Ciao,
ho letto la storia e ti lascio il giudizio relativo al contest "Drabbleggiamo?"
Stile, grammatica e lessico.
Il tuo stile è maturo: utilizzi periodi articolati e ben strutturati. I termini sono tutti molto ricercati, sinonimo di un lessico vario e fornito.
Non ho trovato errori grammaticali o periodi da segnalarti, voglio porre però l’attenzione su una parola: “perplime”. Ho cercato sui vocabolari il termine, non sono riuscita a trovarlo, poi ho indagato meglio e scoperto un articolo sull’Accademia della Crusca a questo proposito. È un termine di uso colloquiale, che sta entrando in ambiti più formali; personalmente non ne conoscevo l’esistenza e ovviamente non l’ho considerato errore, perché va a sostenere quanto ti ho detto prima: la tua ricerca e cura di ogni termine inserito nella drabble.
Trama e originalità.
È difficile definire una trama nella tua storia, perché sono dei pensieri che Peter fa sulla sua esistenza e come tali non hanno una linearità e uno svolgimento, ma solcano la mente del protagonista. Questo aspetto non è una critica, ma una costatazione, non ci può essere un inizio, svolgimento e fine se si cerca di mettere in evidenza l’interiorità di un personaggio.
La tua drabble ruota intorno al tema della felicità, data da una quotidianità non perfetta ma priva di dolore. Credo che la felicità sia uno stato d’animo immediato e che scaturisce da qualcosa, per tanto sarebbe più giusto parlare di serenità, cioè uno stato d’animo costante che rimane anche se si affrontano dei “casi disgustosi” o altro. A parte questo piccolo appunto i pensieri possono essere traslati a Peter e sono perfettamente coerenti al personaggio.
Per quanto riguarda l’originalità devo dire che è presente nella scelta di narrare un momento quotidiano indefinito, piuttosto che un evento più importante nel telefilm.
La forza della tua drabble sta nella tua capacità di scrivere, nella scelta di farlo attraverso i pensieri del protagonisti e nel narrare un momento di vita.
Gradimento personale.
La drabble in un primo momento mi ha disorientato, con l’uso del corsivo si intuisce che stai narrando dei pensieri, ma di chi? Bisogna andare al terzo rigo e solo tramite i nomi fatti si risale al protagonista di questi pensieri: Peter. Il non dare indicazioni precise sul personaggio è un punto che va a tuo svantaggio, perché se il lettore non sa di chi si sta parlando non solo non riesce, fin da subito, ad immedesimarsi nel racconto ma addirittura può perdere interesse lasciando la pagina. Quindi è bene in qualche modo, mettendo Pov o altro segnalare fin dall’inizio, soprattutto in una drabble, con un numero limitato di parole, chi parla.
Oltre a questo la storia è scritta bene, soprattutto le ultime due frasi riescono a far riflettere e ad arrivare a lettore, meno l’inizio. Infatti l’incipit è indefinito, non cattura e non trasmette nulla, e questo ti ha un po’ svantaggiata nel mio giudizio, poi sono le due frasi finale a lanciare un messaggio e a far arrivare il senso della storia. Non so se la tua sia stata una scelta, ma ogni frase in una drabble ha la sua importanza.
Inoltre come ti ho detto nella trama, secondo me parlare di felicità è errato perché racconti della serenità di una persona, che ad un certo momento della vita si guarda indietro senza più rimpianti, guarda al futuro con speranza e accogli il presente con tutto ciò che di buono e di cattivo porta. |