Recensioni per
La danza di Kalì
di Nemainn

Questa storia ha ottenuto 23 recensioni.
Positive : 23
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
17/03/16, ore 20:41
Cap. 3:

Bella ambientazione futuristica, idea del sole malato (già letta altrove e così verosimile da mettere paura) ed evoluzione dell'umanità, che è rimasta comunque la stessa, disinteressata perlopiù alla terra. Rapporto tra i due intenso, piaciuta idea del bracciale per mostrarlo, e situazione tragica di Candra. Mi chiedo se nome di lui , Shiva, sia significativo come quello di Candra.

Ciao! Causa impegni universitari, non sono stata veloce a recensirti come avrei dovuto, ma eccomi a qui a rimediare per il rotto della cuffia. XD

Partiamo col dire che si tratta indubbiamente di un concept complesso, verosimile per quanto riguarda l'ambientazione - che ho adorato. L'idea di un sole maligno, reso tale dall'irresponsabilità dell'Uomo, è qualcosa che apprezzo sempre nelle mie letture, e che mi fa passare i brividi (per una lettura simile, ti consiglio "Sirene", di Laura Pugno: anche lì l'ambientazione è distopica, ed è un libro crudo che a giudicare dalle tue storie potrebbe piacerti, se non lo hai già letto). La descrizione che ne hai fatto, la scelta del paese, il concetto degli "dei della guerra" ripresi dal lore: mi è piaciuto tutto, e sei riuscita a tenere sempre in pugno l'atmosfera, creando un contrasto tra l'estrema povertà del mondo e l'oasi della città di Kalì, lussureggiante, pulita e sana.
Un bel contrasto, perché se la Terra che, come hai svelato, è stata la stessa Kalì a devastare definitvamente, ha ben poco da offrire, ormai, è resa quasi ricca dal rapporto tra i due fratelli, sviluppato benissimo e ottimamente simboleggiato dal bracciale scambiatosi nel capitolo uno. Sei riuscita a creare due identità differenti e ben caratterizzate e la loro relazione spicca come spicca quella tra Kalì e le sue sorelle - preponderante rispetto all'amore per Shiva, che pure menzioni più e più volte. D'altro canto, abbiamo la pura oasi intoccata di Kalì, che però è "vuota", come vuota si sente la divinità - soldato (L'IDEA E' MERAVIGLIOSA) ora che è privata di ogni affetto.

Ho trovato le descrizioni della vita di Shiva e Candra verosimili e ben fatte, straziante la consapevolezza della prossima morte di lei e il modo di lui di affrontarla, e la loro fuga all'inizio del secondo capitolo. Nonostante da quel punto in poi Kalì prenda il centro della scena - nei capitoli seguenti, il punto di vista è soprattutto il suo - restano comunque due presenze forti e motore della storia che si incastra ottimamente con l'anfetatto guerresco che narri in seguito.

Kalì e la nascita di quelli come lei - come ho già detto, l'idea mi è piaciuta tantissimo, anche se avrei voluto vedere più approfondito il momento della distruzione degli altri "esemplari" da parte degli scienziati. Sicuramente è un personaggio affascinante, umano nella sua rabbia e nella sua follia omicida, e umano anche nel lento perdono a cui Shiva la spinge, prima di perdere la propria lucidità - anzi, che i ruoli si siano scambiati, alla fine, è stato assolutamente coinvolgente. Il rapporto con le sorelle, come detto, è ottimanente rappresentato e così il loro dividersi Shiva nel legame ineffabile che li lega, tutti e quattro. A livello di trama, posso farti solo i miei complimenti: ho apprezzato ogni singolo snodo.


A livello narrativo ho notato che, vedendoti costretta a concentrare una trama piuttosto complessa in un breve numero di capitoli, per quanto corposi, fai un uso massivo di tell. E' un peccato, perché i brevi flash sul rapporto tra Shiva e Kalì che mostri soprattutto nel terzo capitolo, lasciano la voglia di vedere in atto certe dinamiche, soprattutto perché i rapporti che descrivi sono estremamente complessi. Nonostante il poco show per quanto riguarda la parte del passato, riesci comunque a caratterizzare i personaggi, dando a ciascuno la propria individualità: Shiva, che perde la propria fiducia nell'Umanità, Saraswati e il suo desiderio di vedere le stelle; Shakti e la sua indole mediatrice. Fossi in te, se volessi mai ampliare la storia, scriverei un bel prequel mostrando la loro storia così come si è svolta per intero: da lettrice, amerei vedere i loro risvolti.
Per il resto, la trama che hai creato è immensa e ne tieni bene le redini: non ho trovato buchi e tutto fila senza però apparire finto, troppo strettamente nel pugno del narratore. Ogni scelta è parsa una naturale conseguenza di quella precedente, ma senza che le svolte sembrassero forzate. Ho apprezzato che la somiglianza fisica tra i due Shiva fosse ridotta, e che Kalì non se ne sia in qualche modo invaghita: l'incontro con i fratelli ha del fatidico, ma non nel modo scontato che ci si sarebbe potuti aspettare. Inoltre, Ho trovato una buona complementarietà tra le due parti della storia narrate dai due schieramenti, che sono arrivati a comprendersi, cambiarsi, aiutarsi a vicenda: Kalì, che aveva già cominciato ad espiare, ha fatto un altro passo avanti donando loro la salvezza.

Per quanto riguarda lo stile, penso che si adatti alla materia che hai scelto di narrare, non essendo troppo aulico ma neanche piatto e basico. Tuttavia, a causa di piccole imprecisioni (che mi sono permessa di farti presente più sotto, nella speranza di risultarti utile), la lettura non si è rivelata totalmente scorrevole - dovuto soprattutto alla presenza di virgole quando sarebbero occorse delle pause più incisive, dato che tendi a fare frasi molto lunghe; a volte, il lettore si ritrova ad accelerare un po' troppo, quando occorrerebbe prendere un respiro e dare più incisività a certi periodi. A parte questo, ti rifaccio l'appunto che ti ho già lasciato nella storia precedente - e a cui hai già risposto, ma che ti ripropongo comunque per correttezza: si tratta della tendenza a ripetere più volte i concetti, dovuta alla tua "sfiducia" nella memoria del lettore. Penso che dovresti dosare di più questi richiami al passato (ad esempio, nel capitolo tre si fa continuamente menzione della follia, tanto da sembrare quasi ossessiva), concedendo il beneficio del dubbio a chi legge. ;) Ne guadagnerebbe la storia, anche dal punto di vista della gestione della narrazione, così che i vari sbocchi narrativi si susseguano più agilmente tra loro.

Detto questo, ti ringrazio per la lettura piacevole, ti lascio le mie notine e una bandierina verde! ^^

Prologo:

pezzi - pezzi - pezzi --> Ripetizioni un po' troppo ravvicinate.
20 --> Sarebbe più corretto scrivere la cifra in lettere.
insieme --> Dato che stai parlando di tubi sovrapposti, un termine più efficace potrebbe essere "intreccio".
quell'- quelle
occhi - occhi --> Ripetizioni ravvicinate.
occhi - occhi --> Come sopra. Quando parli del colore, potresti sostituire con "iridi".
Asciugò gli occhi del fratello, lei aveva quasi diciannove anni, --> La virgola è una pausa un po' troppo breve per dare ritmo a questa frase; per questo, sarebbe più corretto aumentarla con i due punti.
Assassini, ladri, banditi della peggior specie, e --> Anche qui manca una dovuta pausa. Sostituirei la congiunzione con i due punti, che permettono al lettore di "respirare".


