Ciao, come promesso eccomi qui a recensire.
Avevi ragione molte tue storie sono sul fandom di Naruto ed è stata una sorpresa, che posso dire piacevolissima dopo aver letto questa tua ff.
Naruto, come manga, non è il genere che sono solita leggere (forse perché non amo molto l’azione e i combattimenti) ma quando ho iniziato a spulciarlo, non ho potuto smettere! Mi ha letteralmente catturata: per i personaggi e il loro animo (caratteri, sentimenti, pensieri) che non possono semplicemente essere spiegati con buoni o cattivi, per gli innumerevoli colpi di scena, le storie narrate che non sono mai superficiali e quel filo di allegria e tristezza che accompagna tutti i volumi.
L’anima del manga l’ho ritrovata nella tua storia: nella leggerezza di quattro chiacchiere tra amiche che avvengono tra equivoci e risate, nella dolce preoccupazione Hinata e nel senso di sostegno e di amicizia che traspare sia dal gruppetto femminile che da quello maschile.
Hinata è sempre la tenera ragazza innamorata di Naruto, proprio come nel manga, l’hai descritta nelle sue paure e nei suoi dubbi fragile ma mai debole. È uno dei personaggi più difficili da comprendere e tu ci sei riuscito in pieno.
Naturo è sempre il solito: prontissimo a combattere ma imbambolato quando si tratta di capire, soprattutto in fatto di sentimenti, eppure anche se non riesce a comprendere cosa lo turba è disarmante quando ammette di non sentirsi altezza dell’amore che Hinata nutre nei suoi riguardi. Amore che ha portato Hinata a mettere Naruto davanti a sé stessa e ai suoi bisogni. D’altronde l’amore vero è quello più puro, fatto di gesti sentiti e di azioni ai limiti delle proprie possibilità, ed è questo che hanno fatto entrambi e che continuano a fare anche adesso: Naruto si reca da Hinata con il mano il suo cuore pronto a chiederle scusa.
Qui c’è il Naruto maturo, quello che è cresciuto, ha superato tutte le difficoltà che gli sono state poste davanti, ma rimane sempre il ragazzo dal grande cuore che è pronto a mettersi in gioco per gli altri. Infine, la sua dichiarazione è sentita ed è anche una delle più belle che si possano fare. La comparsa del padre di Hinata, lascia dopo una piccola lacrima un sorriso.
Mi è piaciuto molto come hai sviluppato la storia: il clima amichevole che si trova nella prima parte, la tensione e i dubbi su come poter rimediare a un’incomprensione, la felicità nel trovarsi e di nuovo il sorriso all’apparizione del padre. Complimenti, anche se cambiano gli stati d’animo ed è tutto in una one-shot, la storia risulta fluida, inizia nella risata e si conclude con una risata (almeno per il lettore per Naruto non so proprio XD) chiudendo il cerchio.
Deve essere una recensione fatta da una giudicIA per cui di seguito ti parlo di grammatica e stile.Per la grammatica nulla da ridire, la storia è perfetta. La punteggiatura è da aggiustare, qualche virgola in più in meno, ma nulla che renda impossibile la lettura.
<< Farei davvero meglio a parlare chiaramente con Naruto-kun... >>
Riporti il pensiero di Hinata tra due virgolette, che si usano di solito per indicare un discorso diretto, forse sarebbe meglio mettere il periodo in corsivo.
Alcuni periodi sono piuttosto lunghi e risultano per questo un po’ ostici, magari qualche punto in più va inserito. Ti riporto una frase, l’unica che non mi ha convinto molto per la sua struttura:
“Solo, non pensava di farlo in un futuro così immediato. E sicuramente non immaginava che si sarebbe fatto vedere Naruto a presentarle così bellamente l'occasione per farlo, per questo, colta di sorpresa e del tutto impreparata, le sobbalzò il cuore nel vederlo arrivare in corsa verso di lei; doveva averla vista arrivare a casa sua. Giuntole davanti, all'ingresso del cortile della villa, il ragazzo fu così esausto e affaticato da piegarsi in avanti poggiando con le mani sulle ginocchia.”
Non si inizia un periodo con E (mi sento un po’ bacchettona), so che talvolta viene di farlo, perché scrivi e quel “e” da continuità a un’azione, ma è preferibile evitarlo.
Vederlo arrivare in corsa: suona meglio di corsa.
Segnato anche dopo perché ripeti le stesse parole e la lettura diventa un po’ sgradevole.
Questo periodo è l’unica cosa che ho trovato da segnalare, perché per il resto è tutto perfetto ;)
Per quanto riguarda il tuo modo di scrivere, mi piace molto. Riesci a catturare il lettore a prenderlo di peso e trasportarlo dentro la storia. Gli porgi le emozioni dei protagonisti, gli spieghi i pensieri, lo fai sorridere nei dialoghi tra amiche/amici, commuovere nella dichiarazione di Naruto e di nuovo sorridere alla fine pensando all’arrivo del padre.
La tematica di Benigni l’hai perfettamente centrata in queste due frasi: "Voglio amarti dandoti quello che non ho."
"...ti darò tutti i miei giorni e il mio tempo su cui non ho certezze."
Non è il solito ti amo, ti dono tutto quello che ho, ma è qualcosa di più. Donare ciò che non si ha, i propri giorni e il proprio tempo e il dono più grande che si possa fare.
Non ti iscriverai mai più ad un contest? Ops, mai dire mai ;) Capisco perché lo consideri limitante: è faticoso doversi adattare ai paletti messi dal giudice e talvolta diventa restrittivo. Si ha un'idea, si inizia a scriverla e improvvisamente cambia e si evolve. Nell'ambito dei contest questi cambiamenti talvolta non sono fattibili e bisogna limitare le proprie idee e la propria inventiva. D'altro canto, se si è accorto di idea e la pagina rimane bianca, è una buona alternativa avere le linee tracciate per la storia, significa aver già partorito metà dell'opera. In tutte le cose ci sono i pro e i contro, basta valutare il momento e il contest giusto ;)
A presto
Graziana |