Recensioni per
The Witching Hour [traduzione di Kit_05]
di Neuri

Questa storia ha ottenuto 3 recensioni.
Positive : 3
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
11/12/08, ore 00:21
Cap. 1:

Infilo la maschera sotto il mantello, mentre cammino lungo il corridoio. Estraggo la bacchetta ed eseguo un Incantesimo Ripulente con familiare praticità. In un istante, l’odore metallico del sangue si leva dalla mia pelle e dai vestiti, insieme ai rimasugli di terra smossa di recente, erba compatta e polvere.
È questo. Questo secondo me sarebbe il riassunto perfetto per The Witching Hour. Tremendamente... triste. E bello. È l'immagine che m'è rimasta in mente da sempre, quella che preferisco, quella che secondo me non si può ricreare. Facendo la romantica, potrei dire che è l'altro modo di Draco di dare a questo suo bambino senza nome *ma suo, come specifica praticamente tutte le volte* quell'infanzia protetta dal significato profondo del Marchio Nero: rimane comunque il fatto che, per qualunque motivo Neuri abbia fatto muovere Draco in questo modo, è la cosa a cui penso in automatico ogni qual volta sento nominare questa fanfiction.
Poi c'è la passeggiata. Non credo d'aver mai trovato altrove l'idea delle statue ed è fantastica: il Lucius marmoreo, con quel suo sguardo freddo e l'espressione indurita scolpita per sempre nella pietra, nella mia mente crea un timore tale a cui neanche la versione più sanguinaria alla quale una fanwriter può dar vita s'avvicina minimamente. Non te lo vedi anche tu, chiudendo un poco gli occhi? *Ricordo, sai? quando ti chiesi il motivo della diatriba con Draco... e ricordo ancora la risposta. Logica, senza dubbio. Ma non ci sarei arrivata da sola^^'*. E comunque, nonostante tutto, ecco che la loro passeggiata volge al termine, nei pressi di quel laghetto dove vive un'eterna primavera. Il tatuaggio che brucia, la statua più cara che si rifiuta ancora di muoversi ed il bambino che suggerisce che la colpa è del suo papà - perché non sa bene come stanno le cose, ma intuisce che sua madre non può avercela con lui, sangue del suo sangue. È commovente e ti viene da dire che la statua è veramente crudele a "trattarli" in questo modo... ma poi si allontanano, lei si volta a guardarli, fa quel gesto così umano e volta una pagina, tornando alla sua quiete. Anche se non c'è ed è impossibile che accada per forza di cose *XD*, m'immagino sempre una lacrima a rigarle il viso, nel momento in cui fissa davanti a sé.
Finché Floo non s'inventerà una qualche altra regola, io questa storia continuerà a nominarla agli awards. Cioè, l'hai letta e tradotta, no? E se l'hai scelta... piace anche a te. Quindi penso tu possa capirmi^^. Grazie per avermi ridato la scusa per rileggerla in italiano - e grazie per avermela fatta conoscere^^. Un bacio, Manu. Ps. Comunque mi chiedo sempre come ha fatto a morire >.<

Recensore Junior
10/12/08, ore 17:46
Cap. 1:

Non ho parole.
Davvero. Non riesco a trovarle.
Fa i complimenti all'artista da parte mia perchè se li merita, complimenti anche a te per la traduzione ^^

Recensore Veterano
10/12/08, ore 13:44
Cap. 1:

Sarà l'atmosfera vagamente indefinita che questa storia mi ha sempre trasmesso, sarà il non sapere *e, in fondo, il non voler sapere* cosa sia successo prima e cosa succederà in seguito, sarà che è uno spaccato così particolare da darmi sempre una sensazione di malinconia quasi fiabesca - e la stessa sottile cupezza che in molte fiabe ho percepito, ma considero questa storia davvero un piccolo gioiello.
Le idee indubbiamente originali si avvicendano con il ritmo di una vera passeggiata e si concludono in quel finale che è di effetto assoluto - e non effetto evidente, ma effetto sensibilie *ignorami*. La delicatezza del linguaggio e delle immagini, tramite cui si dipana quella che non è neppure una vicenda vera e propria, ma un semplice 'saluto', si adatta alla perfezione alla sua struttura particolare *rimango dell'idea che la prima persona, per quasi tutta la storia, sia stata la scelta più adatta ^^*, e questa è e rimarrà probabilmente la mia frase preferita: Guardo oltre il suo capo, verso sua madre, e penso che la speranza è una devastante dipendenza umana. Lo credo perché le parole che le rivolgo come arrivederci rimangono le stesse, sempre.. Ogni volta che la rileggo, c'è la stessa sensazione.
Nel momento in cui vieni a ripetermi che non sai ancora se sia stata la scelta giusta, io posso solo risponderti - ancora :p - che, anche solo per la sensazione che rileggere questa storia mi ha dato, per me non potrebbe esistere altra scelta più adatta. Sul resto (tra cui lagnanze et similia), sai già tutto ^^.
Il bastone (della tua vecchiaia e non solo XD), ma non Peppe :p