- I - :

Shiva fece i passi che la separavano dalla sorella --> Refuso: "lo" al posto di "la".
zona - zona --> Piccola ripetizione.
videro - avevano visto --> Anche qui c'è una ripetizione.
uno, il problema --> Per allungare la pausa, sostituirei alla virgola un trattino.
persone, erano --> Più corretti rispetto alla virgola sarebbero i due punti.
Almeno, lei sarebbe sicuramente morta, alla fine, era malata --> La virgola dopo "morta" andrebbe sostituita con i due punti o con un trattino.
tracce - tracciatore --> Varierei un poco sostituendo tracce con un sinonimo.
Ma Shiva la fissò caparbio e lei avanzò ancora, trovando la forza in qualche modo, per lui, al di là della stanchezza e del dolore ai muscoli, di quella specie di ovattato nulla che l'avvolgeva per via dello sfinimento, proseguì. --> Dopo "per lui" la virgola andrebbe sostituita con i due punti, in modo da dividere in due la frase e giustificare la presenza dei due predicati verbali. "Ma Shiva la fissò caparbio e le avanzò ancora, trovando la forza in qualche modo, per lui: aldilà della stanchezza e del dolore ai muscoli, di quella specie di ovattato nulla che l'avvolgeva per via dello sfinimento, proseguì."
sentiva - sentendo - sento --> Ripetizioni ravvicinate.
durato - durato --> Come sopra.
tornare - tornò --> Altre piccole ripetizioni.
Era l'anno 3100, aveva dormito per circa ottocento anni. --> Alla virgola sarebbe più corretto sostituire i due punti.
umanità --> In quanto ne parli come di una specie, andrebbe in maiuscolo.
videro - vedendo --> Piccola ripetizione.
uno all'altra --> "Gli uni agli altri".
Passarono anni in cui si erano preparati, --> "Erano passati molti anni", in quanto parli di un periodo continuativo nel passato.
La ragazza si morse il labbro, la voce --> Per le solite motivazioni, i due punti andrebbero sostituiti alla virgola.
in cui le luci non erano mai mancate. --> Non ho ben capito cosa intendessi, qui: forse che le luci non si sono mai spente durante tutta l'ibernazione? Così messa, pare che ti riferisca alla quantità.
luce rossa - luce rossa --> Il secondo "luce rossa", in quanto l'hai menzionata appena prima, risulta superfluo.
quasi opposta --> Refuso: opposte.
parevano --> Siccome parli di un momento preciso nel passato, più corretto sarebbe usare "parvero", in quanto l'azione è conclusa.
«Vieni, dobbiamo riposare un po', non c'è fretta, vediamo se c'è dell'acqua, mi sembra di vedere un rubinetto in fondo, magari funziona ancora!» --> Rallenterei un poco la frase, cambiando la punteggiatura: "Vieni, dobbiamo riposare un po'. Non c'è fretta: vediamo se c'è dell'acqua, mi sembra di vedere [...]. Magari funziona ancora!"
Proseguirono, il corridoio --> Anche qui, i due punti sarebbero più corretti della virgola.
spezzare - spezzandosi --> Piccola ripetizione.

Fine:

dolore, eppure--> Per mettere uno stacco più significativo tra i due concetti (il dolore che ottenebra Kalì ma la sua lucidità di fronte al cambiamento di stato dei ragazzi), potresti sostituire la virgola con un punto e virgola.
incerti nel credere --> Incerti se credere.
«Una donna saggia, è morta?» --> Per dare più enfasi, potresti sostituire alla virgola un punto fermo (E poi... X°D Che tatto LOL).
Era stato un processo lungo e complesso, dove -->
Quell'apocalisse era stata causata da lei, tutto quello era causa sua. La perdita di ogni legge, di ogni giustizia, e Kalì non se ne faceva una ragione, soffrendo, desiderando imporsi per portare pace e armonia, ma non era quello il loro compito, l'uomo aveva una strada, le diceva Shakti, e doveva imboccarla da solo. -->
il tono --> Dato che segue la chiusura della caporali, andrebbe utilizzata la maiuscola.
Shiva, il suo volto --> Anche qui, al posto della virgola sarebbero più corretti i due punti.
fece --> Stesso discorso di "il tono".
sorriso - sorriso --> Piccola ripetizione ravvicinata.

Recensore Veterano
05/03/16, ore 22:26
Cap. 3:

Ciao!
Beh, direi che e' evidente quanto la storia mi abbia presa visto che l'ho letta tutta d'un fiato.
Le domande che avevo alla lettura del prologo si sono in parte risolte, ma hanno lasciato spazio ad altre. Leggendo ho capito come la guerra abbia distrutto il mondo cosi' come ora lo conosciamo, come si sia scatenata a causa della bramosia dell'uomo. E' brutalmente vero che a un punto del genere si potrebbe arrivare fra poco, la sete di conoscenza e di crescita ha gia' portato il mondo e l'uomo verso la distruzione, esempio ne sono le due guerre mondiali. Da tempo si fantastica sul creare umani perfetti, cio' non puo' fare altro che portare l'attenzione su questa realta'. Quanto manca a quello che sara' il punto di non ritorno?
Esperimenti o meno meritavano la vita per il solo motivo di essere stati creati, come puoi tu uccidere qualcosa che con tanta fatica hai creato?
Oltre a questo, io non conosco bene la cultura indiana, quindi non posso sapere se ci sono riferimenti alla storia "originale", pero' ho trovato il tutto decisamente veritiero. Chi si vede portare via tutto senza un motivo logico e' facile che inceppi nella follia e nella distruzione.
Questa fine che lascia entrambe le possibilita' aperte fa riflettere, uno puo' immaginarsi un mondo che merita di essere salvato o un mondo che ormai ha raggiunto il fondo.

Recensore Veterano
05/03/16, ore 21:18
Cap. 1:

Ciao!
Quando ho iniziato la storia mi aspettavo qualcosa di piu' tradizionale, ma non per questo non ho apprezzato questo prologo. Mi ha incuriosita soprattutto per la situazione, da quel che ho capito siamo da qualche parte in oriente, magari vicino all'India (chiedo perdono se ho detto un obbrobrio). Il sistema delle caste e tutte le tradizioni mi hanno sempre affascinata, sono decisamente curiosa di scoprire come le hai integrate in questo nuovo mondo decadente.
I due personaggi hanno qualcosa di interessante che mi fa proprio chiedere cosa succedera' con la morte di lei o se riusciranno in qualche modo a tirarsene fuori, anche se ho capito che non si puo' curare tale malattia.
A presto :)

Recensore Veterano
29/02/16, ore 21:14
Cap. 3:

