Recensioni per
Canone inverso - Behind enemy lines [PRIMA STESURA]
di Duncneyforever

Questa storia ha ottenuto 138 recensioni.
Positive : 134
Neutre o critiche: 4 (guarda)


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Nuovo recensore
20/12/20, ore 09:53

Perdonami, questa non vuole essere un'offesa a te personalmente, però non posso fare a meno di mettere una bandierina critica.

Questa storia raccoglie tutti gli stereotipi esistenti sulla seconda guerra mondiale. Dal tipo buono e angelico a quello demoniaco che naturalmente intreccia un rapporto strano con la protagonista. Il solito bello e dannato da amore tossico che non si sa come attrae l'emancipata ragazzina.

Rudi è un pazzo furioso, ma la cosa è trattata con molta superficialità. 

Miller non è un cognome tedesco e il padre che si indigna per il nome Sarah non ha senso visto che si chiama Aaron. Con tutti i nomi che ci sono proprio quello dovevi scegliere? Magari non ho letto bene, ma non mi sembra che tu l'abbia fatto notare.

Ci sono delle vicende inverosimili, dato che i Mischling non andavano certo nei campi ma stavano al fronte.

Mi spiace ma leggere di Rudi che tira un ceffone a CASO ad una tizia e Sara che reagisce in quel modo è stato davvero troppo. Così come la descrizione dei tedeschi che a parte Fried sono tutti degli psicopatici assurdi, ma dai!

Non sono esperta di guerre mondiali ma non ritengo questa storia un prodotto valido.

Mi spiace.

Nuovo recensore
06/02/20, ore 20:47

Ed eccomi qua, a recensire l'ultimo capitolo della storia...
Quattro anni fa, lessi il primo capitolo rimanendo colpita dal fatto che non ero l'unica a pensare al viaggio del tempo del protagonista ed anche l'epoca scelta non cambiava molto rispetto a quelle che sceglievo. Anzi, anche io ho pensato ad un viaggio durante la Seconda Guerra Mondiale e questo ha causato il mio interesse nella tua storia tanto da seguirla in incognito quando non avevo l'account e poi recensirla.
Era per me diventata un'abitudine accedere ad EFP per trovare un tuo aggiornamento, seguendo le storia di Sara fino ad oggi e sentendomi in colpa per non aver mostrato il giusto supporto, essendo il mio interesse alquanto alto tanto da essere uno dei motivi per cui mi sono iscritta al sito oltre ovviamente a quello di pubblicare le mie storielle per niente belle.
Se mai un giorno decidessi di riprenderla, sappi che avrai il mio supporto anche se non sarà scritto.
Ciao da Sao!
(Recensione modificata il 06/02/2020 - 08:48 pm)

Nuovo recensore
06/09/19, ore 10:31

Ciao ~ !
Ed eccomi qui a recensire gli ultimi capitoli che mi rimanevano da recuperare, come promesso.
Sarà una recensione un po’ particolare, dato che prenderò in esame due capitoli e non uno come al solito, ma siccome i due sono strettamente correlati ho preferito prenderli in esame assieme. Spero di essere riuscita a gestirli in maniera appropriata analizzandoli in modo chiaro.
 
Parto dunque con “Gewalt – violenza” come la brutalità che Rüdiger trasmette nel breve dialogo di cui fa padrone questo capitolo. Si scoprono gli altarini e il rosso fa pulizia degli scheletri nell’armadio, anche se da alcuni non si vuole proprio separare: infatti una volta chiesto della madre si arrabbia e cambia discorso, «- Tua madre lo sa? Sa quello che ti sei fatto? – Vorrebbe reagire ma dopo aver colto la falla nel sistema, sono riuscita a zittirlo.». Immagino fosse troppa pulizia e qualche scheletro a fargli compagnia volesse tenerselo.
Comunque sia, tutte le cose rivelateci prima servono lo stesso ad avere un quadro un po’ più pulito della situazione: come prima cosa il cambiamento di considerazione verso Sara, non più oggetto del desiderio un po’ più prezioso delle altre, ma ormai ragazzina come tutte le altre solo per aver preferito qualcun altro a lui; e come secondo punto il felice mietitore che risulta essere vittima della società in cui viveva. Dopo innumerevoli capitoli passati a chiedersi perché il rosso fosse tanto malvagio finalmente arriva la risposta, peccato non corrisponda a nessuno degli scenari immaginati fino ad ora dalla sottoscritta. Purtroppo la verità risulta essere peggiore di un ipotetico passato difficile che abbia plasmato l'attuale carattere di Rüdiger, infatti il rosso risulta essere vittima di un’ideologia malata, la quale lo ha portato al suicidio della sua morale per un bene superiore inesistente, il tutto con il benestare del padre: «Si è trattato di un suicidio assistito, il suo primo omicidio.». 
«Scoprire che alla fonte della sua pazzia non ci sia nulla, mi lascia addosso un senso di paura e di amarezza, come se in tutto questo tempo avessi cercato la cura per una malattia immaginaria.» questo è esattamente quello che pensavo alla fine della “rivelazione”, perché in fondo ci speravo un po’ nella rivalutazione del suo personaggio, anche se questo non avrebbe portato ad apprezzarlo, almeno avremmo avuto un motivo a tale pazzia. Ora Rüdiger incarna più che mai il concetto di “male”.
 
