Recensioni per
Nel Giardino del Bene e del Male
di ValorosaViperaGentile

Questa storia ha ottenuto 5 recensioni.
Positive : 5
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
18/02/16, ore 21:59

[Recensione premio per la prima classificata al contest "Quando il fantasy è Dark!"]

Anche questa volta mi devo complimentare per la tua prosa elegante, anche se più dura delle precedenti che ho letto stasera.
Adoro il modo in cui hai inserito ogni dettaglio, corredando il testo di note che dimostrano la tua attenzione e la cura che dedichi alla realizzazione del testo.
Sono caratteristiche che non si incontrano spesso tra gli autori di fanfiction.
Questa volta, però, ti devo segnalare un errore: "Zuppe e eccitate, [...]" -> quella "e" deve diventare "ed". La semplificazione di Migliorini si applica alla vicinanza di due vocali diverse, ma in caso di vocali uguali la "d" eufonica si mantiene.
Di nuovo, brava.

Nuovo recensore
03/02/16, ore 13:47

Eccomi qui a commentare la tua One Shot.
Devo dire che mi è piaciuta moltissimo =). La lettura è scorrevole e molto leggera; ho amato le note storico/letterarie e i riferimenti al vero libro di Bram Stoker. Sono rimasta affascinata dall'elemento principale: il giardino che secondo me è un luogo molto silenzioso e vitale, quindi le varie vicende che si svolgono al suo interno sono perfettamente descritte come vorrei leggerle.
Penso di aver detto tutto =) Complimenti ancora =)

Recensore Junior
23/01/16, ore 16:13

Eccomi qui a recensire questa OS per lo scambio. ^^

Come sai, conosco solo le basi di questo fandom - non avendo mai visto il film se non in parti e non avendo letto il libro; tuttavia, trattandosi di un punto di vista alternativo, penso di poter giudicare il contenuto con cognizione di causa, anche perché mi fido della tua attinenza all'IC.

Nel brano compaiono principalmente quattro personaggi: le ragazze, il Conte e il Giardino. Di tutti, a colpirmi di più è il Giardino: penso che tu l'abbia personificato egregiamente in tutte le sfumature. E' un giardino antico, dalle ossa di pietra, ma sempre giovane; un giardino che è uomo, donna, Eden e Serpente. Un giardino che, al momento di cacciare le ragazze ormai "impure", si fa anche Dio, un Dio che le ha messe alla prova spalancando le sue porte, che prima le avevano protette, al Male che le ha traviate.

Le immagini che hai utilizzato le ho trovate davvero splendide, sia per quanto riguarda l'ambientazione\personaggio che per descrivere la relazione tra le ragazze\ninfe e il loro padre adottivo. Ci sono piccole perle, come il sole che bacia sensaulmente con la sua carezza, ali di farfalla, per devinizione tanto delicate, piantate nella schiena di Lucy (verbo che invece richiama la violenza). Sei riuscita a caratterizzarle nonostante la brevità del pezzo e il focus sul punto di vista del giardino: Mina che trova l'amore vero e Lucy, più fatua nella sua innocenza. Mi è piaciuto come tu abbia mostrato la loro crescita, come fossero fiori - da lì, la paternità putativa del Giardino.

Un'altra relazione che ho amato è la dicotomia Dracula\Giardino.

Il Conte non ha voce e non compare se non nelle vesti più bestiali: larva, bestia, mostro, lupo, scimmia. Si nutre di Lucy e aspira a nutritrsi di Mina come il Giardino stesso ha bevuto il loro sangue. Lo stesso Giardino, come accennavo, alla luce del giorno si fa protettore, ma nella notte le abandona alle loro tentazioni; lo stacco tra i due momenti - il passaggio dalla luce\innocenza all'oscurità\bestialità è ben svolto e si rispecchia anche nelle due ragazze, prima regine di fiori e poi deboli prede. L'atmosfera che hai evocato tirando in causa i tamburi africani e poi la tempesta dà l'idea di uno spazio che è domo ma anche indomabile - il che richaiama la descrizione iniziale che ne dai.

