Recensioni per
Exogenesis
di indiceindaco

Questa storia ha ottenuto 5 recensioni.
Positive : 5
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
24/05/15, ore 20:28

ciao
è un po che mi rigirano le parole di questo tuo racconto - se tengo conto che ho già scritto tutto quello che dovevo dire prima di leggere questo mi si ghiaccia il sangue nelle vene.
ecco come definirei l'amore di Theo "chirurgico", spietato, preciso e freddo come un bisturi. capace di alleviare ma non confortare.
ho amato Theo attraverso gli occhi di Draco, un fanciullo rimasto vuoto troppo a lungo, incapace di riempirsi ma solido abbastanza da farsi carico degli altri. non è altruismo il suo ma la necessità di essere "importante" per non perdersi nell'indifferenza. perchè nonostante tutto un cuore batte nel petto.
il sogno ... vorrei dire che sua madre lo condanna per le stragi compiute, per la non curanza della vita altrui, per le atrocità gratuite ... vorrei che quella madre si girasse e lo abbracciasse come fa con Draco ... invece lei non si volta! semplicemente perchè non lo ha mai fatto. e lui ha una chiara visione della realtà senza lo sfarfallio di un bimbo sognatore a deturpare i contorni.
un'immagine spietata e cruda di un'infanzia rubata.
grazie
un abbraccio kiss kiss

Recensore Master
24/05/15, ore 18:45

Io te lo dico, poi vedi tu se sentirti in colpa o meno: Son dovuta ricorrere a massicce dosi di cioccolato per poter arrivare fino a qui. (santissimo Remus).

Beh, sono qui e non so cosa dire.



Ha un inizio così... dolce, così... promettente. 
Con questo gentil pianoforte che culla le lacrime di Draco fino all'arrivo di Theo.
(No, seriamente, mi trovo veramente in difficoltà perchè non riesco a spiccicar parola!)
Straziante, è semplicemente straziante. 
Ecco cosa provo: il dolore di Les Choix, il dolore di 14 Dicembre.
Da quella prima sinfonia della quale non sarei mai stata sazia arrivo a questa sensazione famigliare di lacrime che bruciano, mie e loro (e tue?).
C'è quel velo di malinconia, dolore, disperazione in questo loro incontro. C'è la calma, ma anche la paura di non avere abbastanza tempo (una cosa che, ti assicuro, conosco bene).
Una cosa così bella, la sensazione di stare insieme tutte quelle rassicurazioni, quei gesti silenziosi e singhiozzati inframezzati da quello che Nott è, un ([...] è stato troppo tardi. Ti sei innamorato di un [...]) assassino.

E lo amò come lo amava sempre, lavando via l’orrore, bruciando e marchiando tutto, per pulire le ferite inferte, per debellare quell’infezione, curandolo senza riguardi e senza dolcezze, proprio come quando si amputa via un arto in cancrena.

Con Redemption in sottofondo mi sembrava di essere come l'Auror che era appena stato costretto a lasciare questa vita: supplichevole e speranzosa. Illusa, insomma... Theo avrebbe avuto da ridere sul mio comportamento, mi avrebbe disprezzata, povera umana e babbana quale sono. 
Per lui era già finita, quella sua guerra. Sembra veramente che possa migliorare, no? Avrebbe continuato ad eseguire gli ordini, perché è quello che tutti si aspettavano da lui. No. Come volevasi dimostrare. 
Ho quest'immagine di Theo che si muove, che pensa, che uccide e vendica... ma con questi fili che lo guidano, come una marionetta perché (è difficile da spiegare come sensazione) prima aveva un proprio scopo, non era importante quello che facesse, voleva solo raggiungere il suo obiettivo... solo che ora è... svuotato. Non so come definirlo. 
E' dura, sto soffrendo e non so più cosa dirti perchè non credo ci siano parole che possano esprimere quello che ho appena letto, direi (e suggerirei) di ascoltare semplicemente le sinfonie. E' tutto racchiuso lì, senza bisogno di aggiungere altro. 
Forse hai ragione a dire che questo Nott esista solo nella tua testa, alla fine zia Jo non ha mai detto nulla su di lui, tuttavia devi andarne fiero, fidati di me :)
(presta attenzione a quel piccolo 'smile' perché ci ho messo tutta la buona volontà che potevo per farlo affiorare in mezzo a questo ultimo capitolo. un sorriso, strabiliante.)
C'è questo Draco così piccolo... ancora così innocente contatto con qualcosa (qualcuno) di tanto grande e intangibile... uff...
Spero comunque che adesso tu non pretenda che io lasci qualche parola anche per il sogno, perchè quella parte mi ha uccisa, e ti assicuro che è stata una morte molto più lenta e dolorosa di quella di Nick Quasi Senza Testa. 
Ho detto tutto. 