Rivelazioni a parte, il rosso non si limita ad insultare Sara (come sempre) ma si presenta anche con un compito, - sempre molto umiliante, sia mai un giorno cambiasse idea - ovvero il tenere occupato lo zio dell'amico fraterno Peter, in modo da lasciargli campo libero con la moglie del suddetto zio, il tutto per cercare di smascherare gli sporchi affari dello zietto con gusti strani. Contorto sì, ma c'è una buona probabilità che funzioni, sempre che Reiner se ne stia buono senza protestare… alquanto impossibile come scenario. Infatti nel capitolo successivo "Sittenlosigkeit - immoralità", nemmeno dirlo apposta, appena venuto a conoscenza del piano, il biondo punta i piedi in segno di protesta, anche se il diniego dura relativamente poco, è segnale di evidente "calma prima della tempesta", presagio di come andranno poi le cose - o almeno così mi auguro -. 
 
Passando, dunque all'analisi del capitolo successivo, ci si ritrova a che fare con la festa per la promozione di Peter. In modo molto semplice si capisce a cosa il titolo si riferisca: la festa è un tripudio di immoralità, sebbene contenuta poiché aperta a pochi intimi, dal soldato birichino che sbircia, alle sceneggiate amichevoli tra Rüdiger e il suo amico, per culminare col l'immortalità più lampante e riprovevole del capitano Hoffman, il quale sembra avere una predilezione per le ragazzine, nonostante sia sposato. Menzione speciale: l'alcol, il quale circola indisturbato tra i tavoli e rende le azioni immorali possibili. 
In questo tripudio, però, si salva l'esibizione di Isaac, troppo pura per avere un pubblico del genere, impossibilitato ad apprezzare pienamente le sue capacità, tra l'altro non sapendo sia ebreo pendono tutti dalle sue labbra, con tanto di "gara d'appalto" per chi se lo sarebbe aggiudicato tra le signorine, se avessero saputo la sua origine probabilmente non avrebbero reagito così. 
Ma visto che di Isaac si parla, nel suo piccolo spazietto con Sara ha avuto modo di raccontargli un po' la sua vita prima del campo. Si viene appunto a conoscenza del suo passato, molto modesto in linea col suo carattere, e si delineano altri aspetti del suo personaggio che lanciano qualche indizio su cosa ne pensi di Sara, in particolare questa frase: «- Non ho mai visto né sentito di un angelo accoppiato con un demonio. -» lascia intendere come non approvi questo legame, ma per il bene di lei, la frase finisce lì, senza "se" e senza "ma", azione che gli porta sicuramente molto onore. 
 
Avvicinandoci dunque verso la fine del capitolo ci si avvicina anche al presagio accennato in precedenza: «- Siete qui, Fräulein! Vi ho cercata dappertutto... Oh, siete in compagnia! Poco male, non mi dispiace condividere... - 
Anche i mostri, a volte, hanno bisogno di una pausa. Altre volte, invece, hanno bisogno di saltar fuori dall’armadio e convincere gli uomini che loro non siano uno stramaledetto sogno. 
Loro esistono, ma ci si accorge della loro presenza solamente quand’è troppo tardi.», insomma, quando si termina con delle frasi simili ci si può aspettare di tutto, sperando nella buona stella che la cosa non degeneri in modo negativo. 
 
E con questo concludo il recupero dei capitoli persi.
Mi scuso nuovamente per il ritardo, io la prendo un po' come "la pausa estiva" che non fa mai male e serve sempre, l'importante poi è recuperare cosa si è lasciato indietro. Nonostante tutto spero che l'attesa ne sia valsa la pena. 
Alla prossima, 
 
★ ℓiʑ ゚・*:.。*:゚・♡

Nuovo recensore
03/09/19, ore 11:16

Ciao ~ !
Rieccomi qui a recensire dopo un lungo periodo di pausa!
Mi scuso ovviamente per l’attesa, anche se credo non ci siano parole per giustificare il mio ritardo, a parte la parola “vacanza”, la quale equivale “lontano dal PC”.
Ora cercherò di fare del mio meglio per recuperare tutti i capitoli che purtroppo ho mancato e spero di analizzarli al meglio delle mie possibilità.
 
