Ortografia, punteggiatura e grammatica: 4 / 5
La tua storia è molto lunga, quindi per stilare questo giudizio ho pensato di limitarmi a segnalare le sviste del primo capitolo, più qualcosina dei capitoli successivi, se proprio eclatanti. Questo non vuol dire che non abbia letto tutta la storia con attenzione ^^
Quello che mi è saltato immediatamente all’occhio è la dissonanza dei tempi verbali. La storia inizia con una narrazione al passato, ma in alcuni punti passa bruscamente al presente, a volte addirittura all’interno della stessa frase. Esempio: “Il ragazzino allora scese di sotto e guarda: osserva una donna che singhiozzava nel sonno, ... osservava un bambino finalmente addormentato e un uomo accasciato su un fianco nel pavimento della cucina”. Ho preso come esempio questa frase perché, oltre alla discordanza dei verbi, contiene anche un errore riguardante la penultima preposizione (sul pavimento).
La discordanza di verbi ricorre in più punti della storia, per esempio in “Tommaso era stato trovato ubriaco in una delle taverne della città e, si sa, tutte le volte che succede, da lì a poco sarebbe successo...”, oppure durante la breve digressione in cui racconti il passato di Giuliana, esposto, giustamente, al trapassato prossimo, ma con una caduta al passato remoto con quel “il matrimonio durò poco”, per poi tornare subito al trapassato.
Sempre riguardo la grammatica, ho notato che più di una volta hai usato “lui” come soggetto (“lui si sentì subito a disagio”, “lui non aveva avuto per tre giorni un pasto caldo”). La mia prof di italiano, seguace della grammatica classica, aborriva l’uso di questo pronome come soggetto; però, visto che ormai è accettato come tale anche dai maggiori grammatici contemporanei, ho chiuso un occhio anch’io. (Questo sproloquio non serve a nulla; è solo tanto per dire che, anche se a quanto pare al giorno d’oggi è corretto usare “lui” come soggetto, io, memore degli insegnamenti della mia prof, sento come un brivido lungo la spina dorsale tutte le volte in cui lo leggo XD). E, a proposito di pronomi soggetto, mi viene in mente una frase di esempio per evidenziare un altro errore ricorrente: “Quando (Arunte) si sedette affianco a Rinaldo, lui si sentì subito a disagio” --> Ho notato che tendi ad abbondare con questo pronome, anche quando stona (come in questa frase) o è palesemente superfluo. In questa frase in particolare sostituirei “lui” con “quest’ultimo”, in altre lo toglierei del tutto.
Un altro particolare che ho notato è che in alcuni dialoghi Rin, parlando con Giuliana, passa dal tu al lei senza apparente motivo, come per esempio in “Mi perdoni, mia signora, ma non ho udito le tue parole”.
Gli errori ortografici sono limitati a poche sviste, per esempio “pensante rotolo di stoffa” anziché “pesante”, oppure “dite così sottili e agili” anziché “dita”. E, visto che parliamo delle dita di Arunte, mi viene in mente un particolare che mi ero appuntata, ovvero che la loro descrizione suona incongruente: alla prima apparizione del bambino scrivi che sono “ancora un po’ paffute”, però il giorno dopo Rin le giudica “sottili e agili”, e l’aggettivo “sottili” è ripreso anche più avanti nel capitolo. Insomma, sono grassocce o sottili?! :D
Faccio ancora un piccolo appunto riguardante gli aggettivi possessivi, che a volte sono utilizzati con troppa abbondanza: “riusciva a malapena a trattenere i suoi gemiti, aveva affondato i suoi denti nella spalla... aveva staccato i denti dalla sua spalla e aveva spostato la sua bocca famelica su quella sottile dell’altro”, ecc. Se in inglese l’uso degli aggettivi possessivi è obbligatorio, per l’italiano vale il contrario, e esagerare non è corretto.
Sulla punteggiatura non ho nulla da eccepire, in generale è precisa, anche se qualche errore è scappato (per esempio, dopo la battuta “Mi raccomando, non toccare niente, siamo intesi?” manca il punto fermo e il conseguente a capo della frase che segue).
Lessico, forma e stile: 3,8 / 5
Anche qui mi limito a fare degli esempi presi dal primo capitolo.
Per quanto riguarda la narrazione, a mio avviso questa storia presenta un pregio e un difetto. Ha il pregio di essere stata scritta con passione, lo si intuisce specialmente in alcuni passi in cui l’esposizione è accurata, magari perché la scena ti ispirava particolarmente. Inoltre, mi è piaciuto il fatto che, data l’ambientazione storica, ti sia documentata su usi, costumi e cenni storici, senza trasformare la tua fanfiction in un mero racconto anonimo che di medievale avrebbe potuto avere solo il nome. La stessa cosa vale per la scelta dello stile dei dialoghi, pensati in “linguaggio cavalleresco”.
