Ciao!
Sono qui per il gioco dell'Oca e... sono stra-felice di aver letto questo prologo e di aver scovato questa storia, che tratta di una donna che mi ha sempre affascinato. Ok, lo ammetto: conosco Caterina Sforza grazie ad Assassin's Creed II, ma ti assicuro che poco si discosta dal ritratto che ne hai dato tu. Anzi, anche nel gioco pronuncia la frase: "anche se mi uccidete i figli, ho il necessario per farne altri!", con tanto di sollevamento di gonna e sottane.
Ma lasciamo perdere il gioco (che io amo) e concentriamoci su questo prologo. Sai, adoro le storie che iniziano così, dove c'è il protagonista che, giunto quasi alla fine della sua vita, racconta le sue avventure, tira un po' le somme e decide se essere fiero o meno del suo operato. Caterina, qui, mi sembra che sia un po' indecisa (nonostante, mi pare, non si penta delle sue azioni) e trovo che la parte finale esplichi a dovere questo suo essere un po' in bilico: "Non aveva mai dovuto scegliere tra la propria salvezza e quella di uno stato. Non aveva mai dovuto decidere se porre fine o meno alla vita di qualcuno". Caterina lo ha fatto, invece, e ho letto fra le riga un po' di amarezza.
Mi sono immedesimata molto in questo fraticello, che si trova ad ascoltare una storia incredibile per bocca di una donna (non dimentichiamo il periodo storico in cui è ambientato il tutto) e che, probabilmente, in alcuni momenti stenterà addirittura a credere a ciò che ascolterà.
Se il tuo intento era quello di rapire il lettore, direi che ci sei riuscita. Inoltre, ho adorato il tuo stile pulito e fluido, che con poche e precise descrizioni, inquadra i personaggi e la pace del presente, ma in un certo qual modo lascia intendere e anticipa "la vita movimentata" che Caterina ha vissuto e che ha tutta l'intenzione di raccontare.
Che dire? Se avrò l'occasione di proseguire, lo farò più che volentieri! :)
a presto!
Elly |