E sulle note di Digital World, finalmente sono arrivato anche alla fine di questa storia talmente tanto epica che in confronto, l'Iliade e l'Odissea sembrano degli album da colorare. No, non sto usando mezzi termini: per me esistono le storie belle, le storie bellissime e le storie epiche. Poi ci sono le storie ancora più epiche ma a quel punto ci è arrivato soltanto Grandia, e purtroppo nemmeno io se mi impegno ed ottengo l'ingegno di Aristotele riesco a raggiungere un simile traguardo, percui morirò felice sapendo di non raggiungere livelli che non mi merito. Comunque sia, come stavo dicendo, ho notato che tu sei un'amante di storie brevi, ma che in se hanno tipo tanata di quella trama da riempire diciotto libri di Stephen King. Inoltre, diciamociela tutta, sei decisamente più brava di me in qualsiasi cosa: la narrazione, l'originalità, la stesura e mi chiedo quando sono fortunato ad averti avuto come recensionatrice, siccome non mi aspettavo una tua visita tanto presto ^^ ma che dire? Bhe, sta storia è talmente tanto figa come tutte le altre che ti ho letto che una recensione normale non servirebbe a spiegare nemmeno la metà minima della sua figaggine. Percui, come è il mio solito fare, direi sia arrivato il momento per me di parfafrasare anche l'ultimo capitolo della Danza nel migliore dei modi possibili: allora, la capitolazione riprende stavolta a pochi millisecondi dalla fine dell'altro capitolo finale, ovvero con la nostra ormai diventata simpaticissima Lady Kalì che va a fare una visitina di cortesia ai due fratelli post apocalittici appisolati. Inutile dirlo, al risveglio, il ritorvarsi davanti ad una divinità cinetica sconosciuta e dagli occhi più rossi di quelli di un cocainomane non è proprio la cosa più aspettata di trovarsi al risveglio, nonostante i due sappiano meglio di me di trovarsi all'interno di una gigantesca città sci-fi sotterranea, e per cui mi sembra abbastanza disonesto per loro due prendersi tanto male. Comunque sia Kalì, che a differenza di millenni prima non è più la stessa divinità vendicativa e desiderosa di farsi un brindisi di sangue, budella e apparati respiratori, invece di utilizzare le loro teste come soprammobili decide di accoglierli con un sorriso caldo e gli offre del cibo, tutto per loro e solo per loro, nonostante la portata per dodici persone che se ci fosse veramente la possibilità di avere tanto cibo così anche nel mondo reale la denutrizione sarebbe un problema meno importante del brufolo che ti cresce sulla fronte. Shiva, siccome è un moccioso testa di minchia, è preso benissimo e si abbuffa come un bufalo che non vede cibo da millenni, mentre tuttavia Candra, la più responsabile tra i due, è un pochettino più diffidente nei confronti della mezza dia mezza gnocca, e per questo le chiede chi è. Kalì, che nel frattempo si è fatta un viaggio nelle memorie in cui lei e gli altri esseri semidivini giravano per il mondo a fare i miracoli peggio di Gesù Cristo - PS, adoro il fatto che tutta questa storia sia un intero flashback (più o meno) sopratutto perché è tutto collegato in modo talmente mega epico che non trovo nemmeno un sostantivo per descriverla tutta l'epicità. capiscimi, non sono un maestro nell'originalità con i complimenti, ma spero comuqnue di mostrare il mio apprezzamento :D - e mentre intanto Shiva diventava sempre di più la divinità piena di cazzimma che tutti conosciamo ed amiamo, decide di raccontare la storia sua, di Shiva e Lucy, sopratutto di come con delle cazzo di braccia invisibili sia in grado di spezzare ossa e parti del corpo con la stessa precisione chirurgica di una spada laser. Neanche il tempo di dire 'Ma come diavolo ci riesce' che Shiva comprende chi è Kalì, senza però far capire all'esterno se sia spaventato a morte o se voglia farsi autografare la maglietta. Candra calma il fratellino dal suo fomento, e poi parla della nonna colpida dal morbo della muerte, dicendo che lei era saggia e sapeva un sacco di cose sul conto degli dei distruttori. Kalì si prende piuttosto bene scoprendo che quei bimbi non sembrano proprio uguali agli esseri umani che ha conosciuto per tutto il tempo in cui ha vissuto l'eternità. percui decide di fare un passo avanti e di andare a mostrargli il corpo ibernato dell'amato. I due rimangono estasiati, sopratutto vedendo che il tizio dalla pelle blu di Avatar e particolarmente uguale al moccioso che porta il suo stesso nome. Altri discorsi da lacrimoni che non ti dico, e kalì si fa venire la bruschetta nell'occhio vedendo come il piccolo gli ricordi Shiva e come i due fratelli si vogliano bene. Così, tanto per buona volontà, decide di fare un regalo epico alla sorella, guarendola dal cancro della polvere malvagia. Se magari esistesse un potere del genere al giorno d'oggi, ci sarebbero tanti problemi in meno. Nel frattempo, i due fratelli si fermano a pregare innanzi al tipo ibernato, e la cosa lascia talmente tanto perplessa Kalì dallo costringerla a sedersi da qualche parte per non stramazzare al suolo come un sacco di patate. E infine, con l'ultimo flashback, si viene a sapere come Shiva a perso la testa e, di seguito, come l'abbia fatta perdere a Shakti. Ovviamente la cosa non viene presa molto bene da Kalì, e i due combattono con cantivveria. Poi però la lady si ricorda di come erano amici in modo più i due. Lei parla di come non sono dei, lui parla di come vuole prendere a pugni sulle orecchie tutti gli umani, colpo mortale, Shiva sviene e mannaggia al diavoletto che ci ha fatto litigà, tutto è perdonato. Shiva viene portato in spalla dall'amata e ibernato, poiché sveglio è peggio del Nemesis di Resident Evil 3. Alla fine della storia, Kalì decide di non prendere subito la scelta che significherà la fine o l'inizio di ogni cosa, in una scena talmente epica che mi avvilisco soltanto a pensare di esserne all'altezza. La storia in generale, nonostante la brevitudine, mi è piaciuta talmente tanto che non credevo nemmeno di stare leggendo una FF. Mai pensato di scrivere un libro per davvero? no, perché se qualcuno come te scrivesse qualcosa probabilmente sarebbe tradotto in diciotto linque diverse, tra cui anche il marziano. Questo per dire che ho adorato da impazzire la tua storia, così come tutte le altre che ho aviuto la fortuna di leggere. Percui, che dire? se non i miei più vivi complimenti *inchin* senza indugiare oltre, oggi dovrei essere in grado di recensiare anche le tue altre storie, sicuramente. Percui mi attenda, milady. Tornerò, e lei non si libererà tanto facilmente della mia anima... oscura.

VK

Recensore Veterano
29/02/16, ore 18:22
Cap. 2:

