Recensioni per
All our efforts have come to nought
di shadow_sea

Questa storia ha ottenuto 18 recensioni.
Positive : 18
Neutre o critiche: 0


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Nuovo recensore
27/07/15, ore 19:47

Toccante. Questa è la parola che, per quanto mi riguarda, racchiude perfettamente l'essenza di questo capitolo conclusivo. Qui si vede chiaramente dove può arrivare l'amore di una persona e la forza che Jack ha avuto. La scelta che preso, ovvero liberare il suo Shepard una volta per tutte dal peso che per anni ha gravato sulle sue spalle, è un vero e proprio atto di coraggio. Liara probabilmente avrebbe ceduto nuovamente al dolore, cercando di aggrapparsi a qualsiasi speranza.
Complimenti, questa storia è stata davvero bella e allo stesso tempo dolorosa.

Nuovo recensore
26/07/15, ore 16:48

Scusa il ritardo, finalmente sono tornata.
Tutto questo fa davvero male, da quanto è realistico, ma allo stesso tempo è giusto che sia così. Il finale della saga non mi è mai piaciuto, ha rovinato una storia piena di battaglie, sia fisiche che interiori, chiudendo con un epilogo troppo vago e incompleto. La gravidanza di Jack mi ha colpito molto, ma la trovo perfetta, in qualche modo le ha lasciato una parte di sé e con questo pensiero in qualche modo riesce ad andarsene in "pace". La Normandy che precipita è un must, doveva essere così, perché anche gli eroi muoiono e questa non è una storia a lieto fine.

Recensore Junior
22/07/15, ore 14:09

Buongiorno, shadow!
Inizio con lo scusarmi se recensisco questa tua breve storia soltanto ora, perchè volevo aspettare di leggerla tutta, prima di farlo.
Devo dire che mi sono trovata spiazzata nel leggerla, soprattutto all'inizio, perchè non mi immaginavo lo scenario che poi si è presentato subito dopo, e si è srotolato in sette capitoli, delineando una situazione molto realistica e intensa anche a livello emotivo.
Mi piace leggere di Jack, è un personaggio che molto spesso viene tratteggiato come una psicotica, quando invece ha soltanto ha vuto una vita veramente difficile che l'ha indurita al punto da toccare punte di disperazione molto basse, la sua missione lealtà, insieme a quella di Samara e Tali, è una di quelle che più preferisco.Ogni volta mi invade un senso di disgusto nei confronti del genere Umano e di Cerberus soprattutto, mentre attraverso i corridoi abbandonati di Pragia, e se anche salvo la vita ad Aresh, ogni volta, quella struttura la faccio saltare volentieri. Mi piace poi, l'evoluzione che ha in ME3, il modo con cui si affeziona ai ragazzi che le vengono assegnati alla Grissom, è un personaggio che non è difficile amare, nonostante un modo di fare un po' borderline.
Liara al contrario, mi ha delusa un po' nei capitoli successivi al primo Mass Effect, agisce in modo incosciente e non è giustificabile il fatto che concede a Cerberus il corpo di una persona che ama, o dice di amare, ben sapendo che non lo utilizzeranno per scopi etici.
Per questo, ho apprezzato il passaggio in cui Jack mette la Dottoressa T'Soni davanti alla realtà dei fatti, davanti alle conseguenze delle sue azioni, un momento simile lo avrei apprezzato moltissimo, per completezza, in gioco, dove Shepard confronti Liara riguardo alla sua "resurrezione", e mi è piaciuto che sia stata proprio la "nostra" Jacqueline a farlo. 
Sono d'accordo anche nel vedere come hai trattato la faccenda del finale della trilogia. Non sono d'accordo sulla teoria dell'indottrinamento, ma il fatto che Shepard possa trovarsi, dopo la guerra spaesato sul ritorno alla vita da civile, è un qualcosa che potrebbe accomunare un po' tutti coloro che hanno scelto Distruzione, che dopo tutto quello che si è fatto, gli amici che hai perso, i morti che ci sono stati, tutto sia stato risolto con un pulsante, e molte volte, nella realtà accade così. 
Quando ho letto della disintegrazione della Normandy, poi, è stato come ricevere un colpo al cuore pensare a quella magnifica nave ridotta in rottami con il singolo colpo del raggio dell'Araldo, e immaginare la morte di personaggi a cui ti sei ritrovato ad affezionarti in tre capitoli, indipendentemente dal finale. 
Il Destino di Liara, alla fine della tua storia, è un qualcosa che non augurerai mai a nessuno: sola, sopravvissuta a una guerra devastante e ad una lotta impari, che nonostante gli sforzi compiuti, non ha risolto un bel nulla. E destinata a ricordare i bei momenti passati insieme ai tuoi cari. No, per quanto T'Soni non la sopporti molto nemmeno io, non è un qualcosa che augurerei a nessuno, nemmeno al mio peggiore nemico.
Concludo, facendoti i complimenti per una storia breve e intensa, che mi ha emozionata molto, e spero che tornerai presto in questa sezione, con un'altra storia.
Un grosso abbraccio, e a presto.
Nad.

