Tadaaa eccomi qua!
E stavolta sono in disaccordo con l'illustre personaggio qui sotto: secondo me la poesia ci sta bene. E non lo dico solo perché sei te ad aver fatto l'abbinamento, davvero. Mi spiego: le foglie che cadono e l'idea dell'autunno (nonostante come già sai io AMI autunno e inverno, molto più dell'estate) lasciano dietro nell'immaginario comune una sensazione di nostalgia, di qualcosa che è giunto alla fine oppure di lontano.... E per il piccolo namecciano la fine ha un doppio senso (no, non sconcio...): la prima fine è dovuta a Freezer e a tutta la sofferenza che ha portato con sé, la seconda è quella dell'abbandono di Namek, grazie al suo incarico di Dio della Terra.
Entrambe però sono solo 'fini apparenti', in quanto vi è poi la 'rinascita' e il ritorno alla pace, metaforicamente ciò che per l'albero è la primavera. Nel primo caso, tutti vengono resuscitati e possono andare ad abitare nel loro nuovo Namek; nel secondo, è Dende che prova comunque gioia e un senso di appagamento nel trasferirsi sulla Terra per aiutare i suoi abitanti, così come tu hai messo ben in evidenza nel racconto.
Oltretutto, le foglie che cadono, come durante la guerra simboleggiavano la caduta degli esseri umani, messe nel contesto di Dende possono benissimo cambiare il soggetto del loro significato, passando il testimone ai namecciani, ma non il significato stesso, quello del perire in una battaglia.
Se poi permetti il commento in plus, assolutamente personale, entrambe le guerre prive senso (lascia perdere che una sia irreale e l'altra è accaduta veramente, fossero state entrambe sullo stesso piano, ovvero entrambe false o reali, senso non lo avrebbero avuto comunque)
A billion of kisses ;*
Elsira |