L'immagine più efficace è quella delle Menadi vergini, che racchiude tutta la caratterizzazione di Mina e Lucy: pure, ma, in potenza, pronte a farsi scatenare dalla bestia che regna in loro, il Peccato Originale tanto importante nella religione cristiana, che dimora nella Donna. Il momento in cui vi si abbandonano è erotico e terribile insieme, ma un'aria sensuale aleggia per tutto il pezzo, sottile ma presente. Anche l'idea del morso del vampiro richiama quello del Serpente, ma nell'atto di mordere c'è comunque una componente di marchio che coaudiuva l'erotismo della OS.

Insomma, ho trovato il tutto molto coeso e raffinato nello stile. Alle volte scivoli nel lezioso, soprattutto per quanto riguarda la prima parte che vede Mina e Lucy bambine, ma in generale trovo quella che hai adottato una narrazione adatta al pezzo.

Mi è piaciuto molto e ti lascio una bella bandiera verde. ^^

Recensore Master
19/01/16, ore 15:20

Prima classificata nel contest: C’è un castello in Transilvania – di Setsy
ValorosaViperaGentile= Nel Giardino del Bene e del Male


Grammatica: 9.5/10 punti
L'immonda malvagità gusta il loro baci (certamente volevi scrivere “i”)
Adamo e Eva, (Ed Eva). Questa è l’unica D eufonica che considero, perché obbligatoria

Sviste per cui non sottraggo punteggio:
aperto,e nel Giardino (spazio dopo la virgola)
abiti di cartavelina (carta velina; ti è sfuggito lo spazio tra le parole)

Lessico, Stile +presentazione storia: 15/15 punti
Semplicemente fantastico. Il lessico è ricco, abbondano i termini arcaici che sono molto adatti ad un racconto di epoca vittoriana. Hai limato questo testo con accuratezza, questo è certo. Lo stile descrittivo dipinge per il lettore una serie di immagini ‘magiche’ dove il giardino è un’entità viva, che partecipa alla vicenda, anzi, aiuta a scriverla. Mina e Lucy sono due fiori in boccio, squisita preda per un essere votato al Male come Dracula. È vero, vedremo bene come egli amerà Mina in questo fandom, ma per ora è il mostro che in un film horror ci aspettiamo di trovare. Come da miglior tradizione, ai vampiri piace il sangue delle vergini, e lo hai evidenziato con una descrizione erotica sottile eppure incisiva. (È come ‘gustare il raccolto della vendemmia’ - ma è anche ‘come una cagna’). Apprezzo molto il riuscire a restare all’interno di un rating, ma vicino al bordo, se così si può dire! Anche gli oggetti trasudano sensualità: le camice sono appiccicate addosso dalla pioggia, l’erba canta di piacere, la bara è un bozzolo vivente di legno. Sono rapita, c’è poco da aggiungere. Le note spiegano tutto per benino, anche le parole come “epigee”, per fortuna! Ci ho messo tempo a verificare che fosse la dicitura giusta, e lo è. Infatti è corretto che le creature mitologiche (Epigee) siano rappresentate con le piante che hanno il loro nome (epigee) mantenendo il termine con la minuscola anche mentre sembrano incarnarsi in Mina e Lucy. Non mi dispiace dovermi fermare per studiare bene una parola in un testo; anzi, ho potuto notare la tua padronanza in questo campo. La presentazione è esattamente come ho richiesto.

Caratterizzazione dei personaggi: 14.5/15 punti
Per prima cosa, devo fare i complimenti al personaggio “il Giardino”! È un vero e proprio protagonista della storia, non solo uno scenario. Come dice il nostro Dracula: “condivide le vite e le morti” di chi lo abita. Mina e Lucy sono descritte ampiamente, eppure mai in modo ovvio. Non c’è bisogno essendo in un fandom di raccontare com’è il loro aspetto fisico, se non è funzionale alla trama. Sono mostrate nella loro tenerezza di bimbe, di fanciulline, poi di giovani donne bramose di vita seppur ancora confuse. Sono catturate dalle immagini del Kamasutra, ma non ne capiscono bene il senso. Fino ad un certo punto, sono (o sembrano) estremamente simili, perché vivono come sorelle. Poi arriva la svolta. Sbocciando come donne – o come rose – mostrano una natura differente. Infatti non c’è dubbio che Dracula scelga Lucy con motivazione, non soltanto perché è vicina a Mina e non vuole attentare a quest’ultima. Lucy è il prototipo dell’amante lussuriosa, anche se visto l’anno dell’ambientazione del film (che certo è il 1899 come il romanzo) non potevi mostrarla così di buona famiglia e troppo licenziosa insieme. È intuibile: lui l’ha fatto, tu l’hai fatto. La manifestazione “animale” di Dracula in questa scena è perfetta. Perché il punteggio non è 15, anche se ottimo? Le hai tratteggiate con parole così belle da trasformarle un pochino in vere Ninfe dei boschi… anche dei personaggi più modesti si troverebbero esaltati da questa descrizione. Il genere “furry” che hai segnalato credo dipenda dalla versione “pipistrello gigante” di Dracula nella scena erotica con Lucy. Sarebbe meglio non usarlo, perché non è una tua variazione; in caso contrario, in ogni storia su un fandom di licantropi, ad esempio, “furry” sarebbe obbligatorio.