Nuovo recensore
26/05/15, ore 13:21

Questo capitolo mi ha trasmesso molto, come tutti gli altri. Non ho molto da dire, adoro il tuo stile, adoro questa storia, adoro te. Stai interpretando benissimo Jack, davvero complimenti. Mi piace un sacco l'alternarsi del presente e del passato, cosa che sto facendo pure io con la mia storia, ma la differenza è che tu riesci a farlo mantenendo la continuità ed il fiato sospeso. Fantastica, come sempre.

Nuovo recensore
26/05/15, ore 03:02

"Questa volta il comandante non avrebbe potuto offrirle la mano tesa e trarla in salvo, come faceva sempre, perché adesso era altrove, in quella zona sconosciuta e misteriosa che non è più vita, ma non è ancora morte."
Questa frase probabilmente racchiude tutta la romance di Shepard e Jack. Come avevi scritto nei capitoli precedenti, lui è stato per lei come un principe azzurro. L'ha salvata dalla prigionia, da Cerberus, ma soprattutto da se stessa. Mi piace come hai enfatizzato il contrasto fra i caratteri di Liara e Jack, i loro pensieri sono davvero azzeccati, sei un'ottima scrittrice. Ho adorato la tua trilogia dedicata allo Shakarian, ma come sappiamo tutti, non era altro che un tentativo tuo e dei tuoi lettori di rimanere in qualche modo in quel mondo fantastico che è Mass Effect. Concordo con te sul fatto che questo debba essere il vero finale. Non so come continuerà, ma è sicuramente tragico, come deve essere. Io stessa mi sto aggrappando alle emozioni che non riesco ad abbandonare, scrivendo l'ennesima fanfic su quella coppia che adoriamo entrambe.
Sei la mia autrice preferita, assieme a Skadex. Avete entrambi un modo di scrivere quasi ipnotizzante. Quando vi leggo entro immediatamente nella storia, mi immedesimo nei personaggi.. Talvolta come spettatore, altre come uno dei personaggi, soffro, amo, rido.
Continua così che sei meravigliosa.

Nuovo recensore
23/05/15, ore 00:17

"L’amore non giustificava nulla. L'amore faceva più danni dell'odio quando infettava i cervelli sbagliati." Questa frase mi ha colpito particolarmente, anche se non so spiegarti il perché. Ho solo una parola per questo capitolo: feels. Amo il tuo modo di descrivere, mi immedesimo talmente tanto da perdere la concezione del mondo esterno. Davvero complimenti.

Nuovo recensore
21/05/15, ore 22:22

Questa storia è carica di emozioni. Non ho mai giocato con Shepard maschio, ma come ho già detto precedentemente amo Jack. Mi piace tantissimo il modo in cui tu riesco a provocare queste emozioni, sei davvero brava con le parole, perché ogni volta che ti leggo piango. Complimenti.