Comincio, dunque, questa “maratona” con "Les Fleurs du mal", ovvio riferimento agli scritti di Baudelaire e che io considero come il centro del capitolo stesso; infatti nonostante lo scopo primario fosse quello di dare una piccola pausa alla nostra Sara, riempiendola di coccole in un’atmosfera non più ostile che sembra volerci portare fuori dal contesto drammatico della guerra anche solo per un attimo, si viene a conoscenza di un altro tratto di Reiner, il quale sta assumendo una forma sempre più definita e più complessa all’interno del racconto, infatti lo si acconsta alle caratteristiche principali dell’opera maestra del poeta maledetto, descrivendolo meglio: «" Les Fleurs du mal " opera maestra di Baudelaire, il cui pensiero, in effetti, ha molto a che fare con la personalità del comandante, sensibile verso la bellezza, visionario nel suo volersi proiettare al di là di ciò che ci è consentito vedere.
" I fiori del male " la bellezza oltre una vita angosciosa e melanconica, un bagliore di luce, una consolazione, sebbene destinata anch'essa a svanire.». Si può dunque fare un paragone associando le caratteristiche espresse nell’opera con la vita del Kommandant; lui che vive una vita angosciosa, della quale ormai non si sente più parte completamente, a causa dell’entrata di Sara nella sua esistenza grigia. Ora, nonostante le sue convinzioni rimangano sempre lì a tenergli compagnia ma sempre meno presenti, è in grado di percepire il dolore della ragazza tramite l’empatia fiorita in particolare nei capitoli precedenti, ed è proprio grazie ai sentimenti provati che la sua esitenza è meno uggiosa e triste. L’unica nota positiva è la presenza di Sara, la quale rappresenta la bellezza, il bagliore di luce consolatorio arrivato ad illuminargli la vita, per questo motivo ha sempre fatto in modo di proteggerla.
Visto sotto questa prospettiva Reiner sta assumendo un ruolo particolare rispetto alla visione del lettore: non è, per ovvi motivi, il “buono” della situazione, posizione presa da Sara per la sua morale «Ti sei convinta di essere il loro messìa, eh? Ti chiamano " Mal'akh» dice Rüdiger; ma non viene nemmeno considerato il “cattivo”, per il suo continuo sostenere la protagonista e l’aiutarla nel momento del bisogno, questo ruolo viene preso invece dal rosso, che senza scrupoli si fa largo nella scena come persona impossibilitata dal provare sentimenti di alcun tipo verso persone inferiori. Dunque Reiner è la figura più umana per definizione all’interno del racconto, rimane in un limbo di neutralità, il quale richiama fortemente la situazione di Sara nel campo, - spiegata ancora nella mia primissima recensione: essere “né carne, né pesce” - anche se sta volta appare all’occhio del lettore e non delle persone nel campo: la figura del biondo rimane comunque più “accentrata” perché il suo posto lo conosce, non è stato strappato con forza dal suo habitat naturale come Sara.
 
Rivolgendo ora la nostra attenzione verso il concludersi del capitolo, appare di nuovo il rosso, che dopo un lungo periodo di vacanza, ha deciso di tornare a “rompere le uova nel paniere” e decidendo di farlo anche in grande stile (ma questo lo si vedrà solo nel prossimo capitolo).
Si comincia, quindi, un succoso dialogo, il quale si rivelerà molto importante: si delinea al meglio la figura di Rüdiger, un po’ trascurata ultimamente anche se personalmente non ne sentivo la mancanza e darà l’imput per il proseguimento della storia.
Dunque, con questa anticipazione, concludo momentaneamente la mia “maratona”, ma riprenderà presto con la prossima recensione.
Alla prossima,
 
 ℓiʑ ゚・*:.。*:゚・♡


 