Attinenza al fandom/originalità: 10/10 punti
L’atmosfera decadente ed elegante del film è restituita da questa OS in maniera estremamente fedele.
Pochi hanno notato – e quindi evidenziato in una fanfiction – come il nome di Lucy Westenra significhi “Luce dell’occidente” con tutte le implicazioni che non tratto qui, perché devierei dalla tua valutazione.
Ci hai fatto caso, e hai dato al suo personaggio una ‘brillantezza malata’ che si è espansa in tutta la storia. La persecuzione di Dracula così sfumata tra incubo e realtà, il nome giusto della nave, i dettagli delle note, mostrano come tu abbia fatto attenzione a non tradire il fandom; ti sei espressa liberamente lasciando le spiegazioni alle note, cosa molto gradevole.
L’originalità c’è indubbiamente; eppure avrebbe potuto essere il sassolino su cui inciampare. Sei riuscita a rendere la storia particolare con l’approfondimento dei dettagli, le descrizioni oniriche, il ‘filtro’ dell’ambiente mitologico, senza allontanarti dalla vera trama. Quando l’intento riesce… c’è meno da commentare! La resa così buona di voci contrastanti come queste è il punto di forza assoluto di questa OS.

Gradimento personale: 5/5 punti
C’è poco da dire: se il punteggio globale non è pieno è per delle minuzie, che ho notato proprio perché dovevo in quanto giudice.
È una storia di cui puoi andare fiera; è piena di pathos, restituendo totalmente l’atmosfera del fandom scelto, che era la richiesta fondamentale del contest. Vinci quindi i premi:

Il Castello in Transilvania
Miglior scena erotica


Totale: 54/55


 

Recensore Veterano
16/01/16, ore 03:22

... Morivo dalla curiosità di leggere questo racconto, perché amo le fonti originarie (sia il film che il libro che lo ha ispirato), e sapevo che ne avresti tirato fuori qualcosa di bello. Anche prima di leggere il pezzo, trovavo il materiale originario molto nelle tue corde: c'è passione, eleganza, sentimenti forti e oscuri al tempo stesso, oltre a un'ambientazione storica che so di tuo gusto - dunque gli ingredienti c'erano davvero tutti.

E infatti avevo ragione: hai fatto veramente un lavoro pregevole, in cui nulla sembra lasciato al caso, come un arazzo prezioso in cui ogni singolo filo svolge un compito capitale, nel sostenere la trama.

La cosa che più colpisce, almeno ai miei occhi, è il leitmotiv "botanico" che scorre in ogni vena tematica (o potrei dire nervature^^) del pezzo, a partire dalla voce narrante, che è quanto di più originale avresti potuto pensare: il Giardino - che assume i connotati di un Eden pagano che funge da culla - prima - e da alcova - poi - sebbene quest'ultimo ruolo lo assuma certamente suo malgrado - per le due figliocce.
Amo il fatto che la narrazione inizi prima della nascita di Lucy e Mina - come a voler conferire una dimensione più grande, al di fuori del tempo, a questi occhi altro-da-umani che poi osservano la venuta dei due piccoli bocci, li guardano sbocciare nel rigoglio degli anni - e infine cadere.
Tutto, nel testo, segue questo tema, a partire dal lessico: ho adorato che tu abbia accostato alle due ragazze definizioni che originano dalla botanica (quelle radichette e fusticini che creano un'immagine quasi magica, favolistica) - tanto che, nella lettura, a un certo punto le immagini si sovrappongono, e ho avuto la sensazione che l'umano si confondesse con la materia vegetale - e poi, con quella animale, quando la Bestia entra in scena, recidendo lo stelo di Lucy.
Sei riuscita a creare un'atmosfera magica e arcana - pagana, dicevo, perché questo accostamento tra mondo umano e naturale riconduce inevitabilmente a quell'universo panteistico dove ogni elemento presente in natura conserva in sé una scintilla di divino.