Recensore Junior
17/05/15, ore 15:34

Ammetto di aver letto questo capitolo alcuni giorni fa, ma non sono riuscita a trovare le parole giuste per commentarlo e, ancora adesso, sembrano sfuggirmi.
Credo di sapere come ti senti, non perché ho appena pubblicato l'ultimo capitolo della mia storia, ma proprio perché ho letto l'ultimo capitolo della tua.
Fa male questa storia, terribilmente male, e credo che tu lo sappia, altrimenti la tua nota finale sarebbe stata diversa.
So che dovrei soffermarmi sui singoli paragrafi, analizzare le cose che hai scritto, riflettere su ciò che hai detto, ma anche a distanza di due giorni dalla lettura continuo ad essere dominata dalle emozioni.
Leggere della fine della Normandy e del suo equipaggio ... immaginare i corpi straziati di James, Garrus, Tali, Joker, Kaidan e Javik, pensare che non c'è futuro o salvezza, che alla fine sono caduti come cadono tutti, che i loro resti verranno usati per creare un razziatore ... dio, mi manca il fiato.
E piango adesso come ho pianto prima all'idea che tutti i sacrifici compiuti, le scelte fatte da John, tutte le lotte e le sofferenze non siano servite a nulla, se non a dare speranza a chi non voleva ancora arrendersi.
Mi chiedo cosa ne sarà di Liara e temo accadrà ciò che lei più teme: rimanere sola, sopravvivere a tutti e assistere, impotente, alla distruzione di tutto ciò che amava.
Quasi mi pare di vederla, unica superstite di un mondo distrutto e mi viene il dubbio che forse le intenzioni della Bioware potessero essere proprio queste, riesco anche a figurarmi la scena finale, con una navetta che si allontana e Liara, sola, che osserva la fine della galassia.
Ma ora sto divagando, come al solito.
Eppure ci tenevo a farti capire che non solo ritengo questa fine plausibile ma, purtroppo, credo che sia LA fine. Ma tu sola potevi avere il coraggio di scriverlo.
Non spenderò troppe parole su Jack e John, non perché non le meritino, ma semplicemente perché, ancora una volta, mi ritrovo senza.
Come si può commentare qualcosa di così straziante e terribilmente reale senza renderlo banale?
La fine di Jack non poteva che essere questa e il suo ultimo gesto per John vale più di qualunque dichiarazione d'amore.
E io non posso fare altro che chinare il capo e rammaricarmi per non poter fare di più che scriverti una recensione.
Ti posso solo ripetere che, secondo il mio discutibile parere, questa storia è davvero la più bella che tu abbia scritto e quasi certamente una delle più emozionanti che io abbia letto.
Spero con tutto il cuore di avere la fortuna di leggere ancora qualcosa di tuo, prima o poi.
Grazie davvero per questo piccolo capolavoro.
Un abbraccio forte e a presto!

Recensore Junior
08/05/15, ore 12:02

La cosa più difficile da accettare, è rendersi conto di quanto sensato e dolorosamente realistico sia questo finale. Non ci avevo mai pensato in questi termini, lo confesso. Eppure adesso so che non mi approccerò più alla fine di ME nello stesso modo in cui lo facevo prima do questa storia. Mi hai costretta a togliermi i paraocchi e guardare dietro quell'illusione di vittoria chela Bioware ci ha proposto in modo un po' banale. Immagino di aver sempre pensato al finale in questi termini (soddisfacente certo, ma banale e forzato) e ora sono costretta ad ammetterlo, a dirlo ad alta voce. E, sono sincera, un po' te ne voglio per questo. In senso buono ovviamente, un po'come si può odiare la persona che, da bambino, ti ha svelato la farsa di Babbo Natale. È l'illusione che va in frantumi; la favoletta che si rivela per quelli che è: una favola appunto. La parte più ingenua e romantica di me ce l'ha con te per avermi propinato questo schiaffone emotivo; l'altra, quella cinica e realista, ti ringrazia per avermi costretta ad ammettere quello che non volevo ammettere: che quel finale è una forzatura, che Anderson non ha nessun motivo di trovarsi sulla Cittadella, che le tre scelta sono troppo semplici e statiche, che Mass Effect DEVE essere più complicato di così.
E alla fine questa storia finisce come finiscono tutte le storie nella realtà: nel peggiore dei modi.
L'eroe che muore nel l'illusione di aver compiuto il proprio dovere e il resto del mondo che va avanti sempre uguale a se stesso, inamovibile ed immutabile.
Questa storia ...la amo e la odio insieme e so che tu mi capirai, perché credo proprio che tu abbia provato lo stesso nel leggere le mie storie. Ma è giusto che sia così: è ciò che rende speciale un racconto e questo racconto è davvero speciale. Ci vuole coraggio per scrivere quello che hai scritto, per mettere nero su bianco una verità davvero terribile. Ti ammiro per questo e non lo dico tanto per dire.
Come vedi non sei la sola che si perde in recensioni che è difficile definire tali; si tratta più che altro di un libero sfogo, un flusso instinto di pensieri, ma so che mi perdonerai per questo e forse lo apprezzerai, nello stesso modo im cui io apprezzo le tue.
Concludo con un breve appunto su Jack e il bambino che porta in grembo. Non ho potuto fare a meno di pensare alla mia storia, a Ash e Shepard e a quel bambino che si, avrebbe potuto essere di Jack. Tu le hai dato giustizia in questa storia, le hai dato quello che io non ho voluto e potuto darle e, di questo, ancora una volta ti ringrazio.
perdona i probabili errori di battitura che troverai, ho letto il cspitolo sul telefono e non potevo non scrivere subito la recensione! Tornata al mio pc rileggerò il tutto e correggerò gli orrori che sicuramente ho sparso un po' ovunque ;)
Un abbraccio forte!
Giulia
(Recensione modificata il 08/05/2015 - 12:05 pm)

