storia: il mito della resistenza, le memorie partigiane. 
Per un certo periodo - piuttosto lungo a dire il vero - mi sono talmente immersa nella poesia di guerra, nella narrativa e nel cinema neorealista che in un certo senso sento anche d'averlo vissuto anch'io quel tempo, anche se nel riflesso delle parole e dei ricordi degli altri. Quindi puoi credermi, quando ho aperto la tua storia e ho capito quale fosse l'argomento,  ne sono stata molto più che felice*-* (peraltro io aspettavo che tu scrivessi un'originale da quando ne avevamo parlato! Sono stata assolutamente accontentata xD)
Mi hai colpita sin dall'inizio, con la scissione dell'uomo e del partigiano, della carne che può soccombere, dell'idea, lo spirito che trionferà sempre. Hai creato un'atmosfera di rispetto e delicatezza che hai portato avanti, poi, ricostruendo i momenti di addio alla famiglia, in cui davvero ho visto tutta la tua sensibilità e la voglia di raccontarci questa vita, rendendole omaggio. E la ripresa di parte della lettera sul finale ha dato ancora più realismo alle tue parole - come anche l'uso di qualche termine sloveno: mi sono sentita coinvolta, ho avuto sempre, mentre leggevo, la sensazione d'ascoltare la voce del ragazzo, tanto bene le parole finali erano in armonia con tutto il resto del testo.
Il tuo stile diretto, preciso, ma anche elegante, evocativo, è perfetto per questo genere, spero tanto che non l'abbandonerai e continuerai questo progetto, e non solo.
Non vedo l'ora di leggerti ancora ;)
Un abbraccio♥♥

Nuovo recensore
06/03/15, ore 17:12
Cap. 1:

Carissima Ayumu,
ti ringrazio per questa storia che, a pieno titolo, può essere definita breve ma intensa. Con poche parole sei riuscita a farmi tornare indietro nel tempo, a quel momento, come se fossi lì con il protagonista e riuscissi a sentire tutta la sua paura di uomo, ma anche il suo coraggio nell'affrontare questo destino, la sua voglia di combattere che viene veicolata soprattutto dalla lettera finale che hai deciso di riportare nella conclusione. Personalmente sono stata alla Risiera di San Sabba e non credo di avere mai visto nulla di più straziante, (mi ha veramente lasciata sconvolta) e leggendo le tue parole mi è sembrato di ripercorrere i tetri corridoi e di rivedere dinanzi a me le strette celle dove i prigionieri erano costretti a stare stipati l'uno sull'altro. Come sempre il tuo stile elegante ti contraddistingue, la narrazione si propaga triste e dolce di fronte ai nostri occhi per poi raggiungere il suo culmine di bellezza nella chiusa. La triste consapevolezza del padre mmi ha lasciata sconvolta, avrei voluto mettermi a piangere.
In conclusione ti faccio i miei più sinceri complimenti, come sempre sei perfetta :*

Recensore Veterano
03/03/15, ore 15:24
Cap. 1:

Recensione premio

Vai sempre sul sicuro se proponi a me un racconto di genere Storico. Benché io non sia per nulla un'esperta del periodo su cui hai scritto (non sono un'esperta di nulla, in realtà, solo un'appassionata di molte cose) qualche conoscenza ce l'ho, e devo dire che il tuo breve racconto mi ha veramente colpito.
Un po' perché mi sono sempre sentita coinvolta nelle storie sui partigiani, e la lettera finale che hai riportato, con quel "Morte al Fascismo! Libertà al Popolo!", mi ha dato l'atmosfera che cercavo, un po' perché la tua flashfic è scritta veramente benissimo.
Ho sempre detto che è difficile rendere bene un pensiero, un'idea, un avvenimento in poche parole (ed è un dono che assolutamente io non ho), ma questo breve addio di un partigiano alla famiglia non richiede nulla di più di quanto hai scritto. Mi è piaciuta la tua scelta di dividere il testo in paragrafi, con la scelta "classica" (classica non vuol dire scontata, ovviamente) del flashback al momento della fucilazione, mi ha colpito che l'addio alla madre e alla sorella sia stato diverso da quello del padre. Il padre, ho pensato, era stato in guerra - nella Prima Guerra Mondiale, no? - e sapeva quanto sarebbe stato falso un "tornerò" da parte del figlio. 
Altra scelta "classica" è quella che hai usato all'inizio: la morte dell'uomo non coincide mai con la morte delle idee, perché Zorko non è Anton, e questo è un ottimo modo per iniziare una storia del genere. Ti segnalo questo passaggio che mi è piaciuto moltissimo: 
Ne uccidi uno – e il fumo sale nero nel cielo di Trieste. La carne soccombe. 
Ne lasci vivere mille – e il canto del popolo è più forte dello sparo. Lo spirito trionfa.

Qui ho sentito molto chiaramente la tua volontà di rendere omaggio a questo partigiano, inoltre a mio parere l'uso delle frasi in sloveno ha aggiunto pathos al racconto e l'ha reso più realistico e prezioso. 

Seguirò sicuramente le tu prossime Rivetra, inoltre volevo incoraggiarti a fare la raccolta di storie sulla Risiera di cui parli, a me interesserebbe molto se continui così. A mio parere, nonostante sul periodo della Seconda Guerra Mondiale si siano versati fiumi e fiumi d'inchiostro e su nazismo, fascismo e relative opposizioni si sia scritto di tutto e di più, ci sono innumerevoli storie che continuano a rimanere nascoste, non conoscevo la Riviera di San Sabba a Trieste e davvero mi piacerebbe sentirne di nuovo parlare da te.

Alla prossima e complimenti,
Amahy
 

Recensore Veterano
02/03/15, ore 15:07
Cap. 1:

Con poche parole sei riuscita a farmi venire un groppo in gola, neanche avessi letto un intero romanzo sulla vita di Zorko / Anton. 
E' inquietante, purtroppo, come certi episodi rimangano marginali. Si parla sempre delle "grandi" vittime dei totalitarismi (specie del periodo da te scelto) mai di quelle "piccole". Come se una tragedia avesse bisogno di numeri, molti numeri, un macabro assegno per il business della morte. Solo allora lo si considera. 
Il congedo dalla famiglia e' stato davvero atroce. La dolce bugia alla sorellina, ma la consapevolezza dinanzi al padre. Bellissima pero' la presa di coscienza e il coraggio di questo adolescente, che in nome di molte vite anonime dona la sua vita. 
I miei complimenti e tienici aggiornati, in caso vorresti proseguire in una raccolta!
Bisous,

H.