"Il silenzio che segue non lo spaventa. È di quello che è fatta la loro relazione: non dell'ordinato caos che sono Sousuke e Rin, non della loro fisicità irruenta e perfettamente regolata. Loro sono momenti delicati, e silenzi mai pesanti. Sono la risata di Makoto mentre lo aiuta a rialzarsi da terra e lo assicura che finchè ci sarà lui ad Haruka non accadrà mai nulla di male.
Sono due mani strette in un gesto che è familiare e necessario quasi quanto respirare."
Boh. Sarà che è il periodo che sto vivendo a farmi uno strano effetto su cosa cerco e cosa non cerco, sarà che ultimamente piango più spesso del solito perché sono una stupida e mi lascio vincere facilmente dalla tristezza e dalla bellezza in egual misura. Una serie di cose pure che non mi viene neanche da esprimere, sinceramente, né con parole né con pensiero razionale.
Però boh, davvero, questa è la rappresentazione perfetta di quello che è il loro rapporto - e mi ha fatto lo stesso effetto delle canzoni di Adele, per dirci, che scuotono il cuore nel profondo e fanno tremare tutto il corpo.
Il loro rapporto è davvero un lungo pazientare, la distesa di un fiume che non ha mai fine e scorre sempre con perizia e cura, senza avvallamenti oppure interruzioni. Per rimanere nelle metafore acquatiche, si intende.
Makoto che piace è puro dolore, capisco come Haruka alla fine si renda conto di quello che prova nei suoi confronti. Sono un po' come lui, vivo nel mio mondo e vivo questo alla mia maniera, ho giusto i miei tempi per capire le dinamiche della realtà che mi scivola addosso. E quindi capisco perfettamente come Haruka possa aver bisogno di Makoto, e come la consapevolezza di questo bisogno sia maturato così lentamente, fino a inglobare proprio tutto, persino quel mondo dove si rifugia ed è solo lui.
Il bacio è stato tipo perfetto, non poteva esserci conclusione migliore: dolce e gentile, come lo sono loro.
Boh, sono emozionata, Jo. Davvero. |