Recensore Junior
02/05/15, ore 20:10

Mi piace quel tuo destreggiarti tra passato e presente; il parallelismo che si crea tra eventi diversi eppure stranamente simili.
La cosa che mi ha colpita di più, quella che salta subito all'occhio, nel passato come nel presente, è l'ostinazione di Shepard nel fare il proprio dovere. Non arrendersi, mai, non per orgoglio, non per amore, nemmeno per stanchezza. La grande forza di Shepard è questa, il suo più grande pregio, ciò che rende il comandante un essere unico nella galassia. E questa determinazione credo sia la costante di qualunque comandante Shepard noi scegliamo di descrivere, ma, soprattutto, accomuna entrambi gli Shepard. Sia quello "umano" della SR-1 che quello "robotico" (odio questa parola) della SR-2. Ed è questa caratteristica che, nonostante tutti i dubbi che mi sono sempre venuti sulla reale natura del secondo Shepard, mi costringono a credere che, per quanto il suo corpo sia cambiato così tanto, il suo spirito, la sua essenza, sia rimasta immutata.
Di una cosa sono assolutamente convinta, e non ho bisogno di mettermi fette di prosciutto sugli occhi: anche dopo la sua morte Shepard è sempre Shepard. Non un clone, non un robot, non un'IA o una macchina dei Razziatori. E' Shepard punto e basta.
Non credo che cambierò mai idea su questo punto, né voglio cambiarla.
C'è una frase in questo capitolo che riassume perfettamente l'essenza di Shepard e trascende lo stesso comandante, quello che io considero il filo conduttore di tutta la sua esistenza, dalla nascita alla morte (entrambe le morti): "Perché, se pure l’amava con tutto se stesso, Jack era sacrificabile, così come lo era l'esistenza stessa del comandante."
L'unica cosa che conta è la missione, qualunque essa sia, e simbolo di questo è la Normandy. Quella nave rappresenta per Shepard la fine e l'inizio di tutta la sua vita, dell'intera sua esistenza. Ecco se c'è una cosa che critico al finale (anche se devo ammettere che a me il finale di ME3 piace) è la sopravvivenza della Normandy. Capisco che era complicato farla affondare col suo comandante, ma non trovo sia giusto che l'una sopravviva all'altra. La missione è finita e in una galassia in pace non c'è più posto né per l'uno né per l'altra.
Ovviamente questo ragionamento si ricollega al finale "canonico", non so come lo gestirai tu.
Concludo il mio papiro ripetendoti per l'ennesima volta quanto sia bella questa storia e quanto piacere ho nel leggerla anche se non riesco a seguirla dappresso come vorrei!
Continua così!
A presto!