Recensore Veterano
31/07/19, ore 14:38

Ciao!
La tristezza di Fried mi lascia uno spiacevole senso di afflizione. La situazione, per un soldato tedesco avverso al nazismo, non deve affatto sembrare delle migliori e credo che anche io avrei perso le speranze se fossi stata al posto suo. Almeno però, grazie all'imprudenza di Sara, il nostro protagonista avrà un briciolo di fede adesso e secondo me freme già d'impazienza nell'attesa della liberazione.
Che cosa succederà al futuro, ora? Rimarrà invariato o anche Fried commetterà un passo falso e cambierà la storia? Sinceramente, mi auguro che questo non si riveli un problema di stato e che la situazione non degeneri ulteriormente. Dopotutto nessuno può assicurare che, a causa di qualche intromissione, la guerra non si prolunghi.
Comunque, ho adorato questa lotta di "mi assumo tutta la colpa". Fried e Sara stanno diventando una graziosa coppietta e non mi dispiace vedere che il loro legame continua a rafforzarsi.
In effetti, però, ho trovato abbastanza pessima l'idea di portare Sara al campo, anche se, d'altra parte, capisco che altrimenti sarebbe stata sola in un mondo a lei quasi del tutto sconosciuto. Sono pienamente d'accordo che portarla via da quel posto sia la cosa migliore e mi domando come i due ragazzi riusciranno a compiere una simile impresa, data la presenza piuttosto soffocante di Schneider.
Speriamo per il meglio.
Emma.

Recensore Veterano
24/07/19, ore 13:11
Cap. 24:

Ciao!
Chiedo perdono per la lunga assenza, ma di recente non ho avuto molto tempo da dedicare ad EFP. Comunque meglio tardi che mai e spero di assentarmi meno in futuro.
Trovo Schneider davvero lunatico. Che sia bipolare? Non riesco proprio ad inquadrarlo, è tremendamente imprevedibile. Per un attimo ho pensato che potesse essere gentile ma... la mia era soltanto speranza mal riposta. Per ora, almeno.
Questo lato trasgressivo di Fried mi piace molto! Chi avrebbe mai sospettato che dietro la facciata di ragazzo timido e servizievole si celasse un animo ribelle e combattivo? Devo ammettere che ci sono rimasta un po' male quando non ha difeso Sara, ma probabilmente trovarsi circondato da uomini armati e feroci non dev'essere molto incoraggiante.
Ah, il cellulare! Fried rimarrà molto stupito dalla vasta gamma di cose che può fare quel piccolo aggeggino e mi sarebbe piaciuto moltissimo vedere la sua espressione quando Sara l'ha tirato fuori.
Spero vivamente che questi due non incasinino la storia. Ci mancherebbe soltanto questo, hahaha.
Alla prossima,
Emma.

Recensore Veterano
17/07/19, ore 09:43

Ciao!
Sono sempre più sbalordita dal coraggio e dalla temerarietà di Sara. Per essere una ragazza di soli quattordici anni è davvero tosta. Mi fa piacere che si prenda a cuore la difesa di coloro che non possono aiutarsi da soli e spero che continuerà sempre su questa strada, senza farsi mai tentare dalla facile via dell'odio e della ricchezza.
Ammiro moltissimo la purezza di Fried. Credo che questo sia uno dei capitoli in cui più emergono la sua infinita dolcezza e la sua indole buona, che ti fanno apprezzare il personaggio in un modo inimmaginabile. Sono davvero fiera di lui e mi auguro soltanto che Sara la pensi allo stesso modo.
Se avessi potuto avrei ucciso Schneider con le mie stesse mani, ma per fortuna sono in tutta un'altra epoca. Arrogante, viziatello, per non parlare poi del suo cuore nero come il carbone. Non si presenta molto bene, ma mai dire mai, potrebbe anche cambiare.
Ariel Lange è davvero un bellissimo nome. Lo hai inventato tu o esiste davvero? E' tristissimo leggere in che condizioni è costretto a vivere questo povero ragazzo (e tutte le altre persone considerate dai nazisti "diverse"), ma come ha detto Fried sono le piccole cose a consentire il vero cambiamento. Spero con tutto il cuore che la situazione migliori al più presto.
Ci sentiamo,
Emma.

Nuovo recensore
15/07/19, ore 03:31

Schneider (amo il copia ed incolla) giù le mani! Sappiamo tutti che Sarah appartiene a *va a fare copia ed incolla di nuovo perché non sa scrivere i cognomi tedeschi* Reiner u.u
Ovviamente sentivi la mia mancanza u.u. In ogni caso passiamo alle cose serie, Sarah una piccola luce in un mare d'oscurità, sebbene esse fanno di tutto per schiacciarla incarnate nel diavolo in persona di nome Schneider (non ho fatto copia ed incolla sta volta *^*)
Ma come è stato detto tempo fa il karma torna e presto pagherà per i suoi crimini, io sinceramente spero che Sarah torni nel presente con coloro che ha conosciuto e forse anche Reiner, ma la storia è tua così come la decisione del loro destino.
Comunque non so se è stato detto, ho anche la memoria di un sasso, cosa ha spinto Sarah ad andare nella IIWW? Una persona ad una proposta del genere prima ci rifletterebbe sopra, perché andare in un posto dove la morte è dietro l'angolo, sia sua o di chi le sta vicino come Friedrick?
Uhm, detto questo, cya!

