Recensioni per
Avvolta da maniacali colorazioni, in dieci centimetri di campo di fuoco, corro
di Fear

Questa storia ha ottenuto 1 recensioni.
Positive : 1
Neutre o critiche: 0


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Ciao! 
Non credo di aver mai letto niente di tuo, ma questa fic mi ha colpita in modo molto positivo e ci tenevo a dirti che qualora tu scrivessi ancora in questo fandom, mi piacerebbe leggere le tue future produzioni ^.^
Ciò che mi ha intrigata sin da subito, oltre al fatto che come prima storia di Tokyo ghoul tu sia voluta partire da un'introspezione su Eto, un personaggio che io tuttora reputo parecchio criptico e difficile da leggere, è stata il tuo stile. Raramente, qui su efp, e in particolare nella sezione delle fan fiction, si trovano storie con una così precisa limatura dal punto di vista stilistico, e ci tenevo a farti i miei complimenti. Il tuo modo di narrare è molto elegante e in molti punti anch'esso criptico -sembra fatto a posta per parlare di Eto -, a una prima lettura magari sfuggono le allusioni che hai intessuto tra le righe, è un testo che va letto con attenzione, smontato pezzo per pezzo: il tuo è uno stile che porta a riflettere durante la lettura, e questa è una cosa che apprezzo moltissimo in un autore! Spero solo, con la mia analisi che segue, di non aver preso fischi per fiaschi! In quel caso, mi appello all'interpretazione personale!
Detto questo, la storia mi è piaciuta perché l'ho trovata molto in sintonia con il personaggio trattato. Sebbene non possa vantarmi di avere un'idea precisissima dell'IC di Eto, posso comunque dire che l'impressione che ho avuto del tuo character study è stata decisamente positiva. Sembra un po' ironico parlarne in questi termini visto l'argomento della fic, ma qui hai dipinto un ritratto di Eto che mescola bene il suo dualismo, esplora a fondo i limiti della sua doppia natura: nel manga come nell'anime, la vediamo indossare le vesti da ghoul, la freddezza e il "sadismo" indossati quasi come una maschera, mentre in questa fic ci appare ancora molto umana, perché anche lei vittima di emozioni contrastanti, di odio e amore, di furia e della passione che muove quelle dita sulla tela. Ma soprattutto, umanamente incapace di (oltre che riluttante a) sottrarsi alla propria sofferenza. Ho trovato a proposito molto interessante anche il concetto di Eto come artista: non l'avevo mai immaginata in altre vesti se non quelle da scrittrice, ma devo dire che anche quest'identità le calza a pennello. Ho apprezzato in particolare anche il modo indiretto con cui hai descritto il suo legame con Yoshimura, attraverso i dipinti stessi. È un'immagine molto vivida e d'effetto, secondo me, e appare quasi di soppiatto, quando il lettore meno se l'aspetta, come quell'ombra sulla tela. Lei dipinge le proprie metropoli, le proprie utopie di felicità per un mondo che ha in realtà fin troppi confini, ed ecco che arriva anche l'ombra a delineare i contorni - i limiti- sulla tela, a sporcarli con la sua presenza, a perseguitarla. Eto pensa di aver scelto, di aver attraversato quel confine in fiamme, ma in fondo sembra sappia anche lei di non averlo mai fatto davvero, e non è tanto la furia che distrugge il dipinto a rivelarlo, quanto quelle ultime righe: «Io... ti ridisegnerei». Magistrale, questa conclusione! Sembra quasi che alla fin fine, abbia trovato il modo di farsi spazio in quell'area ristretta, grande più o meno quanto un cuore ;)
In sostanza, ancora complimenti per questa piacevolissima lettura, spero di leggerti ancora, qui dentro! Magari anche su Suzuya, perché no.
Alla prossima,
thyandra