P.s. Questa settimana mi sono messa sotto con il penultimo capitolo, a breve spero di riuscire a pubblicare: finalmente!

Recensore Junior
24/04/15, ore 13:02

Eccomi finalmente, non sono ancora tornata a pieno regime ma non potevo tralasciare oltre questa storia e mi scuso se ho fatto attendere tanto la mia recensione.

Tutto accade nella mente del comandante. La fine della guerra, la sconfitta dei razziatori e la sopravvivenza dei suoi uomini ... tutta un'illusione, espressione del desiderio più grande di un uomo che non ha fatto altro che combattere per tutta la vita. Il meritato riposo della morte, una morte che può essere finalmente definitiva perché la missione è conclusa, la galassia al sicuro.
Ammetto che questo finale non è solo plausibile, potrebbe essere assolutamente azzeccato.
Eppure mi viene in mente una frase, tratta da Harry Potter, pronunciata da Silente alla fine del libro e che dice più o meno così: "Certo che tutto questo sta avvenendo solo nella tua testa, significa forse che non sia vero?"
Ed ecco il confine tra realtà e illusione, tra ciò che è e ciò che non è. Ma dov'è realmente l'uno e l'altro? Cosa rende più vero il mondo di Liara e Jack da quello di Shepard?
Mi vengono in mente miriadi di film su questo tema, da Inception a Shutter Island, e alla fine viene quasi da chiedersi se esiste davvero una differenza tra realtà e sogno e se quello che prendiamo per realtà non sia, dopotutto, un sogno (o incubo) a sua volta ...
Tutti al riparo: hai scatenato la follia che è in me!
Pausa di riflessione ... ok torniamo seri:
Lasciamo i miei deliri tipo "essere o non essere" nella mia cella imbottita e apriamo una piccola parentesi su Liara, per rispondere a una tua giusta osservazione alla mia ultima recensione: la mia opinione di Liara varia come se fosse una bandiera al vento. Non so dire se mi piace o non mi piace, se condivido le sue scelte oppure no ... capisco la sua decisione di riportare in vita Shepard, proprio per le motivazioni che hai spiegato tu, ma non posso fare a meno di condividere il pensiero di Jack, su questa fata turchina che arbitrariamente trasforma burattini in bambini convinta che la seconda condizione sia così più invidiabile della prima. Però su un punto Liara ha ragione e dimostra di conoscere infinitamente meglio il comandante rispetto a Jack: Shepard non poteva abbandonare la missione, non poteva morire sapendo che la galassia non era più in pace. Ed ecco spiegata l'illusione ...
A dire la verità, in maniera un po' romantica e credulona (anche se reputo che questa tua visione sia quella che più si avvicini in assoluto al reale finale di ME) preferisco foderarmi gli occhi di prosciutto e credere che la galassia sia davvero stata salvata, i Razziatori sconfitti, la Normandy sopravvissuta con tutto il suo equipaggio e il comandante vittorioso, qualunque destino abbia scelto. Se il mondo è davvero tutto un'illusione preferisco credere in quella bella e positiva piuttosto che in quella macabra. Ma so di essere un'illusa a mia volta ... o forse no?
Ok basta, mi fermo o verrò cacciata dal sito per disturbo della quiete pubblica ;)
Ancora una volta complimenti e ti assicuro che continuerò a seguirti anche nell'inferno di questa storia e sono pronta ad abbandonare qualsiasi speranza, non sono tipo da ambire a un lieto fine. Non uno canonico perlomeno.
Spero di riuscire a tornare definitivamente attiva da settimana prossima, nel frattempo ti prego di scusare i miei ritardi.
A presto!