Come aveo previsto consultando gli dei della morte antichi, sono giunto anche in questo luogo dopo tantissimo tempo (un giorno), ed ora sono anche approntato a recensire con dovuta e rinnovata perizia. Prima di cominciare però, un piccolo particolare: è assurdo essere messo innanzi ad una storia sci-fi così tanto epica ma, allo stesso tempo, così tanto tristissima e piena di feels, sopratutto se l'ultimo videogame fantascientifico che hai giocato è stato Borderlands, che di drammatico ha giusto quelle due scene, mentre il resto è la follia più assurda. Un po' come me, in sostanza. Comque sia, direi non sia il caso di continuare a parlare e cianciare senza un apparente motivo, per questo motivo si va dallo pisichiatra. Percui, senza altri ulteriori indugiare, procedo con la recensione ad una delle storie più fighe lette finora - che poi mi sto veramente perdendo tra esse, siccome praticamente tutte le storie che leggo ultimamente sono fighe, quindi... - Ma come si sà, il mio apprezzamento non lo dimostro con complimenti o robe simili che si vedono e si sentono ovunque. quindi, milady, si tenga forte, poiché sta per assistere ad un ulteriore esempio della mia folle follia: Allora, la storia ricomincia da dove l'avevamo lasciata prima, o meglio, qualche anno dopo, e fuori dalla città cupola scadente del film dei Simpson. Al momento, Shiva è diventato più grande, ma ancora non ha perso la volontà di mettersi nei casini, e allo stesso modo Candra è sempre di più divorata dalla malattia Macchia. Nenanche il tempo di persuaderci che il mondo al di fuori delle cuple è peggio di una scenografia post apocalittica di Mad Max, appaiono i primi banditi scavezzacollo, che purtroppo non sono stati descritti nel loro aspetto fisico completo, con le loro collane di teschi, gli elmi formati da scodelle ricoperte da spuntoni e le armature di giocatori di Rugby di serie Z. hanno però delle moto talmente scadenti che si tengono in piedi con lo sputo, ma che comunque sono minacciose e velocissime per i due ragazzini. I tipi, infatti, presi malissimo dall'essere scoperti mentre giravano per le rovine di templi antichi alla ricerca di tecnologie per far tornare a funzionare le calcolatrici, se la danno a gambe in mezzo alla vegetazione. Però i tabozzi col cazzo che se la danno pervinta, e scendono in moto sghinzagliando i nani, alla ricerca delle loro due piccole vittime. I due ragazzi, tuttavia, per il momento li seminano, bevono da una pozza d'acqua assetatissimi, nonostante probabilmente in essa sia morto BigFoot, e si ritanano in una grotta. Lì, Shiva scopre una sorta di passaggio segreto, e preso benissimo nonostante il rischio di essere mangiato vivo, scava scava, per scoprire che è. Al contempo, da qualche parte, si risveglia una strana entità, e con lei una città futuristica sotterranea strafighissima che sembra la cittadella di Max Effect, con tanto di piante, robot che annaffiano le robe e luci psichedeliche. Punto fermo per dire: Ah, adoro le tecnologie antiche... sono la parte più figa secondo me di tutte le storie fantasy/fantiascientifice. Insomma, che figata sarebbe andare ad esplorare una rovina Maya qualsiasi e scovarci sotto qualche centinaio di migliaio di grattaceli sommersi e robottoni che annaffiano piante? Davvero, io sarei mega esaltatissimo. Comunque sia, tornando alla storia, la tipa risvegliata si trova in una capsula di liquido verde, insieme a qualche Xenomorfo che passava di lì, ed attiva una procedura che le permette di risvegliarsi del tutto dal suo abbiocco post-massacro e si libera del liquido. Si scopre trattarsi di Kalì, ma con quattro braccia in meno, anche perché, secondo uno dei tantissimi spiegoni mega fighi e meglio riusciti che io abbia mai potuto assaporare sulle mie labbra, non si tratta della vera Kalì, ma bensì di una creazione creata dagli umani per generare una nuova forma di esseri perfetti, talmente perfetti che gli scienziati, sboroni e convinti di aver creato delle divinità, hanno denominato come le divinità della mitologia Indiana. Tra i molti pochi che sono stati risparmiati dalla procedura di inizzializzazione del soppravivismo, riconosciamo Saraswati, Shakti, Shiva (quello incazzoso però) Brahama e Visnù, insieme agli altri dei e divinità della cultura. E qui scopriamo che la cosa era apprezzata, e che lì erano tutti amici e tutti potenti, fino però ad un certo punto poiché gli scienziati, siccome dopo aver creato una cosa ed averla resa op decidono di distruggerla come tutti i nuovi campioni di League of Legends, prendono la decisione di ammortare tutti i divini. La cosa, per un momento, dispera soltanto gli altri amiconi, ma quando a venire messa al patibolo e Saraswati, che prima di morire dice una frase che avrebbe fatto piangere persino Jack lo Squartatore, kalì s'indispone leggermente, e siccome la sua incazzosità contagia un po' tutti, allora anche gli altri dei si ribellano al massacro, ricordandosi solo in quel momento di essere creature più OP di un Diclonius, e fanno tanto di quel casino che non ti dico. Tornando nei giorni post nostri, i due fratelli sono finalmente giunti all'interno della città, stupiti e senza fiato come sarei anche io, modestamente, e decidono di darsi un'occhiata in giro, pur consci che potrebbe apparire da un momento all'altro un Sintetico a reclamare la loro pelle in malo modo. Intanto Kalì, che come una stalker di prima categoria non ha mai smesso di tenerli d'occhio, si riabbandona ai ricordi più tristi che una sopravvissuta ad un massacro possa avere, ricordandosi di come lei e le sorelle si passassero il 'poverissimo' Shiva come una palla bollente, il che mi provoca una possente erezione al dito medio, poiché mi viene in mente quanto potesse essere fortunato sto qui al tempo. Nel ricordarsi ciò, intanto si accorge che i fratelli si sono addormentati, e nota la malattia mortale che irrora il corpo della maggiore. La cosa la lascia un po' perplessa, siccome il suo tipo focoso l'aveva bloccata poco prima di sterminare l'intero genere 'persona', pur ben sapendo che, in fin dei conti, quasi tutti gli esseri umani sono degli stronzi - non mi sto insultando da solo, poiché sono un demone - e quindi si ricorda di come, nei panni di una novella Lucy, la tizia si sia liberata dalla sua prigionia e, in preda alla follia omicida più sfrenata di tutti i tempi e le storie del mondo libero, Fa una strage che in confronto quella avvenuta in Romeo e Giullietta sembra un cinepanettone. La storia poi va avanti così, la gente muore, gli dei uccidono e poi Kalì diventa talmente tanto cazzimosissima che decide di ammazzare qualsiasi cosa le si pari davanti. Però, una volta apparso anche Shiva, il suo amato, al tipa per un momento rimane infusa nell'odio, ma poi cede e scoppia a piangere tra le sue braccia, mentre il massacro è finito e le genti ritornano a ripopolare quel poco ancora popolabile della terra. Nonostante sia una storia così corta, il fatto che tu riesca a spiegare così tante cose in così pochi capitoli non può non farmi tenere incollato allo schermo. Sappi che se mi ritroveranno mummificarto davanti ad un monitor, la colpa sarà solo tua. Passo velocissimo al prossimo capitolo!

Vk

Recensore Veterano
28/02/16, ore 18:32
Cap. 1:

Io sono un demone particolare, milady: per ringraziare qualcuno che passa da me per una recensione, invece di rispondere immediatamente alla recensione, mi fomento di brutto, respiro forte, recensisco quanto avevo tra i preferiti, e poi rispondo. E quindi ecco il motivo per cui mi ha trovato qui prima che lì ^^ spero non si sia presa male e abbia pensato che io mi sia offeso al suo commento? altroché - anzi, per la precisione, mi sono tipo creato una nuova pagina di word e ci ho copiato tutte le nozioni e le osservazioni ricevute in modo da, quando ricorreggo, avere un modello dalla quale rubare le giuste motivazioni per correggere al meglio delle modulistiche permesse dalla legge del mondo libero... sì, sto esagerando di nuovo con i miei divagamenti incontrollati... - e quindi, se abbiamo smesso di parlare di me, direi sia il caso di parlare della storia. Allora, in teoria il mio genere narrativo preferito è il fanstasy - anche perché nel fantasy, non essendoci limiti di nulla affatto se non per la trama che tu stesso hai inventato, fantascienza, horror, giallo, romanticismo e quant'altro si posso condire benissimi senza alcun problema, percui... - però, se devo ammetterlo, anche lo SCI-Fi è uno di quei generi che mi fanno sbavare peggio che se mi mettessero davanti un lecca lecca al gusto cioccolato bianco - ecco, adesso mi è venuta anche voglia di una tavoletta di gioccolato al gusto lecca lecca, perfetto! - per cui beh, evviva! Duqnue, se per caso ti è sfuggito l'occhio su dove si trovano ora le tue storie, avrai notato che le ho messe tra le preferite (ci sono anche Croi e quella della strega fighissima, che recensirò forse stasera tutte) e quindi, in poche parole, io le ho già lette ed apprezzate, e presto le commenterò pure. So, senza sprecare ulteriore fiatazione per questi preliminari inutili, direi sia il caso di cominciare nel migliore dei modi: Allora, la storia si apre con l'insulto di un compra venditore di materiali, che se la prende con un bimbo che potrebbe benissimo avere l'età di mia sorella, e gli valuta due pezzi di metalli per venti denari, pezzi che probabilmente io avrei trovato spaccando il mio televisore, ma che a quanto pare in questo mondo post atomico, sono praticamente introvabili. Tanto per pigiare sul pedale dell'ottimismo, facciamo la conoscenza di Candra, la sorellona del probabile distruttore del mondo, e scopriamo che sta per morire di una malattia bruttissima e che al giorno della sua morte la farà diventare un cumulo di polvere che sì è drammatico per Shiva, ma per i venditori di scope è un motivo in più per amare il proprio lavoro. La nostra amante delle storie allegre felici, ci delizia intanto con la trama riguardante il mondo attuale, spiegando il come dopo un'apocalisse mastodonticamente epica il sole stesso si sia incazzato con la razza umana e abbia cominciato a diventare tossico, il che è un po come dire che tutti i pesci muoiono poiché sono allergici all'acqua, e costringe tutti gli abitanti a vivere sotto cupole che cadono a pezzi, ma comuqnue strafighissime. In una scena di lacrimoni che non ti dico, in onore di un momento nella cultura indiana che ha un nome talmente impronunciabile che ho dovuto cambiare lingua per dirlo, gli lascia il cordoncino utilizzato dalla nonna per impiccare le formiche. Il bambino, preso malissimo dal quel gesto altruistico impressionante, ma comunque rosicando perché si aspettava qualcosa in più, si abbraccia e si spupazza la sorella, conscio che presto o tardi avrebbe rischiato di ritrovarsela sbriciolata tra le braccia. Questo era solo il primo capitolo ed ho già dato prova di un cinismo peggiore di quello di Mael, il che significa che amo la storia già più dei miei polmoni. E questo era solo il prologo...

Vk

Recensore Veterano
23/02/16, ore 14:58
Cap. 3:

Ciao!

Eccomi qui.

Questa storia volevo leggerla da un po' di tempo, in verità. Prima di tutto a colpirmi è l'ambientazione: di storie collocate in India ne ho trovate poche e in uno scenario post moderno ancora meno.
Nel primo capitolo facciamo conoscenza sia di Shiva che di Candra, che della situazione davvero terribile in cui vivono: questo mondo indiano in cui la tecnologia è qualcosa di quasi dimenticato, dove si vive di stenti e dove c'è questa malattia che è davvero agghiacciante.
Devo dire che questa atmosfera di pericolo con cui cominci il secondo capitolo mi ha ricordato Mad Max, i primi film specialmente, in cui la civiltà è tornata molto indietro, alla legge del più forte, dove i predoni spadroneggiano in un questo mondo che via via sta tornando a una situazione pre industrializzazione.
Tutta la parte del risveglio di Kalì è una FIGATA PAZZESCA. La questione degli uomini che creano gli dèi è meravigliosa, è uno dei temi che più mi stanno a cuore quello della perdita di limiti e della creazione di creature superiori al creatore stesso (che siano esseri modificati o androidi o addirittura qualcosa di più ampio come una sorta di entità cybernetica capace di controllare la tecnologia).
La cosa che mi piace di più è la fusione tra tecnologia e la mitologia indiana, che è vastissima, ma che è stata reinterpretata in una chiave fantascientifica davvero coinvolgente.
Il tema della vendetta degli "esseri superiori" come li chiamo io, è tra i miei preferiti (non nego anche di averlo usato e lo riciclo più e più volte) perché è un monito che molti scrittori e poi anche registi hanno cercato di dare a una tecnologia che si sviluppa sempre più velocemente e che da una parte però sembra non avere alcuna pietà per le questioni umane. La scienza di per sè è una cosa che deve esistere e che deve essere usata per scopi nobili, che ci possano essere sacrifici per questo è quasi scontato, ma non è giusto che per giustificare il progresso si uccidano altri esseri umani e si riduca l'ambiente e una spazzatura globale. La Terra è una e noi siamo ospiti, non padroni.
La storia di Kalì è davvero sentita, toccante, piena di spunto di riflessione e di dolore, l'idea dell'interpretazione di Shiva il Distruttore è molto ben azzeccata e anche della veglia che lei deve fare su di lui. La speranza per un mondo migliore è rappresentata da i due fratelli Candra e Shiva e dagli altri dèi che hanno deciso di aiutare e custodire la conoscenza per aiutare quelli rimasti.
Ho davvero divorato questa storia, perché ha tematiche a me carissime e il finale aperto non mi ha disturbata, mi piace immaginare che cosa Kalì deciderà di fare, ma soprattutto mi piace di più pensare a quanto fanno pensare questo genere di storie, perché si spera sempre che il lettore acquisisca un po' di coscienza in più, perché non sono solo i "potenti" a rovinare il mondo, ma ognuno di noi attraverso le sue scelte.

Una storia davvero meravigliosa, che va dritta dritta nelle mie preferite e che mi sento di consigliare come lettura davvero matura e anche istruttiva oso dire.

Ti ringrazio davvero di aver scritto una storia così bella ed emozionante.

Alla prossima.

Selene.

Recensore Master
17/02/16, ore 20:44
Cap. 3:

Prima di tutto, lasciatelo dire: sono ammirata da molte cose per quanto riguarda il tuo modo di scrivere. Il tuo stile incisivo, la tua capacità di passare da generi diversi pur conservando il tuo stile e con molta naturalezza, e soprattutto il numero di storie che riesci a scrivere in poco tempo, io invece tendo a concentrarmi esclusivamente su una per volta.
La fantascienza non è molto il mio genere, ma quando si creano questi AU distopici, la cosa mi affascina molto, così come tutte le tematiche sull'intelligenza artificiale e i problemi che pone la questione (sono una fan di Matrix e Cloud Atlas <3).
Ora, i dei-robot: sono una creazione assolutamente geniale, l'uomo che crea gli dei, magari per poi distruggerli, o per nutrire altri uomini di illusioni, le macchine che prendono coscienza e che distruggono la razza umana in tre giorni di ecatombe. La parte di Shiva e Carma e il loro incontro con Kalì è quella che mi è piaciuta di più, in particolare l'ultimo capitolo, che è quello delle rivelazioni, l'ho trovato molto intenso e intellettualmente 'carico'.
Il rfierimento agli "idioti sapienti" che non sanno più fare niente di globale e generalizzato e stentano a sopravvivere perché le competenze sono sempre più settoriali e specializzate l'ho trovato molto credibile, la cosa che più ho amato però è sicuramente l'umanità di Kalì che emerge, i suoi sentimenti contrastanti. lei vuole proteggere l'umanità che la sua razza ha contribuito a distruggere, ma ama anche Shiva e spero che un giorno possa risvegliarlo, il fatto poi che si leghi all'omonimo Shiva, il ragazzino umano con cui trova delle similitudini nello sguardo e nel carattere, è dolce e mi ha davvero sciolto. Anche il rapporto tra i due fratelli è stato molto interessante, mi piace quest'attaccamento di Shiva alla sorella, la luna che lo guida e che però è malata come la terra che abitano; il riferimento al sole malato e l'introduzione dark del primo capitolo, di un'umanità ormai sempre più alla deriva e letteralmente in pezzi, mi ha immerso subito in un mood davvero dark e angst, di lotta per la sopravvivenza. Il finale, però, mi ha lasciata con una lieve speranza.
Complimenti poi per i riferimenti al pantheon indiano e per essere riuscita a mantenere l'IC degli dei indiani (che ho ricercato per una mia storia) pur creando qualcosa di assolutamente originale! Leggo sempre con piacere ogni tua storia.
A presto, Delia :)

