Recensioni per
Quell'anno passato insieme
di zenzero

Questa storia ha ottenuto 2 recensioni.
Positive : 2
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
18/02/16, ore 11:17

Pur non conoscendo questo fandom, mi sono buttata nella lettura!
Prima di tutto, grazie per le note in fondo, perché sono state fondamentali per orientarmi un po' nella storia.
Dopodiché, devo dire che questo pezzo mi ha incuriosita. Mi piacerebbe saperne di più, di questo mondo e soprattutto di Mjoll.
La parte che ho preferito sono i dialoghi tra Mjoll e Aerin, molto vividi e realistici. Anche se non conosco i personaggi originali, questa versione mi è parsa molto credibile.
Ho apprezzato davvero tanto il modo in cui la guerriera si scusa con Aerin, mentre lui praticamente sta impazzendo, ancora tormentato dalla lunga attesa che lo ha fatto preoccupare così tanto...!
E poi anche la scena in cui lei lo abbraccia, appena dopo che lui, in modo abbastanza rancoroso pensa di non essere poi troppo importante per lei, l'ho trovata molto bella.
Grazie per avermi dato uno scorcio di questo mondo che forse un giorno accosterò davvero ^^
La storia è scritta bene e la grammatica è pressoché perfetta! Complimenti!
Alla prossima!

Recensore Master
03/12/15, ore 22:57

[3° classificata al contest Trailer di Carta]

Il personaggio di Aerin mi ha intenerita tantissimo. Aerin è un personaggio che coinvolge e commuove anche nella sua genuina semplicità. Nella sua timidezza, nel suo indugiare, nella sua cronica sfortuna. 
Mjoll, con la sua cecità che a volte raggiunge picchi di assurdo, diventa a tratti quasi insopportabile, ma in fondo anche lei è un personaggio semplice e ingenuo. 
Mi sarebbe piaciuto che il personaggio di Lynne, il Sangue di Drago, fosse stato un po' più approfondito, anche se ho apprezzato tantissimo il fatto di definirlo salvatore e carogna (niente di più vero, è una duplice faccia che solitamente si addice al nostro Dovahkiin). 
In fondo Aerin non può incolpare Mjoll per ciò che è successo, dovrebbe piuttosto incolpare il destino. Il destino che ha voluto che il Sangue di Drago entrasse in scena nel momento più sbagliato di tutti. 

Sono rimasta un po' delusa dal finale. Sarebbe stato un finale più eclatante, ad esempio, se Aerin si fosse votato a un principe daedrico, sfiduciato da Mara. Ma questa è solo la prima idea che mi è venuta in mente, avresti potuto lo stesso anticiparci qualcosa di più sul destino di Aerin. Il semplice abbandono di Riften mi sembra un'uscita di scena automatica, troppo arrendevole, troppo silenziosa per un personaggio che in fondo è stato il protagonista (abbiamo vissuto l'intera vicenda attraverso il suo punto di vista). 
Cambiando argomento, perché del finale parlerò dopo più in dettaglio, ho apprezzato molto come hai cercato di rendere realisticamente alcuni elementi che in Skyrim sono praticamente automatici e a-narrativi, come ad esempio il matrimonio, l'amuleto di Mara, il "furto facile", l'arruolamento dei compagni di viaggio... Sono tutti elementi che hai inserito bene nella tua storia, rendendoli narrativi, realistici, giustificandoli insomma. 

Il mondo di Skyrim (di TES in generale) è a dir poco immenso, potevi descrivere e contestualizzare un po' di più. Comunque in linea di massima ho apprezzato tutte le parti descrittive, e le digressioni (quando ad esempio Aerin ricorda il suo primo incontro con Mjoll). Mi sono piaciuti moltissimo i dettagli, e ne avrei voluti vedere molti di più: le serate che Aerin trascorre abitualmente con gli amici alla locanda di Riften, i sobri banchetti che il povero messaggero prepara per Mjoll, le indicazioni temporali (l'ultimo giorno della Luce del Crepuscoloil freddo della Stella della Sera inoltrata)... peccato però che non ce ne siano abbastanza per raggiungere i 10 punti in ambientazione/contestualizzazione, che era una voce di valutazione piuttosto importante, dato che faceva da contraltare all'attinenza al trailer. 

Non è un po' una contraddizione che Aerin invochi i daedra, e allo stesso tempo osservi i tradizionali riti di Mara per corteggiare Mjoll? E a parte questo piccolo particolare, un'altra cosa che mi è sembrata contraddittoria è il fatto che Aerin invochi i daedra nella speranza che Mjoll guarisca. Capisco se avessi specificato un daedra in particolare, ad esempio Meridia, ma pregare genericamente i daedra per una guarigione non mi sembra molto coerente, sarebbe come invocare la loro pietà e misericordia, e quelle sono caratteristiche proprie dei Divini, non esattamente dei Principi daedrici. Troverei più appropriato ad esempio pregare i daedra per la vendetta, per il potere, o comunque in generale per motivi egoistici. 

La trama in fondo non ha molti colpi di scena, è piuttosto prevedibile, però è perfettamente godibile fino in fondo, non annoia. Rimaniamo così coinvolti dai profondi sentimenti che Aerin prova per Mjoll, che arriviamo alla fine in un battibaleno. Sul finale però, ripeto, mi sarei aspettata un colpo di scena un po' più sopra le righe, mi sarebbe piaciuto che avessi dedicato più spazio a Aerin, e non liquidarlo così in poche righe come invece hai fatto. In ogni caso, ho trovato efficace la scelta di alternare, sempre sul finale, la narrazione del matrimonio di Mjoll alla narrazione delle solitarie pene d'amore di Aerin che, proprio mentre la sua amata pronuncia la fatidica formula d'amore legandosi per sempre a un'altra anima, distrugge l'amuleto di Mara, simulacro dell'amore sprecato, della pazienza, ma anche della titubanza che ha nutrito nei confronti della Leonessa durante quell'anno passato insieme. È un finale amaro, ma non fino in fondo. 
Devo ammettere, infatti, che quel "drammatico" inserito tra i generi mi aveva un po' sviato. Forse è solo un'impressione personale, forse non era nei tuoi intenti, ma a me questa storia ha trasmesso qualcos'altro, qualcosa di sospeso tra una tragedia d'amore e un'amara comicità. È letteralmente il destino stesso che scende in campo e si prende spudoratamente gioco di Aerin, mandando in frantumi in un sol colpo tutti i suoi premurosi sforzi. E tentennerei a definire il finale drammatico, con quel respiro di libertà che il nostro protagonista si concede, pronto a cominciare di nuovo, in un altro luogo, lontano da tutto e da tutti. Il fatto che sia riuscito a superare - almeno apparentemente - questa sua disavventura e a riappropriarsi di sé stesso rende il finale quasi lieto, segnato dalla volontà di Aerin di riprendere in mano la propria vita, di lasciarsi il passato alle spalle. In fondo, anche se Aerin ha nutrito per anni false speranze, tra lui e Mjoll non è mai davvero cominciata. 

Silvar