Prima classificata e vincitrice del premio "miglior lacrima":
“Sistema Reika” di Ester
Grammatica e Lessico: 9,15/10
Il tuo lessico è ricco, accurato e preciso.
Il discorso diretto va concluso con un punto, -0.25 per l’errore ripetuto:
“Non lasciare che tutto questo squallore ti deconcentri, sorella” le bisbigliò all’orecchio.
“Non c’è problema” ribatté lei, fredda.
Non si inizia una frase con una congiunzione, inoltre frasi senza predicato verbale non sono corrette in italiano:
- E poi, la polvere: ricopriva ogni cosa, fine e bianca, come il latte e la neve.
- Ma non del tutto.
Tuttavia sono poche le frasi che nella tua storia iniziano con delle congiunzione, volte o a rafforzare quanto precedentemente detto o a risaltarne la contrapposizione. Per tale motivo ti ho tolto solo -0.15
Ti segnalo qualche errore, per lo più di battitura o di distrazione:
- La Strada dei Carri correva dritta e monotona, piena di buchi (buche il soggetto è la strada), di sassi e di polvere… -0.05
- Pensò che fosse un modo ben scomodo di viaggiare, in balia dell’instabilità delle quattro ruote di ferro; lei, dal’altra parte… -0.05
- Una delle finestre era senza vetri e al camino mancavano un alcuni mattoni. -0.15
- “Certamente, allievo, se tu e la giovane Reika farete esattamente ciò che vi è stato detto”. -0.05
- “Ma perché non vi accontentate di vivere e basta, voi del sciocchi che credete di poter cambiare le cose?” -0.15
Stile: 10/10
Un elemento del tuo stile di scrittura che ho apprezzato molto sono le descrizioni dei luoghi. Riesci sapientemente a delineare un ambiente inserendo molti dettagli, senza che la narrazione risulti confusa o pesante, come ad esempio in questo periodo:
“Il viottolo malamente asfaltato proseguiva lungo e sinuoso verso un gruppo di case grigie, sormontate da una torre diroccata; Reika scorse una grossa campana all’interno. Che idea sciocca, pensò. A destra e a sinistra della strada si susseguivano campi coltivati e baracche di legno e l’aria profumava di mele e di terra.”
Complimenti per l’inizio della storia dove il modello di scrittura “Gigi” rende perfettamente l’idea di un compito scritto da una bambina.
Ti segnalo una frase che scritta in questo modo risulta contorta, praticamente ho cercato il pelo nell’uovo:
- Tutto ciò che conosceva e amava era il Sistema; motivo per cui la sua prima missione non si stava rivelando priva di alcune difficoltà.
Il tuo stile è maturo, complesso e ben articolato.
Presenza identikit: 10/10
- …il davanti della giacca della divisa ufficiale;
- Reika si passò velocemente una mano tra i corti riccioli castani…
- Maestra Jun, al loro fianco, predispose l’acqua frizzante…
- La meta, come Reika scoprì presto, era una casa malmessa, quasi cadente.
- Sapeva che la missione era in incognito e ovviamente non poteva presentarsi al villaggio con l’uniforme del Sistema!
- … i miei occhi sono verdi…
- Che ho gli occhi verdi lo sapevo già. Ma oggi mi sono guardata a lungo, occhi negli occhi, e ho scoperto dei riflessi e delle ombre grigie in quel mare color dei prati.
- Ancora non sono abituata a essere toccata, né a toccare gli altri. Ma con Abe è stato diverso: sentivo il suo profumo, non dolce né amaro, e mi sentivo a casa. Mi sentivo tranquilla e in pace, come non lo sono mai stata in questi giorni. Non avevo più domande e dubbi da porre, non pensavo più alla “vecchia me”.
Uso identikit 6.5/10
Il tuo identikit non era semplice da interpretare e da sviluppare. Poteva essere insidioso e lasciare spazio a molte lacune nella trama, che al dire il vero non ho trovato. Alcuni elementi potevano essere inseriti meglio e potevi dargli più risalto, comunque hai fatto un buon lavoro. Certamente l’elemento più presente era l’irrazionalità di Reika nei confronti dell’amore e del suo “nemico” che hai saputo sviluppare in un crescendo, restando fedele al personaggio.
Trama e originalità: 9.75/10
La storia racconta di un mondo privo di emozioni dove un Rettore governa su tutto e tutti. In questo mondo devastato per far regnare un’apparente calma e ordine a tutti viene consegnata una medicina che limita le emozioni e allunga la vita. A causa di ciò però non nascono più bambini e la popolazione invecchia. Gli unici giovani, sono bambini nati in laboratorio e educati come soldati. Tra loro si trova Reika una sedicenne che nella sua prima missione viene rapita dai ribelli, una fazione che si oppone all’ordine portato dal Rettore. Qui conoscerà due ragazzi nati come lei, ma cresciuti dai genitori. Scoprirà l’amicizia e l’amore, crescerà e sarà confusa da tutti i sentimenti provati. Infine viene riconsegnata al sistema come merce di scambio, la sua vita ricca di sentimenti si conclude sotto le dosi del Crill.
Non è facile narrare una storia attraverso gli occhi di una protagonista che si affaccia per la prima volta nel mondo reale, totalmente diverso da quello in cui è cresciuta. I suoi continui riferimenti al sistema e l’inizio della storia con questa bambina che viene imbottita di parole e di frasi di propaganda troppo grandi per lei, incuriosisce e al contempo stesso aiuta a mettersi nei panni della protagonista. Si capisce fin da subito che questo sistema non cela nulla di buono e questo cattura l’attenzione. All’inizio devo ammetterlo mi ha ricordato molto “The Giver - Il mondo di Jonas” in alcune parti è stato come un flashback: una dose giornaliera di qualcosa per non provare emozioni. Dopo la parte iniziale tuttavia questa sorta di deja-vu è svanito.
Una delle parti che più mi ha colpito è stato il discorso nella locanda. Non una lunga orazione priva di senso, ma un botta e risposta tra oratore e anziani che mette in luce le condizioni di vita, rende la narrazione vivace e aiuta a comprendere la società in cui vivono.
Gradimento personale:10/10
Ho adorato il modo in cui Reika si approccia alla vita e alle emozioni, come scopre man mano i sentimenti, la giusta collocazione. La spontaneità e ingenuità di una bambina che si approccia alla vita.
La storia si sviluppa in maniera lineare, nessun cambiamento brusco, nessun personaggio che si sveglia improvvisamente buono o cattivo. C’è un crescendo e un evolversi della protagonista, pian piano con il lettore conosce la vita e alla fine della storia non si può che essere dispiaciuti per Reika. Un po’ confusi restano questi ribelli, non si riesce a intuire la loro organizzazione e solo un discorso tra la guardia carceraria e un altro uomo fa intuire di come gli ideali vengano ben presto soppiantati dalla comodità. Alla fine rivendono Reika per armi, mi chiede che senso avevano i discorsi sulla possibilità di scelta snocciolati nella locanda. Infine il finale mi spiazza, è un peccato! Capisco però che il lieto fine sarebbe stato troppo scontato e chissà magari, visto il finale interdetto, si può sperare in un seguito? Io incrocio le dita.
Per un totale: 55.40/60 |