Recensore Junior
30/12/15, ore 22:03
Cap. 3:

Contest: "Romeo e Giulietta: un amore impossibile"

QUARTO CLASSIFICATO

“La danza di Kalì”
di Ynis/Nemainn

Grammatica: 12/20
Stile e lessico: 14,5/20
Sviluppo della trama: 12,5/15
Caratterizzazione dei personaggi: 14/15
Ambientazione: 14,5/15
Tematica del contest: 6/15
Punteggio totale: 73,5/100


La grammatica in linea generale è più che sufficiente, nel senso che non ho notato errori gravissimi, a parte alcuni. La storia fila e si legge bene. 
Gli errori maggiori li ho riscontrati nell'uso della consecutio temporum. Dal momento che scrivi la storia al passato remoto, quando racconti avvenimenti antecedenti, fai un po' di confusione con i tempi: passi bruscamente dal trapassato prossimo al passato remoto, altre volte fai uso addirittura del tempo presente. 
Ho notato imprecisioni per quanto concerne la punteggiatura, soprattutto quella inerente ai dialoghi. A volte eccedi con le virgole, separando tra loro periodi che necessiterebbero di pause maggiori. Ci sono errori minori, quali piccoli refusi, che sicuramente verrebbero eliminati con un'ulteriore lettura del testo. 
Ti faccio alcuni esempi pratici di quanto appena detto per amor di chiarezza: 

«Non è vero!» il ragazzino dinoccolato incrociò le braccia al petto magro, fissandolo «Sai benissimo... 
La frase che fa seguito al discorso diretto è una principale, per cui va scritte con la lettera maiuscola. Dopo 'fissandolo' va inserito un punto. 

«Shiva?» la ragazza magra quanto lui che gli venne incontro aveva gli occhi speranzosi.  
Stesso discorso anche qui: 'la ragazza magra...' è una principale, va scritta con la lettera maiuscola. Ti consiglio di separare l'inciso 'magra quanto lui che gli venne incontro' mediante due virgole. 

Con un sorriso venato sia di gioia che di tristezza Candra abbracciò il fratello. 
Anche qui l'inciso 'venato sia di gioia che di tristezza' andrebbe isolato tramite delle virgole, per separarlo dalla principale, ovvero: con un sorriso Candra abbracciò il fratello. 

Stavano depredando delle rovine di quello che pareva essere stato un agglomerato di case per metà sepolte da una valanga o, almeno, quello era ciò che sembrava loro. Sopra quei declivi di terra erano cresciute piante di ogni genere, alberi ormai alti e robusti tanto era il tempo trascorso. Pensavano di essere in una zona sicura, mentre scavano tra quei resti, alla ricerca di tecnologia ancora utilizzabile e che potevano vendere. 
Alcuni verbi errati durante il flashback: la narrazione è già al passato, quindi, per raccontare avvenimenti antecedenti devi avvalerti dei tempi composti e mantenerli tali durante tutto il flashback. Corretto: 'che era sembrato loro... avevano pensato.... scavavano... avrebbero potuto (condizionale passato, forma più corretta per indicare il futuro nel passato). 

Era stato Shiva a sentirli, un suono simile a un sibilo l'aveva messo in allerta e si era lanciato contro la sorella. 
Dopo 'sentirli', invece della virgola, sarebbe più opportuno inserire i due punti. 

Presenti uno stile di scrittura più che discreto; hai un buon vocabolario e un lessico consono, né troppo aulico né eccessivamente semplicistico. Ciò che più rovina il tuo stile, a parte la punteggiatura a volte mal dosata, è dato dalle numerosissime ripetizioni, non solo dello stesso vocabolo riproposto in modo ravvicinato, ma anche su un livello concettuale e di trama narrativa. Mi spiego meglio: tendi a ripetere concettualmente delle cose che hai già espresso, forse con l'intento di rimarcarle, ma così facendo tendi a rendere il testo un po' ridondante. Ti faccio un esempio pratico: Quell'apocalisse era stata causata da lei, tutto quello era causa sua. 
Come noterai, in questa frase rimarchi due volte uno stesso concetto; la seconda parte si potrebbe tranquillamente omettere. Tale aspetto l'ho riscontrato in maniera più ampia relativamente alla trama: ci sono pezzi di essa che vengono menzionati tra i ricordi di Kalì e poi riespressi quando la dea narra la sua storia ai due fratelli. 
Il punto di forza che caratterizza il tuo stile è la tua capacità di descrivere con dovizie di particolari luoghi e azioni e ciò permette al lettore di calarsi nella storia; questa non è caratteristica di tutti. 

La trama da te narrata rientra perfettamente nel genere fantascienza, dove ci presenti un futuro distopico non così improbabile. Alcuni temi che hai proposto sono davvero attuali, così come alcune riflessioni che hanno un ché di filosofico. Forse non è nemmeno un caso che tu abbia voluto ambientare la vicenda in India, culla di una civiltà piena di miti, leggende e storia. A tal proposito ho apprezzato particolarmente l'ambientazione: sei stata brava ad attingere alla cultura indiana nelle sue molteplici sfaccettature – riti, religione, cibo... Si vede che c'è uno studio dietro e su questo punto meriti senz'altro un punteggio alto. 
Ho apprezzato molto la trama narrata. Hai una buona fantasia e la sai sfruttare. Forse l'idea di base non è molto originale: nel genere fantascienza c'è spesso la ricerca, quasi spasmodica, da parte dell'uomo di creare esseri perfetti, che poi si ribellano ai loro stessi creatori. È un grande cliché del genere, è vero, ma tu l'hai saputo usare bene. 
Le vicende narrate si susseguono a un ritmo discreto, un po' smorzato, come già ti ho detto, da alcune ridondanze. Se devo essere del tutto sincera, forse avrei adottato una struttura narrativa leggermente diversa, in quanto ci sono ampi ricordi di Kalì semplicemente raccontati, ma non mostrati al lettore. La famosa regola dello show, don't tell! Ne risulta, di conseguenza, una narrazione un po' piatta, che tende a volte ad annoiare, perché non coinvolge quanto dovrebbe. Peccato, perché alcune vicende, come la famosa guerra dei tre giorni, mi sarebbe piaciute viverle più direttamente attraverso dei flashback mostrati appieno. 

