Prima Recensione Premio per il contest "Award for best Drabble&Flashfic"
Ciao, finalmente giungo anche da te.
Premetto che questo fandom non lo conosco molto, anzi, a parte qualche puntata sporadica ne sono proprio a digiuno. Detto questo, recensirò la storia considerandola in modo del tutto originale, e ti dico subito che tanto mi è bastato per farmi accapponare la pelle.
Ma procediamo con ordine!
La grammatica è pressoché perfetta, ho solo trovato una mancata concordanza del plurale nella seguente frase:
Per loro quella parola non esisteva, nessuna di loro aveva mai fatto qualcosa che risultasse comune, anche le più piccole, insignificanti, quotidiane cose di ogni giorno, loro la trasformavano in qualcosa di diverso, in qualcosa di eccezionale. -> loro le trasformavano in qualcosa... poiché il soggetto, per come è costruita la frase, è "le più piccole cose".
Detto questo, grammatica e sintassi sono perfette.
Ancora una volta è lo stile semplice e coinvolgente che mi è piaciuto di più. Non cerchi periodi complessi o costrutti elaborati, punti molto sull'esposizione della trama invece, cercando di catturare il lettore attraverso le sensazioni.
Mi piace come hai strutturato questo testo, in maniera quasi ciclica: questo concetto del cerchio che si va a chiudere lo hai ripreso non solo nella forma, ma anche nella trama. Mi riferisco alla foglia rossa della prima e dell'ultima pagina. Questa metafora che ha guidato l'intero testo è stata profonda e ben gestita. Le descrizioni sono chiare e pulite, anche qui punti molto sulle sensazioni e non tanto sulle immagini; questo vuol dire, che le descrizioni sono atte a far provare emozioni e non ha far immaginare degli sfondi al lettore.
Probabilmente queste due donne, conoscendo l'idea del fandom in generale, devono aver fatto davvero qualcosa di straordinario, ma non conoscendo la vicenda da cui la fic prende il via, posso dirti che io ho letto in essa una grandissima metafora di vita, che è l'amore di una donna per un uomo, e la fede di un uomo per delle donne, le sue donne, straordinarie.
Il gioco tra ordinario e straordinario, in questo senso, è qualcosa di già sfruttato nei film sopratutto, però a me non stanca mai. Dave sembra vivere la sua vita con l'apatia tipica della società: si alza, va a lavoro, vive, mangia, dorme. Lo straordinario è incrociare il suo cammino con una donna che gli cambierà la vita. Ho sentito l'amore che egli ha provato per lei in quel suo "mi ha salvato la vita", dell'innamorato che trova un fulcro intorno a cui far girare il suo mondo, che trova la luce e il senso dell'esistenza.
Da lì in poi è stata una scalata verso la nascita di Clara, di sua figlia, e lì ho visto l'amore di un padre che è orgoglioso di lei, di quell'esserino che sarà forte e straordinario... a dispetto di ciò che farà, lui già vede il mondo in lei.
E poi c'è la fine, la reale conclusione triste che tu sei stata abile a far respirare sin dall'inizio: Clara muore, e la sua tomba vicino alla madre fa da sfondo all'ultimo atto di un uomo solo, distrutto, devastato. Un uomo che ha conosciuto lo straordinario, ha visto la luce e non può più sopportare le tenebre dell'apatia, della solitudine. Il suo dolore, tutti i ricordi creatisi intorno a quelle due donne straordinarie, lo hanno cambiato, e adesso che loro non ci sono più, che lui vive con la consapevolezza di averle conosciute ma in un mondo in cui è di nuovo senza alcun perno, il dolore diventa straordinario. A questo concetto, quindi, sono perfettamente legate le due citazioni iniziali, che io amo tantissimo.
Il titolo è semplice, ma lo trovo perfetto per la storia, perché nella sua lunghezza - e io di solito non amo i titoli particolarmente lunghi - possiede quella delicata tristezza che permea tutto lo scritto, richiama i due estremi che si giocano la vita ordinaria di un uomo ordinario, troppo piccolo per reggere a queste due grandi forze. Nel titolo sembra che amore e dolore tirino per le braccia l'ordinario, facendolo letteralmente a pezzi. Allo stesso modo, anche l'ordinarietà di Dave va in pezzi, la felicità straordinaria diventa dolore straordinario, e tutto si conclude nello stesso colore e nella stessa sostanza di cui è fatta quella foglia rossa d'autunno.
Complimenti.
A presto! |