Premessa: adoro il “What if?” perché ti permette di fare quello che vuoi, e soprattutto adoro chi non rinnega la propria indole. Perché con questa song-fic, Alecraft Mounts, fai vedere di che pasta sei fatta.
Quando l’Amore va a braccetto con la Nera Signora, c’è da divertirsi: ti si apre un mondo ch’è pieno di pathos, fatto di lacrime, amori fiammeggianti, preghiere disperate e non ascoltate, rimorsi per non aver detto o fatto. Insomma, cuore palpitante a go-go; ferito fatalmente, irreversibilmente destinato a sanguinare, disperatamente, crudelmente strappato e ridotto in coriandoli rossi.
In una canzone di Scialpi (appena mi ricordo il titolo, te lo faccio sapere) c’è una frase interessante: “Ah, l’amore, feriti a morte e non si muore!” Niente di più vero.
Ma siccome crudeli si nasce, e romantici si diventa, non ci facciamo mancare nulla e sulla tavola caliamo il nostro bell’Asso di Picche.
Che la Signora con la Falce sia affascinante e intrigante, non è un mistero. Sarà perché è l’ultima fermata, perché una volta che la conosci non puoi più dimenticarla, perché è sfuggente, perché può essere ingiusta, dolorosa, improvvisa ma anche liberatoria e pacificante.
Povera Elena… sarà stata pure bionda ma alla Morte non gliene può fregar di meno.
Povera giovane donna, magari innamorata, sicuramente amata, che non potrà più sapere quanto diamine è bella la vita, nonostante tutto.
Povero Nathan che sta lì disperato, senza fiato, sicuramente innamorato, magari ricambiato, al quale non importa niente di quanto sia bella la vita; inutile dirgli che prima o poi ci si abitua a quel dolore: se potesse, morirebbe con lei.
Molto bene, Alecraft Mounts, mi sei piaciuta davvero tanto. E ti capisco: io, pur di raddrizzare quello che succede al mio personaggio preferito, l’ho fatto morire!
Ciao.
Monty |