Recensore Veterano
14/07/19, ore 21:33

Oh oh, sospetto che sarà una cena moolto divertente. Di sicuro per Sara sarà interminabile.
Comunque, ho notato che la nostra protagonista sta cercando di porre un limite alle gentilezze di Fried, anche se di malavoglia. Dopotutto, chi non vorrebbe essere ammaliata da uno come lui? Credo però che sia una buona cosa: non ha senso dare troppa importanza ad una relazione non destinata a durare a lungo (io spero che trovino il modo di stare insieme, ma meglio prepararsi al peggio). Equivale a darsi false speranze, in pratica ad autodistruggersi se le cose dovessero andare male.
Non è possibile che quel dannato di Schneider sia ancora tra i piedi. Adora perseguitarci tutti, direi, dato che non perde occasione di infastidire Sara (e noialtri dunque) con la sua irritante presenza. Però la sua comparsa a questo punto era una cosa abbastanza scontata e dopotutto non è nemmeno colpa sua. Sedie vuote e uomo in piedi: la conclusione è ovvia.
Speriamo almeno che trovi degli argomenti interessanti di cui discutere e che si tenga lontano dalla politica, almeno per la cena. Sarei curiosa di scoprire chi si cela dietro tutta quest'arroganza.
Ci si sente,
Emma.

Nuovo recensore
24/06/19, ore 12:34
Cap. 74:

Dies ìrae, dìes ìlla,
Solvet seclum in favìlla,

Teste David cum Sybìlla.

