Ciao ^^ Come promesso, eccomi qui!
Per prima cosa, visto che questa è una recensione e non un betaggio, vorrei saltare a piè pari tutto ciò che riguarda commenti vari su ortografia e grammatica. Ho detto tutto nel giudizio finale del contest, non mi sembra il caso di ripeterlo qui ^^
Quello che mi preme di più ora è approfondire maggiormente le mie impressioni sui personaggi e sulla storia in generale. E ci sarebbe veramente tanto da dire!
Quello che mi ha colpito immediatamente è la cura dei particolari, che arricchiscono la storia descrivendo in modo attento ambiente, pensieri e sensazioni. Un esempio? Già dai primissimi capoversi, hai costruito un’introduzione davvero notevole; avresti potuto limitarti a dire che Aichiro, ancora bagnato dal recente allenamento, stava cronometrando Rin, invece non ti sei limitata a questo. In pochi tratti, precisi come pennellate, ci fai sapere che Ai rabbrividisce – e ciò significa che, dopo essere uscito dall’acqua, non si è nemmeno asciugato pur di non far perdere tempo prezioso al suo senpai – ci fai seguire il percorso del rivolo gelido che dalla nuca gli scende lungo la schiena, ci descrivi il modo in cui utilizza il cronometro, e nel frattempo delinei un quadro generale di tutto l’ambiente circostante e della piscina che a poco a poco si svuota, facendoci intuire che l’allenamento di Rin sta durando da parecchio. E ogni gesto di Ai mentre utilizza il cronometro ci dice qualcosa su questo personaggio, delineandone la caratterizzazione. Questo per dire che, fin dall’inizio, questa storia è spiccata tra le altre partecipanti al contest grazie al suo stile narrativo. Neanche il tempo di pensarlo, ed ecco che l’attenzione si sposta sul modo di nuotare di Rin, anch’esso strutturato in modo da togliere ogni dubbio che, sì, quello è proprio lui durante la prima stagione dell’anime, e quello è proprio il suo modo di nuotare, pieno di spirito di competizione e voglia di battere Haru a tutti i costi.
La storia poi prosegue fluida: non racconta chissà cosa, non contiene chissà quale trama, non c’è nemmeno una vera e propria conclusione, tutto ruota attorno ai sentimenti di Ai e al suo modo innocente di amare – il suo concetto di amore richiama infatti l’affetto dei genitori – eppure ti prende, forse proprio perché la trama sa tanto di missing moment e io ho un debole per questo genere di cose (è proprio per questo che mi sarebbe piaciuto un sacco ricevere più storie che si ispirassero alle pin-up ^^). Il tutto è supportato da uno stile narrativo semplice e fluente, dove saltuariamente spiccano alcuni termini ricercati che non possono che migliorare il risultato finale (“ansiogeno” mi è rimasto nel cuore :3), nonché le numerose similitudini legate al nuoto, che fanno molto Free!
Però questo non è tutto: anche la caratterizzazione dei personaggi ha giocato la sua parte, perché non avrebbe senso un missing moment campato in aria, tanto per far agire Ai e Rin in modo da fare un po’ di fan service fine a se stesso. E, a mio avviso, in questa storia la caratterizzazione è pressoché perfetta. Forse sarò noiosa, ma mi piacerebbe sottolineare alcuni passi che mi hanno fatto sorridere, che mi hanno fatto pensare: “Qui vedo proprio Rin, questo è proprio Ai!”.
Cominciamo da Rin: ho già accennato prima che, fin dall’inizio, la sua caratterizzazione spicca; paradossalmente, perfino il POV di Ai indirettamente caratterizza Rin, perché ogni sforzo di Ai è la conseguenza dell’indifferenza di Rin. E non potrebbe essere altrimenti: per tutta la prima stagione dell’anime vediamo che Rin ha in mente solo il proprio obiettivo, ignora tutto il resto, fin dalla prima puntata tratta con sufficienza perfino i suoi ex-compagni di squadra. Ha in testa solo la sua sfida con Haru, considera Nitori un mero strumento d’aiuto per gli allenamenti, non tanto diverso dal cronometro o dall’asciugamano.
Dove spicca, invece, l’IC di Nitori? Secondo me un po’ dappertutto, ma è quando si accorge che Rin è preoccupato da qualcosa e ne soffre che raggiunge il massimo. Anch’io vedo così Ai: non sa nulla di Rin, eppure si pone come obiettivo il fine di essergli d’aiuto incondizionatamente, la preoccupazione di Rin diventa la sua. E, in effetti, come hai scritto tu, nei momenti in cui l’indifferenza di Rin raggiunge livelli massimi, Ai non si arrende e parla, parla, parla, tanto da diventare fastidioso XD
In definitiva, mi fa piacere che questa fanfiction abbia dato così tanto spazio ad Ai, che di solito è relegato al ruolo di spalla di Rin (e confesso che mi dispiace un po’ che nella seconda stagione Sousuke compaia a reclamare le attenzioni di Rin al posto di Ai ^^). Ho apprezzato perfino quelle poche righe che hai inserito riguardo il loro primo incontro, quando Rin si presenta nella stanza che dividerà con Ai per un intero anno. Non so se la tua sia stata una scelta casuale, ma in uno dei numerosi cd drama di Free c’è una traccia dedicata proprio a quell’incontro, dove Ai, imbarazzatissimo, chiede a Rin se preferisca stare di sopra o di sotto (intendendo nel letto a castello), e Rin fraintende, diventando minaccioso come pochi! Chiarito l’equivoco, Rin butta lì che preferisce il letto inferiore, e Ai alla sera riporta tutto contento nel suo diario il resoconto della giornata concludendo con un bel: “Al senpai piace stare sotto. Punto”. XD
In conclusione, ti ringrazio di aver partecipato al contest e di aver usato una pin-up: tutte le volte in cui rivedrò l’immagine di Rin e Ai con quei capelli assurdi, ripenserò a questa storia! |