Solo un'ultima cosa.
Come sempre risulti essere travolgente per quello che scrivi, per l'intensità, l'originalità e il non essere mai scontato o ripetitivo. 
Perchè le emozioni e i sentimenti, anche se vengono identificati con lo stesso nome in occasioni differenti, non sono mai uguali.
E guarda che cos'hai fatto, guarda in cosa questi tre capitoli di possono riassumere perfettamente: 
"-Oh, lo farai…" E lo fece. 
"Non farlo." Invece, lo fece.
"La implorò di voltarsi con la voce del bambino che non era mai stato." Ma lei non lo fece.
 
Perdonerai spesso agli altri, ma mai a te stesso. 
Se non ci fosse stato quel "invece", forse lei lo avrebbe fatto, si sarebbe voltata.. o forse lui non l'avrebbe mai sognata.
E' lì che ho visto crollare tutto il mondo addosso ad una ragazzo di appena 16 anni. 
Straziante. 
W.

Ah, e nonostante tutto (ed è tanto): Grazie.

Recensore Master
24/05/15, ore 17:03

 Inizia con una musicalità completamente diversa, questa sinfonia.
Non aspettarti ringraziamento alcuno.  
Perché inizia con un pianoforte.
Ed è tremendo. 

Nelle primissime note c'è un ragazzo, ed è solo. Solo in quella strada avvolta dalla cenere, dalle urla. 
Ed è solo con quel bambino che per la prima volta mise dito su quei tasti. 
Il primo frangente di questa sinfonia racchiude perfettamente tutta la scorsa. 
Perché "quello che lasci non va più via" e una volta che lasci che qualcosa entri nel tuo animo sei perduto, perché tutto ha un punto di rottura. 
E non c'è n'è, non c'è storia che regga. Questa sinfonia sa di gelo, freddo, calma, vendetta, pazienza e pazzia, sa di una mente che freme e che spera, impazienze.
Sa di un sorriso che non conquista gli occhi, ma piega solo le labbra nella forma della soddisfazione più cruda. 
Il vuoto che Nott si è creato attorno è sormontato dalla veracità della sua vendetta.
Non so ancora adesso se ho di fronte a me una persona che non è mai stata bambino o qualcuno che, dovendo crescere troppo in fretta, non sarà mai uomo. 
C'è quel trascinarsi avanti nel tempo che non è vivere, non è accompangare i secondi che passano, ma divorarli e consumarli di vendetta.

Troppi ne aveva visti, di morti, al punto di farne parte mentre era ancora vivo.
         l’orrore negli occhi di Pansy
        le parole di Blaise 
La guerra gli aveva insegnato a uccidere e gli aveva concesso di farlo
        le lusinghe di Greyback
        la ferocia delle suppliche di Draco. 
       Non gli importava di vederli cadere a pezzi, né di ferirli.
senza accusa e senza colpa per il semplice fatto di indossare una divisa.
      Aveva abbracciato il marchio nero, e quell’ideale di giustizia, l’unica possibile: da pagare col sangue.


Non ci sono scuse per quello che ha fatto.
Ma non c'era null'altro che avesse mai conosciuto.
Tremendo.
W.

Recensore Master
24/05/15, ore 15:37

Per Diana.
Mi sento scoperta ed esposta nel farti questa recensione, davanti a qualcuno di così piccolo. 
Questa prima sinfonia è qualcosa di cui so, con certezza, non sarò mai sazia. 
Continuo a rimandare questa recensione per leggere e rileggere quello che hai scritto e impararlo a memoria, leggere ogni minima sfaccettatura, assaporare anche il più piccolo dettaglio, scorgere anfratti che prima non avevo notato, come se solo leggendo io possa star bene in questo momento. 
Molto, molto diverso dai tuoi soliti scritti. Un'impronta che non avevo ancora scorto in te. 
Ma non me ne stupisco affatto, visto il protagonista indiscusso di cui tratti e le note che accompagnano la lettura. 
Uuna lettura che non appartiene a questo universo, io lo so, ed è grazie alla musica dei Muse che le tue parole vengono trasformate in una sorta di viaggio... ti prendono per mano e... non so, mi sembrava di vedere questo bambino vivere dentro una teca e io, con Overture, che lo osservavo da lontano, in silenzio, notando tutti quei dettagli che tu riporti. 

