Recensioni per
La Gatta ci lasciò lo zampino
di milla4

Questa storia ha ottenuto 1 recensioni.
Positive : 1
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Nuovo recensore
08/12/15, ore 21:19

Sesta classificata e vincitrice del premio "miglior personaggio":

“La gatta ci lasciò lo zampino” di milla4

Come puoi notare non ci sono le sezioni come per le altre storie, con te voglio fare un discorso più generale.

Mi è piaciuto il tuo modo di impostare la storia, il prendere poche nozioni dell’identikit come il fatto che lei non sia umana, il suo essere cinica e i suoi poteri e scrivere una storia unica. Hai fantasia da vendere! La ricostruzione del loro mondo, la natura, il labirinto, tutto è stupefacente. Quando si legge un fantasy spesso si incorre nei soliti stereotipi, tu invece sei stata in grado di andare oltre, di ricreare solo contando sulla tua fantasia un nuovo scenario, nuovi personaggi che mi hanno lasciata senza parole.

La storia racconta di una gatta, una femmina metà elfo e umana, che è in grado di gestire i poteri della Natura. In passato non è riuscita a opporsi a coloro che hanno distrutto la sua casa. Per secoli è rimasta sola, finché nel labirinto non trova un ragazzo e sua sorella. Si prende cura di loro e decide infine di voler sapere la verità sulla sua gente. Si reca, insieme al ragazzo, nella Base e qui, a sua insaputa, viene usata per ricreare una città dotata di magia, in cui la Natura torna a vivere.

La tristezza della protagonista, il suo sentirsi sola tra le rovine di una città, è un sentimento vivido e palpabile fin dall’inizio della storia. Ho apprezzato il ragazzo anche se poi, nel finale, si è rivelato bugiardo e calcolatore piuttosto che onesto e puro come è sembrato all’inizio. Altro tuo punto di forza è stato questo: non creare personaggi buoni o cattivi, ma persone spinte da sentimenti, in balia dei quali agiscono di conseguenza. I tuoi personaggi principali, la gatta e il ragazzo, hanno spessore, hanno un loro carattere dei loro pensieri e un animo umano.

Il finale con il colpo di scena, mi ha stupito, complimenti per la tua capacità di sviluppare una trama avvincente.

Il tuo modo di scrivere è semplice e in grado di arrivare a chi legge, spesso utilizzi termini ricercati indice di un buon lessico, tuttavia ho avuto grandi difficoltà a leggere la storia.

Veniamo alle note dolenti: quanti errori! Mancavano parole, alcune erano scritte male, alcuni tempi verbali non erano concordati bene e questo ha reso la lettura poco scorrevole. Hai avuto una grande idea nella trama e forse per articolarla al meglio non sei riuscita a renderla nella forma giusta. Credo che ti servisse più tempo, per rileggere la storia, cambiare qualche periodo e rendere tutto più scorrevole. Credo che se la tua idea fosse accompagnata da una scrittura corretta avresti senz’altro vinto questo contest, perché con la tua fantasia e la tua storia mi hai spiazzato. Sai come riesco a capire che una storia mi piace veramente? Quando finisco di leggere mi manca qualcosa, sono curiosa di saperne di più. La tua storia mi ha lasciato quella sensazione agro-dolce di mancanza, di voglia di continuare a leggere.

Ti elenco di seguito gli errori, molti dei quali sono sicura che li hai notati perché sono sviste:

- Sorrise, le emozioni che quell’oggetto le dava erano le poche che ancora provava, libertà, grazia… vita. Non rimase molto, odiava rimanere erma in un luogo troppo a lungo così come era entrata uscì e si diresse a cercare l’ignoto, come ogni mattina.

- … i loro genitori raccontavano della sua strana Natura, modellata dall’uomo m non domata, un patto stretto tra due specie opposte.

-… contaminiamone della città da parte di Magia Oscura…

- …in quel silenzio sentiva dei fruscii non dovuti dal vento.

-… e nessuno mai potrà mai più ferirti.

- Un giorno in cui il ragazzo era tornata da un girlo perlustrativo…

-Ripeto: chi sei?- finalmente gli decise di rispondere…

- Senso di protezione, bene, le piace. ( “Piaceva” tutta la narrazione precedente è fatta all’imperfetto)

- Decise che ero di andare così si rigirò quando…

- …lo vide affettarsi verso la sua capanna…

- Sembravano coì felici insieme eppure non avevano nulla.