Ciαo ~ !
Arrivo dαllα fine del cαpitolo con i lαcrimoni αgli occhi. C'è poco dα dire oltre α quαnto tu siα stαtα mαgistrαle nel dαre i toni giusti αlle αmbientαzioni: lα cαlmα dopo lα tempestα che distende i nervi mα lαsciα αncorα di più lα sensαzione di non αver fαtto αbbαstαnzα, e questo Sαrα lo sente molto di più.
Per pαrtire con l'αnαlisi del cαpitolo però, bisogna primα soffermαrsi e comprendere α cosα si riferiscα il titolo: "Dies irae" (=giorni dell'irα) è unα composizione poeticα medievαle in cui si descrive il giorno del giudizio (αlcuni versi li ho citαti αll'inizio e αllα fine dellα recensione, giusto per dαre un po' di poeticitα'), dove i buoni e i cαttivi sαrαnno giudicαti. Viene usαtα nelle messe dα requiem e per questo cαpitolo risulta αppropriαtα se si tiene presente il contesto: tutto il cαpitolo αppαre come un requiem, il ricordo in Sαrα di ciò che è αppenα αccαduto αppαre come Leitmotiv per tuttα lα nαrrαzione creαndo il temα di sottofondo αssime αd un'αltrα morte metαforicα, ovvero quellα di Sαrα, che ricαscα nellα disperαzione in un flusso di coscienzα decαdente:
«Io, pur non avendo abbandonato le mie creature, non sono stata in grado di alleaviare le loro sofferenze e questo mi ha fatta sentire spaventosamente mortale, un dolore così atroce che a nulla sono valse le parole di Reiner. ».
Anche il nostro pαlαdino biondo è vittimα - come mi hαi illuminαto tu - sebbene lα suα cαdutα è meno evidente e può αnche pαssαre in secondo piαno, di sicuro è quellα che stupisce di più: essendo sempre così αlgido, scoprirlo così tαnto umαno e soprαttutto delicαto (αnche se personαlmente riuscivo α leggere lα suα umαnitα' fin dαi primi istαnti) è sicurαmente inαspettαto per molti mα molto αprezzαto dαllα sottoscrittα, «- Ti scongiuro, lavala via. - Piango silenziosamente, graffiando il marmo della vasca. Reiner mi accarezza la schiena, percependo i sussulti sotto la pelle. Passa le dita tra i miei capelli, con delicatezza, facendomi sentire protetta, facendo crollare il senso di colpa che mi pugnala ferocemente il petto... ».
Anche il "giudizio universαle" è presente sottoformα di metαforα: il "Dio" in questione è rαppresentαto dα Reiner - che tengo α precisare come non siα errαtα lα sceltα, poiché viene lαsciαto intendere come αnche lui trovi αbominevole αrdere vive delle persone -, giudicα i colpevoli con irα: «- Ihr scheiß Idioten! Sie glitt unter aus und niemand tat etwas um ihr zu helfen! Jemand erklärt mir, wie hätte so etwas passieren können! Jetzt! / Razza di idioti! Stava scivolando di sotto e nessuno ha osato muovere un dito per aiutarla! Qualcuno mi spieghi com'è potuta accadere una cosa simile! Ora! - Esamina la ferita all'interno del mio braccio, riservando ai soldati uno sguardo di lucida follia che, finora, avevo intravisto solamente negli occhi di Schneider. e trαttα con benevolenza i giusti: «[...]mi affloscio tra le braccia di Reiner, accorso per sostenermi.
[...]
- Torniamo a casa adesso. - Sussurra, massaggiandomi la guancia.». Ovviαmente le mie interpretαzioni non sono αssolute, bisogna prenderle con le "pinze", ognuno hα il diritto di vedere ciò che trovα più giusto e sensαto, le mie supposizioni sono dαte dα rαgionαmenti personαli.
Se ci discostiαmo dαl temα principle si può notαre lα presenza di unα moltitudine di spunti di riflessione, grαzie αnche αl tono filosófico dαtogli; in pαrticolαre questα considerαzione l'ho trovαtα interessαnte: «Sono orgogliosa di essere una bambola mortale, che cresce, che prova sentimenti. Appassirò anche io, come lui, ma egli conserverà gelosamente il ricordo della mia stagione più bella; non lo guarderò sfiorire come le altre bambole, presuntuose nel loro volto immutevole, nè sarò condannata all'immortalità privata in eterno del mio diletto. », mi hα ricordαto un concetto espresso dα Pirαndello: «Beate le marionette su le cui teste di legno il finto cielo si conserva senza strappi! Non perplessità angosciose, né ritegni, né intoppi, né ombre, né pietà: nulla! E possono attendere bravamente e prender gusto alla loro commedia e amare e tener se stesse in considerazione e in pregio, senza soffrir mai vertigini o capogiri, poiché per la loro statura e per le loro azioni quel cielo è un tetto proporzionato» il poetα utilizzαvα le "bαmbole" per esprimere l'αlienαzione dell'uomo, che vive e si muove meccαnicαmente, fino α che un evento ne sconvolge quelle che sono le presunte certezze, e colte dα questo momento di spαesαmento, le soluzioni dα scegliere per continuαre α vivere "in pαce" con sé stessi sono molteplici. Il tuo rαgionαmento mi hα ricordαto lα primα sceltα: ovvero l'αccettαre di essere solo delle mαrionette in mαno αd αltri mα continuαndo α vivere scαppαndo ogni tαnto nel regno dellα fαntαsiα; il fαtto che rendi Sαrα cosciente dellα suα condizione mα rimαne pαssivα con lα sperαnzα di riuscire α migliorαre lα vitα di Reiner, un po' rαppresentα questα soluzione.
Inoltre mi hαnno αnche colpito le bαttute finαli: «Nessuno aiuterà due bambole a sopravvivere quando entrambi cadremo e ci frantumeremo in pezzi.
Godiamoci questi attimi di felicità, perché io non sono ancora pronta a lasciarti andare. Non ti abbandonerò fin quando non esalerai il tuo ultimo respiro e, solo allora, con la morte nel cuore, ti dirò: " Addio ".», dire che le ho trovαte emozionαnti è un eufemismo, il culminαre perfetto per unα scenα conclusivα, dove finαlmente lα tensione se ne vα e lαsciα il posto αllα felicitα' effimerα.
Giunti dunque αllα conclusione ci tengo α ribαdire di nuovo che queste sono le mie considerazioni personαli in merito αl cαpitolo, però le interpretαzioni sono αperte α tutti, come tocco personαle direi di consigliare lα letturα con in sottofondo "Dies irae", quαlsiαsi versione dα un tocco diverso, αnche se lα più αppropriαtα rimαne l'originαle.
Allα prossimα,

ℓiʑ ゚・*:.。*:゚・♡

Pie Iesú Dómine,
Dòna Eis rèquiem.



 

Recensore Veterano
12/06/19, ore 18:05
Cap. 21:

