Amica mia,
è imperdonabile che io stia scrivendo questa recensione solo adesso. È che, bazzicando per la home in cerca di qualcosa da leggere ho deciso (vista la penuria) di dare una nuova occhiata ad Opposite, e mi sono resa conto di non aver ancora recensito questo ultimo capitolo. Sarà perché è la storia che ci ha unite, sarà perché è ambientata a Nottingham, sarà perché so quali magiche e gentili dita siano dietro a ognuno di quei caratteri, ma io amo questa storia immensamente.
Amo vedere come sei cresciuta, come siamo, anzi, cresciute.
“Il mondo, pensava John, era come una grande fabbrica che lavorava incessantemente, che strideva di sottofondo, giusto per dar fastidio a pochi e assuefare tutto il resto. Lui lo stridio lo aveva sentito chiaramente.”
Poche righe dall’inizio e già ero conquistata, commossa e forse un po’ triste.
Conquistata perché questa frase è, nella sua essenza più pura, John.
Commossa perché la sola scelta delle parole rivela la cura inconscia che hai posto nella ricerca dei suoni giusti, suoni duri, consonantici: stridii.
E un po’ triste perché stiamo crescendo. Inevitabilmente. Me ne rendo conto perché capisco le parole di John, e so che le hai scritte capendolo anche tu. Il mondo che crescendo ti mastica e ti risputa, senza tregua, e che ti fa dubitare di poterti reggere in piedi ancora a lungo.
Ma, ecco, John ce la fa nell’unico modo possibile: rifugiandosi nella persona che è per lui miracolo, evasione.
Quello che tu sei per me, d’altronde.
E Paul, bello e dolce e malinconico (la mia caratterizzazione preferita del suo personaggio, e questo lo sai) si lascia salvare, e salva a sua volta.
Ho riso con loro nei momenti di leggerezza (io, senza voler sembrare troppo fangirl alla mia veneranda età, aiuterei entrambi con le vicendevoli erezioni senza alcun problema) e ho sentito il cuore stringersi nel sentire del disperato bisogno di John di sentire che esiste ancora, al mondo, qualcosa di bello.
Non serve poi doverti ripetere (ce lo siamo dette abbastanza) che parlare di fiori tesse sempre e comunque, per me, un legame tra le nostre due anime.
E mi ricorda, ovviamente, del mio personaggio preferito, ancora in sospeso.
Un personaggio di cui mi hai parlato tante volte, anche in lettera, con la tua bella scrittura tonda e chiara, e che io non smetto di aspettare.
Per lui, sono disposta a metterti la testa sul computer altre mille volte.
Ti voglio bene Marti,
grazie. |