- Scosse a testa, non era il momento che quella voce le si insinuasse nella testa, era toppo impegnata al momento.

- ..lui le stava accanto carezzandole la testa.

- Non sapeva se fosse per via della sua discendenza elfica o magari fosse proprio una sua dote fatto sta che imprimeva grazie in chiunque l’osservasse… ma certamente e avessero saputo chi in realtà fosse, forse non l’avrebbero considerata “dolce e carina”.

- …ma quella mattina fu diversa, perché sapeva di non essere soli e perché qualcuno aveva lasciato loro dei piccoli animali morti davanti la loro capanna

- Sarà forse “lei?

- …o almeno così sembrò alla gatta che li osservava dalla stesa rupe del giorno prima.

- …la impronte sofferta di due ragazzini.

- Era una magia luminosa, buona che scorreva nella linfa delle piante e da cui dipendevamo pe r tutto…

- A capo della città c’era una un consiglio di sette elfi, gli unici a saper maneggiare questo grande potere, ma molti nella città erano insofferenti al loro comando, dicevano che ne utilizzavano tropo poca.

-mia madre mi ha detto che sei l’ultima dei sette ancora in vita e che eri riuscita a scappare prima del colpo di stato… ma che tutti credevano fossi morta per via della magia oscura…- sputò quelle parole una sopo l’altra, finalmente avrebbe avuto risposte ai tanti interrogativi che i racconti della madre gli avevano lasciato.

- Ma lui non avrebbe detto niente, delle tante domande che prima gli vorticavano in testa ora ne rimaneva solo una: perché?. Ed era l’unica acuì dare la risposta era quasi impossibile.

- …poteva farlo benissimo ad ogni chiusi, non sarebbe caduta perché la paura per eli era un’emozione futile…

-Lù, cosa c’è per cena?- era sera ormai e Moira, avendo dolo cinque anni…

-No!- Luis gridò con tutto il fiato he aveva in gola, sarebbe morta e lui non sapeva come tornare indietro.

Poi vide qualcosa che lo sorprese: non solo era a ancora viva, ma era atterrata sana e salva vicino ai resti di un torrione della polizia

- Luis si fermò, non emise un fiato: non era ancora pronto si diceva, poteva essere ancora piena si magia oscuro e lui sarebbe morto avvelenato e…

- … una strana aura gli faceva provare orrore e ribrezzo e quasi gli imponevano di scappare.

- Luis si fermò e la Gatta non sentendo altri fuorché i propri si girò di scatto…

- Avevano oltrepassato il quartiere nobiliare per giungere in quello popolare e qui fu anche peggio, oi palazzi erano ancora integri ma totalmente senz’anima, sembravano dei monoliti sbucati dal terreno.

-Cosa? Io lassù non ci posso salire- era troppo impegnata nello prepararsi alla scalata per vedere l’espressione di Luis..

-Sai, non so se to l’ho detto…

-Aaaah!- la Gatta si girò di scatto ancor prima di sentire l’urlo, aveva sentito la mano di Luis scivolare sopra una di metallo…

- Quando uno dei sette morì, io divenni l’unica in grado di sostituirlo, in fondo avevo sangue elfico nelle vene; ero incaricata di controllare la sicurezza di Clorina e dei suoi abitanti ma il giorno de colpo di stato non fui in grado di proteggere nessuno, anche se avevo seguito tutte le procedure legate al caso.

-La Natura mi permette di vivere qui grazie alla mia parte umana, ma solo se non le chiedo farvi troppo spesso e soprattutto, non posso stare a contato con il Labirinto troppo a lungò, è la zona con più alta concentrazione di magia, richinerei di intossicarmi –

- Non protessi neanche colei che mi aveva dato la vita.

- …quindi credo che nessuno abbia voglia di ricordarsi la mi storia-

-Purtroppo… purtroppo dopo che la Natura si ribellò dovettero scappare come tutti, ormai gli elfi erano sati catturati e nessuno era più in grado di controllare tanta magia…-

- Sono stati catturati mentre ceravano dei documenti compromettenti nella Blocco Organizzativ0 622, il quartier generale dei “grandi capi”- sbuffò, era talmente ridicolo…

-Mio padre era uno un Maestro di Gionna, uno dei consiglieri principali ma in realtà faceva i doppiogioco per la resistenza…

- Erano orfani, i loro genitori nel migliore dei casi sarebbero finiti nelle celle di massima sicurezza del Blocco Organizzativa 622 e non ne sarebbero mai usciti.

