Ciao, mi aveva incuriosito la storia e sono passata... iniziando dalla parte che meno piace a tutti, ho trovato qualche errorino, che ti segnamo:
- attingeva , sarebbe accingeva ad accendersi una sigaretta. Attingere vuol dire ricavare, procurarsi qualcosa da altro.
- ed immagazzinare Uso questa D eufonica come esempio, ho notato che le sbagli, La D eufonica fa usata solamente all'incontro dellla stessa vocale, a meno che non sia uno dei casi cristallizzati dalla regola.
- E’ Ho notato che la maiuscola accentata la fai così, ma è errato, sarebbe È non E'.
- . Io non – “ la sua voce fu interrotta da quella di lui. Qua le virgolette alte sono state messe al posto sbagliato.
Risolta la parte "formale" passo al darti la mia idea. La storia, onestamente, mi lascia qualche perplessità. Può essere tranquillamente che sia io a non averla averla capita, ovviamente :)
Ma questa breve OS narra del risveglio di questa ragazza (davvero, io amo il linguaggio corposo e il suono delle parole, ma in questo testo secondo me, soprattutto nei dialoghi, sei stata davvero troppo aulica e poco "realista") e di quello che attono vede. Il profumo del caffè, l'arrivo del suo ospite.
Un uomo scosciuto, maleducato come una merda, pieno di sé, che come reazione a risposte che definire stronze è poco, ottiene qualche risata. Lei non pare colpita in nessun modo da questo sconosciuto che si è portata a letto. Trovarselo lì le causa una piccola curiosità, non molto di più
Ho cercato il tema dell'accidia nel racconto e, probabilmente per come interpreto io quel "pecato", non ho saputpo trovarlo appieno, domandandomi però se il carattere di lui fosse la tua interpretazione di esso. In sé è uno spaccato molto curioso e particolare, ma che sa di profondamente irreale ai miei occhi. Non ha neppure un connotato onirico che, a parere mio, potrebbe aiutare a integrare questa sensazione.
Poi, ripeto, è facile non abbia capito io la storia, e le mie parole possono valere meno di nulla.
Alla prossima
Nem
|