Il difetto invece è, a mio avviso, il fatto che spesso è come se tu perdessi la padronanza di ciò che stai scrivendo. Vi sono numerosi passi in cui le frasi ti sono sfuggite un po’ di mano, hanno cominciato ad accavallarsi in periodi difficili da gestire. Esempio: “Probabilmente fu proprio per quella sua chioma che la sua vita fu tanto miserabile, e fu per quella sua chioma che tutti – dal panettiere Lemmo al cavaliere Ser Feliciano – lo ritennero la causa principale della pioggia e della carestia che ne sarebbe conseguita, ma nonostante ciò, gli innocenti a volte sono un poco fortunati e, in questo caso, Dio volle che una sarta, Giuliana, ebbe compassione di quello scricciolo e lo accogliesse in casa sua”.
Ecco, in un’unica frase hai messo un sacco di carne al fuoco :) In una botta sola hai parlato del passato di Rin, di ciò che ne è seguito, ci hai fatto stare una massima, e hai aggiunto una conclusione che, rispetto a tutto il resto, si svolge nel futuro. Così, messo tutto insieme, la narrazione appare un po’ confusionaria, e facilita l’insorgere di errori come le concordanze verbali (quell’”ebbe compassione” discorda con la coniugazione che precede e con quella che segue); inoltre, anche qui ho trovato nuovamente il ripetersi ossessivo degli aggettivi possessivi. Forse questa frase non è l’esempio più eclatante, ma è la prima che mi è venuta in mente perché si trova nella parte iniziale del racconto. A mio avviso, tutta la storia avrebbe bisogno di una revisione per alleggerire e sistemare diversi periodi dalla costruzione troppo complicata (la stampa che ho fatto della tua storia, tra tutte, è quella più ricca di note a margine; non la finivo più di pensare a come mi sarebbe piaciuto veder riscritte le varie frasi :) )
Concludo facendoti notare che a volte inserisci delle ridondanze che si potrebbero evitare con dei sinonimi, come in “Il ragno quindi aspettò che l’insetto vi si intrappolasse ancora di più e, solo dopo, si avvicinò ancora di più e la divorò” (tra l’altro, qui ci andava “lo divorò”, perché l’oggetto dell’azione è “insetto” e non più “farfalla”).
Caratterizzazione dei personaggi: 4 / 5
E’ difficile dare un giudizio sui personaggi, quando si muovono in un ambiente e un’epoca a loro completamente estranee. Credo che sia principalmente questo che mi ha impedito di dare un voto più alto alla caratterizzazione. Mi sono sforzata di visualizzare sia Haru che Rin cercando di immaginarmeli nelle situazioni in cui li avevi calati, e sono giunta alla conclusione che, sì, potevo riconoscerli in qualche modo, però non mi convincevano del tutto. Se, poniamo, avessi letto la storia immaginandomi Sousuke al posto di Haruka, non sarebbe cambiato nulla. Non so se ho reso l’idea, quello che voglio dire è che a mio avviso mancavano i loro tratti salienti.
Di vere e proprie situazioni “fuori luogo” ne ho identificate un paio. Per esempio, ho trovato assurdo il fatto che Rin abbia tagliato per scherzo i punti cuciti da Arunte; non me lo vedo proprio a danneggiare il lavoro degli altri, così, solo per dispetto, così come non vedo Haru minacciare qualcuno con un paio di forbici. Questo perché Rin non mi ha mai dato l’idea di prendere con leggerezza gli sforzi altrui, mentre Haruka, sebbene taciturno e spesso chiuso, è una persona molto dolce: ha una sensibilità talmente fuori dal comune da rinunciare al nuoto – praticamente la sua vita! – solo perché ha visto un amico versare due lacrimucce ^^
Come ho detto all’inizio, giudicare un personaggio IC o no è sicuramente una questione molto personale, non posso affermare “ho ragione e basta!” XD Però io la vedo così, volevo solo giustificare il mio giudizio :)
Gradimento personale: 4,2 / 5
Al di là del fatto che abbia apprezzato la storia, il mio parere è che il vero punto di forza di questa fanfiction rimane, come avevo già detto prima, la capacità di rendere l’atmosfera generale credibile, per allinearla all’epoca in cui si deve svolgere la vicenda. D’altra parte, però, il medioevo mi sembra un concetto così lontano dall’universo di Free che mi ha dato l’impressione di leggere più un’originale che una fanfiction ^^ A parte questo, ho apprezzato particolarmente alcuni passi, mi riferisco a quelli riguardanti l’opinione generale della gente comune dell’epoca riguardo l’omosessualità, vista come un peccato da punire con la morte. Se non ti fossi soffermata su determinati particolari – la progettazione della “spedizione punitiva” verso il garzone, l’esecuzione del conte di Acerra, le accuse del popolo contro i sodomiti – probabilmente il suicidio di Arunte sarebbe apparso falso, esagerato, mirato solo a tingere la storia di una malinconia forzata. Invece a mio avviso hai saputo preparare il terreno, e quando il suicidio giunge – o meglio si scopre a conti fatti – anche se è inaspettato come una doccia fredda è tutto sommato coerente con il resto della trama.
Bonus: 0
Totale: 16 / 20 |