Recensioni per
Hidden
di Ita rb

Questa storia ha ottenuto 4 recensioni.
Positive : 4
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
16/01/16, ore 03:55
Cap. 1:

Prima di andare a letto volevo regalarmi qualcosa di tuo, e quindi eccomi qua.
Ho già letto l'ultimo capitolo postato di "Cuore di ferro" (recensirò al più oresto^^), e quindi ho optato per una one-shot - da leggere e finire in un'unica seduta, come una piccola - e molto oscura - storia della buonanotte.

Il tuo piccolo sussurro importante è invece immenso, perché racchiude in poche, intense, e crudeli righe, uno dei mali che rende questo mondo uno dei peggiori possibili: le maschere che ci costringiamo a indossare (e che infliggiamo agli altri) per renderci conformi a uno status-quo deciso dalla moltitudine, e che spesso ci va stretto come una Vergine di Norimberga riempita di spunzoni.

Nel tuo racconto, entrambi i protagonisti indossano questa maschera - ed entrambi ne soffrono e sono infelici. Nella prima parte, il ragazzo che provoca (e viene picchiato) è un Pierrot che al di fuori ride, mentre da dentro piange. Dici, nel testo che: Sorrideva, e intanto incassava.. E' terribile - è terribile che il prezzo per la considerazione della persona che desidera debba passare per la violenza; e mi ha fatto tenerezza che, nel mezzo dei pugni e degli schiaffi, il Pierrot legga i messaggi che l'altro gli manda in modo contrario: i rifiuti diventano incoraggiamenti - lo scherno, desiderio. E la cosa tremenda è che probabilmente ha ragione.

E infatti, nella seconda parte, l'altro attore di questa tragedia segreta si palesa - e palesa la sua maschera: un cane rabbioso che nasconde il volto di un bambino impaurito. Lo sguardo del Pierrot lo mette a nudo, e allora il Cane gli vuole chiudere gli occhi, vuol farlo sanguinare - per spegnere quello sguardo che lo fa sentire come mai dovrebbe. Perché ammetterlo significherebbe infrangere l'armatura - e lui detesta essere provocato quando non può fare nulla - non può stringerlo tra le braccia, invece che pestarlo di pugni.

Una dinamica terribile, e così vera - così umana - che fa male.

E il tuo sussurro si fa grido.

Recensore Veterano
08/01/16, ore 22:44
Cap. 1:

Ciao!
Eccomi qua. Come va? Ok, scusa per il ritardo, so che non sono passata durante l'ora di pausa (che alla fine non c'è stata), ma cercherò di farmi perdonare con una recensione il più completa possibile.
Allora, la tematica trattata è senza dubbio molto importante, non solo per l'accenno ai diritti LGBT (nulla togliendo loro), ma anche per le apparenze della società, quei disgusti comportamenti in qualche modo "obbligatori" e privi di alcun senso che la gente sente di dover seguire, rischiando quasi di diventare più simili a bestie.
Credo che la tua fanfiction renda veramente bene questo punto. La morale della gente sta diventando opposta rispetto a ciò che è veramente giusto. Dà quasi i brividi pensarlo.
Per quanto riguarda i personaggi, ho trovarto interessante il punto di vista del protagonista, di cui non sappiamo nemmeno il nome (e ciò favorisce ancora più empatia, dato che potrebbe essere tranquillamente uno di noi, una persona qualsiasi), ma allo stesso tempo credo sia stato un po' confusionario in alcune parti, in particolar modo l'ultima: pur essendo bellissima per la profondità del messaggio finale, ho dovuto rileggerla perché non ero certa di chi fosse il soggetto, se l'assalitore o l'assalito...
Nulla togliendo al fatto che la tua potrebbe essere una scelta appositamente ricercata.
Dal punto di vista grammaticale, non ho notato errori, se non un "suoi occhi" trasformato in un "sui occhi" nella parte finale- di certo un errore di digitazione.
Che altro dire, mi è piaciuta molto come shot. Essendo anche io coinvolta nei pregiudizi (detto tra noi, ho più timore nel fare coming out con gli adolescenti della mia età di quanta ne ho avuta al momento della "rivelazione" a mia mamma), ho trovato la situazione descritta molto... realistica, non solo per l'atto di violenza in sé, ma per ciò che nasconde, ovvero un conflitto interiore di portata enorme causato da una società priva di libertà. Un bel concetto, davvero.
Ora vado, prima di rompere troppo e ribadisco ancora che ho trovato il tutto molto profondo :) complimenti!
Baci e a presto,
Nox

Recensore Master
20/12/15, ore 22:03
Cap. 1:

