Recensione premio dal contest “Neo Superheroes vs Badass Villains”
Mumble mumble. Non so da che parte iniziare.
Penso che, come Valira, inizierò sottolineando l'impressione diversa che questa storia mi ha lasciato rispetto a “Eris” e “Il Tessitore”. Parliamo di tre racconti completamente differenti, ma in questo caso mi pare che manchi qualcosa alla tua sensibilità nello scrivere. La tua delicatezza si fa sentire solo molto avanti, quando arrivano nella città in cui la sacerdotessa dovrebbe consegnare Eve al Demone. Le prime pagine, invece, sono – come dire – “vuote”, impersonali, mancano del tuo tocco e, per questo, ho fatto fatica a ingranare nella lettura.
Complice di questo penso sia in parte anche la scelta di far capire solo molto avanti che il mondo in cui i personaggi si muovono è uno urban fantasy post-apocalittico. Quando chiarisci che per palazzi si intendono “grattaceli”, arriva un maggiore coinvolgimento. In quel momento riesci a catturare completamente l'attenzione, a incuriosire – e a stupire, con un piccolo colpo di scena: quello che credevamo un fantasy, è qualcosa di ben diverso. Tuttavia, se questi elementi urban fossero stati inseriti fin dall'inizio, le prime pagine sarebbero risultate più coinvolgenti.
Allo stesso modo, pure il registro lessicale usato fa poco effetto questa volta – strano, perché di solito sei molto abile. Non è puramente fantasy, né nella terminologia né nelle costruzioni sintattiche, ma non è neanche urban (e quindi più moderno): il contrasto fra un lessico fantasy e un'ambientazione urban sarebbe stato davvero vincente, se sviluppato meglio.
Eppure trovo che la storia ci sia e venga mantenuta una tua caratteristica fondamentale: i personaggi ben delineati, gentili anche se “antagonisti”, efficaci. Ho adorato sia Eve, nella sua semplicità, sia la sacerdotessa, fredda suo malgrado e gentile per indole. Il duo funziona molto bene e mi è piaciuto come hai gestito l'evoluzione del loro rapporto, pagina dopo pagina, fino ad arrivare alla fine, dove Eve permette a Diana di riscoprire l'amore.
Riguardo al demone... si capisce tutto bene dal racconto della Narratrice, ma speravo avesse più parte nella storia – invece di comparire per essere ucciso, per quanto questo svolgimento sia lineare e apprezzabile nel modo in cui viene attuato (donando l'Amore a una creatura che ne è priva). Questo risvolto porta a una conclusione che mi è piaciuta davvero, a un concludersi apprezzabile delle vicende di Diana e Eve, ma a un'apertura verso un possibile sequel.
Riguardo allo stile... leggere questo racconto dopo “Eris” e “Il tessitore” è stato strano: ci ho trovato cose che negli altri mancavano, per esempio una quantità di “lei”, “poi”, “mentre” del tutto evitabile. Soffermandomi sulla sequenzialità delle frasi, ti consiglio di togliere il più possibile i “poi”: se una cosa viene detta dopo, è intuitivamente successiva.
Ti segnalo inoltre le virgole prima dei “ma”: non sono opzionali! E, sempre riguardo alle virgole, ne ho riscontrata una notevole carenza. Sotto ti indicherò (insieme ad alcuni refusi) i punti in cui sono assolutamente necessarie, ma se vuoi possiamo poi mandarti il documento completo con i vari punti in cui servirebbero (di fondo, quando noi leggiamo comunque facciamo una sorta di editing per renderci conto dei problemi e dei punti di forza del testo).
Attenzione anche alle d eufoniche, alle ripetizioni e alla formattazione del dialogo – ma di questo si parlava sotto al contest, non mi ripeterò. Aggiungo soltanto che se metti il descrittivo delle azioni di B vicino al parlato di A confondi il lettore! Non sempre è intuitivo capire che il descrittivo si riferisce a una persona diversa da chi sta parlando: meglio metterlo a capo, quindi, o con una struttura più chiara.
Alcuni refusi riscontrati:
- Fu il pensiero di un secondo eppure la fitta di dolore si diramò dal suo petto a tutto il corpo facendola gemere e stringere i denti.
° per reggere questa frase, hai bisogno di una doppia virgola → Fu il pensiero di un secondo, eppure la fitta di dolore si diramò dal suo petto a tutto il corpo, facendola gemere e stringere i denti.
