Ciao ~
Non vedevo l’ora di avere un po’ di tempo per leggere questa storia e lasciare una recensione, davvero!
Come è mio solito, parto dal titolo e dall’introduzione per poi passare al resto.
Il titolo è affascinante. Non cortissimo, ma affascinante. Di solito non amo i titoli lunghi, ma esistono le eccezioni e nel tuo caso parliamo proprio di questo: un’eccezione. Il caso vuole che io abbia la fissa d’immaginare un tono diverso dopo il trattino, tra l’altro, e leggere Ara in un modo e Il demone della vendetta in un altro è un po’ come trovarsi dinanzi a una locandina di un film, dinanzi a una sorta di sottotitolo o specificazione necessaria. E mi piace, apprezzo tantissimo la scelta di parole che hai fatto. Immagino che nella trama abbiano più senso di quanto non sembri in principio, che non siano semplicemente parole, ma per il momento voglio concentrarmi sulla prima impressione – perché è giusto che un autore sappia come appare la sua storia all’occhio di un lettore comune, no?
L’introduzione, poi, è la cosa che più mi ha colpito. Penso che scrivere un’introduzione accattivante sia una gran dote – non mi stancherò mai di ripeterlo – e se solo sapessi spiegare in poche parole i miei intrecci lo farei a mia volta. Il fatto è che anche estratti (come nel tuo caso) possono però essere affascinanti e apprezzabili. Nel dettaglio, tra l’altro, mi è parsa come una postilla da quarto di copertina e non come trama in sé per sé. Accenna, introduce, trascina direttamente laddove deve. Credo che sia stata un’ottima scelta e che non sia azzardato riproporre il testo all’inizio del capitolo – anzi, aiuta la contestualizzazione e finge da voce esterna, lontana dal 1992 dove si apre il sipario.
Cose a cui non faccio molto caso sono i banner, ma questa volta devo dirlo: è molto bello, mi piace!
E voglio ricollegarmi al discorso fatto sull’intro, perché nel capitolo mi appare quasi come un coro. Non so se la tua intenzione fosse questa, ma giuro che come preludio è paragonabile a un mormorio di voci sovrapposte. Quello che dicono, come si presentano. Mi auguro di averci visto giusto, quantomeno di non averti offesa con questa constatazione – se la tua idea iniziale era diversa, però, dimmelo.
Quando ho parlato di un titolo affascinante era proprio ciò che volevo intendere. La sensazione di Wow mi è rimasta addosso nella lettura del capitolo e nell’approfondimento sulle creature notturne che nascono dalla terra e bramano vendetta come ambrosia. Il loro venire al mondo è simile e al contempo diverso dal nostro. Animalesco, grottesco, quasi surreale. E allo stesso tempo mi ricorda di alcune leggende, mi fa fare delle parallele considerazioni. La terra è un elemento importante, è considerata donna e viene definita anche Madre Natura. Il fatto che queste creature nascano dalle viscere della terra, quindi, mi fa credere che siano simili e diverse – primordiali, un archè.
L’atmosfera post-nascita è a dir poco affascinante. Lì per lì non capivo la ragione di quelle parole neonate, mi figuravo il demone Ara come immacolato nelle tenebre e quindi affine al linguaggio non verbale. Ammetto che sarebbe stato affascinante vedere come pian piano avrebbe scoperto il mondo, la lingua e via discorrendo, tuttavia non mi hai comunque delusa. Hai parlato di parole innate, di un senso che poi è stato spiegato nel dettaglio dalle percezioni di una data invidia – comprensibile, certo, sempre ammesso che io abbia inteso il senso d’invidia verso il cielo. Ti riferivi al Paradiso, per caso? Potrei sbagliarmi, però, quindi te lo chiedo e non faccio supposizioni azzardate.
Il resto, poi, è semplicemente inebriante: la scoperta, il cercare se stessi, il vedersi e non vedersi. L’oscurità che è luce e al contempo oppressione, silenzio, suoni sordi. Mi è piaciuto molto come primo capitolo e sono ancora dell’idea che seguirò volentieri questa storia.
Tra l’altro sono state le parole del demone calvo ad affascinarmi più di ogni altra cosa. La citazione finale, quella che dovrebbe – e correggimi se sbaglio – essere il preludio dell’avventura di Ara nel mondo. Ecco, sì, sono state intense.
Complimenti per l’idea, per l’originalità e soprattutto per la scorrevolezza del testo ♥
Piccolo dettaglio che vorrei farti notare è che Ara nasce con fattezze adolescenziali femminili, quindi quando dici (CIT) […] abbassando lo sguardo vide il suo corpo con le forme di un adolescente […] dovresti inserire l’apostrofo – subito dopo nota il seno, dopotutto. Ma se è inteso come un non sapere di avere sesso, allora dovresti dire forme adolescenziali – che, tuttavia, mi suona un po’ strano (?)
Rinnovo i miei complimenti, comunque e alla prossima!
xoxo |