Recensore Junior
21/04/15, ore 17:57

Questo capitolo è veramente toccante.
Sia perchè è pieno di descrizioni molto vivide e, a loro modo, crude, che perchè ci da un idea delle implicazioni psicologiche che la resurrezione ha avuto su Shepard stesso.
Nel gioco, questo aspetto viene volontariamente trascurato, tentando di sminuire la pretenziosità della premessa posta da Bioware, che io considero tra gli espedienti narrativi meno riusciti della saga.
Dovevano far passare due anni, e dovevano far uscire Shep dall'alleanza.
Ma la morte e la resurrezione continuano a sembrarmi un pretesto poco azzeccato, soprattutto considerata la sua scarsa importanza ai fini della trama principale.
Per dire, l'avrei giustificato di più nel caso avrebbero rivelato all'interno della stazione Cronos alla fine di ME3 quello che il tuo John suppone a metà capitolo.
Ma così non è stato.
Fortunatamente, ci sono autori come te che riescono, anche partendo da questa questione così "dimenticata" da Bioware, a creare introspezioni psicologiche veramente piacevoli da leggere.
Ancora complimenti ;)
#N22

Recensore Junior
10/04/15, ore 18:45

Le prime righe mi hanno colpita come uno schiaffo: i pensieri di Jack su Liara sono quelli che ho sempre provato io. Non avresti potuto tratteggiare un quadro più realistico e, per certi versi, crudele dell'asari. L'egocentrismo, la sete di potere e quell'assurda ingenuità che spesso mi è sembrata costruita ... non odio Liara ma mi ha sempre provocato quella rabbia sorda, quel fastidio persistente che tu hai fatto esprimere a Jack in maniera così eloquente. Ti dirò ( e qui mi preparo ad essere ricoperta di frutta marcia) preferisco quasi il comportamento di Kaiden e Ashley al suo; loro, perlomeno, non si sono mai nascosti dietro un amore di comodo per giustificare i propri errori.
"L'amore non giustificava nulla. L'amore faceva più male dell'odio quando infettava i cervelli sbagliati."
M'inchino davanti a questa frase che riassume tutto senza perdersi in inutili chiacchiere.
E ancora una volta non posso che osservare e ascoltare ammirata le azioni e le parole di Jack che, nella sua follia, è la sola che riesce realmente a comprendere l'essenza di chi si trova di fronte. Non c'è ipocrisia in lei, nessuna falsa pietà, non c'è modo di sfuggire al suo sguardo: Liara è esattamente quello che Jack pensa di lei. Di questo sono assolutamente certa.
E poi arriva il resto del capitolo, potente come un fiume che rompe gli argini.
La confessione di Shepard è qualcosa che ... non so come dire, ho ancora la pelle d'oca. Questo Shepard che teme il suo stesso riflesso, che vive in un corpo che non gli appartiene, che non riesce a darsi pace per un'umanità che crede di aver perduto per sempre, è più umano di chiunque altro. La sua umanità è lì davanti ai nostri occhi, nei dubbi, nella paura, nel tremito della sua voce e nelle lacrime che non riesce a versare ... e qui lo ripeto, dopo avertelo già detto nella risposta alla tua recensione: Shepard torna a essere individuo, uomo, torna ad essere John, Trinity, Alex, Sasha, dopo la sua morte. Non importa cosa Cerberus abbia fatto al suo corpo, quali impianti cibernetici sostituiscano le sue ossa e il suo cuore, il comandante che emerge dal progetto Lazarus è mille volte più umano dell'eroe mascherato che abbiamo conosciuto sulla Normandy SR1. E' da questo momento in avanti che il comandante senza volto, il soldato senza passato, torna ad essere ciò che era prima di vestire i panni del salvatore della galassia pur essendo cambiato irrimediabilmente. A mio avviso, dal quel mio punto di vista che forse è distorto ma che mi piace così com'è, non c'è prova dell'umanità di Shepard più assoluta di questa. E nelle parole di Jack, nel suo semplice quanto eloquente conforto, io mi ritrovo completamente.
Non so davvero dove andrai a parare, non ho idea di ciò che accadrà dopo ma mi fido di te e delle tue dita sulla tastiera; so che qualunque cosa scriverai non mi deluderai.
Avevo bisogno di questa storia e ti ringrazio per averla resa più bella ad ogni capitolo.
A presto!