Il testo è davvero ricchissimo - sia a livello stilistico che tematico; molti di questi temi sono sviscerati nelle note, ma in alcuni casi le ho trovate quasi ridondanti, perché il loro significato intrinseco era già detraibile dal testo - e sono i momenti che amo di più, a dire il vero. Come forse ti avevo già detto in altra occasione, amo quando la lettura fluisce libera - il più possibile scevra da note a margine - e l'incanto si crea nel testo stesso, tramite piccoli semi che poi fioriscono spontaneamente nella mente del lettore. La narrativa deve essere il più possibile autosufficiente, ed è ciò che la divide dal saggio o dall'opera divulgativa, almeno secondo me. Altrimenti la magia rischia di spezzarsi, e il mondo dietro lo specchio va in pezzi. La magia svolge al meglio il suo ruolo quando il trucco si vede il meno possibile. :)
In questo caso tu, a mio parere, ci sei riuscita molto bene: le note sono un aiuto in più - un gradito approfondimento, diciamo, che è poi la funzione che è loro precipua - ma il significato pregnante è già nel testo, e infatti le note le ho lette solo alla fine, come una piacevole aggiunta a un piatto già completo in sé.

Lo stile è ricco, denso direi - come una bevanda dal sapore forte, che rischia di stordire; a tratti fin troppo, ad essere sincera. Certamente, in un pezzo di questa brevità, è giusto osare dei virtuosismi stilistici, che in un racconto lungo rischierebbero di stancare il lettore, e soverchiare ogni altro aspetto della narrazione, come lo sviluppo della trama e dei personaggi. In un racconto breve, dicevo, si possono fare molte sperimentazioni ma qua, a tratti, ho trovato la ricchezza di stile quasi eccessiva - il barocco che a sprazzi diventa lezioso, perché la linea di demarcazione tra i due aspetti è spesso molto lieve.
Ripeto, è una sensazione che ho avuto solo a tratti - principalmente quando l'aggettivazione si fa troppo pressante, quasi a voler togliere al lettore il gusto di immaginare, per suggerirgli ogni minima sfumatura.
Ti faccio un paio di esempi, così da esser più chiara:

già pienamente verde e rigoglioso, già Eden, il giardino aveva anticipato di generazioni i loro primi, teneri accenni di foglie.

virgulte, curiose mani a pizzicare ora un fiore, ora un ramoscello indifeso – il Giardino ricambiava quei dispetti molesti, graffiando le guance con le frasche, tirando i capelli infiocchettati, pungendo le dita con le dure spine delle sue figlie più belle.

Lucy svolazzava qua e là, nella sua stagione più bella, perché le perfette promesse[7] di felicità le avevano piantato sulle spalle nude incostanti e meravigliose ali di farfalla, e con quelle andava leggera di fiore in fiore, risplendendo di riflessi bianchi e rossi mentre ai piedi dell'arco si inscenava un dolce dramma

il suo corpo, viscido e lontano, seppellito nella terra cupa e odorosa della sua Transilvania

i pallidi piedi nudi che carezzano i gradini di pietra e affondano fra l'erba bagnata;

In alcuni casi, nelle frasi che ti ho citato, per ogni sostantivo sono presenti anche due o tre aggettivi - e la scorrevolezza ne trae disagio, togliendo ricchezza al tessuto immaginifico, anziché accrescerla.

Quando invece, nelle altri parti del testo dove la mano si fa più sobria a trattenere la briglia del virtuosismo, la ricchezza descrittiva e lessicale regala immagini memorabili, che davvero fungono da catalizzatore per l'immaginazione, suggerendo un caleidoscopio meraviglioso (e a volte terribile, come nell'amplesso con Dracula) di suoni, colori, immagini, scene. Le bambine-pianta, semi quiescenti nel ventre della madre, le fanciulle-Menadi, il giardino che si fa Madre premurosa, e poi matrigna, l'utero vischioso del Diavolo, e molte altre.

Dunque davvero complimenti per questo lavoro così ricco e curato, che davvero non può lasciare indifferenti, e che mi ha regalato emozioni davvero intense.