“Uno scemo e un figlio di puttana dicevo” riprende Jason. “Che però ha i coglioni per fare quello che ritiene giusto, anche se è la cosa più sbagliata al mondo.”
AWN.
Questa frase ha sciolto il sorriso maligno e sarcastico che mi ha incurvato le labbra per tutta la lettura. Ché sì, me la sono goduta, questa storia. Me la sono scialata, come un piatto di spaghetti alle vongole in riva al mare, con la salsedine che ti riempie le narici e ti risveglia quell'appetito improvviso che ti fa assomigliare più ad un lupo affamato dopo il disgelo, che ad un essere umano ben pasciuto.
Sono felice che ti sia piaciuto l'arciere. Sono felicissima che tu ti sia divertita a fare la conoscenza di Roy Harper Jr e dei suoi personalissimi casini. Accennati, come una folata di vento che ti scompiglia la frangetta, restando quello che sono. Pennellate di colore che arrotondano, che non pesano che non incidono sul quadro generale e su Roy. Non prendono spazio e non sviano l'attenzione del lettore dalla situazione poco simpatica in cui hai messo Rot. Ché diciamocelo, ne ha passate di peggiori, il signorino; ma ogni maschietto non va nel pallone quando la propria ragazza (e sì, Roy le considera un po' tutte la propria ragazza) pone loro dei quesiti semplici ma allo stesso tempo esistenziali?
Certo che sì.
E se il dubbio qui è più linguistico che filosofico (ma una lingua non basa se stessa sulle parole che utilizza e che crea e che modifica?), sempre in contropiede lo prende, la bellissima Koriand'r. Adorabile Koriand'r, che dopo tutti questi anni sulla Terra no, non si piega ai modi di fare di questo piccolo pianeta azzurro. E fa di testa sua. Lo fa apposta. Per vedere se Roy non la stia davvero pigliando per il culo. E per farlo restare come un merluzzo, la stessa espressione con tanto di bocca aperta e occhio pallato.
Qui hanno ragione tutti.
Roy, quando spiega che l'indipendenza nasce prima da una sensazione personale che poi si manifesta in azione; ché se prima non senti il desiderio di essere indipendente, non vai da nesusna parte;
Kori, quando dimostra la sua indipendenza - come persona - a Roy e bacia Jason. per mille ragioni, prima su tutte, quella di prendersi una piccola vendetta - innocente e proprio per questo sottilmente crudele - su Roy ed i suoi tentennamenti;
Jason, quando ricorda all'arciere pazzo dal grilletto facile (sì, lo so che gli archi hanno corde che si rilasciano e non certo grilletti come le pistole, ma rendeva bene l'idea) che l'indipendenza è alla base dei suoi passi. Che ci è voluto tutto il coraggio di questa terra e di un'altra mezza dozzina di pianeti per dimostrare a Queen che Roy sa farcela da solo. Con l'aiuto di Dinah e Hal, certo, ché un ragazzetto con la passione degli aghi in vena non va molto lontano se non ha qualcuno che gli mostra la strada (e la luce verde aiuta più di bizzarre frecce-rete, frecce-pugno e via cantando, in certi casi). Ma il mazzolin di fiori se l'è fatto Roy. Dimostrando a tutti cos'è la vera indipendenza. Quella che ti porta anche a spalare chili e chili di merda fumante - mi si perdoni il francese - ma che ti porta nella direzione giusta. nessuno ha mai detto che sia facile. ma proprio perché non è facile, l'indipendenza è ancora più preziosa.
Grazie a TE per questa storia. Roy dovrebbe essere conosciuto da più persone, perché non sarà l'eroe dalla specchiata moralità o dal passato traaaaaaggggicoooo (anche se...), ma sotto sotto è un ragazzo comune. Guascone, sfrontato, ribelle e con un'insana passione per il rosso. Ma alla fine, è uno di noi. Uno che viene dalla strada e che non ha dimenticato quanto i suoi calci sappiano fare male. Uno che non ha paura di guardare dritto nelle palle degli occhi splendide principesse aliene o divinità scese in terra. Il ragazzo della porta accanto, insomma. Quasi. Quello che fa ciò che gli passa per il cervello. Essendone pronto a pagare il prezzo, fino all'ultimo centesimo, per quanto salato esso sia. Ma vuoi mettere il gusto? |