"Aveva un’indole malinconica, restia nel concedersi sorrisi, sempre misurata, distaccata. Solitaria perché abbandonata.
Non era solito articolare più di cinque o sei frasi nell’arco di un’intera giornata, non piangeva mai
[...]"

Le prime note della sinfonia accompagnano queste tue parole di presentazione e direi che non avresti potuto trovare modo migliore di iniziare questo viaggio, per descrivere un personaggio del quale sappiamo praticamente nulla, se non la parte della scacchiera dalla quale sta. Sono note che sanno di favola, di qualcosa da "c'era una volta", di oggetti piccoli e delicati ma che nascondono qualcosa di profondo e non risolvibile, di quegli sguardi che non smettono di fissarti e dicono tutto e niente nello stesso istante. 
Poi le note cambiano e cambia anche la narrazione, o meglio: cambia il modo in cui le tue parole vengono percepite, perchè si evolve il tutto e...
"la consapevolezza è una gabbia", giusto per riportare una citazione.
la voce di Bellamy accompagna questo piccolo Theodore nell'apprendere l'arte della lettura e poi... eh, poi non ci fu più bisogno di chiedere

Ma nulla, nulla di quello che si legge nei primi paragrafi può eguagliare il canto di quella bestia ferita. 
Un canto che è il pianoforte, ma è anche Theo, perchè in fondo forse è proprio il pianoforte ad essere Theodore, o Theodore ad essere il pianoforte. Contorto, non trovi? 
(ah, scontato dire che ho ancora in sottofondo Overture)
E per la miseria, quando ho realizzato di cosa si trattasse, cosa fosse quella "bestia ferita"... mi sono ritrovata annullata, al centro di tutte quelle parole che avevo appena letto, di quella malinconia sottile, del silenzio vibrante di quelle tante stanze. Racchiusa dentro il piccolo cuore del giovane ragazzo. 
E c'è questa piccola figura completamente persa per e in quello che gli sta accadendo, così piccola eppure già così grande. Come se il suo piccolo corpo racchiudesse già tutto, tutto quello che quell'artefatto babbano potesse fare e che avrebbe fatto al suo comando. E poi ci sono le musiche dei Muse e... merda! Il mondo sarebbe diverso se i bambini nascessero ridendo. 
Concordo. 

Sono basita, svuotata di tutto, annullata e persa in brandelli fra le parole di questo primo angolo di Nott. 
E diamine, è solo -appunto- il primo. 
Mi sembra di aver appena viaggiato nel tempo, persa e sballottata a destra e a manca dentro il TARDIS o contorta e strizzata dopo una smaterializzazione.
Dammi il tempo di ritrovare il su e il giù, il dritto e il rovescio e forse la strada per il prossimo capitolo sarà più facile da trovare. 
W.

Recensore Master
24/05/15, ore 09:59

ciao
i bambini sanno essere crudeli nella loro ingenua verità perchè privi di dogmi. vedono il mondo come un parco a cui attingere e imparano alla svelta ad adattarsi. incorporano e assimilano ciò che li circonda trasformandoli in punti di riferimento, nel loro credo.
è facile quindi "manipolarli", come è facile condurli "in tentazione".
Theo ha vissuto una vita grigia, scandita dalla visita alla tomba della madre, dal dolore di un padre, dalla mancanza di attenzioni e amorevoli cure piegando se stesso alla mercè della vendetta. ha scalfito ogni singolo tasto producendo terrificanti note per comporre una melodia di morte.
avendo il cuore arido ha una sete insaziabile e la vendetta non basta, è andato oltre. personifica quel mostro a cui si è avvicinato con ingenuità che, in cambio di un singolo momento umano, gli ha straziato il cuore divorandolo.
non c'è giustificazione alla violenza nemmeno quella spesa in una guerra. non c'è giusto o sbagliato perchè alla fine rimane solo il dolore delle perdite.
grazie per averci fatto conoscere Theo, un uomo che non è mai stato bambino.
un abbraccio kiss kiss