La protagonista assoluta della tua storia è sicuramente Kalì. Ne fai un'ottima descrizione e, attraverso i suoi ricordi, il lettore è in grado di provare empatia nei suoi confronti. Ho amato l'associazione dei nomi delle divinità ai loro aspetti, sia fisici che caratteriali. È quasi un gioco di specchi: l'uomo che crea il dio a immagine di come lui stesso raffigura il dio... Dio che in fondo dio non è. 
Anche le figure dei due fratelli, Shiva e Candra, sono discretamente caratterizzati. Magari le loro personalità sono leggermente più nebulose, fatta eccezione per piccoli dettagli messi qua e là. Gli altri personaggi – la nonna, le sorelle di Kalì, l'amante Shiva, i ricercatori – fanno da cornice, ma anche di loro dai delle descrizioni sufficienti affinché il lettore sia in grado di figurarseli. 
Sicuramente dei buoni personaggi, con le loro peculiarità che li contraddistinguono. 

Arriviamo ora al punto dolente: la tematica del contest. 
Allora, so che non avevi scritto questa storia appositamente per il mio contest e ti avevo detto che mi andava bene che l'amore tra i due personaggi non doveva essere per forza l'unico argomento, ma... Ma qui è fin troppo in sordina. 
Ciò che emerge di più, a mio dire, è l'amore di tipo fraterno – tra Shiva e Candra, tra Kalì e le sue sorelle gemelle – e davvero meno quello romantico. Vero, c'è un certo struggimento, c'è una situazione difficile, ma qui le tematiche sono tante e nessuna preponderante. Un punto a tuo favore c'è di sicuro: ho trovato molto interessante l'amore che lega Shiva e le tre gemelle; penso che sia la prima volta che io legga di un rapporto a quattro. Questo aspetto, però, andava decisamente affrontato e approfondito meglio. La dinamica tra i quattro rimane molto vaga, tanto che il mero racconto non basta – almeno a mio dire – a essere partecipi di un affetto così particolare. 
Bisogna anche fare un'ulteriore considerazione: non trovo il cosiddetto amore impossibile. Nel senso che Kalì, insieme alle sue sorelle, ha potuto tranquillamente amarlo Shiva; non c'erano veri e propri ostacoli al loro amore. L'impedimento è sorto dopo, ma causato dal susseguirsi degli eventi, da decisioni prese liberamente dai personaggi. Non so se riesco a spiegarmi. 
Questo è sicuramente il punto che più ti ha penalizzato, se vogliamo vedere il tutto in base alla mera classifica. 
Al di là del contest, comunque, si tratta di una storia buona, con ottime descrizioni, una trama a suo modo originale e un'ambientazione interessante. Ecco, ammetto che è l'ambientazione che più mi è piaciuta; sarà che io amo l'India e ovviamente ciò influisce sul piacere della lettura, sarà che si nota che anche tu ti sei calata appieno nell'atmosfera. Le pecche maggiori le ho riscontrate nella struttura narrativa e nelle ripetizioni che appesantiscono il testo. Ti consiglierei di rileggere e correggere i vari refusi ed errori, sfoltendo qui e là, in modo che ne risulti una storia ancora più bella da leggere.

 

Recensore Veterano
13/12/15, ore 10:26
Cap. 2:

Buongiorno, cara!
Mi dispiace tanto ripassare così tardi, ma non sono riuscita a gestire bene il mio tempo, perciò recensire non era proprio una priorità. Avevo già, infatti, letto molto prima il capitolo, ma dato che è già passata qualche settimana, ho dovuto rileggerlo.
E però, se a prima lettura è stato tutto molto emozionante, pieno di colpi di scena e mi aveva permesso di entrare in empatia profonda con i personaggi -pur con Kalì che ha annientato quasi il genere umano, ma che assolvo con franchezza e leggerezza, trovandomi perfettamente d’accordo con lei. - la seconda lettura invece m’è sembrata meccanica, perché sapendo già tutto, è venuto meno lo stupore e l’incanto.
Perciò detesto rileggere, prima di recensire, uff.
In realtà ci sono anche delle note positive, ad esempio, durante la prima lettura, credo di essermi persa per strada da qualche parte la descrizione della città sotterranea, che mi è sembrata molto convincente e sapeva tanto del popolo di Atlantide delle tartarughe ninja, ma chissà se hai presente quello che sto dicendo!
Città sotterranea a parte, le tue ambientazioni mi son piaciute moltissimo, soprattutto il contrasto tra vecchio (si fa per dire, che facendo il calcolo, il mondo in cui viveva Kalì prima della guerra dei tre giorni aveva la bellezza di duemilatrecento anni) e il nuovo in declino. Mi piace molto il contrasto tra le grandi città, piene di grigio e decadenza, oppure quelle tecnologiche super avanzate con ascensori trasparenti – e di vetro? Non ricordo – con invece la natura incontaminata di quel ruscello che i due fratelli avevano risalito e il fogliame che inizialmente calpestavano, come si trattasse di un’oasi verde in mezzo al freddo grigiore della città.
Sì, l’ambiente e l’atmosfera sono decisamente vividi e palpabili, mi sono piaciuti sin da subito, peccato per alcune stonature che ho trovato, ad esempio, quando Shiva – che pur avendo sedici anni nella mia testa è proprio un bimbo – impreca oppure con la scoperta che la malattia di Candra sia una forma degenerata di cancro. Ovviamente questi sono solo pareri personali, ma mi sono sembrati come troppo “reali” per appartenere a questa storia, che aveva assunto un carattere tutto di finzione, di un mondo proprio in cui mi ero piacevolmente ambientata.

Così anche i personaggi mi piacciono tanto. Shiva e Candra sono davvero adorabili, il loro rapporto è quasi bello quanto quello di Antigone e Polinice! Mentre quello delle tre sorelle è misterioso e ancestrale, che ho trovato davvero sorprendente, anche se mi viene un po’ difficile credere che queste qua amavano lo stesso tipo.
A proposito di tipo! Finora Shiva è stato raccontato come un amante buono e saggio, ma che fine ha fatto? Sono troppo curiosa! E il fatto che io non sappia assolutamente nulla riguardo la mitologia indiana, non mi permette di presagire nulla! Anche se… fin da quando ho capito che Shiva della storia non era Shiva di Kalì, mi è come venuto il desiderio di una specie di reincarnazione(?) in modo tale che la nostra “quasi dea” possa ritrovarselo e continuare ad amarlo.
Vero, ora che ci penso anche la sorella sopravvissuta di Kalì è sparita, sono proprio curiosa di sapere che diavolo hanno combinato dopo la guerra!

Mi piace molto anche come hai impostato la narrazione della guerra, anche se avrei inserito più flashback perché erano davvero funzionali alla drammaticità della scena.
Tra l’altro, ho notato che la tua storia ha più narrazioni e descrizioni, che dialoghi; che tendi come a evocare le scene –presenti e passate – e ci riesci senza annoiare e facendo ben immaginare tutto, con colori precisi e forti – ad esempio l’immagine di Kalì che si mette a mo’ di collana i teschi dei morti, molto evocativa – e, almeno a mio dire, è una cosa difficilissima da poter fare. Certo, questo ha reso la storia “lenta”, ma mai oserei dire “noiosa”.
Mi fa sorridere pensare che, la scena dell’inseguimento, proprio per questo tuo modo di scrivere, appare “lenta” anch’essa, ma questo non vuol dire che io non abbia provato molta ansia nel vedere i due fratelli correre un tal rischio! Anzi, proprio per la lentezza, l’ansia c’era ed è durata anche troppo!