Ciao!
Oh, ecco un piccolo spoiler sul futuro del nostro amato Rudy Schneider. Diciamo che non lo aspettano grandi cose, ma tant'è. Mi auguro solo, però, che la storia rimanga inalterata, così finalmente questo tizio pagherà per tutti i crimini di cui si vanta tanto. Veramente disgustoso.
Che piacevole sorpresa riavere indietro Fried, anche se soltato per un po'! Sono sicura (spero, in realtà) che salverà Sara parecchie altre volte, perché la situazione non sta andando proprio alla grande. Poi, Friederick è l'unico vero amico che Sara ha in quest'epoca e se non si appoggiassero a vicenda, non andrebbero molto lontano...
Comunque, questi tedeschi non si stancano mai di festeggiare? Ricevimenti di qua, party di là, si danno proprio un bel da fare. A questo proposito, volevo chiederti se nella storia tratterai nello specifico l'ambiente dei campi di concentramento o ti limiterai alle situazioni marginali. Questa non è una critica però, eh, soltanto una semplice domanda. La mia opinione riguardo alla tua opera non cambierebbe affatto.
Alla prossima,
Emma.
P.S. chiedo scusa per la bruttura di questa recensione, ma la connessione è saltata e ho dovuta riscriverla di nuovo in tempi davvero brevi. Spero non sia un problema ;)
(Recensione modificata il 12/06/2019 - 06:06 pm)

Nuovo recensore
12/06/19, ore 11:27

Ciαo ~ !
Nellα scorsα recensione ho αccennαto α come l’αngosciα di Sαrα si fαcciα “sempre più sentire” e in questo cαpitolo hαi dαto provα di questo; ultimαmente si stα mostrαndo unα nuovα fαcciα del suo cαrαttere, nαto di recente α cαusα di un certo “rosso” di nostrα conoscenzα e sintomo dellα mαturαzione iniziαtα precocemente, ogni pαsso in αvαnti ci portα α mαturαre con lei tαnto dα sembrαre quαsi impossibile che unα rαgαzzα tαnto giovαne possα αrrivαre α pensare in modo tαnto mαturo. Alcuni trαtti, però, rimαngoni quelli di unα giovαne rαgαzzinα, infαtti lα pαzziα αccennαtα nel cαpitolo 63 “Wαhnsinn”, ritornα prepotente in questo e guαrdα il cαso Rüdiger è sempre lα cαusα scαtenαnte, con unα strαtegiα sempre fine e subdolα che portα αllo smαntellαnento dellα sαnitα' mentαle di Sαrα: «Vado a parare al discorso delle fosse, non potendo far a meno di constatare che Schneider, finora, abbia fatto di tutto in suo potere per nuocere a me e a coloro a cui mi sono avvicinata. Non escludo che voglia sbarazzarsene e, se loro, malauguratamente, scoprissero quale orribile sorte li attende, verrebbero automaticamente eliminati in pochi mesi al massimo, come i membri del Sonderkommando.». Ciò che lα portα αllα devαstαnte scenα finαle è il tentαre di sαlvαre i suoi αmici dα uno dei destini più trαgici che li αvrebbe αspettαti unα voltα diventαnti Sonderkommando, solo che non αvrebbe mαi potuto immαginαre cosα si sαrebbe trovαtα dαvαnti e tuttα l'ingenuitα' intrinsecα si rivelα in tuttα lα drαmmαticitα' dell'episodio. Lα scenα descrittα ti lαsciα αddosso un senso di impotenzα, mistα αd unα rαbbiα interiore per non poter fαre nullα di concreto se non guαrdαre rαssegnαti Sαrα intentα αd impedire l’impossibile, portαndolα inevitαbilmente α decidere d’impulso senzα pensαre αlle conseguenze: perché se αnche fosse riuscitα α sαlvαre quαlche αnimα in penα non ci sαrebbe stαtα unα fine migliore per quest’ultimα. Unicα notα positivα (se così si può chiαmαre) è che α sorreggerlα dαl bαrαtro dellα disperαzione è sempre il nostro biondo preferito “eroe” αrrivαto Deus ex mαchinα nel tentαtivo di “sαlvαre il situαzione” nel modo migliore; il tirαrlα viα, metαforicαmente pαrlαndo, raffigura come nonostαnte tutto lui siα sempre lì αd impedirle di fαre unα pαzziα, fαcendosi cαrico delle scelte più crudeli dα compire per il suo bene: «- Ti stava per uccidere. - Singhiozza anche lui, trattenendomi, ringraziando un Dio in cui non crede. - Era senza speranza, Sara. Non ha sofferto; non soffrirà più. - Mi dice, sostenendo le mie membra indolenzite. - È in pace adesso. Lo hai sottratto da una morte penosa. -». Come viene precisαto, unα morte veloce ed indolore è sicurαmente migliore di αgonizzαre bruciαti dαl fuoco. Orα restα dα vedere come spiegherα' lα presα di posizione di Sαrα unα voltα quietαte le αcque, purtroppo αnche se lα colpα di tutto questo trαmbusto, come sempre, è di Rüdiger, ho un brutto presentimento su chi ne uscirα'  illeso dα tuttα questα vicendα. Io penso positivo, poi si vedrα'.
Come ultimo punto volevo fαre un focus sul titolo ovvero Holocαust. A cosα si riferiscα è pαlese e per questα voltα non ci sono αltri riferimenti oltre α quello esplicito, il significαto è solo uno e meritα tuttα lα nostrα αttenzione. Aldilα dellα scenα cruentα, dellα quαle possiαmo essere solo spettαtori e ci riportα sempre α quellα crudα reαltα' αccennαtα in precedenzα, si entrα nel mondo semαntico: quello che riguαrdα il sαper pαrlαre e dαre il giusto nome αlle cose; infαtti ogni pαrolα hα il suo significato e non sbαgli α definire ironico il tutto, ritengo inaccettabile definire “sαcrificio supremo” quello che hαnno pαssαto quelle persone, pαrole come “genocidio” o “sterminio” sono molto più αppropriαte per descrivere l’αccαduto, è un vero peccαto ci siα αncorα gente che ignori il significαto delle pαrole, purtroppo non ci si rende conto dellα suα importαnzα mα è grαzie α questo che si comprende meglio sé stessi e cosα si provα.
Conclusione forte questα voltα in questo cαpitolo, me lo αvevi αccennαto in precedenzα mα non si è mαi pronti per dαvvero αd un evento di tαle portαtα. Trαnquillα, non mi hαi scαndαlizzαto, oggi giorno si legge di peggio, sono solo rimαstα senzα pαrole: è difficile descriverlo, mα hαi sαputo rαcchiudere, nonostαnte le limitazioni di scritturα e rαiting, le emozioni necessαrie per non rendere il tutto solo mαcαbro e generico. Come sempre, dunque, ottimo lavoro e continuα cosí!
Allα prossimα,