- “Un’anima o tutte” Mormorò. Rispondendo alla domanda con la risposta di rito.
° a parte la ripetizione fra “rispondendo” e “risposta”, dopo “mormorò” ci va una virgola, se la frase seguente presenta un gerundio.
- Le persone che prendeva avevano varie reazioni, c’era chi piangeva dall’inizio alla fine, chi supplicava, chi l’insultava e anche chi voleva sapere e pretendeva informazioni sul suo destino, come se sapere avrebbe cambiato qualcosa.
° “proprio destino”: se utilizzi l'aggettivo possessivo “suo”, potrebbe sembrare che il destino di interesse sia quello della sacerdotessa, mentre non è così!
- Questa preda non era diversa salvo forse per la sua irriverenza nei suoi confronti, i più la temevano, questa donna la odiava, sì e la disprezzava, ma non la temeva.
° quando si utilizza il “sì” in questa struttura, andrebbe inciso fra virgole
- Ma il silenzio non sembrava appartenere alla sua natura infatti quando raggiunsero una cittadina non riuscì a trattenersi ancora.
° prima di “infatti” andrebbe una virgola
- Le strade della città erano perfette per la caccia, gli animali ormai le consideravano casa loro e percorrevano strade prestabilite e ben visibili che in un bosco a volte erano introvabili.
° dopo “visibili” andrebbe una virgola
- Una volta tese le trappole cercò dell’acqua, il fiume scorreva poco lontano e lei poté attingerne per il suo cavallo poi controllando di essere sola si svestì ed entrò nell’acqua fredda.
° per reggere questa frase in modo corretto potresti → Una volta tese le trappole cercò dell'acqua, il fiume scorreva poco lontano e lei potù attingerne per il suo cavallo. Poi, controllando di essere sola, si svestì ed entrò nell'acqua fredda.
° “Posso frugare in una di queste case e trovartene quanto vuoi di sapone”
Questa frase presenta un doppio complemento oggetto: “ne” e “di sapone”. La struttura è corretta soltanto se dopo vuoi utilizzi una virgola, altrimenti è una ripetizione che sta male nella lingua italiana.
- Per questo si crearono dei gruppi clandestini e il demone, che appariva uno dei più deboli divenne il più importante, perché lui poteva trovarli.
° “... e il demone, che appariva uno dei più deboli, divenne il più importante,...”
- Se avesse scelto uomini forti e minacciosi i Sopravvissuti avrebbero iniziato a temere loro più del demone, ciò era inaccettabile, quindi ha scelto delle donne.
° “... ciò sarebbe stato inaccettabile, ...”
- “Io ho sentito parlare di un gruppo di persone che lo sfidavano, che viaggiano da villaggio in villaggio…”
° “... che lo sfidarono, viaggiando di villaggio in villaggio... ”
- Se credeva che il racconto di quel giorno cambiava qualcosa allora si stava sbagliando di molto.
° “... di quel giorno avesse cambiato qualcosa, allora...” oppure “... di quel giorno cambiasse qualcosa, allora...”
- Intimò ancora il demone, un sorriso sarcastico che compariva nel notare la sua piccola ribellione.
° “...un sorriso sarcastico comparve nel notare...”
- Forse aveva davvero creduto che quel giorno non arrivasse mai, tutti lo speravano quando il viaggio diventava lungo, tutti si sbagliavano.
° “... che quel giorno non sarebbe mai arrivato, tutti...”
- Fu sul punto di negargli quella richiesta,...
° negarle, sta parlando di Eve!
- Eve che aveva una smorfia di sofferenza in volto alzò lo sguardo per incrociare i suoi occhi. Occhi freddi e vuoti, come sempre. Fu un istante poi la ragazza scosse la testa e con un gemito la tirò verso la salvezza.
° secondo me mancano delle virgole → Eve, che aveva una smorfia di sofferenza in volto [questo è un inciso, quindi dovrebbe essere racchiuso fra virgole], alzò lo sguardo per incrociare i suoi occhi. Occhi freddi e vuoti, come sempre. Fu un istante, [questa virgola serve per dare ritmo] la ragazza scosse la testa e con un gemito la tirò verso la salvezza.
- Credi davvero che io possegga un cuore?” Diana guardò con orrore l’essere alzarsi, rotolò via ma ormai sapeva che aveva fallito.
° “...ormai sapeva di aver fallito.” |