Ciao! Innanzitutto, ti dico che trovo perfetta la prima strofa: l'esordio con un imperativo deciso trascina immediatamente in medias res il lettore, facendolo sentire coinvolto in prima persona, e ti assicuro che questo è di grande effetto. Il lessico che hai usato è semplice e diretto, tipico del linguaggio quotidiano, e anche questo elemento contribuisce alla riuscita complessiva, mentre le frasi brevi costituite da versi tutti della stessa lunghezza producono una musicalità piacevole che induce maggiormente alla lettura. Ti correggo soltanto il verbo "dare", che ha bisogno dell'accento quando è coniugato alla terza persona singolare (perciò: "dà fastidio anche al cuore"). Il rapporto che descrivi sembra fatto di necessità di parole che siano, più che verbali, interiori e silenziose, come se a parlare dovesse essere il cuore e non la bocca, in una cornice di intimità illuminata, o per meglio dire, abbagliata da un sole che pare irreale, quasi metafora di un sentimento o di un particolare stato d'animo. La seconda strofa non giunge a nessuna conclusione, resta a mezz'aria con i suoi tre puntini di sospensione, perpetuando nella mente del lettore questa situazione di inerzia, inadeguatezza ed inesperienza, come se i due immaginari ed impliciti protagonisti dovessero fare i conti con qualcosa di totalmente nuovo per loro...amore? Amicizia? Semplice ricerca di confidenza? Non è chiaro ed è giusto così. Questa patina sfumata di mistero contribuisce ulteriormente a rendere i tuoi versi accattivanti, e lascia spazio all'immaginazione.
Spero di non aver travisato completamente le tue parole, in tal caso mi scuso, e sarei felice di essere corretta o per lo meno di ascoltare il messaggio che non sono riuscita a cogliere.
Se ti va passa a leggere qualche mia poesia...ti ringrazio! Ancora complimenti e a presto! :)

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