ℓiʑ ゚・*:.。*:゚・♡



 

Recensore Veterano
09/06/19, ore 13:03

Ciao!
Anche io, come Sara, mi convinco sempre di più che Schneider non voglia farle del male. Almeno non per il momento. Il suo comportamento è molto strano, è vero, però penso che anche lui POSSA provare dei sentimenti diversi dall'odio (magari malsani, ma pur sempre sentimenti e se poi decide di sopprimerli sono affari suoi). Ammetto comunque che aggiunge un certo stimolo alla lettura, in quanto rappresenta il primo, vero ostacolo che Sara si trova ad affrontare in questo periodo storico. Tratterrò dunque il respiro almeno finchè le sue reali intenzioni non verranno svelate e continuerò a sperare che il nostro amato Fred faccia presto ritorno.
Ci sentiamo,
Emma.
P.S. Ti segnalo un errorino grammaticale: -un'uomo- va senza apostrofo in quanto "uomo" è un sostantivo maschile. Lo puoi trovare tra le righe in cui si parla dell'autista polacco.

Recensore Veterano
07/06/19, ore 19:46

Non devi dirlo mai, Sara. Se ci sono cose che la vita ci ha insegnato, di sicuro una fra le più importanti è che se pronunci quell'ultima frase sei certamente spacciato.
In effetti, credo che la nostra protagonista sia finita proprio in una brutta situazione. E' letteralmente (o quasi) nella tana del lupo, un lupo feroce e molto scaltro, di cui per di più non si conoscono le vere intenzioni.
Sono molto dispiaciuta per Fred, capisco quanto gli sia costato piegarsi al volere di un mascalzone come Schneider e spero che le cose si risolvano velocemente, soprattutto perché non potrei sopportare a lungo la lontananza del dolce protagonista maschile.
Mi sono resa pienamente conto solamente oggi di essere mostruosamente indietro con la lettura della storia, perciò cercherò di darmi una mossa e mi scuso per la mia lentezza.
Ci sentiamo presto,
Emma.

Recensore Veterano
06/06/19, ore 16:33

Ciao!
Umh, finale a sorpresa direi. Trovo Schneider particolarmente irritante, ma non riesco a fare a meno di pensare che il suo personaggio possa aggiungere un tocco di imprevedibilità alla storia. Dopotutto non conosciamo ancora con precisione le sue intenzioni e, volendo, potrebbe assumere qualsiasi ruolo.
Inoltre, i pensieri di Sara stanno notevolmente maturando. Forse perché si è trovata invischiata in una situazione molto delicata (magari era tua intenzione evidenziare il cambiamento di personalità e quindi la sua "leggerezza" precedente appare giustificata) oppure è tutto dovuto al perfezionamento del tuo stile narrativo, che indirettamente influenza la crescita della protagonista.
Ad ogni modo, la storia sta assumendo davvero un buon ritmo e spero che proseguirà così.
Complimenti e alla prossima,
Emma.

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