Avendo infine terminati i miei sproloqui, mi complimento sempre con te per i risultati ottenuti e per il quarto posto al contest! Le storie erano davvero tutte ben fatte, quindi dal canto mio sono rimasta contenta del mio sesto posto. Peccato però, che ti abbia penalizzato la mancata centralità della storia amorosa.
Spero dunque che mi perdonerai il ritardo e la lunghezza eccessiva delle mie parole, parlo sempre troppo!

A rileggerci,
A.C.

Recensore Master
08/12/15, ore 11:03
Cap. 1:

Sono rimasto favorevolmente colpito da questa storia. Una deliziosa ambientazione postapocalittica, mescolata alla mitologia indiana e un finale pazzesco. Non mi capita tanto spesso di vedere storie così belle, e soprattutto originali, in questa sezione. Mi è piaciuta soprattutto la parte dei ricordi di Kalì, quando ripensa al suo amato Shiva (Mi è quasi scesa una lacrima). Davvero un ottimo lavoro.

Recensore Master
23/11/15, ore 17:49
Cap. 1:

Ciao!
Passo per il Raynor anche se era da giorni che volevo leggerla, è stato solo un pretesto in più.
Shiva mi sembra un ragazzino cresciuto nella povertà ma che nonostante tutto lotta con i denti e mercanteggia per quanto gli sia possibile farlo, del resto a un certo punto deve pur arrendersi visto che purtroppo i soldi gli servono.
E quando entra in campo la sorella mi si è stretto il cuore. Inizialmente pensavo fosse un'amica, magari una fidanzata o la ragazza per cui prova qualcosa, quando ne descrive la malattia che avanza e che se la sta portando via, quando entrambi pensano all'ineluttabilità del fato e a come il futuro diventa una minaccia, quando prima era una speranza, mi si è stretto il cuore.
Bellissimo il rito, non lo conoscevo(ovviamente, beata ignoranza) e lo trovo davvero.. bello, mi ripeto. Suggestivo, profondo, significativo specie letto da me che appartengo a una cultura così materilistica...
Appena posso leggo il resto.
Ps: non ho visto errori.

Recensore Veterano
23/11/15, ore 14:57
Cap. 1:

Buon pomeriggio!
Come ti avevo già detto, anche io avevo cominciato a leggere le storie altrui, perciò ho deciso di passare direttamente dalla tua. Pur avendola già postata completa ho deciso di recensire in più giorni, quindi penso che ti ritroverai altre mie recensioni per gli altri due capitoli.
Essendo questo il prologo, effettivamente, non v’è nulla di molto rilevante da aggiungere: belle atmosfere, un’inquadratura di scena interessante, sono curiosa di sapere come si svilupperà la storia. Anche se la cosa che mi mette più curiosità è la storia d’amore! Chissà come avrai sfruttato il comando del nostro giudice.
E poi sono anche curiosa di sapere il motivo del titolo che hai scelto, perché credo che fra tutti quelli delle storie partecipanti, il tuo sia uno dei migliori.
 
Mi piace come hai impostato il racconto, sembra semplice e incisivo, che arriva dritto e quasi a tu per tu col lettore.
Spero di continuare al più presto nella lettura per fare qualche commento più costruttivo, per il momento ti devo dire semplicemente i miei complimenti per avermi incuriosito e fatto interessare.

A rileggerci,
A.C.

Recensore Junior
18/11/15, ore 11:39
Cap. 3:

... No aspè: e mo che cazzo ha scelto?
Mi viene da pensare che non lo abbia più risvegliato alla fine, però....
Passando alla recensione vera e propria, in verità non ho molto da dire. Siamo su un livello straordinario, tanto che confermo la mia opinione precedente: è una delle migliori storie che abbia letto su EFP. Mi schifi dialoghi quasi onirici di Kalì con con un ambiente duro e post-apocalittico. L'unica piccolissima nota che posso fare è che talvolta sei leggermente troppo prolissa, finendo anche con il ripetere le cose.
Meraviglioso, per altro, il concetto secondo cui diventando tutto specializzato e complesso nessun uomo era più in grado di sapere fare diverse cose, che poi ha giustamente portato alla perdita delle conoscenze. È un pensiero tuo? Se si complimenti, è veramente molto profondo.
Detto questo, chiudo. Vivissimi complimenti ancora :D Ciao ciao!
-Laky099

Recensore Junior
18/11/15, ore 02:34
Cap. 3:

Originalità: Hai creato una distopia notevole, dove affronti temi attuali proiettati nel futuro. Dove gli oumini vengono completati da macchine, dove l’umanità è a conoscenza di meccanismi complessi senza comprenderne il perché. 
Dove sopravvive il più forte, in un deserto arido che è il mondo, ormai distrutto da una guerra divina. 
È notevole, davvero. 
Forse troppo colma di fronzoli, per il mio contest, ma te lo spiego avanti. 
Non conosco la cultura indiana, conosco solo uno dei nomi degli “dei” quindi parlo da vera ignorante, dicendoti che ho trovato il tutto ben congeniato, con una sua logica, con un suo fine e con un suo stile particolare. 
Il tutto sembra una danza, esattamente come quella di Kalì, la stessa danza che ha distrutto milioni di vite. 
18/20 

Cannibalismo: Ahimè qui c’è il tasto dolente. Nonostante la tua sia una storia stupenda, senza nemmeno un errore, è decisamente poco cannibale. 
Lo è per pochi dialoghi, lo è per l’ambientazione, lo è per il tema dell’uomo. Per il creatore che vuole distruggere il suo creato sentendosene minacciato, ma non è cannibale nello stile. 
Nelle descrizioni e in gran parte dei dialoghi. 
Chiedevo uno stile crudo, schietto, che facesse rabbrividire e che ti lasciasse con l’amaro in bocca. 
Chiedevo una sorta di pugnalata alle spalle, qualcosa che non ti aspetti. 
Scrivi benissimo, sia chiaro, ma non posso darti un punteggio alto. 
Storia fantastica per il contest sbagliato. Apprezzo il modo in cui hai interpretato la fra, in ultimo. 
Il futuro che ormai è presente. Il presente che è una minaccia. 
5/10 

Personaggi: I due fratelli non sono personaggi cannibali, lo sono gli Dèi, invece. 
Shiva in particolare. Un dio così umano. 
Una creazione così perfetta da avere sentimenti contrastanti. Da avere una doppia faccia. 
Il cerchio amoroso creato tra le tre sorelle e lui è un elemento che o apprezzato particolarmente, perché nel cannibalismo i sentimenti sono viscerali. 
Sono vissuti come se fossero fondamentali, come se si trovassero nel sangue che scorre nelle vene. 
Shiva le ama tutte allo stesso modo e loro sono dedite a lui e fra loro stesse. 
Queste emozioni contrastanti li rendono tutti indispensabili, li rendono parte integrante di un sistema perfetto. 
Non è forse nell’indole dell’uomo distruggere il perfetto perché lui stesso è imperfetto? 
10/15 

Godimento personale: 4/5 ti ripeto che l’ho trovata una storia fantastica, non completamente centrata sul contest. Lo stile in particolare era ciò a cui tenevo. Hai uno stile tuo che non si rispecchia in quello dei cannibali. 



Totale: 37/50 

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