Mi piace da morire anche questa poesia. Dici sempre di essere un pessimo scrittore. Non è così...
Sai, a volte le situazioni brutte o spiacevoli aumentano la creatività delle persone. In me la poesia è nata in questo modo.
L'arte diventa per l'uomo una sorta di disintossicazione, di elevazione... serve per mettere il punto della situazione.
E qui, nella tua poesia si vede, perché è uno sfogo personale, una "denuncia" del fatto di voler partire, lanciare via il tuo cuore. Scappare, in fondo, da te stesso.
Trovo bellissima la parte iniziale (il "lancio" del cuore dalla finestra, di fatto legato al tema del viaggio o, meglio, della fuga).
Ma trovo ancor più bella la strofa finale.
Il catrame, di colore nero come la depressione, fa sbiadire tutti gli altri colori, i sogni.
Sembra una tavolozza da pittore che si squaglia e diventa tutta grigia, puzzolente
come l'asfalto...
Tutti gli aspetti della vita vengono sommersi da questa brodaglia scura...
Sembra, tuttavia, che nell'avanzare di questa robaccia schifida il protagonista rimanga passivo.
Io, i sogni, cercherei di metterli al riparo al più presto.
Ma forse questo oceano di catrame è troppo forte (o siamo noi che lo crediamo troppo forte?).
Complimenti!
A presto.
Grazia |