- Lo stava osservando da circa un’ora ormai, dopo il suo sfogo aveva smesso di parlare e si girato su un fianco rannicchiandosi, come un bambino a cui era stolta una caramella, era così indifeso eppure la Gatta non notò le gambe strette al petto i capelli, mossi dal vento che formavano un’aura rossastra intorno a lui, no lei vide un essere suo simile, non della sua stessa specie ma con i suoi stessi sentimenti, con le sue stesse gioie e paure e con la stessa volontà si essere capiti.

- Stava cambiando, la sua parte umana la rendeva molo empatica.

-Su, avanti dammi la mano- allungò la mano verso il ragazzo che, finalmente la ignorò diffidente ma subito dopo la prese.

- Nulla può essere paragonato, poi, essere inglobati in un fiore che si aprè a te, come se stesse aspettando da tempo.

- … pensò di stare per moire, non si aspettava certo di sentite il proprio corpo sciogliere in massaggio unico…

- Suo padre l’aveva allenata per anni prima che fosse idonea all’incarico eppure non si era sentiva mai così pronta come Quel giorno.

- Sei un elfo dentro e fuori, non scordarlo mai. In te vivono due nature, sa a te scegliere quella a cui appartenere…

-Luis, io domani parto, devo andare a vedere cosa ne è stato della mia gente, degli ltri cinque elfi. Non posso far finta di vivere in un paradiso quando gli altri a cui voglio bene vivono in un inferno, non ce la faccio1-

- Era il primo ostacolo da superare e il più duro e con le forse private da giorni ininterrotti di cammino nel deserto, non si sentivano affatto pronti per ciò che stavano facendo.

-Si, è da lì che siamo partiti- ripose stizzito Luis. Era stato troppo impulsivo, lasciare un comodo rifugio per uno stupido orgoglio virile, ma ora erano lì e non potevano far altro che andare vanti.

- Vide l Gatta chiudere gli occhi: tre uomini caddero a terra tramortiti da piete lanciate da grifoni dorati.

- Mentre altre guardie erano sopraggiunte per aiutare quelle ferite, i due corsero verso il lato est della base e Lui, premette uno strano codice su una piccola tastiera seminascosta, pregando che non l’avessero cambiata.

- …lei alzò il piccolo contenitore contenete il sangue del ragazzo: il suo sangue era contaminato dalla sua stirpe, solo un puro essere umano potrebbe mai aprirla.

- Furono queste le parole che più spesso lesse, ma ci era la mente dietro a tutto?

- Uscì dalla stanza, che subito si richiuse, e ricominciò a tastare il muto… un rumore sordo attirò la sua attenzione: la boccetta era caduta, non poteva più entrare.

- Era stato tutto talmente veloce che non poté fare altro che chiedersi cosa fosse successo: era incatenata ad una sedia con delle catene d’ambra, veleno per gli elfi e davanti a lei suo padre, orrendamente sfigurato da una lama incandescente sugli occhi.

- Splendid erano stati i suoi occhi grigi ma non freddi, i suoi capelli lunghi e neri erano il vano della sua specie.

-E Loa?- Riina putò a terra…

- La Natura vuole e vendetta per i suoi cari, vuole un destino crudele per i traditori…

-Padre, ricorda chi sei. Sei un elfo, uno dei sette ed è tuo dovere difendere il tuo popolo- sperava che quelle parole arrivassero destinazione perché davvero non sapeva cosa fare- Ragazza mia, Asha, sono vecchio e cieco ormai sono inutile-

- Fu una vera e propria invasione per tutta la Nuova Colonia, nuovi alberi crebbero, liane si arrampicarono sui muri dei palazzi fatiscenti, acqua e vento spararono via la sabbia del deserto e tutto il male.

- Si incontrarono suolo una colta, ora lei aveva ben altri responsabilità e non aveva più tempo per i divertimenti eppure una volta era sgattaiolata fuori dal suo palazzo, che condivideva con il padre per andare trovare il suo amco. Perché quello era diventato un amico, o forse qualcosa di più

- Se la trovò davanti, splendida nella unica color oro, con i capelli raccolti in due treccine tenute insieme da due rametti di ulivo.

Infine ti suggerisco di rileggerla in modo da sistemare non solo i termini ma anche la punteggiatura, mi raccomando al punto dopo il discorso diretto e allo spazio dopo il trattino.

Spero di poter sapere di più di Asha e chissà magari ci sarà un seguito?