Ciao!
Leggo questa perché quella che hai linkato nel post già l'ho recensita e quindi mi sono soffermata su un altro introspettivo. Perdona il ritardo, ma mi ero completamente dimenticata di recensire questa storia, pensavo avessi finito il mio "lavoro".
isola al centro della stanza un brivido mi percorse la schiera
Schiera > Schiena
In un lampo di lucidità presi coscienza di me e affinai i miei sensi che ormai avevo imparato ad affinare per via del mio lavoro.
Ripetizione di affinai-affinare.
-Cosa le serve oggi, mia cara signorina?- Impulsivamente
Da quel che ne so, dopo il punto esclamativo non ci va mai la maiuscola, a meno che non ci sia un nome di persona.
L’ho rubata io …ad uno di quei scagnozzi
Tre puntini non attaccati alla frase precedente ma a quella successiva.
ammette poi Giagià deluso da sé stesso e impaurito dalla situazione.
Anche io facevo questo errore ma il se accompagnato da stesso, non vuole l'accento.
Sono preoccupata come non mia
Mia > Mai
Che poi quello da mettere in galere sarebbe Mastro Peppino
Galere > Galera
In un moto fulmineo degli ingranaggi della mia mente, che si mettono in moto per
Ripetizione di moto.
L'impaginazione mi piace tanto e anche lo stile di scrittura semplice che hai usato. Come sai, non amo il lessico particolare, ma quello che coglie subito ciò che lo scrittore vuole intendere. Ma, c'è sempre un ma, c'è una cosa che non ho capito: l'introspezione.
Ho letto molta azione, molte cose che succedono, ma pochissima (se non minima) descrizione di introspezione. Ci sono alcune frazioni dove si parla di questo, ma sono davvero brevi e sussegue poco dopo l'azione. Forse è un problema mio, io leggerei introspezione ovunque, ma hai messo questa storia in una categoria ove dell'introspezione ce n'è poca. O forse sono io che ne vedo poca, eh!
Ho letto, scendendo fino in fondo, che questa storia è ambientata nei paesi bassi; è una bella scelta, nonostante trovo un po' di difficoltà leggere qualcosa che riguarda la Sicilia, o comunque paesi che fanno parte di un dialetto completamente diverso, questa mi è davvero piaciuta, anche perché non metti troppo in evidenza il dialetto vero e proprio.
Più che altro il tempo della storia mi fa pensare a tempi passati, non di questa generazione, ma di una vecchia, dove le auto, telefoni e quant'altro non c'erano e dove si facevano davvero tante cazzate a quei tempi! L'ho immaginato così, correggimi se sbaglio (però il cellulare c'è sigh), ma me lo sono immaginato così, ecco.
Il finale è davvero carino anche se i sentimenti di Ania sono cambiati e diciamo che un po' mi è dispiaciuto. Ecco, il finale mi ha davvero sorpresa e resa immensamente felice. E' il tipo di finale che piace a me (nonostante io sia per storie di una tristezza non misurabile, ma dopo mi lamento se qualcosa finisce male - la normalità).
Quindi brava, mi piace. Correggerei alcuni errori che ti ho elencato e che a volte ripeti nella storia, soprattutto verso la fine per il fatto dei puntini di sospensione (perdonami se sbaglio io ma il metono del *frase ...frase* non l'ho mai visto).
Un bacio,
Love_Somebody
|