Dio, sotto natale la mia vita è un vortice di disperazione travestita da lucine e regali dispensati come le macchinette del caffè.
Continuo ad aprire e chiudere questa storia, sempre convinta che ogni volta sia quella buona. #einvece
Ma adesso, cascasse il mondo, devo finire questa recensione. Non posso rimandare oltre - e parto già scusandomi, perché sarei dovuta essere qui molto prima c.c
Giusto oggi ho discusso in maniera piuttosto accesa con i miei parenti; si parlava di stupro - oggi - ma, trattandosi di gente bigotta e attaccata alla chiesa, immaginerai che l'omosessualità sia stata uno dei primi argomenti ad aver innescato mie reazioni spiacevoli.
La tua flashfic - il tuo sussurro importante, come l'hai chiamata e come è giusto definirla - mi riporta quindi a quei momenti, ma anche a tanti altri. Alle superiori, una volta mi è stato detto: "Ma quel tuo amico lì...? Sai, noi quando passa ci mettiamo sempre con le spalle contro il muro, per sicurezza..."
Ricordo la doccia fredda di un tale commento, e quell'idiota può solo ringraziare che stessimo parlando su msn e non dal vivo, o un paio di ceffoni glieli avrei rifilati con molto piacere. "Quel mio amico lì" adesso vive in Spagna con il suo fidanzato, dopo aver passato anni a passare le serate perpetrando un suo particolare obiettivo: limonarsi tutte le ragazze della mia classe (pare ci sia riuscito anche con me, ma è successo l'unica, e dico l'unica, volta in cui l'alcol sia riuscito a cancellarmi i ricordi, e quindi vado sulla parola).
Ora, io mi chiedo: non è ostentare anche questo? Ostentare che vuoi le donne, anche se poi non è vero. E dio solo sa quante cose abbia dovuto subire prima di accettare se stesso. Però ha ostentato qualcosa che non gli apparteneva, così come chi prende a pugni il frocio della situazione ostenta disgusto che magari è qualcos'altro.
Non ti sto dicendo molto sulla tua flash, in realtà, però mi fa pensare a molte cose: ci sono molte sfaccettature possibili, reali, ipotizzabili o magari anche non vere dietro una situazione del genere - una doppia situazione, facciamo - e non è facile impedirsi un brainstorming di quelli imponenti, in grado di far mettere a fuoco tutto ciò che di sbagliato sta accadendo riguardo a queste tematiche.
C'è un'espressione che mi hai evocato: "fare il frocio con il culo degli altri". Direi che è volgare, ma è un buon punto di partenza per ciò che ti vorrei dire - o magari no, ma io ci vedo l'esatto significato, e tutto sta alla capacità di esprimere il concetto in modo intelligente. Fondamentalmente, l'omosessualità diventa un problema nel momento in cui lede terzi, ma l'unico modo in cui possa farlo è, per l'appunto, quando si fa il frocio con il culo di qualcun altro. Altrimenti, quando questo non accade, direi che si è liberi di essere ciò che si è. Non sto parlando di amore - ché mi danno l'orticaria anche le coppiette etero, e lungi da me discriminare gli omosessuali - ma di libertà di essere ciò che si è: è un po' quello che hai scritto tu, parlando di amore come mezzo per esprimere se stessi. Ma non è, e non sarà mai, l'amore il punto, come non è la quantità di stoffa che copre la pelle a determinare uno stupro: ho il diritto di essere come sono finché rimango nel mio. Tu non hai diritto di essere come sei se il tuo vero te è lo stronzo che viene a farmi del male.
...
Ho delirato.
Mi dispiace, volevo trovare una conclusione, l'ho cercata disperatamente ma non ce l'ho fatta. Sarà che sono stanca, o che sono davvero di umore tetro questa sera (e tu, con il tuo sussurro importante, assumiti un 5% di colpa per questa sfiducia che nutro verso il genere umano), ma non riesco a dirti nulla che abbia un capo e una coda.
Non ho parlato di stile - che è impeccabile e incisivo - né di grammatica - non che ci sia qualcosa da dire -, ma l'ho fatto perché credo che le cose importanti fossero altre, e ho preferito buttarmi su quelle. Niente recensioni facili su un argomento che sta a cuore.
Però brava, davvero. Hai fatto stare l'impatto di un TIR in autostrada in trecento parole e questo è magistrale.
Ovviamente, è stato un piacere leggerti :)

Recensore Master
19/12/15, ore 13:31
Cap. 1:

Ciao!

Sono contenta che tu abbia postato questa storia, davvero. Questa, rappresenta i sentimenti che le persone non possono esprimenre e come questi anche tutto il resto. C'è una costrizione in questa libertà fittizia che porta l'uomo a essere la gabbia di se stesso, perché sa, che appena mette piede fuori casa, tutti sono pronti a giudicarlo.
Non dovrebbe essere così, almeno questo è quello che penso io. Nessuno dovrebbe giudicare, magari esprimenre un giudizio secondo la propria morale e il proprio gusto, ma non giudicare o ghettizzare, etichettare qualcuno come se fosse il male, perché poi produce solo un odio insignificante e incontrollato.
Perché odiare qualcuno se preferisce qualcosa di divero da te? Perché odiare se quella persona non lede la tua libertà, non ti invade, non ti fa del male o procura guai?
Questo è quello che esprimo io leggendo la tua breve, ma intensa e significativa storia.
Vediamo come lui cerca di non cedere alla passione, perché costretto da una legge morale troppo ferrea, sbagliata, una costrizione emotiva, a mio parere intollerabile. Arriva al punto da offendere l'altro e a offendersi, perché l'odio, spesso e volentieri è il sentimento più facile da esprimere ed è così profondo da sotterrare tutto. L'odio, però, non logora solo l'esterno, ma anche l'interno è ciò che più "letale" esiste al mondo.
La tua breve prosa è stato toccante e coinvolgente, cruda e reale come giusto che sia, visto quanto volevi far trapelare.
Spero che la mia recensione, o meglio, scambio di pensieri, opinione e riflessione, ti sia piaciuta.
Alla prossima!