Recensore Junior
03/04/15, ore 11:45

Che testa, stavo quasi per perdermi questo splendido capitolo!
Ma eccomi qui, col fiato sospeso per questa storia che ad ogni passo si rivela sempre più interessante e scala le classifiche dei miei preferiti.
All'inizio mi sono arrovellata il cervello, perché (se non mi sono rimbambita) mi pare proprio che questo Shepard non abbia raggiunto la Cittadella. Il raggio si è spento ma i Razziatori combattono ancora ... ho cominciato a chiedermi quale fosse il tuo obiettivo poi, semplicemente, dei Razziatori, della guerra, della Cittadella e dell'Alleanza non me n'è fregato più un tubo.
Perché in questa storia la guerra è solo uno sfondo, qualcosa che si agita e si dimena alle spalle di questi protagonisti straordinari che offuscano qualunque altra cosa.
Questa tua Jack che è la Jack che ho sempre immaginato, la Jack di cui avrei voluto scrivere e che invece ho abbandonato, è semplicemente meravigliosa. E qui mi soffermo a ringraziarti, davvero di cuore, per aver avuto il coraggio di affrontare questa storia, per averla resa viva e meravigliosa, per aver dato a Jack il ruolo che si meritava. Grazie per questa storia e per questo Shepard così simile e diverso da tutti quelli che conosciamo. In lui c'è tutto del comandante Shepard ma niente, o poco, della tua Trinity o del mio Alex. Ogni volta mi meraviglio di come possano nascere comandanti che non si snaturano ma che, sempre, sono unici nella loro individualità.
Amo già John Shepard pur conoscendolo solo attraverso i ricordi di qualcun altro, amo l'ironia, il non prendersi troppo sul serio, la gentilezza non evidente con cui è riuscito ad erodere la corazza di Jack.
"Tu sei me. Io sono te." non c'è bisogno di altro per descrivere ciò che li unisce.
Ma eccoci arrivati alla parte che davvero mi ha fatto dimenticare tutto il resto, perché mette il dito proprio lì, sul tasto dolente degli ultimi capitoli di ME: il viso sfigurato di Shepard sotto il quale si cela l'abominevole intervento di Cerberus.
E Liara che non riesce a capire, che non riesce a vedere, finché Jack non glielo sputa in faccia, l'enormità della sua colpa.
Liara non è mai stato il mio personaggio preferito, troppo ambigua, troppo subdola per i miei gusti, ma avrei potuto passarci sopra, solo una cosa non le ho mai perdonato: aver dato il corpo di Shepard a Cerberus. Meglio la morte di quello che gli hanno fatto.
E la cosa peggiore è che Liara l'ha fatto per egoismo, perché non sopportava di vivere senza di lui. Capisco l'odio di Jack e lo condivido con tutta me stessa, perché ciò che ha fatto Liara è imperdonabile e l'unica che può comprendere appieno l'entità di quella colpa è proprio Jack. Lei che è stata cavia e strumento di Cerberus esattamente come il suo comandante.
Eppure, nonostante la drammaticità degli eventi appena descritti, ecco che ci lasci con un finale sereno, fatto di segreti sussurrati a mezza bocca e con l'illusione che ci sia ancora tempo. Tempo per cambiare il destino di entrambi, tempo per vivere e amare ...
E' una storia agrodolce quella che stai descrivendo, satura di malinconia, me è davvero straordinaria.
Ho amato e apprezzato le tue precedenti storie, ma questa, amica mia, è, ai miei occhi, un vero gioiello.
Ti ringrazio ancora una volta per averla scritta e condivisa.
Un abbraccio forte e a presto!

Recensore Junior
26/03/15, ore 21:16

Con questa storia penso tu stia eseguendo un esercizio di stile raffinato e assolutamente non da poco.
Il cambio totale di personaggi, di linea temporale e di narrazione sono perfettamente riusciti, e anche se in soli due capitoli sei riuscita a delineare uno Shepard estremamente interessante, e di cui spero di leggere di più in futuro.
La romance narrata attraverso i flashback è qualcosa di supremo, davvero, perchè tramite la contrapposizione tra presente e passato, tra felicità assoluta e estremo dolore, riesce a trasmettere un senso di nostalgia opprimente che non avrei pensato di provare dopo soli due capitoli.
Morto? Siamo sicuri?
Non so, dopo aver letto le tue storie, non credo sia da te un finale di romance così tragico, ma magari mi posso sbagliare.
In fondo, questa storia è diversa rispetto alle altre, no? ;)
N22

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