In una flashfic è molto difficile riuscire a riassumere con molta forza e tenacia dei concetti introspettivi e forti, che fanno parte di una realtà che comunque è un po' lontana dalla concezione di bellezza e di colori, direi nera e grigia, quasi in bianco e nero.
Mi piace come hai rappresentato questo povero uomo in questa maniera, che venga rimarcato il fatto che sia pazzo per gli altri e venga quindi trattato da schifo proprio per la situazione che vive, per la prigione mentale al quale è costretto, in una trappola fisica e intellettuale che non conosce assolutamente comprensione e un minimo di positività.
E quando non c'è più briciolo di pena e compassione, la si cerca persino dalle minime cose, persino quelle più inesistenti per respirare, quasi sentire una forza aliena per andare avanti e non farsi colpire dall'atonia e dal rendere totalmente un cuore di pietro e senza più comprensione nei confronti del mondo, anche se il tempo non sembra proprio dare proprio nessun tipo di speranza.
Mi piace come tu abbia rimarcato la stessa frase iniziale con l'ultima, proprio per riassumere il parere e l'opinione che quelle persone così fredde che hanno a che fare con lui, quasi meccanicamente e per dovere, lucro.
Non mi stupisce che non ci sia una storia dietro di lui, è una flash e in ogni caso non avrebbe fatto comprendere se è lì per un delirio di onnipotenza che si porta avanti lì dentro quasi per non evitare d'impazzire ancora di più oppure sia come stato incastrato per del male che qualcun'altro gli ha voluto.
Le tinte della storia sono oscure e molto fredde, chiaramente e ben rispettato nel campo introspettivo ma comunque con una storia e un'idea semplice, rappresentata con il linguaggio altrettanto d'effetto, non ridondante come potrebbe sembrare di primo acchito e curioso, comunque pulito.
È un lavoro non da sottovalutare perché nasconde tante sfumature diverse, lettura dopo lettura, così come il protagonista e il suo mondo interiore ed intricato.
Un abbraccio,
Watashiwa |
